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Autore: SivvHerondale    28/01/2015    2 recensioni
Brenda, 16 anni, ha una normale vita con un normale fratello maggiore e una normale famiglia, in una normalissima casa.
Ma una notte, svegliatasi di soprassalto, fa un incontro che le sconvolgerà l'esistenza, e sarà costretta a saltare da un posto all'altro in continuazione.
Ma sopratutto, la cosa fondamentale di questa sua avventura sarà una sola parola: CORRI!
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO OTTO

 

 

-Dedicato a FoxFace00

 

Bren si rigirava la foto tra le mani e guardava il Dottore, che appena sentita quella fatidica frase si era appoggiato al corrimano del TARDIS ed era quasi svenuto. Dopo un bel po’ di respiri profondi però era riuscito a calmarsi (insomma), e si era seduto sugli scalini con la testa fra le mani. Bren era rimasta ferma immobile, a fissarlo. Dopo minuti che parvero secoli, il Dottore ruppe il silenzio:-Bren, ti dispiacerebbe ricominciare da capo?-

-Beh, è facile. Una sola domanda. Perché hai la foto della mia madre biologica?-

Doc tirò su la testa. -Sei stata adottata?-

-Sì. E l’unica cosa che ho dei miei veri genitori è una foto, che però ritrae solo mamma. Non so nient’altro, i miei genitori adottivi me l’hanno detto solo l’anno scorso. Dicono che sono comparsa davanti a casa loro in una copertina bianca, con un biglietto con su scritto “Si chiama Brenda” e la foto. E loro hanno deciso di tenermi. Io… non so nemmeno come si chiami mia mamma.-

-Amelia Pond.- Il Dottore sputò fuori quelle parole come se avesse i chiodi al posto della lingua. Si poteva quasi toccare il suo dolore. -Tua madre si chiama… Amelia Pond.-.

Era troppo anche per lui, si prese la testa fra le mani e pianse, in silenzio.

 

 

-Ti prego, raccontami di lei.- 

Poco dopo che Doc si fu “ripreso”, riportò Bren a casa, promettendole che sarebbe ripassato la notte successiva. Bren non si fidava, quindi Doc dovette giurarglielo. Ma la notte dopo, eccolo lì col suo farfallino e il suo scintillante TARDIS. Questa volta, Bren si era attrezzata: scarpe da ginnastica, jeans e maniche corte e ovviamente almeno tre elastici per i capelli. Erano saliti sul TARDIS e si erano materializzati nello spazio, per avere ancora più privacy.

-Vediamo- Cominciò Doc. Non stava ancora bene, ma doveva dirle di che splendida donna era figlia. Anche se il suo cervello si chiedeva come fosse possibile.

Per le successive due ore Doc le raccontò per filo e per segno tutte le avventure che avevano avuto insieme fino al fatidico giorno in cui lei… Beh, angeli piangenti, ecco tutto.

Brenda pianse quando capì di non avere speranze di incontrare mai la sua vera madre. Ci teneva davvero, e voleva sapere perché lei l’aveva abbandonata. Anche se si non spiegava perché, dal racconto del Dottore sembrava l’incarnazione della donna perfetta.

Poi Doc le raccontò il delicato argomento di madre-figlia, ossia del rapporto Amy-River, e questa fu una parte di domande martellanti, che fecero quasi sorridere il Dottore.

-Oddio- disse Bren a un certo punto. -Sono la sorella di River!-

-Quindi questo vuol dire che sei mia cognata!-

-Aspetta, COSA?!-

-Storia lunga, basta parlare.- Risata imbarazzata da parte del Dottore -Prossima fermata, Gomnusis!-

 

 

 

Arrivati su Gomnusis, all’uscita ad attenderli c’era un enorme mercato pieno di alieni bizzarri. Bren diede uno sguardo: sulla destra c’era una bancarella che vendeva dei cerchietti che sembravano di metallo, di tutti i colori e dimensioni. I più piccoli stavano su un’unghia, mentre i più grossi sembravano delle enormi porte rotonde. Dietro la bancarella, un porro viola. Sì, un porro, letteralmente, l’unica differenza erano gli occhi, a livello della “vita”e di colore viola, la bocca poco più sopra e tutta una serie di tentacoli che correvano alle estremità del suddetto porro. Se ne stava appoggiato ad una sedia, con fare annoiato, mentre tutti gli altri alieni passavano vicini e non guardavano i suoi anelli. Sulla destra, si estendeva una piazza rotonda con un’enorme statua al centro. Il pavimento della piazza era fatto di lastre che sembravano vetri colorati opachi, incastrati tra loro a formare uno stupendo arcobaleno. La statua invece era immensa, ed era posta sopra un piedistallo che recava una gigantesca lastra color zaffiro, tutta incisa di strani segni. Brenda e il Dottore si avviarono proprio verso la piazza,e Brenda vide che il pavimento, ogni volta che lo si toccava, cambiava colore. Era uno spettacolo magnifico. Ma ancora più magnifica era la strana scrittura della targa blu, che le risultava però comprensibile.

 -Come mai riesco a leggere?- Chiese Brenda. -Mica l’ho studiato l’alienese.- 

-Vedi, il TARDIS decifra il 99,999% delle lingue dell’universo, e ha una speciale funzione che permette a noi che ci abbiamo viaggiato di capire e parlare queste lingue, anche se solo in prossimità del TARDIS.- Spiegò il Dottore.

-Oh… Fico!-

La targa era un elogio a Xanamos V Il Grande, che a quanto pare aveva protetto la città dai Lamafog 150 anni prima. Sempre guerre pensò Bren mai nessuno che venga ricordato per una grande scoperta.

Quando ebbero oltrepassato la piazza, si addentrarono in un vicoletto laterale. Doc disse a Brenda:-Ora stammi vicino e non parlare, qui non gira bella gente.- Bren annuì, e entrambi s’incamminarono verso i vicoli più bui.

 

 

Dopo una decina di minuti di camminata, dove avevano incontrato alieni per niente rassicuranti, Bren e Doc arrivarono a un muro, dove il Dottore si fermò e fece un complicato “disegno”, ossia compose una figura toccando determinati mattoni, che si scurivano al contatto. -E cos’è, Diagon Alley?- Disse sarcastica Brenda.

-Una specie, diciamo.- Ribatté Doc. Il muro cominciò a produrre uno strano rumore, e si aprì un varco nei mattoni colorati. -Benvenuta a Diagonal Street.-

 

 

-Ma ahahahah, scherzi?- Brenda era appassionata di Harry Potter, ma pensare che ci fosse uno strano passaggio segreto proprio come nel primo libro del maghetto era decisamente strano. Okay viaggiare nel tempo e nello spazio, ma questo poi!  -E ora andrò in un negozio di bacchette e tu mi comprerai un civetta bianca?- Bren era sarcastica, ma sotto sotto ci sperava. Insomma, una versione un po’ diversa dall’originale, ma sempre a studiare magia si finiva!

-Mi dispiace, ma niente Cappello Parlante, piccola Weasley. Siamo qui per incontrare qualcuno di molto meno rassicurante di un vecchio mago con la barba bianca.-

Così dicendo, si addentrarono in Diagonal Street, e Doc bussò tre volte ad una porta di legno scuro. Da dietro, si aprì uno spioncino, comparvero due occhi neri e una voce acuta e stridula chiese:-Parola d’ordine?- Doc si avvicinò e bisbigliò qualcosa di incomprensibile, dopodiché la porta fece uno scatto e si aprì. -Tieniti forte e non toccare nulla!- Sussurrò Doc a Bren. -Stiamo per entrare a qualcosa di molto simile alla Banca Gringott.-

 

 

Angolo dell’autrice:
BUONASERA! Scusate l’assenza, ma avevo tanti compiti e tante serie tv :3
Spero che questo mini-crossover con Harry Potter vi sia piaciuto, ci ho pensato un bel po’ su!
In ogni caso, ringrazio FoxFace00 e le dedico questo capitolo, come già scritto sopra :)
Ringrazio anche chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite e anche te, piccolo lettore silenzioso del mio cuore! <3
 
Ciao ciao!
-SivvHerondale
 
  
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