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Autore: Glendora    20/01/2015    1 recensioni
Farla finita sembra davvero molto facile, soprattutto nella solitudine di una camera d'albergo a chilometri di distanza da casa. Questo, però, non sembra il destino di Ville Valo che, inaspettatamente, tra le mura di quello che sembra essere un vero e proprio girone dell'Inferno, troverà quello che ha sempre cercato, ciò che la fredda lametta di un rasoio appoggiato sulla pelle non è stata capace di dargli. Ma il fato ama giocare con le persone e Ville non è certo immune...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ci siamo persi qualcosa?” Rimasto a bocca aperta davanti a quel bacio inaspettato, Gas prova a riorganizzare i pensieri, anche se non è poi così tanto facile.

“Giusto qualcosina…” risponde Ville ridendo della loro espressione allibita, mentre Lily cerca di smettere di diventare sempre più rossa per l’imbarazzo.

Il bip acuto del cellulare di Lily richiama l’attenzione della donna che legge assorta il breve messaggio di testo appena arrivato:

Chiamami appena puoi.
Aoki.

“Che succede?” Domanda dubbioso, dimenticandosi della presenza degli amici nella stanza.

“Te lo spiego dopo. Perché non stai un po’ con i tuoi amici e racconti loro tutto quello che c’è da raccontare?!” Suggerisce Lily con un’espressione molto eloquente in volto.

“Se c’è qualcosa che non va, noi possiamo tornare più tardi” dice Migè, indispettito dall’espressione preoccupata della donna.

 

“No, non c’è bisogno. Potete rimanere qui tutto il tempo che volete: Ville deve dirvi molte cose e io non ci metterò molto!”

“Sicura?!” Incalza il compagno provando a sbirciare il messaggino che tanto sembra averla sconvolta.

“Sicurissima! C’è una bella giornata, potreste andare a parlare nel parco…vi raggiungerò appena ho finito.”

“D’accordo” risponde Ville poco convinto, lasciandola andare seppur a malincuore. Ha davvero tante cose da dire ai suoi amici, ma forse può farlo solo senza di lei, esattamente come quella prova che Lily gli ha posto davanti richiede. “Perché mi guardate così?”

“Forse perché hai dato un bacio da record a quella che dovrebbe essere la tua psicologa?!” ghigna Linde divertito.

 “Non esagerare…era solo un bacio.”

“Oh sì, come no: un bacio capace di mandarla in debito d’ossigeno! Secondo me se n’è andata perché aveva bisogno d’aria” continua il biondo chitarrista, mentre anche gli altri confermano facendo di sì con la testa.

“Non siete cambiati di una virgola: impiccioni!”

“Noi forse non saremmo cambiati, ma tu sì e anche tanto! Forza, racconta: siamo curiosi” continua Burton.

“E va bene, mi arrendo: che volete sapere?”

“Tutto” rispondono i quattro in coro.

“Bè…magari non i dettagli più sconci” aggiunge Gas, facendogli l’occhiolino.

“Ecco…quelli puoi tralasciarli” sorride Migè, imbarazzato non tanto per Ville quanto per Lily.

Conducendoli fuori dalla stanza ed accompagnandoli nell’ampio parco dell’ospedale, Ville pensa al modo migliore per raccontare tutto quello che gli è successo, dal momento in cui si è svegliato nella sua stanza con i polsi che gli bruciavano fino a farlo impazzire, a quando ha conosciuto Lily fino ad innamorarsene perdutamente.

“Per prima cosa vorrei sapere che ne pensate di Lily.”

“Di sicuro è molto bella”, inizia a dire Linde.

“Molto più bella di tutte le altre ragazze di cui ti sei innamorato” prosegue Burton.

“E poi sembra davvero dolce” interviene Gas.

“Tu poi ne sei innamorato perso” constata Migè, che ormai conosce il suo amico meglio delle sue tasche.

“Su questo non ci sono dubbi: è speciale, dico davvero. Mi fa sentire…”

“Vivo?!” Conclude Migè guardando Ville dritto negli occhi.

“Sì. Mi fa sentire vivo. È una cosa strana da spiegare, ma è come se mi sentissi finalmente completo.” Strappando qualche filo d’erba ed incominciando ad attorcigliarseli tra le mani, Ville aspetta un attimo prima di raccontare anche il resto della storia ai suoi amici: fino a quel momento l’amore per Lily era solo suo, una cosa personale, riservata, in un certo senso privata e doverlo condividere con altre persone lo rende un po’ nervoso, perché ha paura che condividendolo con altri perda tutta la sua bellezza ed unicità.

“C’è qualcosa che non ci dici?” Burton, così taciturno e riflessivo, sembra aver capito immediatamente cosa turba Ville e spera di riuscir a far parlare l’amico perché sente che c’è un peso che si porta dentro di cui deve assolutamente liberarsi.

“No…” risponde lui abbassando gli occhi e concentrandosi sui fili d’erba che ha in mano.

“Ville, hai detto che non ci avresti più escluso. Questo è il momento migliore per dimostrare che dicevi sul serio: noi siamo qui per ascoltarti, se c’è qualcosa che non va puoi parlarne con noi.” Il tono di Linde è calmo, ma non nasconde una certa apprensione: se c’è una cosa che sa con certezza è che quando Ville ha paura tende a nascondersi e a chiudersi in sé stesso e riuscire a fargli capire che ora non ha più bisogno di farlo sembra quasi un’impresa impossibile.

“Ho solo paura…”

“Di che cosa? Vi amate, no?! È palese che tra di voi ci sia un legame che va oltre alla pura attrazione fisica, perché dovresti aver paura?” Incalza Migè, decisamente confuso.

Ville non ha mai avuto un reale momento di cedimento da quando Lily gli ha detto della malattia. In realtà, non si è ancora fermato ad analizzare seriamente la situazione in modo più approfondito e ora il peso di quella situazione si manifesta così, senza preavviso, schiacciandolo proprio mentre parla di lei con i suoi amici.

“Ho paura di perderla…”

Eccolo lì, il momento di crisi tanto temuto e tanto evitato. Con Lily al suo fianco non si è lasciato andare, ma ora che lei non c’è, adesso che i suoi amici sono lì al suo fianco per ascoltarlo, può finalmente lasciarsi andare, dando voce a tutto quello che si è tenuto dentro, a ciò che non gli ha fatto chiudere occhio per tutta la notte.

“È malata, ha la leucemia. Ieri ha fatto un esame per stabilirne il tipo e a breve le daranno i risultati…se fosse troppo tardi? Se non ci fosse un futuro per noi? Io non so se potrei vivere senza di lei.”

Indifeso. Come un bambino davanti a qualcosa di molto più grande di lui, Ville sente di non essere in grado di gestire da solo quella situazione: si è promesso di essere forte, di avere cura di Lily, ma come può farlo se il solo pensiero di quello che potrebbe succedere lo riduce in quello stato? Sentendo un leggero panico stringergli il petto, Ville inizia a fare respiri sempre più profondi per cercare di combattere contro quel senso di crescente oppressione che non gli permette di respirare come dovrebbe.

“Ville, guardami.” Migè sa come affrontare le crisi respiratorie dell’amico, ma ha paura che quella celi qualcosa di molto più profondo, che non si può curare con un semplice inalatore per l’asma o con delle medicine. “Niente panico, ok?! Affrontiamo le cose una alla volta e soprattutto, non essere catastrofico: non ci sono ancora i risultati dell’esame, quindi aspetta almeno di sapere cosa dicono i dottori prima di agitarti, d’accordo?”

Annuendo, Ville cerca di concentrarsi solo sul suo respiro e sul movimento della sua cassa toracica che si alza e si abbassa nel tentativo di incamerare più aria possibile.

“E poi ci siamo noi, non devi aver paura. Non sei solo” aggiunge Gas.

“Datemi…datemi un attimo…ora mi passa.” Appoggiandosi al tronco dell’albero a cui dà le spalle e massaggiandosi il petto, Ville nota lo sguardo apprensivo degli amici e si sente la persona più orribile del mondo: sono andati lì per lui, per vedere come sta, quali progressi ha fatto, ma la sola cosa che si trovano di fronte è un uomo spaventato in piena crisi di panico.

Bravo Ville, sei proprio un genio quando ti ci metti.

Sentendo la pressione sui polmoni diminuire, Ville riesce finalmente a regolarizzare il suo respiro e in pochi minuti torna ad essere completamente padrone della situazione anche se non sa quanto potrà durare quella calma apparente.

“Ti senti meglio?” Domanda Linde preoccupato.

“Sì, ora va meglio…scusate ragazzi, sono un idiota! Non ditelo a Lily, ci manca solo questo.”

“Tranquillo, non le diremo nulla” promette Burton, parlando a nome di tutti.

“Le ho chiesto di sposarmi!” Esclama lui come se quello fosse l’unico pensiero in grado di portare un po’ di equilibrio nel suo animo tormentato. Guardando le facce sbigottite dei suoi amici, Ville non può trattenere una risata nel vederle così sorprese ed allibite: forse lo giudicheranno un pazzo, ma per lui la consapevolezza di sposare la donna che ama rende meno incerto il loro futuro insieme, anche se potrebbe essere breve.

“Non hai intenzione di tornare in Finlandia?” Migè credeva che, dopo quell’incontro, sarebbero tornati tutti insieme a Helsinki, a casa, invece Ville sta dicendo loro che ha intenzione di sposare una donna conosciuta da un mese e mezzo, forse gravemente malata. Non se lo aspettava e, forse, ne resta perfino un po’ ferito, ma quello è un comportamento da Ville e poi, a ben vedere, sembra essere la cosa più giusta per lui quindi non può che appoggiare la scelta, per quanto segni definitivamente una svolta per tutti quanti loro.

“Mi manca Helsinki, da morire. E mi siete mancati tanto anche voi, più di quanto le parole possano dire. Il mio cuore, però, appartiene a Lily e lei adesso deve stare qui a Filadelfia, almeno finché non capiamo che tipo di malattia ha. Non posso lasciarla sola, non voglio farlo. La Finlandia può aspettare.”

“Sei davvero innamorato!” Esclama Gas che mai ha visto l’amico così preso da qualcosa, a meno che non si tratti della musica.

“Sì, lo sono davvero. Sarei disposto a rinunciare a qualsiasi cosa per lei.”

“Anche alla musica?” Domanda Burton, il solo a rendersi conto delle implicazioni che possono derivare da tutto questo: se sono divisi, anche la band lo è, ma di certo un gruppo musicale non è importante come la salute dell’amore della propria vita e adesso, quell’amore è Lily.

“Anche alla musica, ma so che Lily non me lo permetterebbe mai: sarebbe capace di rispedirmi a Helsinki a calci se solo dovessi pensare ad una cosa del genere.” Raccontando tutto di Lily, della fantastica persona che è, dell’amore che prova per lei, Ville sente che, finalmente, la sua vita è completa, proprio lì, nel parco di un ospedale psichiatrico, dove ha incontrato l’amore e dove ha ritrovato i suoi migliori amici.

Racconta loro tutto quanto e, mentre lo fa, si rende conto di quanto quel mese e mezzo lo ha cambiato, come persona e come uomo. Prima non avrebbe mai avuto la forza o il coraggio di aprirsi in quel modo con qualcuno, già solo il fatto di dover parlare dei suoi sentimenti gli metteva ansia, ma adesso è tutto diverso. Ha capito che non deve nascondersi, se vuole stare bene e che è perfino terapeuti donare un pezzo del proprio cuore a chi è disposto ad ascoltare, sia le cose belle che quelle brutte.

È poi il turno dei suoi amici di spiegargli quello che è successo al di là delle mura del Sant’Agnese. Gli raccontano di come hanno dovuto annullare il tour senza poter dare spiegazioni più precise riguardo alle cause di quella decisione, di come hanno reagito le persone, del putiferio che si è creato e perfino delle minacce che hanno ricevuto, tutto perché si sono rifiutati di dire la verità riguardo a quei  problemi di salute addotti come scusa per la cancellazione di tutti i concerti.

“Ci hai fatto passare un mucchio di guai! Non siamo potuti uscire di casa per giorni…giornalisti curiosi, fan assatanati: un delirio!” spiega Gas.

“Così abbiamo deciso di prenderci una casetta per evitare di essere seguiti di continuo ed è andata meglio, anche se ogni tanto arrivano di quelle mail che non ti dico…dovremmo studiare un piano per calmare le acque una volta per tutte, ma non c’è fretta”, prosegue Migè che non vuole fare alcuna pressione su Ville e sulle sue scelte future riguardo alla band.

“E se rilasciassimo un’intervista per spiegare che cosa è successo?” Domanda Ville pensieroso, valutando le varie opzioni.

“Tu che vuoi rilasciare un’intervista di tua spontanea volontà?! Sono quasi commosso dalla tua metamorfosi: Lily ha fatto un miracolo” ride Burton divertito, conoscendo l’avversione di Ville per le interviste e per tutti gli interventi non strettamente connessi al concerto.

Già, Lily ha davvero fatto un miracolo, ma dov’è ora? Si domanda Ville, che non ha smesso di pensare un attimo a lei e al turbamento dipinto sul suo viso mentre controllava il cercapersone.

 

*** 

“È successo qualcosa Aoki?” Dopo aver lasciato Ville e i suoi amici, Lily è andata nel suo studio per telefonare ad Aoki, spaventata dal messaggio inviatole poco prima dall’amica.

“Ho i risultati.”

“Ma non dovevano arrivare fra dieci giorni?” Chiede Lily che sente il cuore battere all’impazzata nel petto. Se sono arrivati così in fretta è perché ci sono brutte notizie e lei non è pronta ad affrontare quella verità.

“Sì, è vero, ma ho fatto un po’ di pressione in laboratorio per accelerare i tempi…spero non ti dispiaccia.”

“No…no affatto. È solo che non me lo aspettavo, mi hai colto impreparata. Devo spaventarmi?”

“Al momento no, però preferirei che venissi in studio per parlare di persona della situazione. Pensi di poter venire questo pomeriggio?”

“Non c’è problema. Aoki se è tanto brutta la situazione dimmelo adesso” chiede lei con la voce incrinata.

“Lily, tranquilla. Come sospettavamo è leucemia, ma l’abbiamo presa ad uno stadio iniziale, quindi non c’è motivo di preoccuparsi. Dobbiamo solo organizzare un piano terapeutico adeguato, tutto qui. Vedrai che andrà tutto bene. Ti spiegherò tutto nel pomeriggio, d’accordo?”

“Sì, d’accordo…grazie Aoki.”

“Non mi ringraziare, faccio solo il mio lavoro. Lily, mi faresti un favore?”

“Certamente.”

“Non venire da sol: passa sopra al tuo orgoglio e fatti accompagnare da qualcuno.”

“Vedrò cosa posso fare. Allora, a più tardi…”

“A più tardi.”

Abbassando il ricevitore, Lily cerca di mettere un po’ d’ordine nella sua mente, affollata da mille pensieri che fluttuano senza sosta come sospinti dal vento. Non avrebbe mai pensato di dover affrontare quella verità così all’improvviso e sente di non essere in grado di farcela, non ora.

I dieci giorni che la separavano dal verdetto dovevano servire a sistemare delle cose, a pacificare il suo cuore, ma ora che quel momento è arrivato così, come una doccia gelata, non sa davvero cosa fare né come comportarsi. È tutto dannatamente sbagliato, ma ormai non ha più il potere di cambiare le cose.

Una cosa però deve farla assolutamente: dimettere Ville. Perché, se c’è una cosa che sa con certezza, è che le parole di Aoki sono vere: non deve affrontare tutto da sola e Ville è l’unica persona di cui ha bisogno per riuscire a sopportare qualsiasi notizia, anche la più brutta.

Precipitandosi con fare risoluto da Connor, indaffarato ad esaminare cartelle nel suo ufficio, Lily spera di convincerlo a firmare il foglio di dimissioni per Ville: lei non ha più voce in capitolo, ha fatto tutto ciò che è in suo potere per riabilitare il cantante e ora solo Connor può decidere le sue sorti. Le sorti di entrambi.

Sorridendo alla richiesta di Lily, Connor le mette in mano un foglio con sopra una valutazione psicologica completa, corredata dalla sua impeccabile firma in calce.

“Non ti interessa sapere se ha superato la prova?” domanda lei.

“Ieri ho parlato a lungo con lui, non ho bisogno d’altro per sapere che ora sta bene. So che ti renderà felice ed è questa l’unica cosa che al momento mi interessa.”

“È un’opinione personale o da psichiatra?”

“Entrambe le cose. Sai che non avrei mai firmato se non fossi certo delle sue condizioni.”

“Grazie Con…”

“Non mollare mai, qualsiasi cosa accada” dice baciandola sulla fronte.

A Connor non servono spiegazioni. Ha l’innata capacità di leggere l’anima di Lily come se fosse un libro aperto: ora quello che vede scritto è tanta paura, ma spera che Ville riesca a scrivere sulle pagine ancora vuote della sua anima, parole capace di farla sorridere ancora nonostante le avversità della vita.

   
 
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