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Autore: kiko90    26/01/2015    4 recensioni
Sola. Si era ritrovata di nuovo sola, dopo una vita passata solo con la compagnia dei libri.
Dopo anni Robin aveva finalmente trovato la pace, la serenità di una famiglia un po' pazza, ma il destino crudele è sempre contro di lei...
FIC RUROBIN con accenni Zonami
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nico Robin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi con estrema lentezza e fatica, sento le palpebre pesanti e man mano che il mio corpo si risveglia percepisco dolori lancinanti in ogni dove.
Ho la vista annebbiata, ma riesco comunque a distinguere una stanza che fin ora non avevo mai visto. Le pareti sono di un verde scuro, quasi nauseante a mio parere.
Cerco di schiarire la vista sbattendo ripetutamente le palpebre, ed anche se con fatica ora riesco a vedere meglio.
Roteo gli occhi a destra ed a sinistra ed è proprio in quest’ultima direzione che lo vedo, Adrien.
Sento la rabbia crescermi dentro e la voglia di schiaffeggiarlo è così forte che mi prudono le mani. Come ha potuto mentirmi sulla mia famiglia? Costruire delle tombe finte? A quale scopo?!
Rivedo davanti i miei occhi l’ultima immagine che ho visto prima di sentirmi male: i miei compagni sani e salvi scendere da una nave, forse per cercare proprio me, perché come ripeteva sempre Rufy “Un nakama non si lascia mai indietro. Noi siamo una famiglia e lo saremo per sempre”.
Il mio Rufy, una lacrima mi sfugge al sol pensiero di saperlo vivo, di sapere tutti loro vivi.
Non sono sola, non lo sono mai stata, loro non mi lasceranno mai, me lo hanno promesso.
-Robin, vedo che sei sveglia finalmente- Adrien si è accorto di me ed ora mi guarda fisso negli occhi con una luce diversa, sembra un misto di rabbia e paura; le stesse emozioni che provo io in questo momento.
Lo guardo senza dire una parola per poi volgere lo sguardo in tutta la stanza.
Non sono nella casa di Adrien, ma in un nuovo luogo, forse su un’altra isola; la sola idea mi fa rabbrividire. Non può avermi portata lontano dai miei compagni un'altra volta, non glielo perdonerei mai.
Cerco di alzarmi e solo allora mi accorgo delle fascette intorno ai miei polsi ed alle caviglie che mi tengono ancorata al letto.
-Mi dispiace Robin, non volevo arrivare a questo punto- mi dice avvicinandosi al mio letto con la sedia la quale produce un rumore stridente sulle mattonelle –Io ti amo. Noi condividiamo l’amore per l’archeologia, i misteri che il governo fa di tutto per nascondere. Siamo fatti l’uno per l’altra…
-Io amo Rufy- dico convinta sfidandolo con lo sguardo, lo odio così tanto.
-Rufy è uno stupido! Come fai ha stare con lui? A dire di amarlo? Voi siete diversi in tutto, lui non è al tuo livello, io si!- urla arrabbiato, mentre la sua voce nella stanza vuota riecheggia come un eco.
Mi sento stordita da quelle urla mentre un forte dolore al ventre mi pervade.
Cerco di allungare la mano il più possibile verso il ventre e quando finalmente riesco a poggiarcela rimango di sasso.

Un forte dolore al ventre, il sangue che scorre giù dalla mia intimità. Le sagome lontane dei miei compagni. Le braccia di Adrien che mi cingono e mi portano lontano, mentre perdo conoscenza, mentre il mio bambino soffre.
Quelle immagini, seppur sfocate, tornano a galla nella mia mente violente come il mare in burrasca.
Le lacrime si susseguono copiose appannandomi di nuovo la vista.
Sfioro, accarezzo il mio addome ora vuoto, senza più una vita all’interno e piango.
Cos’è successo? Dov’è il mio bambino? Perché non mi ricordo niente?
Vorrei sputare tutte queste domande verso Adrien, ma la gola è troppo secca e i singhiozzi di disperazione mi impediscono di parlare.
-Robin mi dispiace ma il tuo bambino non ce l’ha fatta- dice ora più calmo e con voce incrinata, Adrien; sembra sinceramente dispiaciuto, ma non mi importa, mi importa solo del mio bambino che ora non c’è più.

I pirati di cappello di paglia, finalmente approdati sull’isola, vennero condotti alla grotta dov’era nascosta la Sunny.
-Eccola è questa la grotta! Li dentro c’è la vostra nave!- disse il pirata che avevano salvato qualche ora prima nel mare.
-Sei sicuro carciofo?- gli intimò Sanji portandosi davanti l’uomo e guardandolo con sguardo truce.
-Sicurissimo!- balbettò l’altro indicando un punto nel centro della grotta –lì dentro c’è la vostra nave, non posso sbagliarmi, è lo stesso posto dov’è stato ucciso il nostro capitano- disse abbassando lo sguardo.
Rufy seguito da tutta la ciurma si avviò con passo deciso nella grotta è subito il buio lo inghiottì.
-La mia amata Sunny!! È lei!- urlò Franky correndo verso la nave, intatta, in tutto il suo splendore.
-Che bello che bello!!- gongolò Chopper improvvisando un balletto con Usop.
Rufy salì sulla nave ed iniziò a guardarsi intorno, ovunque. Gli sarebbe bastato anche solo una piccola traccia della sua presenza, un input per non infrangere la scintilla di speranza di ritrovare la sua Robin, ma sembrava non esserci niente di lei su quella nave, non più almeno.
-Senti niente Chopper?- chiese alla renna, è subito il piccolo medico si mise ad annusare ovunque.
-Ci sono tracce lievi del suo passaggio, ma potrebbero risalire a quando eravamo tutti insieme- disse Chopper abbassando il musino, dispiaciuto per quella notizia talmente incerta.
-Dannazione!- Rufy frustrato tirò un pugno verso l’albero maestro, lasciando il segno.
-Capitano la troveremo- lo rassicurò Zoro con una stretta sulla spalla.
Pian piano si alzò un leggero venticello ed è proprio grazie a quello spostamento d’aria che Chopper potè fiutare qualcosa. Alzò il musino fiutando l’aria, concentrato come non mai. Voleva esserne certo prima di parlarne con i suoi compagni, è soprattutto con il capitano; ma ora non aveva dubbi, quell’odore di sangue era proprio di Robin, è cosa più importante era fresco e non lontano da lì.
-Ragazzi- chiamò l’attenzione su di lui, Chopper –ho fiutato qualcosa-
Rufy si voltò di scatto con gli occhi lucidi. Tutti gli sguardi dei nakama furono rivolti a Chopper, tutti attendevano che continuasse, che dicesse loro cosa aveva fiutato, o meglio chi.
-Sento chiaramente l’odore del sangue di Robin qui vicino. Ed è fresco- aggiunse.
-Sangue…- ripeté Sanji pestando sotto il piede il mozzicone, ancora mezzo intero, della sigaretta. Non ce la faceva a fumare sapendo che una delle sue dee aveva perso sangue, che forse poteva essere ferita o peggio.
Nami si avvicinò a Zoro il quale la tirò a se abbracciandola, mentre la ramata cercava di trattenere le lacrime; si rifiutava di pensare al peggio, come del resto tutta la ciurma.
-Sono sicuro che Robin-chan sta bene! Yohoho- le parole di Brook smorzarono quel momento di silenzioso dolore, facendo ritornare lucidi tutti.
-Certo che la sorella sta bene! lei è suuuperr!- esordì Franky mimando la sua posa preferita.
-Da dove proviene la pista, Chopper?- gli chiese Rufy, teso come una corda di violino.
-Seguitemi- li incitò la renna iniziando a correre fuori dalla caverna.
-Sunny aspettaci, andiamo a riprenderci Robin!- urlò Rufy correndo dietro a Chopper seguito da tutta la ciurma.

Arrivarono sulla collina attraverso un sentiero scosceso che con una serie di curve tortuose portava dalla spiaggia fin su la collina.
-Eccoci! Da qui iniziano le tracce di sangue- spiegò Chopper mostrando ai compagni le piccole tracce vermiglie sul terreno.
-Robin…- sussurrò Nami portandosi una mano davanti la bocca, sgomenta.
-Seguiamole!- ordinò Rufy camminando dietro Chopper.

Camminarono a lungo finché il sentiero li condusse in una piccola radura. Lì c’erano disposte in ordine otto tombe, le loro tombe.
-è queste cosa sono?- chiese Zoro avvicinandosi insieme agli altri alle croci di legno.
-Ci sono i nostri nomi! Oddio sono le nostre tombe!- esclamò Usop portandosi le mani sul viso impallidito, indietreggiando.
-Qualcuno ci crede morti- dichiarò Sanji osservando la sua croce
-o forse qualcuno vuol far credere che noi siamo morti…- continuò Nami suscitando l’interesse di tutti.
-Cosa vuoi dire Nami-swan?-
-credo che sia stato Adrien a costruire queste tombe per far credere a Robin che siamo morti.
Guardate ci sono dei piccoli mazzetti di fiori, i preferiti di Robin, lei ci crede morti-
-No!- urlò Rufy –noi siamo vivi e ce la riprenderemo! Ucciderò Adrien, si pentirà di avermi portato via la mia regina e il mio bambino!- i mugiwara rimasero in silenzio, non avevano mai visto Rufy così sconvolto, stava soffrendo dall’interno più di quando voleva far apparire.
-Continuiamo le ricerche- disse il capitano, seguendo il sentiero.

-c’è una casa laggiù!- urlò Chopper correndo verso la piccola abitazione.
Entrarono tutti ed esplorarono ogni angolo. Sembrava una normale casa di campagna: una piccola cucina, stanze da letto, un piccolo bagno…ma Nami, entrata nella stanza di Robin, riconobbe subito i suoi indumenti e chiamò i suoi compagni.
-Questi sono i vestiti di Robin!- esclamò
-ne sei sicura?- le chiese Zoro dietro di lei.
-sicurissima li abbiamo comprati insieme! Ricordo ogni singolo vestito o maglia!- gli disse guardandolo dritto negli occhi, sicura di ciò che stava affermando.
-Noi abbiamo trovato gli abiti e i diari di Adrien- disse Usop entrando anche lui nella stanza di Robin, seguito da Brook e Sanji.
-in questo diario spiega ogni sua mossa, ogni suo piano- iniziò il biondo –avevi ragione Nami-swan lui ha costruito le nostre tombe per far credere a Robin che fossimo morti su quella maledetta isola. Spiega tutto il suo accordo con la marina e il suo piano di portare Robin con se e…- si fermò di colpo Sanji alzando lo sguardo su Rufy.
-E?- lo spronò il capitano con le mani chiuse a pugno lungo i fianchi.
-Rufy qui Adrien ha scritto che voleva conquistare il cuore di Robin e che ci stava riuscendo e che presto avrebbe costruito con lei una famiglia…con lei e con il vostro bambino-
Rufy si calò il cappello di paglia su gli occhi ed uscì dalla stanza –andiamo, dobbiamo trovarli-
disse più serio che mai.




Un forte boato all’esterno dell’edificio fece risvegliare Robin la quale si era addormentata piangendo.
Sussultò sentendo un altro rombo risuonare tra le mura di quella stanza dove era tenuta prigioniera, sentendo i vetri dell’unica finestra che illuminava la stanza, fremere per il violento colpo proveniente dall’esterno.
Si voltò verso la finestra cercando di capire cosa stesse succedendo, mentre il suo corpo e la sua anima continuavano a soffrire per quella dolorosa perdita. Non riusciva a credere che il suo bambino, il frutto dell’amore suo e di Rufy non ci fosse più. Sapeva di aver trascurato il feto nei mesi dopo la presunta morte dei suoi compagni, ma pensava che il peggio fosse passato, che ora sia lei che il bambino stessero bene, ma così non era. Lui o lei, adesso non c’era più e la colpa era solo sua. Lei doveva capire cosa nascondeva Adrien invece di fidarsi di lui. Lei, sempre vigile ed esperta, doveva intuire il complotto dell’archeologo avvisando i suoi compagni in tempo. Se solo così fosse stato non avrebbe mai perso il suo bambino e i suoi compagni.
Un’ulteriore boato, seguito da un frenetico vociare riportarono l’attenzione di Robin verso la finestra. Da essa vide piccoli fiotti di fumo innalzarsi nel cielo, ma nient’altro oltre a quelli.
Si guardò intorno cercando da Adrien qualche spiegazione ma l’uomo era sparito, forse, si disse, aveva approfittato ad uscire mentre lei dormiva.
-ROBIIINN!!!- un urlo, il suo urlo, non poteva sbagliarsi avrebbe riconosciuto la voce di Rufy fra mille. La stessa voce che l’aveva salvata mille volte, la stessa voce che le aveva sussurrato parole d’amore nell’intimità della loro stanza sulla Sunny.
Urlò anche lei a pieni polmoni sentendoli bruciare per lo sforzo. Si dimenò su quel maledetto letto non riuscendo neanche ad usare il suo potere a causa, sicuramente, dell’agalmatolite nascosta da qualche parte nelle fascette che la ancoravano a quel maledetto letto.
Tese le orecchie cercando di decifrare al meglio ogni suono, ma tutto era ovattato e oltre ai rumori di spari e qualche voce confusa non riusciva a carpire nient’altro.
Improvvisamente nella stanza entrò Adrien, trafelato e con la rabbia che gli velava le iridi chiare. -Dannato cappello di paglia!- disse correndo verso la finestra e guardando verso il basso.
-Ti troverà, è questione solo di minuti e poi ti ucciderà per ciò che hai fatto, ed io tornerò al suo fianco, sulla Sunny, dove è giusto che stia!- disse Robin guardandolo.
L’uomo si voltò di scatto verso di lei e iracondo camminò verso il letto della donna, mentre la lama di un coltello luccicava nella sua mano.






Angolo autrice:
Salve genteeeee!!! *schiva i pomodori marci mentre si diffonde un coro di Buuuuu*
Lo so, lo so sono in un ritardo mostruosamente schifoso e non vi potete neanche immaginare quanto me ne vergogni! Non era mia intenzione lasciare questa storia in sospeso per così tanti mesi, ma ho avuto bisogno di una “piccola” pausa da efp e quando sono tornata non sapevo come continuare e se continuare questa ff! mi dispiace veramente tanto e spero che possiate perdonare!
Devo ringraziare flyman che grazie alla sua recensione mi ha dato la forza e la voglia di riprendere questa fic e così, dopo ulteriori settimane, l’ho ripresa.
Spero che questo cap vi sia piaciuto e se volete lasciatemi pure una piccola rec per esprimere ogni dubbio, critica o apprezzamento! :)
Ora vi lascio promettendovi che presto posterò l’ultimo cap che ho già quasi terminato così concluderò finalmente questa ff!
Grazie a tutti coloro che continuano a leggere, seguire e recensire questa ff!
Bacioni kiko90
   
 
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