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Autore: drem_of_love    22/01/2015    6 recensioni
Salve amici, eccomi qui che ripubblico lamia storia amore impossibile con un nuovo titolo e con numerose revisioni e modifiche. Spero vi Piaccia, ho intenzione di riempire le lacune della storia e gli spazzi di tempo tra una cosa e l'altra, li avevo un po saltati.
Soun è vedono con tre figlie. Ha deciso di risposarsi con la sorella del suo migliore amico. Vedova anche lei, ha un figlio 16enne, il quale dovrà imparare a vivere con tre splendide ragazze e sentimenti contrastanti. Spero di avervi incuriosito.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Nda: Salve a tutti, ho deciso di allungare la storia di un capitolo così da dar spazio un po ai sentimenti dei nostri protagonisti. Dedico questo capitolo a chiunque lo legga, a chi lo recensisce e alle mie ladies che non mancano mai di sostenermi e di regalarmi un sorriso. Vi adoro! Buona lettura a tutti!
Ps: perdonate gli eventuali errori, lo scritto di getto, domani lo ricontrollerò.

Capitolo 22

Notte d’amore
— Sarò nonna ci pensi? Oddio il mio bambino diventerà padre! — strillò mia madre allegramente mentre mi stringeva le mani, era così felice.
Diventare padre, non aveva ancora assimilato la cosa, era successo tutto così in fretta che mi sembrava un sogno… eppure non lo era. Mi allontanai con una scusa, avevo bisogno di respirare. Sarei stato un buon padre? In fondo il mio l’avevo perso troppo presto! Diciassette anni, tra qualche mese diciotto, ero così giovane. Non rimpiangevo di amare la mia Akane né la futura nascita di quest’erede, avevo una sola paura: deludere le aspettative. Cominciai pensieroso a tirare dei sassolini alla vecchia carpa del laghetto, in quasi due anni l’avevo infastidita così tante volte. All’improvviso una presa salda sulla spalla e mi voltai. Era l’ultima persona che mi aspettavo.
 
— Zio Genma! — esclamai sorpreso.
— So a cosa stai pensando. Voglio dirti poche cose, non sarò genitore ma in tanti anni con te qualcosa credo di averla capita. Ascolta sempre tuo figlio, indicagli il cammino elogiando i suoi pregi e aiutalo a combattere le sue debolezze. Fa dei suoi difetti la sua forza e non abbandonarlo mai. Anche un buon padre sbaglia Ranma, non devi temere tutto questo, devi solo amare la tua sposa e vivere felice, supererete ogni cosa!
— Ed io che ti credevo uno stolto!
Rimasi di sasso, quello stolto di mio zio sapeva fare anche un discorso serio? Le sue parole mi avevano tranquillizzato, aveva ragione, mi sarei impegnato con tutto me stesso dedicandomi anima e corpo a mio figlio e alla mia sposa, sarebbe stata la mia sfida più grande: renderli felici!
Stavo rientrando in casa quando la vidi, bella come la notte a fissare il cielo. Probabilmente era uscita a cercarmi. La sua piccola mano stava raccogliendo veloce alcune stille salate dal suo volto, perché piangeva
— Akane stai bene? — le chiesi preoccupato.
— Si tutto ok. Credevo che Genma fosse solo cartelli stupidi e fughe invece quando vuole sa essere molto saggio! — pronunciò lei sorridendo.
— L’amore cambia le persone piccola Tendo! Non smetterò mai di ringraziare i Kami per averti incontrato! — le sussurrai baciandola a fior di labbra.
 
In quel momento dieci paia di occhi ci osservarono curiosi. Fu la voce della dolce Kasumi, pura e candida come sempre a portarci alla realtà.
— Ragazzi entrate in casa, prenderete freddo! E poi Ranma non sta bene baciare una ragazza in mezzo alla strada!
— Kasumi come sei antiquata! Tranquillo fratellino, ormai Akane e tutta tua andateci piano però non vorrei né risentisse il marmocchio! — aggiunse sogghignando Nabiki. Non sarebbe cambiata mai, quella ragazza era un personaggio!
Entrammo in casa e riprendemmo i festeggiamenti, avevo deciso ora mi toccava solo fare le cose per bene!
* * * * *
Entrati in casa, tutti cominciarono a riempirci di domande. Era tutto così strano, finalmente potevo amare Ranma alla luce del sole. Nessuno mi avrebbe più impedito di vederlo e soprattutto tra pochi mesi avremmo avuto un figlio.
Sarei diventata mamma, stentavo ancora a crederci! Una nuova vita stava crescendo nel mio corpo ed ogni giorno mi sentivo così legata a lui. Sentivo i suoi calci quando gli parlavo o semplicemente mi toccavo la pancia. Forse era troppo presto, forse era solo una mia impressione ma lui già mi ascoltava? Perché continuavo a chiamarlo al maschile? Lo sentivo che era un maschietto, che avrebbe reso fieri me e suo padre ogni giorno. L’avremmo sostenuto, aiutato e sgridato all’occorrenza, perché è questo che fa un buon genitore: stare vicino ai propri figli! Non sarei stata come mia madre, meschina e bugiarda. Mi aveva usato per ingannare mio padre ma non ce l’avevo con lei, forse l’avrei fatto anch’io per salvare mia figlia!
Le mie riflessioni furono interrotte dai miei familiari che gridavano Bacio come degli invasati.
— Bacio, bacio!
— Allora Ranma quando vi sposate? — chiese mio padre in sembianze di onei. Adoravo quell’espressione, riusciva a terrorizzare Ranma in ogni occasione!
— Avrei pensato a dopo la nascita. Potremmo celebrare le nozze e il battesimo in una sola volta, cosa ne pensi? — mi chiese stringendomi.
— Non potevi avere idea migliore! Almeno ho il tempo di smaltire questa ciccia, oddio sembro una balena! — biascicai facendo il labbruccio.
— Sei bellissima sciocca! Poi ti ricordo che sei in dolce attesa quindi è normale che tu sia lievitata!
— Stai dicendo che sono grassa? — pronunciai isterica suonandogli il tavolino in testa.
— Sei fantastica piccola, scherzavo! — biascicò massaggiandosi il bernoccolo.
Lo so che scherzava ma io adoravo i nostri continui teatrini, in fondo era per questo che mi ero innamorata di lui.
Due settimane dopo il grande annuncio stavo sistemando la mia stanza quando un bigliettino attirò la mia attenzione.
″Oggi al tramonto al parco, ti aspetto… tuo Ranma!″
Il cuore cominciò a battermi velocemente. In due settimane eravamo usciti tante volte eppure oggi avevo una strana sensazione. Guardai il calendario e sorrisi, oggi era esattamente due anni dal suo arrivo a casa. Mi preparai, non vedevo l’ora di vederlo!
 
* * * * *
Ero in ansia, tra meno di un quarto d’ora Akane mi avrebbe raggiunta e finalmente lle avrei chiesto di sposarmi. Meritava un fidanzamento, un anello, dei fiori, la mia piccola Akane meritava questo ed altro. Perché avevo atteso due settimane? Perché oggi erano due anni esatti che la conoscevo. Sembrerà banale, da filmetto romantico ma mi ero innamorato di lei a prima vista: quella sua grinta, gli occhi luminosi, i suoi capelli sinuosi e sbarazzini e il suo sorriso, quello avrebbe potuto sciogliere l’intero polo! Mi diedi un pugno in testa, dovevo smetterla quando mi ci mettevo ero peggio di Kuno! Ero passato da Ryoga per dei fiori ed ora stringevo saldamente al petto un mazzo di peonie.
 
— Tranquillo con questo andrai sul sicuro, sono il suo fiore preferito! — mi comunicò il fioraio porgendomi il bouquet.
— Ryoga come mai così gentile? — chiesi preoccupato. Mi aveva sempre odiato, ora mi sembrava addirittura amichevole.
— Rendila felice Saotome e ricordati, se solo la fai soffrire sei un uomo morto! — minacciò rabbioso il porcellino.
— Così va meglio! Non succederà amico stanne certo!
 
Cominciai nervosamente a torturarmi le mani poi la vidi. Le guance arrossate per la corsa, i capelli scarmigliati e gli occhi liquidi dall’emozione… che avesse capito?
— Scusami per il ritardo! — pronunciò prendendo fiato.
— Sei impazzita? Non devi affaticarti! Io non scappo.
Non mi sarei separato da lei per niente al mondo, che sciocca! Le porsi il mazzo di fiori e i suoi occhi s’illuminarono.
— Questi sono per te!
— Grazie sono bellissimi!
— Ti va di fare un giro? — le domandai porgendole il braccio.
Non ci pensò due volte, lo afferrò di slancio e mi sorrise.
— Andiamo!
Stavamo passeggiando tranquilli quando arrivati in prossimità della fontana le chiesi di fermarci.
— Akane devo riposarmi due minuti!
Potevo trovarmi una scusa migliore, in fondo era lei la donna in attesa!
— Sei un pappamolle, va beh sediamoci! — rispose dandomi un pugno sul petto.
Le presi le mani nelle mie e la guardai.
— Senti Akane, io sono negato con le parole lo sai. Oggi ti ho portato qui per un motivo, volevo fare le cose per bene, perché tu meriti solo il meglio… — mi stavo dilungando in inutili sproloqui.
— Ranma tranquillo, cosa stai cercando di dirmi?
Estrassi una piccola scatolina rossa dalla mia immancabile tuta cinese, l’aprii e n’estrassi l’anello di mia madre.
— Akane Tendo, vuoi sposarmi? — le chiesi inginocchiandomi mentre le mostravo l’anello.
— E me lo chiedi? Certo che lo voglio stupido! — mi rispose la mia amata buttandomi le braccia al collo. Le infilai la vera e la baciai, quello era il mio posto.
 
* * * * *
Guardavo esterrefatta la vera al mio anulare sinistro, Ranma mi aveva chiesto di sposarlo. Non credevo ai miei occhi, mi aveva portato al parco per farmi la proposta! Non avevo smesso nemmeno per un secondo di guardare l’anello al mio dito e di sorridere come una cretina.
— Oddio Ranma ci sposiamo, ti rendi conto? — gridai entusiasta.
— Si piccola, non vedo l’ora.
— Ci sposiamo in primavera? — aggiunsi saltellando come una bambina,
— Certo amore mio, ogni tuo desiderio è legge per me! — aggiunse il mio uomo colpendosi il petto.
— Smettila scemo, sei sempre il solito!
— Ma tu ami questo scemo!
Continuammo a battibeccare fino a casa, non avrei cambiato per nulla al mondo questi nostri piccoli momenti.
 
Appena rientrammo in casa subito le donne di casa notarono il mio anulare sinistro.
— Oddio figliolo, finalmente glielo hai chiesto? — strillò Nodoka eccitata.
— Bravo figliolo così si fa! — si congratulò mio padre dandogli una pacca sulla spalla.
— Eh bravo fratellino, ora di la verità non vedi l’ora di dividere il letto con la nostra piccola Akane!
Ranma divenne rosso come un peperone, io per poco non mi strozzavo con la saliva. Come faceva quella pazza a capire sempre tutto? Anch’io non vedevo l’ora di perdermi nei suoi abbracci, di sentire il suo respiro sulla pelle, le sue mani. Oddio mi stavo eccitando! Presi a farmi aria con le mani.
— Sorellina da te proprio non me l’aspettavo! — infierì Nabiki.
In quel momento s’intromise nostro padre che ci lasciò tutti di sasso.
— Ormai manca poco alla nascita del bambino, perché non vi spostate nella stanza degli ospiti?
Annuimmo sorpresi, finalmente avremmo dormito insieme come una vera coppia.
Proseguimmo la cena tranquilli, ero così agitata, tra poco avrei potuto dividere il letto con il mio Ranma, non mi sembrava vero.
 
Finito, Nodoka mi accompagnò in camera e mi aiutò a sistemarla.
— Bambina mia, sono così felice! Rendi felice il mio bambino, sono sicura che non mi deluderai!
Abbracciai mia suocera di slancio, adoravo quella donna e speravo con tutta me stessa di essere una brava madre proprio come lei un giorno. Stanca cominciai a spogliarmi, qualche attimo dopo si aprì la porta il mio consorte era arrivato. Sentivo perfettamente il suo sguardo bruciarmi la pelle. Si avvicinò con passo felpato e iniziò a baciarmi le spalle lasciando scivolare la mia camicia da notte al pavimento.
— Akane, non riesco più a resistere! — mi sussurrò mentre mi baciava il collo.
Afferrò saldamente i miei fianchi e mi strinse a sé, sentivo perfettamente il suo desiderio premere contro il mio bacino. Iniziai a strusciarmi sensuale come una gattina in calore, anch’io lo volevo e pure tanto!
— Non resistere allora stupido! Prendimi sono tua! — gli sussurrai con voce orgasmica mentre lo baciavo avidamente.
Non se lo fece ripetere due volte, mi afferrò per i fianchi e mi trascinò sul letto. Le sue mani viaggiavano desiderose sul mio corpo. Riprese a baciarmi il collo, per poi scendere lentamente ai miei seni. Cominciò a disegnarne il profilo con la lingua e nel frattempo con due dita stuzzicava lentamente la mia femminilità.
— Oddio Ranma, mi stai facendo impazzire! — sussurrai aggrappandomi alle sue spalle. ribaltò la situazione e mi trascinò su di lui, era così premuroso temeva di gravarmi addosso con il suo peso. Mi sistemai sulla sua lunghezza e lo accolsi dentro di me, tra gemiti, spinte e sospiri ci amammo tutta la notte, nessuno ci avrebbe più divisi.
 
 
   
 
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