Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: cuore di carta    07/01/2015    7 recensioni
Gwendolyn è una ragazza di sedici anni fisicamente nella norma, ama leggere e guardare film strappalacrime in compagnia della sua migliore amica Audrey Hepburn, una yorkshire. Ma non tutto è come sembra. Dall'età di nove anni soffre di una grave malattia che le ha impedito di vivere una normale vita, ed è proprio a causa di questo male che è costretta a trasferirsi nella grande città di Londra. La sua sola preoccupazione è quella di non far soffrire chi le sta intorno allontanando chiunque possa avvicinarsi al suo essere così distruttiva. Ma qualcosa cambierà, nel momento per lei più difficile, dove quel poco di felicità rimasta verrà messa a dura prova, avrà al suo fianco una piccola luce che la aiuterà regalandole un po' di quella vita che non ha mai potuto godere.
Riuscirà ad aprirsi mostrandosi in tutta la sua bellezza?
Ha messo un lucchetto nel suo cuore, chi sarà in grado di aprirlo?
A chiunque decida di immergersi nelle pagine della mia storia: buona lettura!
Tratto dalla storia.
[...] Vuoi sapere cosa sei Gwendolyn? Sei la debole e fragile margherita fiorita in un campo di rose rosse, così tanto invisibile, così tanto spettacolare.
COMPLETA.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando il dolore è eccessivo, bisogna morire un po’ per andare avanti.

-Susanna Tamaro.

CAPITOLO OTTO.

Il mio cuore e il mio cervello vanno in confusione più totale. Ho rivelato il mio tumore a qualcuno che non sia la mia famiglia, l'ho fatto davvero. L'ho rivelato a Castiel, non so se ho fatto bene o male, non so se gli farò bene o male, però so che di "bene" in questa storia ce n'è davvero poco.
Non so che aspetto abbia il mio viso in questo momento, ma credo che i miei occhi trasudino disperazione da ogni poro. Continuo a mangiarmi tutte le lacrime che cercano di abbandonare il mio corpo senza consenso. Non so come Castiel prenderà la notizia, potrebbe benissimo abbandonarmi, cacciarmi via, dire che non è un problema suo, non lo biasimerei, morire di cancro è brutto, ma una volta fuori da questo mondo sono le persone che ci hanno amato, a fare i conti con il dolore. Questo Castiel non lo merita, non merita una vita triste e vuota, non merita me, un piccolo e devastante disastro.
Vedo il suo volto incupirsi, immagino si stia facendo tante domande in questo momento. Non parla, ma continua a guardarmi dritto negli occhi, non riesco a sostenere il suo sguardo,  mi volto verso il camino di fronte a noi.
- Ma cosa significa... stai morendo? - Dice, rompendo il silenzio che si era creato.
Adesso il suo sguardo magnetico, quello che mi colpì subito di lui, si è spento, insieme al sorriso che avrebbe potuto illuminare tutta New York, entrambi persi nel vuoto incolmabile della tristezza.
- E' complicato- rispondo.
- Gwendolyn, spiegati meglio - Insiste.
- Ho un cancro al fegato, fin dai nove anni, ora è molto peggiorato, se non mi faccio operare, posso morire, anzi, morirò. - Dico, trattenendo le lacrime, e fissando le sue labbra. Non ho voglia di incontrare i suoi occhi, perché so già che il dolore che provo adesso raddoppierebbe fino a scoppiarmi dentro e logorarmi il cuore.
- Operare? - E' sempre più bianco in volto.
- Il trapianto, ma ci sono le buone probabilità che io non superi l'operazione. - 
- Perché? - Domanda.
- Il mio corpo è troppo debole Castiel. -
- Perché? - Chiede di nuovo, con un filo di collera nella voce.
- Cosa perché? - Rispondo ponendogli di nuovo la sua domanda.
- Perché me lo dici adesso?! Dopo che ci siamo baciati? - Domanda, con una voce triste, mischiata ad un pizzico di rabbia. Ma l'emozione che sprigiona maggiormente il suo volto è quello che aveva anche prima... sta soffrendo, ed io non posso fare niente. Se solo avessi realmente il controllo di quello che succede all'interno del mio fegato, sicuramente non sarei qui, a distruggere me e chi mi sta intorno. 
- Castiel... io non lo so - le lacrime che non sono riuscite a fuoriuscire fino ad ora, escono a fiotti. 
Cerco di asciugarmele con il palmo della mano, di trattenere i singhiozzi, ma non serve a nulla.
Non le vedo a causa delle lacrime che riducono la mia visibilità, ma le sento, sento le braccia di Castiel stringermi forte, è un abbraccio misto a dolcezza e tristezza, proprio come il bacio fuggitivo che ci siamo scambiati poco prima.
- Non piangere - sussurra.
- Non voglio morire Castiel, non voglio... NON VOGLIO MORIRE! - La mia voce da un lamento poco comprensibile, diventa un urlo di disperazione. - La vita è così ingiusta... nulla va mai come vorresti - Continuo a singhiozzare.
- Non morirai Gwen - dice piano.
-Sì che morirò, Castiel -
Odio la mia vita, prima mi da una bella casa, dei bei amici, un bella famiglia, e poi? E poi mi ammazza, mi spezza le gambe, mi fa sentire il dolore, l'odore del sangue, mi urla tutto il giorno all'orecchio che sto morendo, ho un cancro, e niente di tutto questo potrà cambiare, finché le ceneri non mi reclameranno.  
Non mi risponde, ma continua a stringermi a sé, sempre più forte, sempre più dolcemente, credo che nessuno dei due vuole mostrare all'altro la propria espressione, ma non importa, mi piace questo tenero contatto, vorrei durasse per sempre, ma come tutti sappiamo, nulla è destinato all'eternità, men che meno io, che del "per sempre" non ne ho mai potuto assaggiare molto.
Non so chi dei due si sia staccato prima, credo lui, ma torniamo a guardarci, fa un leggero sorriso, ha gli occhi un po' rossi. Il mio pianto isterico si è calmato.
- Come stai? - Mi domanda accarezzandomi i capelli.
- Meglio - Sorrido. - Tu? - Chiedo.
-Ora smettila di piangere, non sei uno bello spettacolo. -  Fa finta di non sentire la mia domanda, ride piano, è una risata triste e spenta.
- 'Fanculo Cass - rido leggermente anche io, sono consapevole del mio aspetto orribile, ma sono anche consapevole dell'intenzione di Castiel di strapparmi un piccolo sorriso, non voglio deluderlo. 
- Ti va di raccontarmi un po' ? - Mi chiede.
- Cosa vuoi sapere? - Gli domando.
- Tutto, se vuoi - mi risponde.
Gli inizio a raccontare dai miei nove anni in poi, l'anno di chemio che ho dovuto passare, la mia vita in Italia, il motivo reale che mi ha costretto a trasferirmi, la risposta dell'organo che aspetto e le iniezioni di etanolo che devo subirmi tutti i giorni sino all'operazione, se arriverà, e gli ho mostrato il cerotto presente sulla parte alta dell'addome.
Mentre racconto lui è concentrato su di me, non si distrae neanche un secondo, è così bello.
- [...] Il mio colore preferito è il giallo, il mio libro preferito è Guerra e Pace di Tolstoj, mentre i miei scrittori preferiti sono: ovviamente, Tolstoj e Dostoevskij. Ho finito la mia emozionante vita - Concludo.
- Ti piace leggere? - Mi domanda.
- Amo leggere, perché, a te non piace? - Gli chiedo.
- Diciamo che non ne ho il tempo - dice.
- Sì diciamo così - dico - adesso tocca a te. - 
- Tocca me? - Chiede.
- Sì, parlami di te - Dico.
-Va bene - dice - Allora sono nato il 3 Dicembre, la mia vita è stata sempre così, i genitori lontani, tornano una settimana al mese, poi sono entrato alle superiori, ho conosciuto gli altri ragazzi, Lysandro lo conoscevo già dall'asilo, e dopo vari casini è nata la band, cercavamo una donna, per completare il tutto perfettamente, e conobbi Deborah, era della mia scuola ma di un'altra classe e non mi era capitato mai di vederla, si rivelò molto brava e la prendemmo. Con lei insieme a Lys al microfono, andavamo lontani, davvero lontani. Poi mi innamorai di lei, ci credi? Io il "duro" di sempre, innamorato, suona davvero strano ma è così. Deborah, inoltre, metteva i nostri video su YouTube, e una casa discografica ci scoprì, ma non voleva noi, voleva Lei. Io credevo che non mi avrebbe mai lasciato, ma l'ha fatto... il resto lo sai. Il mio colore preferito è il blu cobalto, il mio gruppo preferito sono gli Arctic Monkeys. Ho finito la mia emozionante vita - Conclude.
- Blu colbalto... non mi sono mai piaciute le tonalità del blu. - Dico.
- Come no? Il blu è il colore più bello che esista! - Replica.
-Sì, sì. - Sorrido leggermente.
Guardo l'ora sul cellulare, sono quasi le 13:00, e pensare che sono venuta qui di mattina presto, oh Castiel! Mi fai perdere anche la cognizione del tempo! Adesso sarei dovuta uscire da scuola e andare a casa, mangiare e poi recarmi dalla dottoressa.
- Castiel devo andare a casa, devo nutrirmi di erba e carne bollita, e poi andare da Caren. - Dico.
- Non ti va di restare un altro po' ? - Mi domanda.
- Devo mangiare, il cancro fa dimagrire, quindi se non voglio scomparire, devo andare - rispondo.
- Va bene, ti accompagno con la macchina - Si propone.
Non mi dispiaceva restare ancora un po' con lui, anzi lo desideravo. Mi ero aperta totalmente, mi sono messa a nudo e ho lasciato che mi vedesse in ogni angolo di me stessa più sconosciuto.
Saliamo in macchina, accende la radio, e parliamo del più e del meno. Io non ricordo il suo passato e lui non ricorda il mio. Lo ringrazio in silenzio.
Arriviamo a casa mia, sto per scendere dalla macchina, quando mi giro e gli stampo un debole bacio sulla guancia. 
- Grazie - dico.
Lui sorride, ed io esco dalla macchina, ma abbassa il finestrino e urla, facendomi venire un colpo.
-Renderò i tuoi giorni indimenticabili! - Sorride e se ne va.
Sorrido tra me e me ed entro, non dico a mia madre che ho saltato scuola, sì è giovanile, ma sono sicura che si arrabbierebbe lo stesso.
Mangio e dopo, in compagnia di mia madre andiamo da Caren. 
Arriviamo come sempre velocemente, e vi risparmio tutti i soliti abbracci e baci che mi da ogni volta che mi vede, non ne posso davvero più. Mi fa l'iniezione dolorosissima e mi controlla le urine, del fegato ancora nulla. Ho sentito di persone che per un organo hanno aspettato anche dieci anni. Io non li vivrò dieci anni. Mentre mia mamma parla con Caren inizio a sentire forti fitte provenienti dall'addome, è un dolore insistente e costante, sento così male che non riesco neanche a parlare, prendo la manica di mia mamma e la tiro, entrambe notano il mio volto dolorante. Mi aiutano a sedermi sul lettino, non sentivo un dolore del genere da un po', Caren mi tasta e io urlo, non voglio che mi tocchi, mi fa ancora più male! Caren si rilassa, vedendo lo schermo dell'ecografia.
-Tesoro tranquilla, è tutto apposto, le iniezioni a volte possono causare mal di pancia è normale, va a casa e riposati. - Mi tranquillizza Caren - prendi due di queste - mi porge un barattolino di pillole dal nome veramente impronunciabile.
Mia madre si porta sempre, e dico sempre, una bottiglietta d'acqua dietro, prendo le pillole ed a fatica arrivo alla macchina, soffro per tutto il tragitto, mi aiuta ad entrare in casa e mi stende sul divano, mi copre con una coperta. Dopo quindici minuti di agonia il dolore inizia ad alleviarsi, finalmente. Non riesco ad andare al club, sto davvero troppo male, non so se è perché il mio corpo non accetta l'etanolo, ma la dottoressa dice di no, e tra le due è lei ad avere una laurea in medicina. Scrivo un messaggio a Castiel.
"Non riesco a venire al club Cass"
La sua risposta arriva poco dopo.
"Stai male?"
"No tranquillo, solo un po' di mal di stomaco, ma sono molto stanca, ho bisogno di dormire"
"Buonanotte Noce"
Mi addormento cullata da quel suo ultimo messaggio, il dolore si è attenuato di molto.
***
Mi sveglio alle 20:00 di sera, controllo il telefono che subito mi acceca, trovo due chiamate perse di Castiel, lo richiamo.
- Pronto Gwen? -
- Castiel mi hai chiamata? -
- Sì -
- Perché? - 
- Prepara una lista sulle cose che vorresti fare prima dell'operazione -
- Una lista, perché? -
- Tu fallo, entro stasera dimmi qual'è l'ultima posizione, qualunque cosa sia la faremo insieme - 
- Ma sei serio? -
- Mai stato così serio, adesso ti saluto, piccola Noce -
- Ciao Cass. -
Non credevo che dietro la corazza che Castiel ha messo ci fosse una persona simile: è gentile e dolce. Chi l'avrebbe mai detto.
Corro in camera mia, Audrey mi viene dietro con il pupazzo di Bugs Bunny in bocca, vuole giocare, ma ora ho un'altra piccola cosa da fare.
Penso e Ripenso a ciò che vorrei fare, Castiel dice prima dell'operazione, ma io lo so che è prima di morire. 
Scrivo e cancello in continuazione. Alla fine le cose che voglio fare sono cinque.
"Voglio farmi un tatuaggio" Invio.
 
Cose da fare prima dell'operazione.
  1.  
  2.  
  3.  
  4.  
  5.  Tatuaggio

 
 
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: cuore di carta