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Autore: ReRuIchi    31/01/2015    3 recensioni
Durante il combattimento contro Hidan e Kakuzu la strategia di Shikamaru non funziona. Ino riesce a scappare grazie al sacrificio di Choji ma viene raggiunta dai due membri dell'Akatsuki. Kakuzu, accortosi delle sue abilità di ninja medico, decide di portarla con loro così da risparmiare per le cure mediche. Mini-long HidaInoKaku (w i crack!). Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate! Ciao ciao a tutti!
P.S. il rating potrebbe variare
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka, Kakuzu
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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*

Ino aprì gli occhi e si guardò intorno spaesata prima che i ricordi di quello che era accaduto la scorsa sera le tornarono in mente facendola arrossire. La sua reazione, di fronte a quei due soprattutto, era stata imbarazzante ma almeno ora si sentiva più leggera.

Le parole di Kakuzu continuavano a rimbombarle nella testa e non avrebbe mai creduto chen un tipo freddo e austero come lui sapesse rincuorare le persone.

I suoi pensieri furono brutalmente interrotti da un'improvvisa pressione sul suo seno destro; la ragazza distolse gli occhi dal soffitto per concentrarli sul suo petto, sopra il quale giaceva una mano bianca e affusolata. Lentamente Ino voltò la testa e rimase paralizzata: Hidan dormiva tranquillamente nel suo letto a pancia in giù, mezzo nudo come al solito. La faccia di Ino assunse vari colori mentre lo osservava fino a stabilirsi ad un intenso rosso sangue quando quel decerebrato strinse leggermente la mano attorno al suo seno e sorrise nel sonno.

Inutile dire che ebbe di nuovo il piacere di assaggiare un portentoso pugno di Ino, finendo di nuovo contro il muro. Dopo aver gridato dallo spavento, e dal dolore, Hidan saltò in piedi in posizione di combattimento guardandosi intorno assonnato finché i suoi occhi si posarono sul viso furioso della bionda.


-Ma che cazzo hai nella testa, noci marce?!-le gridò contro mentre la ragazza saltava giù dal letto osservandolo livida di rabbia. Hidan deglutì e fece un passo indietro ricordando un episodio accaduto molto tempo prima in cui l'aveva fatta arrabbiare talmente tanto che gli aveva dato un poderoso calcio proprio lì, e l'espressione di quel giorno era la stessa che aveva al momento.


-Che ci facevi nel mio letto?-sibilo.


-Io...che domanda stupida! Stavo dormendo!-abbaiò Hidan mentre portava inconsciamente entrambe le mani a proteggere la parte più sensibile del suo corpo. Stava tentando in tutti i modi di sembrare intimidatorio ma ad Ino bastò una semplice occhiata per capire che aveva paura della sua reazione. Se non fosse stata talmente infuriata probabilmente avrebbe anche riso nel vedere un criminale di classe S tremare davanti a lei mentre proteggeva i suoi gioielli di famiglia


-Chi ti ha dato il permesso di infilarti nel mio letto con me incosciente dentro? E soprattutto di mettere le mani su...- non era capace di finire la frase a causa dell'imbarazzo, e anche a causa del fatto che sapeva bene quanto Hidan sarebbe stato odioso se avesse saputo una cosa del genere e non aveva voglia di passare tutta la mattinata a sopportare le sue battutacce.


-Su cosa?-chiese lui confuso solo per ricevere un'occhiataccia veloce. Ino si voltò e si sedette sul letto prima di parlare di nuovo.


-Dov'è Kakuzu?-


-Dal nostro Capo-borbottò Hidan mentre si spazzolava i capelli sporchi di intonaco.


-Ah-Ino a volte dimenticava che Hidan e Kakuzu erano membri dell'Akatsuki, e per un attimo questa consapevolezza la ammutolì. Il loro fantomatico capo doveva assegnarglii una missione? E lei sarebbe dovuta andare con loro e osservarli mentre compivano chissà quali atrocità? Rischiando anche di rimanerci secca?!


-Abbiamo deciso di non lavorare più con quel branco di perdenti-disse dopo un po Hidan, lasciando la ragazza allibita.


-E perché?-


-Perché ci siamo rotti le palle-sbottò Hidan con un pò troppa enfasi, avvicinandosi a lei. Ino stava per dire qualcosa ma Hidan la interruppe-Quel vecchio ceppo di Kakuzu starà via per un pò e mi ha lasciato una commissione da fare, quindi alza il culo e muoviamoci-disse per poi iniziarsi a preparare. Ino non disse una parola e aspettò che arrivasse il suo turno per andare in bagno. Non poteva, però, smettere di chiedersi perché avessero preso quella decisione. Si erano davvero stufati o c'era un altro motivo dietro?


Sebbene cercare di capire i loro atteggiamenti non fosse mai stata sua intenzione fin dall'inizio, le capacità innate del suo clan le avevano permesso inconsciamente di inquadrarli abbastanza bene.


La prima cosa che aveva notato era che non si sopportavano a vicenda ed erano partner solo perché costretti dal capo dell'Akatsuki.


La seconda era che, mentre a Hidan non importava di niente eccetto i suoi sacrifici, Kakuzu era molto attaccato al denaro e un'organizzazione come quella gli permetteva di intascare continuamente un bel mucchio di soldi.


Quindi perché entrambi, e soprattutto Kakuzu, avevano deciso di lasciare Alba e rimanere insieme? Ino non riusciva a spiegarselo.
E, in realtà, al momento non le importava;  l'unica cosa che voleva fare era chiedere scusa per la reazione avuto la scorsa sera. Perché? Nemmeno lei conosceva il motivo, sentiva solo il bisogno di farlo


-Biondina, ti vuoi muovere?!-sbottò Hidan e Ino si sbrigò a finire per poi uscire dal bagno. Il ragazzo la aspettava sulla porta a braccia incrociate.


-Alla buon'ora, coraggio andiamo-le voltò le spalle e si diresse verso la porta, ma la voce di Ino lo fermò.


-Io...ecco...per quanto riguarda ciò che è successo ieri...-


-Lascia perdere, acqua passata, e poi è colpa di Kakuzu se ti sei incazzata così tanto. Andiamo-le disse Hidan con un sorriso. Non un ghigno, un vero e proprio sorriso. Ino lo guardò basita ma lo seguì lo stesso.


"Non credevo fosse in grado di sorridere, è stato carino"pensò mentre osservava la schiena del Jashinista.


***


-Sei sicuro di questa tua decisione?-la voce di Pain rimbombò all'interno della base principale dell'Akatsuki. Accanto a lui Konan guardava Kakuzu attentamente.


-Sì, e spero che il contributo dato da me negli ultimi anni all'organizzazione possa permettermi di andarmene da qui e vivere il resto della mia vita incolume-disse Kakuzu con finta calma. Sapeva bene quanto quell'uomo fosse potente, se avesse voluto ucciderlo non avrebbe avuto scampo.


Pain rimase per un pò in silenzio, prima di sorridere leggermente-Il resto della tua vita...che espressione esilarante se detta da una creatura immortale-


-Immortale ma non invincibile-precisò Kakuzu, osservando il viso di Pain.


-Vero-rispose l'uomo-Tornando a noi, come sai abbandonare l'Akatsuki equivale a morire. Molti dei nostri ex membri che si sono ritirati sono stati uccisi da te-


-Sì, ricordo-mormorò Kakuzu, preparandosi al peggio.


-Tuttavia-continuò Pain-ci hai servito in maniera eccellente senza chiedere mai nulla in cambio, inoltre sono certo che non andrai a spifferare nulla di noi una volta uscito dall'organizzazione. Per questa volta chiuderò un occhio, sia per te sia per il tuo compagno, ma voglio che sia chiara una cosa: se cercherai di ostacolare i miei piani o rivelerai a qualcuno ciò che hai saputo qui potrai ritenerti morto-


-Non metterò a rischio la mia vita, Pain. E nemmeno Hidan, per quanto stupido possa essere, si metterebbe mai in una condizione così pericolosa-disse Kakuzu ricevendo un accenno di consenso da parte del suo ex capo.


-Lo so, allora puoi andare. Sappi che ci sarà sempre un posto per te se decidi di tornare-


-Sì-dopo un leggero cenno del capo Kakuzu voltò le spalle a Pain e Konan, ma la voce del rosso lo fece fermare.


-La tua decisione dipende dall'ultima missione che ti ho assegnato, catturare la forza portante del Kyubi?-


-È uno dei tanti motivi-rispose guardigno Kakuzu. Pain lo studiò cercando di capire a cosa stesse pensando ma Kakuzu era estremamente difficile da leggere. Vivere per più di cent'anni aveva tali effetti sulle persone. Pain abbassò lo sguardo, sospirando.


-Un vero peccato, ho appena deciso di invadere Konoha io stesso e catturare il Kyubi. Il tuo aiuto mi sarebbe stato utile. Addio Kakuzu-


-Addio-rispose con voce roca l'uomo tentando di nascondere l'effetto che quella notizia gli aveva provocato. Se Pain aveva deciso davvero di attaccare Konoha c'era un'alta possibilità che il villaggio e tutti i suoi abitanti fossero spacciati.


"Ino non deve saperlo" pensò mentre si metteva in marcia.


***


-Finalmente posso mangiare cibo vero!-esclamò Ino lanciandosi sul suo ramen come se fosse stata a digiuno per due mesi. Hidan, seduto al suo fianco, faceva molto più schifo di lei. Avevano passato la giornata ad un mercato nero, lo stesso in cui Kakuzu aveva portato la sua ultima vittima e Hidan le aveva detto che poteva comprare qualunque cosa volesse. La sua espressione non la convinceva più di tanto, era certa del fatto che quell'idiota stesse architettando qualcosa per far imbestialire il suo partner ma Ino aveva intenzione di cogliere la palla al balzo. Aveva, dopotutto, solo pochi cambi con se e la cosa le aveva causato molti fastidi negli ultimi mesi. Inoltre le era mancato fare shopping. 
Dopo aver ridotto di molto il sacco di soldi dato loro da Kakuzu, Hidan l'aveva portata in un chiosco di ramen e Ino, sebbene non fosse una grande fan di quel cibo, ne aveva comunque mangiate due porzioni abbondanti.


-Non dirlo a me-sospirò Hidan, finendo la sua quarta porzione-Cerchiamo di goderci questa libertà prima che torni in vecchio-


-Posso sapere dove si è diretto?-chiese Ino con curiosità. Hidan, d'altro canto, la guardò sospettoso.


-Oh andiamo!-sbottò lei-A chi pensi potrei dirlo?-


-E che ne so, ma non voglio rischiare. Se quel pazzo scopre che abbiamo rivelato informazioni sulla sua stupida organizzazione io e Kakuzu ci ritroveremmo sulla luna prima di poter dire "ops"-


-E va bene-borbottò Ino, giocando con un paio di spaghetti rimasti sul fondo del piatto. Dopo alcuni minuti di silenzio si voltò verso Hidan per chiedergli cosa avrebbero dovuto ancora fare ma le parole le morirono in gola. Lui era voltato verso di lei, la testa sostenuta dal braccio sinistro e gli occhi viola fissi sul suo viso; la stava guardando intensamente con un'espressione attenta.


-Che c'è?-chiese lei, arrossendo leggermente sotto il suo sguardo penetrante. Hidan fece un leggero ghigno.


-Stavo pensando che sei veramente bella...-disse con un tono talmente sensuale che Ino sentì brividi lungo la schiena.


-Oh-


-...quando stai zitta-concluse Hidan scoppiando in una grassa risata che gli costò un gran bel bernoccolo causato dal piatto vuoto di ramen che Ino gli aveva spaccato in testa.


-Sei un idiota!-gridò Ino per poi allontanarsi con passo altezzoso, mentre Hidan la chiamava correndole appresso con una decina di buste.


***


Passare quattro giorni sola con Hidan era stato strano. Non brutto o noioso, al contrario era stata bene con lui. Dopotutto Hidan era un tipo divertente, finché non iniziava a blaterare scemenze sulla sua religione o faceva battute imbarazzanti a sfondo sessuale. Non rideva tanto da molto tempo ma c'era qualcosa che stonava nell'ambiente, e quel qualcosa era la mancanza di Kakuzu.


Non riusciva a capire perché ma il fatto che l'uomo non fosse con loro la faceva sentire  incompleta,  e anche Hidan era diverso dal solito anche se un occhio poco allenato non l'avrebbe mai detto.


Inoltre Kakuzu era in ritardo di quasi due giorni e nessuno dei due sapeva cosa pensare. Ino non sapeva cosa comportasse lasciare l'Akatsuku, e Hidan non l'aveva rincuorata dicendo che tutti quelli che se ne erano andati erano stati uccisi. Inoltre dovevano andare via in fretta dato che avevano visto alcuni Jonin del villaggio della Nebbia passare da quelle parti. 
Insomma non sapevano cosa fare.


-Maledizione!-imprecò Hidan con uno sbuffo mentre affilava la sua falce. Diede un'occhiata veloce fuori dalla finestra per poi tornare all'arma.


-Perché ci mette tanto?-chiese Ino che guardava il soffitto, stesa sul letto.


-Non lo so, ma sto iniziando ad incazzarmi-


-Credi che gli sia successo qualcosa? Non sarebbe meglio andargli incontro?-a quelle parole Hidan interruppe il suo lavoro e osservò Ino con in faccia il solito ghigno che la ragazza non sopportava.


-Sei preoccupata per lui-non era una domanda. A quelle parole Ino si sedette e lo fulminò.


-Non è vero-


-Sì invece!-insistette Hidan, lasciando la sua falce a terra e avvicinandosi alla ragazza-Su ammettilo Ino, anche se sbraiti e dici in continuazione di odiarci alla fine ti sei affezionata a noi!-


-Non dire cazzate!-abbaio lei, diventando rossa come un pomodoro-Come potrei affezionarmi a gente come voi? Mi avete strappato dalla mia terra...-


-Ti abbiamo fatto un favore, quel posto è una merda-ribatte lui.


-...avete ucciso i miei compagni...-


-Autodifesa, loro hanno attaccato noi-


-...e mi fate mangiare le peggiori schifezze!-concluse lei.


-Ehi, prenditela con Kakuzu!-Ino rinunciò, era impossibile discutere con uno come Hidan. Ma quest'ultimo aveva intenzione di torturarla quella sera perché non mollò la presa.


-Su ammettilo-


-Cosa?- chiese Ino esasperata.


-Che ti sei affezionata a noi-


-Piantala! Se potessi vi farei fuori immediatamente!-


-Davvero?-all'improvviso Hidan si tolse il mantello rimanendo a petto nudo. Prese uno dei paletti che usava per i sacrifici e lo diede a Ino che lo guardò confusa.


-Cosa dovrei farci?- Hidan sbuffo sonoramente.


-E poi sarei io l'idiota. Hai detto che vorresti ucciderci no? Su forza, compiscimi-


-Ma io...-tentò di dire la ragazza senza successo. Hidan le afferrò il polso con cui teneva l'arma, puntando l'estremità accuminata a livello del cuore.


-Sono io che ho ucciso il tuo sensei, e il tuo amico con la testa ad ananas, e il ciccione. Non Kakuzu, io! Se vuoi vendicarti davvero è con me che devi prendertela. Ora colpiscimi Ino!-era estremamente serio ed Ino quasi si spaventò, gli occhi lucidi a causa delle parole che aveva detto. Non aveva senso tutta quella scenetta dato che non sarebbe morto, eppure non aveva mai visto Hidan guardarla in quel modo. 


Ino fissò l'arma, poi lui, e si rese conto che non voleva fargli del male. Non sapeva da quanto tempo avesse iniziato a non volere più la loro morte, ma probabilmente Hidan aveva ragione.
Senza sapere come nè perché si era affezionata a loro.


-Che state facendo?-al suono di quella voce entrambi sobbalzarono dallo spavento e Ino fece cadere l'arma a terra, per poi voltarsi verso la porta. Kakuzu era lì, e in buone condizioni.


-Sei tornato finalmente-disse Ino che tentò in tutti i modi di non sorridere, ma senza successo. L'uomo la osservò in silenzio prima che Hidan attirasse l'attenzione.


-Che diavolo di fine avevi fatto? Ino si stava preoccupando!-


-E smettila con questa storia!-sbraitò lei cercando di dargli un calcio che fu prontamente evitato.


-Avevo alcune faccende in sospeso al villaggio della Pioggia, e dato che ero lì ne ho approfittato-disse Kakuzu, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle-Ora posso sapere cosa stavate facendo quando sono entrato? Stavi tentando uno dei tuoi bizzarri modi per provare eccitazione, Hidan?-


-Vaffanculo, stronzo!-esclamò lui-Stavo solo cercando di far ammettere ad Ino di essersi affezionata a noi. E ci sono riuscito!-


-Cosa?! Non ho mai detto una cosa simile!-rispose la ragazza con enfasi.


-Non sei riuscita a colpirmi, è una prova sufficiente-Hidan ghigno prima di cingere le spalle della ragazza con forza e guardare Kakuzu-Hai visto? La mocciosa ci vuole bene!-quelle parole provocarono grida isteriche da parte di Ino che tentò senza successo di liberarsi dalla stretta di Hidan


-Lasciala andare, non voglio ricucirti ancora-borbottò Kakuzu sedendosi su una sedia e massaggiandosi le tempie.


-Oh andiamo, come se tu non ti sei affezionato a lei-disse Hidan ridacchiando; Kakuzu lo fulminò con lo sguardo.


-Attento a quello che dici, potrebbe costarti la testa-


-Visto Ino? Anche lui si è affezionato a te-continuò Hidan, ignorando il compagno.


-Smettila e ridammi il resto dei soldi che ti ho dato-il silenzio piombò nella stanza. Ino sentì il ragazzo accanto a lei irrigidirsi di botto e diventare ancora più pallido del solito. Kakuzu, d'altro canto, stava iniziando a innervosirsi.


-Hai speso tutto, vero stupido asino?-si alzò, avvicinandosi pericolosamente al partner.


-Ecco...è lei che ha comprato non si sa quanta inutile roba!-indicò Ino che sgranò gli occhi.


-Tu hai detto che potevo prendere qualsiasi cosa volessi! E hai passato le giornate a ingozzarti del cibo più raffinato che esiste, prenditi le tue responsabilità-


-Ino, allontanati-disse fermamente Kakuzu-Adesso lo uccido-a quelle parole Hidan si precipitò fuori dalla finestra mentre l'altro lo inseguiva infuriato come non mai. Quando furono spariti Ino corse alla finestra per vedere dove fossero ma le uniche cose che poté sentire furono le maledizioni di Hidan e delle esplosioni. E scoppiò a ridere senza motivo.


Adesso tutto era tornato alla normalità.


***


Sakura camminava velocemente all'interno del palazzo dell'Hokage incurante di coloro che le passavano accanto salutandola. Ormai erano passati quattro mesi dalla tragedia ed era stanca di aspettare che Tsunade decidesse quando contrattaccare. La sua migliore amica, il suo senesi e due suoi cari compagni erano morti e ancora nessuno aveva mosso un dito.
Il giorno prima era andata a parlare con Inoichi, Shikaku e Choza. Anche loro, come lei, erano estremamente arrabbiati per la mancata azione da parte dell'Hokage verso gli assassini dei loro figli.


"Nemmeno il suo corpo hanno lasciato! Chissà cosa hanno fatto alla mia bambina, e nessuno muove un dito" aveva gridato Inoichi, seppellendo la testa nelle proprie mani.

Shikaku e Choza cercarono di calmarlo e Sakura tentò di non piangere di fronte a una scena così devastante. Avevano perso tutti e tre i loro unici figli in una sola volta, non poteva esistere dolore più grande.

"Qual è la tua idea, Sakura" aveva chiesto Shikaku, studiandola con attenzione. Ed ecco perché Sakura era lì davanti all'Hokage.


-Ho messo su una squadra per andare a uccidere Hidan e Kakuzu. Shikaku Nara, Choza Amikichi e Inoichi Yamanaka sono pronti a partire. Oltre loro vogliono partecipare anche Sai e Sabaku o Temari. Le chiedo il permesso di partire, Tsunade-sama-disse Sakura con determinazione. L'Hokage la osservò per lungo tempo prima di parlare.


-Il team InoShikaCho è già venuto da me tempo fa a chiedermi di andare a vendicare i loro figli ed io ordinai loro di non farlo. Perché pensi che adesso direi di sì a te?-


-Perché non ci lascia andare?-chiese Sakura tentando di sopprimere la rabbia. Tsunade sospirò, appoggiandosi alla poltrona.


-Hanno ucciso ninja del calibro di Asuma  Sarutobi e Kakashi Hatake, ecco perchè-


-Allora lasciamo perdere? Lasciamo che quegli assassini continuino a scorrazzare in giro come se nulla fosse accaduto?!-urlò Sakura sbattendo con forza le mani sulla scrivania.


-Non ho detto questo-


-Allora ci mandi in missione. Siamo sei contro due, tra cui quattro Jonin e un ex ANBU. Abbiamo molte informazioni su di loro ormai, saremo in grado di farcela. Tsunade-sama, si fidi di noi la prego- l'Hokage fissò Sakura in silenzio, pensando cosa fosse più giusto fare. Lo sguardo della sua allieva era pieno di forza, determinazione e poteva vedere anche una leggera disperazione; Tsunade non trovò la forza di dirgli di no.


-Va bene, ma a due condizioni-disse prima che Sakura volasse fuori dalla stanza-La prima: partirete tra un mese esatto. La seconda: durante questo lasso di tempo voi sei vi allenerete costantemente insieme per migliorare il vostro gioco di squadra. Fa venire il trio qui domani, devo parlare con loro. Ora vai-la liquidò l'Hokage.


-La ringrazio-sussurrò Sakura quasi con le lacrime agli occhi. Fece un leggero inchino e corse via, lasciando Tsunade persa tra i suoi pensieri.


*
Pochi giorni prima della partenza, però, una tragedia colpì il villaggio. Konoha fu attaccata da Pain e quasi rasa al suolo. Naruto riuscì a salvare il villaggio che, però si trovava in condizioni a dir poco terribili. Tutte le missioni furono annullate e i ninja obbligati a rimanere in patria per aiutare con i lavori di ristrutturazione.

Sakura lavorava all'ospedale quasi incessantemente, ma non si era dimenticata del suo scopo.
"Aspettate solo un altro pò e non avrete scampo, la pagherete per quello che avete fatto ai nostri compagni" pensò con rabbia, lo sguardo dritto verso il cielo azzurro.

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