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Autore: Smemo92    12/01/2015    1 recensioni
Questa storia l'ho scritta un paio di anni fa. E' un esperimento, si colloca dopo l'Arcipelago Sabaody e quindi ipoteticamente nel nuovo mondo, ma non fa riferimento a nulla di quanto accaduto nel manga o nell'anime.
A volte semplicemente cambia tutto, anche la più incrollabile delle certezze. E non c'è promessa che tenga, perché quando perdi tutto, non hai nemmeno più la speranza. E se a un mugiwara venisse tolto tutto, cosa resterebbe?
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La guardava. Erano giorni che, quando poteva, la osservava.
Erano giorni che la vedeva dormire, stremata, malata, sfinita.
La febbre non era ancora passata del tutto, e alcune delle ferite rimaste aperte si erano infettate.
Ogni tanto andava a controllare come stesse, o se si fosse ripresa grazie alle sue cure.
Doveva stare attento, non aveva idea di che reazione potesse avere una volta sveglia.
Doveva solo aspettare. A volte la vedeva, presa da un incubo, agitarsi ansimante, senza riuscire a svegliarsi.
Come se non volesse svegliarsi.
Come se volesse lasciarsi andare, una volta per tutte.
 
 
 
 
 
Il primo a cadere fu Franky.
Chopper non avrebbe saputo spiegare come poteva essere successo.
Erano circondati, erano veloci, abili, potenti. Faticavano a tenergli testa, anche Zoro era in difficoltà.
In più c’era Nami, che era in evidente stato di shock.
Certo, si era alzata, stava combattendo con loro.. ma Chopper, che era quello che le era più vicino, la vedeva: gli occhi vitrei, persi, si muoveva come un automa, reagiva per istinto di sopravvivenza, senza badare davvero a quello che le stava intorno.
E, in mezzo a quella confusione, aveva fatto appena in tempo a vedere un braccio di Franky volare non molto distante da lui.
Cercò il suo amico di metallo, individuandolo a terra.
Incapace di gridare, incapace ormai di dire qualsiasi cosa da quando aveva iniziato a piangere –e ancora, non aveva smesso del tutto, ogni tanto i suoi occhi si appannavano, al pensiero di lui e degli altri. Ecco, non riusciva nemmeno a chiamarli per nome-.
E, un istante dopo, era sparito.
Lo avevano portato via, e lui non era nemmeno riuscito a fare qualcosa per fermarli.
-Zoro!!- chiamò, individuandolo a diversi metri di distanza.
Quello aveva la bandana in testa, lo sguardo impenetrabile, duro, omicida.
Ma anche se sembrava non avesse sentito il richiamo, in realtà aveva sentito e visto tutto.
Fece un salto, avvicinandosi alla renna.
-Chopper! Prendi Nami e scappa! Scappa il più lontano possibile e nascondetevi, io vi coprirò!-
Nami sembrò risvegliarsi, a quelle parole.
-Co.. Cosa? No! Zoro, non puoi restare qui! Ti.. ti.. Prenderanno anche te!- finì, incapace di pronunciare il suo timore ad alta voce.
Non poteva perdere anche lui.
Non riusciva a pensarci, ma non poteva permettergli di fare un sacrificio tale per cercare di salvar loro la vita. Il suo sguardo cadde sul viso di Sanji, paralizzandola istantaneamente. Non era sicura che il sangue stesse correndo al cervello, o che il suo cuore battesse ancora.
-Nami!!- la chiamò Zoro, furioso. Chopper continuava a piangere, ma era rimasto in silenzio. I nemici li stavano scrutando, silenziosi, ma aveva l’impressione che si stessero facendo beffe di loro. Sapeva che non avevano molte altre possibilità.. uno di loro doveva sacrificarsi. –Guardami!!- la pregò Zoro.
La rossa alzò lo sguardo incredulo verso lo spadaccino, rendendosi conto che non l’avrebbe mai ascoltata. Non l’aveva mai fatto, perché iniziare ora?
-Nami, devi andartene da qui! Devi sopravvivere! Io.. io sono certo che Rufy non è morto! E nemmeno gli altri!
Tu sei l’unica che può salvarli, sei l’unica che può capire dove sono. Sono sicuro che ci troverai, Nami.- disse, il volto estremamente serio.
Nami cominciò a piangere, avrebbe voluto tanto dirgli che se Sanji era morto, e se anche Franky lo era, probabilmente lo erano anche tutti gli altri.. ma non ebbe il coraggio di distruggere la sua ultima illusione, che gli dava la forza per combattere ancora contro tutti quegli strani esseri incredibilmente potenti.
Aprì la bocca tremante, ma non poté aggiungere nulla, perché Chopper la prese in braccio.
-Io credo in voi.. Ora andate!- esclamò Zoro, prima di lanciarsi contro gli avversari.
 
 
 
 
 
-Stai scherzando, spero. Vuoi forse dirmi che te la sei lasciata scappare? E’ sparita sotto il tuo naso?!-
-Sì, signore.- fece l’altro, sottomesso.
-Stupido! Ti ho affidato un compito.. e l’ho affidato solo a te perché non era difficile.. Oramai era rimasta solo lei, debole, indifesa e traumatizzata, tu dovevi solo finire il lavoro.. E’ mai possibile che tu sia un incapace?! Dov’è la tua professionalità?!-
-Mi dispiace, signore. Non si ripeterà più.-
-Certo che non si ripeterà più! Perché non ne avrai più possibilità!- fece un sorriso strano, un ghigno quasi malefico –Ma deciderò più tardi la tua punizione! Devi capire che per quanto chi ci sfugge è innocuo, noi non lasciamo mai un lavoro incompiuto.. E’ questione di principio. Portiamo sempre a termine il lavoro assegnatoci.-
-Certo, signore. Infatti, se volesse darmene la possibilità, mi occuperò io stesso di rimediare a questo errore..-
-No! Hai fatto abbastanza danni.. Ora va’, devo pensare. E devo trovare una soluzione. Ma tu sai che non accetto errori.. Intanto ti crogiolerai nell’atroce sentimento del dubbio. Sarà divertente, vedrai.- ghignò, malvagio, mentre l’altro usciva.








 
  
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