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Autore: Zayle    27/01/2015    5 recensioni
"Des" bisbigliò lui rigirando la sigaretta tra le dita "il tuo nome, mi sono sempre chiesto cosa significhi."
Lei lo guardò mentre spegneva la sigaretta con un sorriso tirato.
"Daisy è l'equivalente di Margherita. E' il nome di mia nonna. Ha origini italiane e voleva che mi chiamassi come lei."
"Ah il fiore!" esclamò lui sorridendole "Ti sta bene"
"Cosa intendi?" chiese lei confusa.
"Perchè sei bella, come i fiori. Forse anche di più" disse alzandosi e lasciandola lì con i suoi pensieri.
Daisy. Zayn. Voglia di vivere. Voglia di amare, paura di farlo. Paura di perdere ancora.
Un segreto che cambierà la sua vita per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9.
 
Zayn giaceva immobile sul letto della sua camera, il suo petto si alzava e abbassava regolarmente, aveva la bocca leggermente aperta e una mano gli penzolava fuori dal letto.
Daisy era in piedi, accanto al letto, in attesa del suo risveglio e preoccupata si mordicchiava prima il labbro poi le unghie.
I ricordi della sera prima erano sfocati; un susseguirsi di avvenimenti dolorosi in tutti i sensi. Dovette bloccare un conato quando ricordò le mani di Jonah che le stringevano i fianchi e lui che la prendeva per un braccio mentre Zayn, bianco in volto, cadeva sul pavimento.
Ricordò l’urlo che le era uscito spontaneo dopo averlo visto a terra, sopraffatta dalla paura che il suo corpo non potesse reggere quello che gli avessero fatto ingerire.
Il suo Zayn, magro come un chiodo e forse troppo debole per sopportare qualsiasi sostanza nel suo organismo.
Ricordò se stessa, seduta sul pavimento freddo e sudicio prendere il cellulare con le mani tremanti e chiamare Mike, l’unica persona che era riuscita a confortarla.
Le aveva spiegato che probabilmente Zayn aveva ingerito delle pasticche leggere che, unite all’alcool avevano fatto perdere i sensi al ragazzo.
Jonah appena vista la scena era fuggito, probabilmente terrorizzato che incolpassero lui per l’accaduto.
 Il tornare a casa non l’aveva tranquillizzata affatto, sapeva che Zayn stava bene ma non riusciva a togliersi di dosso quella paura di ferirlo ancora, era stata tutta colpa sua e anche se quella sera Zayn era stato fortunato come avrebbe potuto sapere se suo padre o Jonah stessero elaborando qualche altro piano per ferirlo ancora?
Una fitta allo stomaco la fece leggermente piegare su se stessa; aveva accumulato così tanto nervosismo, tensione e paura che probabilmente sarebbe scoppiata di lì  a poco.
Perché suo padre le faceva questo? Un padre non dovrebbe forse desiderare la felicità della proprio figlia al posto di venderla al primo ragazzo che gli capita a tiro?
Un’altra fitta le colpì lo stomaco.
Si avvicinò e aprì uno dei cassetti del comodino di Zayn dove trovò un pacchetto di sigarette e un accendino. Ne sfilò una dal pacchetto svuotato per metà e la poggiò tra le labbra e poi la accese. Il fumo in gola la fece tossire non essendo più abituata a fumare, ma continuò ad aspirare il fumo finchè non terminò la sigaretta in pochi minuti per poi finirne un’altra subito dopo.
Sfilò la terza dal pacchetto e quando lo poggiò sul comodino la mano di Zayn le bloccò il polso.
 
“Credevo che avessimo smesso” le sussurrò Zayn mentre le lasciava il polso.
Daisy sgranò gli occhi e la sigaretta – ancora spenta- le cadde di mano, si gettò sul letto e abbracciò il ragazzo. Lo strinse forte e per un momento dimenticò suo padre, Jonah, Mike e il fatto che fosse svenuto, lo strinse per dimostrargli che,  nonostante tutto che quello che sarebbe successo di lì a poco, lei aveva bisogno di lui e sarebbe sempre stato così.
Avrebbe voluto restare tra le sue braccia ma pensò che era inutile prolungare la sofferenza, doveva farlo in quel momento o non ci sarebbe più riuscita.
Si allontanò da lui e si sedette sul bordo del letto con le mani sul copriletto, le unghie mangiucchiate e lo smalto nero ormai rovinato. Non lo guardò.
 
“Cosa succede?” le chiese Zayn.
 
“Quello che è successo ieri sera…” cominciò Daisy ma Zayn la bloccò a metà frase.
 
“Non succederà di nuovo” continuò la frase cercando di rassicurarla. Daisy non voleva essere rassicurata, voleva solo proteggere Zayn nei giorni a venire.
 
“Hai ragione. Non succederà di nuovo” disse fredda alzando lo sguardo e puntando gli occhi in un punto lontano della stanza. Non riusciva a credere a quello che stava per fare.
Il cuore le si strinse in petto e sentiva il sangue affluirle velocemente in testa.
 
“Che intendi?”chiese Zayn tirandosi su per appoggiarsi contro la testiera del letto.
 
Daisy non riuscì a guardarlo negli occhi. Sapeva che se mai l’avesse fatto sarebbe crollata e avrebbe mandato tutto al diavolo e non poteva farlo perché la vita di Zayn era più importante di qualsiasi altra cosa.
 
“Intendo dire che non può andare così. Ieri sarebbe potuto succedere qualcosa di estremamente brutto e non posso pensare che questo è tutta colpa mia”  disse Daisy affannata gesticolando. Si alzò dal letto e prese la borsa con i vestiti da terra mentre lottava contro il dolore nel petto.
Zayn si alzò di scattò e si fiondò davanti la porta che li portava nel giardino e notò che da sotto di essa entrava una leggera luce, segno che era ormai mattina.
 
“Non puoi farlo” disse prendendola per un braccio e avvicinandola a se. Daisy sussultò come se avesse ricevuto la scossa. “Guardami” continuò Zayn vedendo che la ragazza continuava a tenere gli occhi bassi “Credi che non sia abbastanza forte da sopportare tutto questo? Forse non ce la farei se dovessi farlo per me stesso, ma lo sto facendo per te. Vale la pena subire questo schifo se posso avere te accanto.”
A quel punto Daisy alzò lo sguardo e lo guardò fisso negli occhi incapace di parlare mentre nella sua testa la frase si ripeteva continuamente  Vale la pena subire questo schifo se posso avere te accanto.
“Lo so che hai paura, tu non lo dici ma ti si legge negli occhi e anche io ne ho tanta” continuò “ma preferisco vivere con questa paura che vivere senza di te.”
Si chinò e la baciò. Le mani sul suo viso mentre Daisy restava immobile con il cuore che le martellava nel petto. Per un attimo pensò che poteva farlo, poteva permettere a Zayn di salvarla ma qualcosa di più grande la fermò. 
Si divincolò da lui e Zayn sembrò ferito, la sua espressione era cupa e triste.
 
“Tu non capisci” sbottò cercando di arrabbiarsi il più possibile. Ma come poteva dopo che lui le aveva detto simili parole? Raccolse tutta la forza che era dentro di sé, fece un respiro profondo e parlò.
“Sta colpendo te per fare del male a me e non posso permettere che questo succeda, non posso permettere che lui ti faccia del male” sospirò “sei troppo importante.”
 
Zayn indietreggiò ma la porta dietro di sé bloccò i suoi movimenti, sembrava ferito, come se un coltello lo avesse colpito alle spalle.
Daisy si avvicinò a lui, sapeva che non sarebbe stata l’ultima volta che l’avrebbe visto ma sapeva che non l’avrebbe mai più toccato in quel modo. Si alzò sulle punte e gli lasciò un bacio sulle labbra, lento e straziante e poi si allontanò da lui.
 
“E’ finita ma non ti sto dicendo addio” disse lei mentre Zayn si spostava dalla porta e lei usciva dalla stanza.
 
 
Erano passati giorni dall’ultima volta che aveva visto Zayn, non l’aveva incrociato per i corridoi e aveva evitato il vicolo come la peste per non rischiare di incontrarlo. Vederlo le avrebbe fatto troppo male e non avrebbe resistito alla tentazioni di abbracciarlo e tenerlo stretto e tornare nell’unico posto in cui si sentiva sicura: le sue braccia.
Sapeva che le sarebbe mancato ma non sapeva quanto sarebbe stato difficile stare senza di lui. Prima che Zayn piombasse nella sua vita era tutto piatto e incolore, Daisy sopravviveva soltanto, ma quando l’aveva conosciuto tutto era cambiato. Tutto aveva preso forma e colore, Daisy aveva voglia di andare a scuola solo per vederlo e seguiva le lezioni solo perché sapeva che a lui piaceva farlo, ma ora che lei e Zayn si erano separati era tornato tutto come prima o forse peggio, perché Daisy sapeva che la felicità era solo ad un passo da lei ma non poteva afferrarla perché altrimenti l’avrebbe distrutta.
Il giorno in cui Daisy l’aveva lasciato, Zayn aveva chiamato cinquantasette volte e aveva inviato altrettanti messaggi. Dicevano tutti la stessa cosa:
 
‘Ti prego, voglio solo sapere se stai bene. Zx’
 
Ma lei non aveva risposto a nessuno di loro, sapeva che se mai l’avesse fatto, il muro che stava costruendo con tanta fatica e dolore sarebbe crollato.
Quello che più faceva male a Daisy era non poter parlare con nessuno: quando sua nonna chiamava inventava sempre una scusa per liquidarla al più presto, non poteva dirle che non stava più da Zayn e che lei era da sola. Margherita sarebbe tornata e non voleva che anche lei si facesse del male.
Perché non posso essere felice? Si chiese. Ma non fece tempo a rispondersi che il telefono le squillò.
Ashley.
 
“Ash” disse neutra cercando di mantenere il controllo.
 
“Daisy finalmente” rispose Ashley e Daisy la sentì sospirare.
 
“Non avevo visto le altre telefonate” mentì. In realtà cercava di staccarsi dalla realtà il più possibile, stava provando a bloccare i sentimenti che la riempivano l’anima. Rabbia, tristezza, amarezza, odio e amore
 
“Credi di venire domani a scuola?” chiese Ashley con una nota di speranza nella voce.
Daisy alzò gli occhi al cielo. Si ci sarebbe andata a scuola, ma no, non sarebbe andata nel vicolo per vedere i suoi amici e per vedere Zayn.
“Zayn e Mike non ci saranno” riferì Ashley non ricevendo risposta.
 
“Okay” rispose Daisy non troppo felice.
 
“A domani allora, ciao Daisy” e attaccò.
 
“Si a domani” disse a se stessa.
 
 
 
La mattina seguente Daisy stava seduta sul letto in attesa che la sveglia suonasse l’ora esatta per alzarsi e potersi preparare.
Come per il resto della settimana, quella notte, aveva dormito veramente poco e i cerchi neri intorno ai suoi occhi ne erano la prova. Passava le ore a fissare la luna dalla finestra finchè non lasciava posto al sole, poi si alzava e viveva la sua vita come sempre aveva fatto.
La sveglia suonò e a Daisy sembrò così fastidiosa che la prese e la gettò sul pavimento e a stento non si ruppe, si alzò e si preparò in fretta e prima di uscire di casa si guardò allo specchio. I capelli scuri che una volta erano ricci morbidi e gonfi  ora erano solo una massa piatta arricciata alla punte, il viso sconvolto, gli occhi rossi e il corpo che stava in piedi per miracolo.
Poco dopo uscì di casa e nel tragitto per arrivare a scuola consumò velocemente una sigaretta, odiava doverlo fare ma , fumare, era l’unica cosa che riusciva a calmarla e a non farla esplodere.
Girò l’angolo ed entrò nei cancelli della scuola e non vedendo nessuno nel cortile capì che la campanella era suonata ed entrò.
Dopo aver trascorso tutto il tempo a guardare fuori dalla finestra durante le ore di Biologia e Trigonometria la campanella della ricreazione finalmente suonò. Era un bene perché quella classe cominciava a starle stretta, era un male perché di lì a poco avrebbe incontrato Ashley.
Per un momento desiderò che un fulmine la colpisse in testa o che il preside la convocasse pur di non doverla incontrare ma niente di questo accadde e quindi si ritrovò seduta per terra in fondo vicolo.
Ashley e Luke non erano ancora arrivati, probabilmente intenti a sbaciucchiarsi in qualche posto remoto e nascosto della scuola.
Infilò la mano in tasca e prese il pacchetto di sigarette sfilandone una, la mise in mezzo alle labbra ma si bloccò nell’accenderla perché qualcuno le si era seduto accanto.
Non può essere. Ashley perché lo hai fatto? Se questo è un sogno svegliatemi. Pensò mentre accendeva la sigaretta per poi girarsi e guardare il volto di Zayn vicino al suo.
Nonostante la carnagione scura lo nascondesse un po’, anche i suoi occhi erano cerchiati di nero, la barba scura era incolta e i capelli non erano alzati come al solito bensì pettinati verso il basso coprendogli la fronte.
Daisy pensò a quanto fosse bello anche quando era meno curato ma scacciò il pensiero.
Il muro non doveva crollare.
In lontananza vide i ragazzi che gli lanciavano sguardi e allungavano l’orecchio per cercare di capire ciò che si stessero dicendo.
 
“Des” sussurrò Zayn. Era vestito tutto di nero e ciò lo faceva sembrare più magro del solito, aveva un sigaretta in mano però era spenta.
Daisy non rispose e rimasero a guardarsi per quello che sembrò un tempo infinito quasi fossero in una bolla in animazione sospesa e fuori da essa il mondo andasse avanti senza di loro.
Zayn alzò il bracciò e si porto la sigaretta alla bocca poi si chinò su di lei che indietreggiò. Lui sorrise, il sorriso di Zayn, quello vero e Daisy pensò che non ci fosse cosa più bella al mondo così si avvicinò a lui e gli fece accendere con la sigaretta che teneva in bocca la propria. Entrambi, quasi fossero stati programmati, aspirarono e poi lo buttarono via il fumo in due nuvole che si unirono in aria.
 
"Des" bisbigliò lui rigirando la sigaretta tra le dita "il tuo nome, mi sono sempre chiesto cosa significhi."
Lei lo guardò mentre spegneva la sigaretta con un sorriso tirato.


"Daisy è l'equivalente di Margherita. E' il nome di mia nonna. Ha origini italiane e voleva che mi chiamassi come lei."


"Ah il fiore!" esclamò lui sorridendole "Ti sta bene" 


"Cosa intendi?" chiese lei confusa.


"Perchè sei bella, come i fiori. Forse anche di più" disse alzandosi e lasciandola lì con i suoi pensieri.
Perché era così facile stare insieme a lui? Perchè non poteva odiarlo e considerarlo noioso come le altre, prima di lei, avevano fatto?
Non poteva semplicemente perché loro erano Daisy e Zayn ed era destino che fosse così sempre, si erano trovati. Succede sempre così, continui a cercare e non trovare nessuno adatto a te e allora pensi di essere tu il problema; ma non è così, è solo che ti aspetta qualcosa di molto più grande e bello e molte volte le cose belle sono difficili da trovare.
Daisy si alzò e camminò verso i ragazzi.
Tutti la fissavano come se  avesse qualcosa da dire ma lei aveva perso le parole. Come poteva spiegare che non voleva stare lontana da loro ma doveva farlo perché non voleva che loro si ferissero per colpa sua?
La campanella suonò e Daisy fece un sorriso forzato, fece per camminare ma sentì il suo braccio che veniva tirando con forza e attenzione. Quando si voltò vide Zayn di fronte a lei che si chinò e la baciò. Daisy non si allontanò, non ce l’avrebbe mai fatta a staccarsi da lui. Solo in quel momento capì quanto le era veramente mancato, si sentì come se avesse trattenuto il respiro per tutti quei giorni e ora fosse libera di respirare di nuovo. Le mani di lui le accarezzavano il viso mentre le sue era poggiate piano sui fianchi.
Il bacio l’aveva travolta, Zayn l’aveva travolta. Non ne esci da storie così. Entrambi avevano bisogno l’uno dell’altra, erano necessari ed essenziali l’uno per l’altro legati da un filo invisibile che li teneva uniti da sempre.
Quando Zayn si staccò da lei le mise una mano per coprirle la bocca per paura che potesse parlare e scappare di nuovo.
 
“Tu mi hai trovato” le disse “E io sono qui per restare, non importa quanto sarà difficile e quanto farà paura, io sono qui con te e ci sono per restare”
 
Daisy lo guardò mentre la sua mano scivolava via dalle sue labbra e le accarezzava il viso.
Non poteva mandarlo via ancora, non era abbastanza forte per sopportare il suo viso triste e sconfortato, non era abbastanza forte per stare senza di lui quindi gli prese il viso tra le mani e lo baciò di nuovo dimenticando tutto ciò che li circondava.





Angolo Autrice  
Ciao patati.
Lo so di essere tremendamente in ritardo ma ormai non ho neanche il tempo di respirare e inoltre in questi giorni, nonostante avessi le idee chiare in testa, non riuscivo a scrivere niente di sensato e stavo tutto il tempo a fissare un apgina bianca in attesa che le parole scivolassero fuori, ma niente!
Oggi mi è finalmente arrivata l'ispirazione e sono abbastanza soddisfatta del capitolo, soprattutto della prima parte.
Spero che vi piaccia e come sempre se vi va lasciatemi una recensione per dirmi cosa ne pensate. 

Zayn:
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Daisy:
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Ora vado, spero di potervi sentire presto.
Un bacio.
Nicole xx


 
  
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