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Autore: _zukky    18/11/2008    6 recensioni
L’avvocato Stabbins aveva risolto molti casi.
Alzò di poco gli occhi dalle carte che stava analizzando.
Non era la prima volta che gli capitava.
Tra quei due c’era ancora qualcosa.
La Granger aveva lo sguardo basso e assente, mentre si tormentava le mani.
Malfoy fissava un punto indefinito oltre la sua testa.
Sorrise.
Stavano ricordando.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CIELO E TERRA 2 È una one-shot/song-fic divisa in due parti. Non tiene conto del settimo libro. Tra le parentesi graffe c’è la canzone [Cielo e Terra di Nek]. Le parti in corsivo sono dei flash-back, in particolare ricordi. C’è anche un ricordo nel ricordo, facilmente riconoscibile perché con un carattere diverso. Buona lettura. Per chi vuole ci sentiamo in fondo.




CIELO E TERRA.


Hermione Granger.

{Scrivo il tuo nome senza il mio}

Stupida burocrazia magica!
Come se non fosse abbastanza evidente.
Eh no!
Ci sono tutti gli spazi da riempire.

-    Per le pratiche del divorzio entrambi i coniugi dovranno compilare un prospetto, separatamente. Per accertarci sia consenziente, sotto ogni aspetto -
Gli aveva spiegato il suo avvocato.
Quell’aria professionale e maledettamente soddisfatta lo irritava.
Come se ci godesse.
Bhè, con tutto quello che guadagnava.

Il divorzio

{Oggi nel giorno dell’addio}


Non aveva mai pensato a sposarsi.

Figurarsi a divorziare, un giorno.
Maledetto Potter!

*

-    Malfoy, sposerai Hermione -
Non era una domanda.
Un semplice dato di fatto.
-    Harry sei impazzito! -
-    Potter, devi esserti bevuto il cervello! -
Avevano sbottato i diretti interessati.
-    Nient’affatto, ascoltatemi -
Il Bambino- ancora per poco- Sopravvissuto camminava avanti e indietro per la cucina di Grimmauld Place, spostando lo sguardo prima sull’una poi sull’altro.
-    Malfoy ha bisogno d’aiuto, e non guardarmi così, le ricerche sono improbabili  per uno solo. È praticamente impensabile appioppargli Ron - alzò gli occhi al cielo - Inoltre a questo punto della guerra, ho bisogno di saperti al sicuro - le si era avvicinato, inginocchiandosi per essere alla sua altezza.
-    Harry, posso continuare le ricerche anche da qui - lo supplicò con lo sguardo.
-    Sai quanto mi costa separarmi da te - le prese le mani tra le sue - Ma è necessario - ripeté risoluto - Malfoy ti proteggerebbe anche solo per senso dell’onore -
La strinse tra le braccia. Lei nascose il viso nel suo petto.
-    Voglio combattere con voi - mugugnò, in un ultimo tentativo.
Harry le baciò i capelli - Lo farai lo stesso, in modo diverso -
-    Mi mancherai - sussurrò contro la sua maglietta.
Lui sorrise - Anche tu, tesoro, lo sai -
-    Dai, che vuoi che sia - sdrammatizzò dopo poco - Dovrai solo convivere con il Furetto -
Draco Malfoy, che aveva avuto il buon gusto di tacere, per ossequio a quella scenetta strappalacrime, si sentì chiamato in causa. - Nessuno chiede il mio parere, Sfregiato? -
-    Certo che no - si allontanò da Hermione, tenendola per mano -Ti affido una delle persone più importanti della mia vita, vedi di rifarti al cosiddetto senso dell’onore, come spero, altrimenti ti spezzo le gambe -
Il biondo lo guardò truce - Maledetto me e la mia redenzione - borbottò tra sé.  
Gli altri due scoppiarono a ridere.

*

{Anche se è inevitabile}

Già, inevitabile.
Come inevitabile è la sera che insegue sempre il giorno.

*

-    Granger, non credevo ti facessi comandare a bacchetta dai tuoi amichetti -
Ennesimo litigio.
Quella casa da una settimana a quella parte, era l’allegro teatro dei loro continui battibecchi.
-    Malfoy, te l’avrò ripetuto cento volte: Harry è il mio migliore amico - si alzò dal divano - Ma che discuto a fare con te! Sei più duro di un mulo - si avviò verso le scale.
-    Sarei quello duro.. e dove credi di andare, stiamo parlando - la raggiunse ai piedi delle scale.
-    Vado a dormire Malferret, e poi perché non ti sei opposto tu! Visto che fai tante storie -
-    Sai che non sono nella posizione per farlo - salì due scalini, continuando a seguirla.
-    Smettila di venirmi dietro, Malfoy! - si inalberò lei - Sono stanza, vado a letto, e domani dobbiamo metterci a lavoro. Prima risolviamo l’enigma, prima questo teatrino finirà -
-    Oh non vedo l’ora - berciò.
-    Tranquillo, il divorzio risolve ogni cosa. Dopo non mi vedrai nemmeno per sbaglio. - Gli lanciò un’ultima occhiataccia e si richiuse la porta della sua camera alle spalle.
Draco Malfoy rimase fermo per un minuto buono.
È vero.
Non se lo aspettava.
Si era abituato fin troppo all’idea di averla in giro per casa.
Scendere al mattino e trovarla con gli occhi assonnati a sorseggiare una tazza di caffè.
Quelle continue frecciatine erano diventate una routine.
Scosse la testa. Come per scacciare quegli inutili pensieri.
E si avviò verso la sua camera.

*

{Mi chiedo ancora adesso}

-    Ecco a lei - firmò il documento e lo consegnò al suo avvocato.
Hermione era stata in religioso silenzio per tutto il tempo. Avvicinò il foglio al legale, la mano le tremava impercettibilmente.
Avrebbe voluto alzarsi. E stringerla tra le braccia. Tanto da annullare tutto il resto.

{Sono pronto a perderti, a rinunciare a te}

*

-    Granger, mi deludi: non vuoi varcare la soglia del nostro nodo d’amore tra le braccia del tuo maritino - soffiò sarcastico.
Lei fece una smorfia - Ma fammi il piacere! - Aprì la porta entrando in casa.
-    Non trattare così quel vestito, mi è costato una fortuna. E poi le donne adorano i vestiti da sposa - berciò
lui, seguendola dentro.
-    Lo odio questo vestito! Tutto merletti e taffettà - esclamò, stropicciandolo tra le mani chiuse la pugno.
-    Odio questo vestito! Odio questo matrimonio e odio questa situazione! - quasi gridò - Ho mentito davanti al pastore e a mezza chiesa! Io! Che mi sento in colpa per un mese, per un innocente bugia - urlò esasperata.
La raggiunse con poche falcate - Adesso calmati - le pose le mani sulle braccia - Calma ok? - la fissò deciso.
Hermione per un attimo si perse in quello sguardo, che sembrava trapassarla.
Dense nubi che si annodano prima di un temporale.
Prese un respiro.
Si impose di calmarsi.
-    Va meglio? - le chiese, sempre fissandola.
Annuì debolmente. - E’ che le  persone a cui voglio bene sono lì fuori, chissà dove, a rischiare la vita. Mentre io mi sposo! - alzò le braccia in un gesto esasperato, allontana dosi da lui.
-    Tutto questo - continuò - perché il mio migliore amico ha la stramaledetta tendenza a proteggermi. Maledetto Potter! -
Draco scoppiò a ridere.
Si voltò di scatto. Non l’aveva mai visto ridere.
Le labbra le si incurvarono istintivamente in un sorriso.
-    Cos’hai da ridere - Fintamente indignata.
Le si avvicinò, e la strinse tra le braccia.
Sorprendendola.
Spalancò gli occhi. Immobile.
-    Granger, hai iniziato a parlare come una Malfoy - rise ancora lui.
Hermione si rilassò tra le sue braccia, e gli diede uno scherzoso pugno sul fianco.
-    Non è affatto vero! - si unì alla sua risata.
Era la prima volta che rideva da quando era iniziata tutta quella storia.
I suoi pensieri rasentavano ancora l’incredulità.
Era abbracciata a Draco Malfoy e rideva.
Rideva abbracciata a Draco Malfoy.
Meglio non pensarci.
Sarebbe impazzita.
Aveva imparato fin troppo presto e bene a vivere alla giornata, cogliere l’attimo o checchessia.
-    Ora vai a toglierti questo coso - disse allontanandola di poco - Prima che te lo strappi io di dosso - ghignò.
Hermione sorrise, avviandosi di sopra.
 - Attento, potrei sempre cogliere l’invito - lo provocò, scomparendo su per le scale.
Draco scosse la testa.
L’avrebbe fatto impazzire prima o poi.

*

{Ma se ti guardo sento che}

L’avvocato controllava in silenzio che tutto fosse in ordine.
Il giovane Malfoy spostò lo sguardo sulla sua a momenti ex-moglie.
Era pallida e teneva lo sguardo basso.

{Sei spaventata come me
Poteva essere e non è}

In quell’anno aveva imparato ad interpretare tutti i suoi comportamenti.
Aveva sempre le mani fredde, come scolpite nella neve, quando era terrorizzata.

{Poteva essere
Il mio ricordo naviga}

Quel silenzio era assordante.

{Attraversa l’anima}

Non riuscirono più ad arginare i ricordi.
Come un fiume in piena supera irruento una diga.

{E improvvisamente sono là, ancora}

L’avvocato Stabbins aveva risolto molti casi.
Aveva visto tante [troppe] coppie chiedere il divorzio.
Alzò di poco gli occhi dalle carte che stava analizzando.
Non era la prima volta che gli capitava.
Tra quei due c’era ancora qualcosa.
La Granger aveva lo sguardo basso e assente, mentre si tormentava le mani.
Malfoy fissava un punto indefinito oltre la sua testa.
Sorrise.
Stavano ricordando.

{Quando eravamo cielo e terra
E tu di me la mia metà}

*

Il torpore della notte avvolgeva la camera.
Draco Malfoy aveva sempre avuto il sonno leggero.
Fin da bambino.
Odiava quella sua prerogativa.
Odiava svegliarsi nel cuore della notte per le urla dei suoi genitori.
Odiava sentire sua madre piangere e sentirsi completamente impotente.
Odiava non trovare rifugio nemmeno nel sonno.
Si girò dall’altro lato.
Per fortuna la Granger aveva un sonno tranquillo.
Stava per abbandonarsi tra le morbide spire del sonno..
-    Aah -
Un grido.
Per un attimo gli sembrò di essere tornato a tanti anni prima.
Scosse la testa per scacciare quel ricordo.
Era molto più vicino.
Accese l’ abatjour con la bacchetta.
La ragazza al suo fianco si rigirava agitata tra ne lenzuola.
Si avvicinò posandole una mano sulla spalla.
-    No… no - mugugnò.
Aveva il viso rigato dalle lacrime.
-    Granger - la chiamò piano.
-    No… Ron - si agitò ancora di più.
-    Granger è solo un incubo - alzò di poco la voce.
-    Ti prego… Harry -
-    Su sveglia - la scosse leggermente.
-    No - quasi urlò - Draco! - scattò a sedere improvvisamente.
Il ragazzo aveva gli occhi sbarrati.
Era la prima volta che lo chiamava per nome.
Stava sognando anche di lui.
Rimase interdetto per qualche minuto.
Poi si accorse che lei piangeva ancora, adesso cosciente.
Le si avvicinò. Delicatamente le tolse le mani che teneva davanti al viso.
-    È stato solo un incubo - La strinse tra le braccia. Tanto forte da fare quasi male.
Hermione nascose il viso nel suo petto, non riuscendo a smettere di piangere.
Era stato così reale.
Tutte le persone a cui voleva bene..
Remus, Tonks.
I membri dell’Ordine.
Neville.. Luna..
Ron.. Harry.. Quasi le mancò il fiato.
E ora anche Draco.
Gli si strinse maggiormente contro.
Maledizione! Si stava affezionando troppo a lui.
-    Shh, sta tranquilla. È tutto finito… sta tranquilla - le sussurrò all’orecchio, accarezzandole i capelli.
Prese un respiro. Quelle parole sembrarono tranquillizzarla.
Draco continuò ad accarezzarla, affondando le mani nei suoi capelli e soffermandosi con le dita sul collo, fin quando non si fu calmata del tutto.
Hermione sorrise.
Il collo era il suo punto debole.
Maledetto Malfoy, l’aveva già capito.
Lui l’allontanò di poco per guardarla.
-    Va meglio?- chiese.
      Lei annuì.
-    Torniamo a dormire, ok? - Un debole nota di preoccupazione nella voce.
Annuì nuovamente. Sembrava non avere le forze necessarie per parlare.
Draco fece per coricarsi nuovamente, ma Hermione gli strinse le braccia in vita.
Lui rise sommessamente, coricandosi e trascinandola con sé.
-    Ok Granger. Non preoccuparti anche se non sei del tutto in te, so di essere irresistibile, e che non riesci a starmi lontana - ghignò.
Gli posò il capo sul petto, stringendosi a lui - Fottiti, Malfoy - un sorriso nella voce.
-    Se con te volentieri - Le passò un braccio intorno la vita.
-    Malfoy sei… -
-    Shh - la interruppe lui.
Spense l’abatjour - Ne parliamo domani- Le posò un bacio sulla fronte - Adesso dormi - sussurrò.
Hermione incredula sentì il proprio cuore fare una corsa frenetica.
Incredibile.
Si rilassò completamente tra le braccia di Draco.
E chiuse gli occhi cullata dal suono regolare del suo cuore.
E per la prima volta in ventidue anni, quella notte Draco Malfoy dormì.
Dormì veramente.
Di un sonno tranquillo e ristoratore.

*

{In ogni dubbio, in ogni verità}

*

-    Cos’hai lì? - chiese improvvisamente, notando dei segni scuri sul suo polso.
-    Niente - si affrettò a coprirli con la manica della maglietta.
-    Granger, non fare la sciocca, fammi vedere - allungò la mano per dare un’occhiata, ma lei la nascose sotto il tavolo.
-    Ho detto che non è niente - Riprese a mangiare come se niente fosse.
-    Granger - l’ammonì lui, una nota dura nella voce.
Lei alzò lo sguardo su di lui - Ho solo la pelle delicata. Viviamo insieme, ventiquattr’ore su ventiquattro da due mesi ormai, dovresti ricordarti certe cose - si alzò da tavola, gettando via il fazzoletto.
E Draco capì.


-    Fermati! -
-    No Malfoy - si allontanò.
Lui la raggiunse - Stavamo parlando -  
-    Non voglio parlare - fece per andarsene, ma lui la trattenne per un polso.
-    Invece dobbiamo - asserì risoluto.
La stretta era decisa ma non forte.
-    Lasciami - lo minacciò con lo sguardo.
-    No -
-    Malfoy, lasciami - piegò il polso in avanti, e tirò forte.
Lui la lasciò quasi immediatamente.
-    Sei una stupida, potevi romperti il polso - lo sguardo incredulo.
-    Non mi interessa, adesso non seguirmi, voglio stare da sola - e scomparve su per le scale.
Non era mai facile il loro rapporto.
A volte non la capiva proprio.
Non gli permetteva di capirla.


Si alzò da tavola con calma.
La trovò nel salotto.
Sul tappeto fissava le fiamme del caminetto, stringendosi le gambe al petto.
-    Orgogliosa Grifondoro - mormorò, avvicinandosi.
Lei lo guardò male, poi riportò lo sguardo sulle fiamme.
Le si avvicinò e le si pose dinanzi per attirare la sua attenzione.  
-    Vieni - le porse la mano.
Hermione lo guardò scettica, ma qualcosa nel suo sguardo sembrò convincerla.
Sembrava una lontana ombra di … senso di colpa.
Gli prese la mano, lasciandosi trasportare.
Non era mai stata al piano di sotto.
Arrivarono ad una porta e lui l’aprì deciso.
La ragazza si guardò intorno curiosa.
Nell’aria aleggiava una leggera nebbiolina e un odore misto, tra l’agro e il dolce.
Diversi calderoni ribollivano di strane sostanze e c’erano boccette con pozioni ovunque.
-    Così questo è il mondo di Draco Malfoy - Si voltò a guardarlo.
Aveva una luce orgogliosa negli occhi.
Già, era il suo mondo.
Sentì una strana stretta allo stomaco. E lei che lo aveva tenuto fuori da tutto.
Era stata una stupida.
-    Strano che sulla porta non ci sia la scritta “Perdete ogni speranza voi che entrare” - ironizzò, cercando di smorzare la tensione.
-    Divertente Granger - fece sarcastico - Accomodati pure - le indicò una sedia.
Lei si sedette, e lo vide armeggiare con una strana sostanza molliccia.
Si inginocchiò davanti a lei, per stare alla sua altezza.
-    Dammi il polso - Il tono era quello che un medico usa con un paziente poco collaborativo.
Hermione sorrise. Gli allungò il braccio.
-    Non ce n’è bisogno, ma se proprio insisti-
-    Sì che ce n’è bisogno - asserì deciso.
Fece una smorfia, quando si accorse che i lividi erano peggio di quello che aveva immaginato.
In quel momento lei capì di non essersi sbagliata: si sentiva davvero in colpa.
Intanto lui le spandeva la lozione, sfiorandole appena il polso con il pollice.
-    Malfoy, puzza terribilmente - si lamentò, cercando di ignorare i brividi che la percorrevano al tocco della sua mano.
-    Non lamentarti Granger, è una della mie migliori pozioni: tra un paio d’ore non avrai più nessun segno-
Le massaggiò ancora un po’ il polso. Poi fece per alzarsi.
-    Draco - lo trattenne lei - Non è stata colpa tua - Si abbandonò alla tentazione di sfiorare la pelle perfetta del suo viso - Sono stata io una stupida - gli sorrise.
Il ragazzo sentì quella mano diffondere il suo calore sulla sua pelle e non voleva lasciarla scivolare via. Sentì l’improvviso impulso di trattenerla, avvicinarsi a lei e saggiare la morbidezza delle sue labbra.
Ma resisté, alzandosi.
-    Su Malfoy, non startene lì impalato - lo prese in giro lei - Mostrami il laboratorio dell’alchimista più famoso d’Inghilterra - gli si affiancò sorridente - O devo pensare che siano tutte dicerie -
L’atmosfera si era fatta [finalmente]  più leggera.
Aveva notato che c’era stato un momento in cui l’aveva guardata intensamente, e aveva dovuto ricorrere a tutto il suo autocontrollo per allontanare quella mano dal suo viso.
-    Non sia mai detto Granger - ghignò.

*

{Quando avevamo la stessa pelle,
la stessa luce nel corpo e nell’anima}

*

-    Granger - la chiamò piano.
-    Sì - distolse gli occhi dal libro che stava leggendo.
-    Stai tremando - Un’ affermazione.
-    Tu deliri- Solito orgoglio pungente.
si rannicchiò maggiormente su se stessa.
-    Hai freddo - affermò sicuro - Su vieni qui -
Posò il Profeta sul tavolino di fronte a sé, e distese il braccio sulla spalliera del divano, in un chiaro invito.
Hermione lo guardò male - Non prendermi in giro -
-    Cosa ti fa pensare che lo stia facendo - Un ghigno a curvargli le labbra sottili.
Lei gli lanciò un’occhiataccia e riprese a leggere, ignorandolo.
Non era in vena di scherzi.
Odiava profondamente l’inverno.
Tremò percettibilmente.
Draco lo notò. Ovviamente. Non sia mai detto che non stia attento a qualcosa.
-    Dai, non fare la stupida - si allungò sul divano prendendola per la vita - Vieni qui -
Ormai era un’abitudine. Una [cattiva] abitudine tenerla tra le braccia.
Aveva sviluppato una sorta di dipendenza che non gli piaceva affatto.
Hermione protestò con un mugugno, ma si accomodò meglio sul suo petto.
Non voleva trovarsi in nessun altro posto.
Strana la sorte.
Si diverte a intrecciare fili e tessere destini.
-    Basta per oggi con queste sciocchezze - le sfilò il libro di mano.
-    Non sono sciocchezze, ridammelo - Un sorriso nella voce.
Lui lo lanciò all’indietro, oltre il divano.
-    Ehi! - gli diede uno scherzoso pugno sulla spalla - Arrogante, presuntuoso, insolente! Sei sempre stato abituato a prenderti tutto quello che vuoi senza chiedere? -
-    Assolutamente sì - le bloccò la mano, attirandola maggiormente a sé.
-    Ah sì? - stette al gioco, sorridendo lei - E cosa vuoi ora? - avvicinò il viso a quello di lui.
-    Oh, io voglio tante cose - disse vago - Come… - fece finta di pensarci - Una bella vacanza ai Caraibi, un gelato al pistacchio. Mm anche una giacca nuova - elencò sardonico.
-    Scemo! - fece per alzarsi, fintamente indignata.
-    Dove vai - la prese per un polso, facendola ricadere al suo posto - Tu non vai proprio da nessuna parte - ora fu lui ad avvicinare il suo viso - Non mi piace ripetermi - le soffiò vicinissimo, per poi annullare la distanza.
Carezzò le sue labbra con le proprie. Le sfiorò il labbro inferiore con la lingua, mordicchiandolo leggermente in una muta richiesta.
Lei gli concesse l’accesso alla sua bocca approfondendo il bacio.
Le strinse le braccia intorno la vita, percorrendo la sua schiena in una lenta carezza.
Hermione affondò le dita nei suoi serici capelli, solleticandogli il collo.
-    Hai le mani fredde - sussurrò Draco sulle sue labbra.
-    Qualcosa ti preoccupa - aggiunse, non avendo ricevuto risposta.
-    Dopo parliamo, ti dirò tutto - promise - Adesso sta zitto - e affondò di nuovo le labbra nelle sue.
-    Mi piace Granger, quando fai la pervertita - ghignò
-    Tutta colpa tua - gli sorrise.
La guardò intensamente perdendosi nell’oro fuso dei suoi occhi, per poi cancellare quel sorriso con un bacio.








La seconda parte, premetto, che non è ancora su carta, quindi non vi so dare riferimenti temporali, all'incirca una settimana. Per il resto mi scuso per eventuali errori, ma devo scappare e non posso rileggerla. Se avete qualsiasi dubbio non esitate a chiedere. È la prima Draco/Hermione che pubblico e ho un po’ di ansia. So che l’avvicinamento può sembrare un po’ repentino ma essendo una one-shot ho dovuto cogliere i momenti più importanti. La smetto di annoiarvi.
Ci tengo molto mi facciate sapere se vi è piaciuta o meno, mi accontento anche di due righe ^^
Un bacio. Alla prossima, Vale







   
 
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