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Autore: Persefone3    01/02/2015    6 recensioni
Aderisco con piacere all'iniziativa. Buona Lettura!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Febbraio: Masquerade Ball
 
“Cittadini di Storybrooke,
è con grande piacere che questa amministrazione è lieta di invitarvi al Grande Ballo di Carnevale che si terrà, come di consueto, Martedì Grasso. Ci sembrava opportuno, in questo tempo di pace, ripristinare questa tradizione tanto cara nella Foresta Incantata. Vi ricordiamo le regole per partecipare:
1.È necessario indossare un costume e una maschera veneziana integrale che copra anche i capelli.
2.Le coppie che intendono partecipare devono necessariamente arrivare separate al ballo e non devono essere a conoscenza del costume e della maschera del partner.
3.Gli uomini devono tutti indossare guanti neri.
Vi aspettiamo nella sala delle cerimonie del Municipio. L’ingresso è consentito dalle 20 alle 20:30.
 
Cordialmente il Sindaco                                             
Mary Margaret Blanchard”
 

Ogni cittadino di Storybrooke si svegliò con quella lettera nella cassetta della posta. Il Grande Ballo di Carnevale era una delle più antiche tradizioni della Foresta Incantata e anche una delle più attese. Furono davvero tutti felici di poterne prendere parte, tutti tranne una persona: Emma Swan.
Quella mattina la Salvatrice era uscita presto e aveva preso tutta la posta senza badare troppo a quello che era arrivato. Si era diretta nel suo ufficio di sceriffo.
Seduta alla sua scrivania e con caffè fumante tirò fuori dalla tasca della sua giacca quella mole di carta. Tra le varie buste, una in particolare attirò la sua attenzione: era rosso scarlatto. La aprì incuriosita. Era l’invito al ballo che il Sindaco aveva inviato. Si recò immediatamente in Municipio.

- Mamma, ma cosa diavolo ti è venuto in mente? – disse Emma entrando nell’ufficio del sindaco.
- Emma, tesoro, mi hai spaventata! Non capisco a cosa ti riferisci.
- Parlo del Ballo di Martedì Grasso!
- Ahhhh, beh sai è una delle nostre tradizioni più antiche. Mi sembrava carino riprenderla anche qui. Non puoi mancare, vedrai sarà meraviglioso e poi sarebbe il nostro primo ballo tutti insieme! Tutti nella nostra famiglia vi hanno preso parte.
- Io non ci penso proprio! Non mi concerò come Maria Antonietta! Piuttosto tengo il mio fratellino così che tu possa andare.
- Scordatelo! La Fata Turchina si è già offerta di occuparsi del piccolo Neal, quindi non puoi fare altro che venire.

In quel momento il telefono di Emma suonò.

- Sceriffo Swan … Killian … sei nel mio ufficio? Si arrivo subito.
- A stasera Emma. Vedrai che ci divertiremo – disse Snow sorridendo.

Quando Emma tornò alla stazione di polizia, Hook era seduto su una sedia e con la busta scarlatta in mano.

- Vedo che è arrivata anche a te – disse Emma.
- Sì, tesoro, per la prima volta. Ed è tutto merito tuo. – disse facendole l’occhiolino – Sei scappata questa mattina, non ho neanche avuto il tempo di darti un bacio.
- Ed io proprio da quelli scappavo! Non sarei mai arrivata in orario altrimenti!
- Questo non vale però! Fa niente, piuttosto come ci organizziamo per il ballo?
- Io non ho nessuna intenzione di infilarmi in un vestito di una scomodità micidiale!
- Secondo me invece staresti proprio bene. Allora tu ti cambi a casa ed io sulla Jolly Roger?
- Può anche cambiarsi qui, io non protesterei per nulla al mondo! – disse Will Scarlett da dietro le sbarre di una cella.
- Sta zitto Will! Piuttosto smettila di ubriacarti e darti al vandalismo, o dovrò continuare a sbatterti dentro per ubriachezza molesta. – disse Emma.
- Se mi ci sbatti …

Killian si fiondò sulle sbarre della cella.

- Amico, non ti permettere di dire queste cose! – disse afferrandolo, tra le sbarre, per il bavero della giacca – se so che l’hai anche solo sfiorata con un dito, questa cella ti sembrerà un paradiso in confronto a quello che potrei farti sulla mia Jolly Roger! Chiaro?
- Stavo solo scherzando Capitano. Non hai senso dell’umorismo.
- Non quando si tratta di lei. Intesi?

Will fece cenno di sì con la testa e Killian lo lasciò andare. Il pirata si avvicinò di nuovo a Emma, continuando a guardare Will in cagnesco. Quando i suoi occhi si posarono su Emma, però, i lineamenti del suo viso tornarono a rilassarsi.

- Allora vai tu a casa, va bene?
- Bene. Ci vediamo a pranzo da Granny?
- Certo. A dopo. – le sfiorò la guancia con un bacio.

Subito dopo aver finito il pranzo con il suo pirata, Emma stava passeggiando per i negozi. Aveva ancora una mezzoretta prima di rientrare dalla pausa pranzo. Killian si era allontanato perché aveva delle misteriose cose da fare: sicuramente avevano a che fare con il ballo. Meglio. Anche lei avrebbe potuto approfittarne per trovare un costume da indossare. Aveva da poco superato il negozio di Gold, quando si accorse della bottega di vestiti d’epoca. Entrò. Gli abiti erano tutti coperti da teloni. Fu subito raggiunta da una commessa.

- Salve, cerca un abito per il Gran Ballo?
- Sì, ma perché è tutto coperto?
- Ordinanza municipale: nessuno può vedere l’abito di un altro cittadino. Guardi pure. Se ne trova uno lo mette in questa busta – le porse una busta opaca – e a me da solo il cartellino con il prezzo.

Mentre cominciava a scoprire i vari stand, Emma stava cercando di immaginarsi con uno di quei vestiti addosso, ma nessuno la convinceva. Aveva quasi rinunciato, quando intravide quello giusto, sembrava disegnato per lei e anche la maschera veneziana in coordinato era davvero bella.
Uscì dal negozio con due grosse buste. Le mise nel portabagagli del maggiolino e tornò in ufficio per finire il turno. Se tanto doveva partecipare a quello stupido Ballo, allora era meglio predisporsi positivamente e cercare di godersi la serata. Killian sembrava così entusiasta e lei non si sarebbe certo tirata indietro, una volta tanto che aveva l’occasione di fare qualcosa per lui.
Sulla Jolly Roger, Hook stava pensando a cosa indossare. La maschera e i guanti li aveva trovati facilmente, ma l’abito no. Cosa mai avrebbe potuto mettere per non farsi riconoscere? Aprì l’armadio della sua cabina. Da quando si era trasferito da Emma era quasi vuoto ormai. E poi ebbe un’idea: il miglior travestimento era quello di presentarsi esattamente per quello che era, un marinaio. Appesa a una stampella c’era l’alta uniforme da capitano di Liam. Quella avrebbe indossato. Era bianca con dei ricami sulla giacca argentati, fascia nera da stringere sulla vita, pantaloni bianchi e stivali neri lucidi. Per un momento gli sembrò di essere tornato alla scuola ufficiali della marina, era passato tanto di quel tempo.
Doveva solo indossare i guanti neri. Prese la protesi della mano, con il suo uncino sarebbe stato fin troppo riconoscibile. Prima di infilarci il guanto sopra, ci passò sopra un fazzoletto. Ora era davvero pronto.
Arrivò al municipio che erano da poco passate le 20. Hook infilò la maschera e cominciò a confondersi tra gli invitati. Continuava a chiedersi come avrebbe fatto in quel turbinio di colori a riconoscere la sua Emma e si stava chiedendo se anche lei lo stesse cercando. Come furono entrati tutti nella grande sala da cerimonia e furono scoccate le 20:30, le porte si chiusero per dare inizio alla festa. Una figura, mascherata anch’essa, prese la parola.

- Benvenuti al Gran Ballo di Carnevale. Vi rubo ancora qualche minuto per rammendarvi gli ultimi dettagli. Nella prima fase sono gli uomini a scegliere: all’ingresso vi sono state consegnate due bustine con un foglio. Dovrete consegnarli a due dame, ma solo uno conterrà il luogo in cui vi incontrerete prima che le danze inizino. Poiché le dame potranno ricevere più inviti da più cavalieri, spetterà loro scegliere a quale appuntamento recarsi. All’apertura delle danze le coppie dovranno essere formate. Solo a fine serata le maschere potranno cadere e rivelare le identità. Bene, buona serata e buon divertimento.

Fu così che le varie maschere iniziarono ad interagire. Hook si guardava intorno, cercava disperatamente di vedere, in tutte quelle dame appariscenti, un qualcosa che avrebbe potuto ricondurre al suo amore. Si stava dirigendo al tavolo dei cocktail quando vide una snella figura avvicinarsi anch’essa al tavolo cui era diretto. Indossava un abito drappeggiato verde con dei fiori gialli stampati. La stoffa ricamata, con le maniche corte a sbuffo coordinate, era appuntata e drappeggiata con fiocco proprio sotto al seno ed era lunga fino a terra. Lo spacco sotto il seno metteva in mostra una lunga gonna avvitata a tunica bianca. Portava una maschera di uno smeraldo intenso. Si guardarono un momento prima di perdersi di nuovo tra la folla. Hook la seguì con lo sguardo. Altri cavalieri si stavano avvicinando a lei. Sentì la gelosia bruciare dentro: questo voleva dire una sola cosa. Era quella la sua Swan, senza alcun dubbio. Non aveva bisogno di cercare oltre. Prese una delle due bustine che aveva avuto all’ingresso e si guardò intorno. Poi scrisse il luogo dell’appuntamento. L’altro lo buttò in un vaso, non ne aveva bisogno.
Si tuffò tra la folla per raggiungere il suo cigno. Si avvicinò facendole un inchino. Le baciò la mano e poi la attirò a sé per un momento, affinché solo lei potesse udire le sue parole. La maschera attutiva così tanto la voce che non era possibile riconoscerne il tono.

- Ma quanti bei fiori ci sono in questo regale giardino questa sera. C’è l’imbarazzo della scelta: c’è l’ambiziosa Campanula, la dignità della Dalia, la dedizione del Caprifoglio, la presuntuosa Bocca di Leone, la civettuola Bella di Giorno e il dolore dell’Achillea mille foglie per il suo cuore spezzato. Su tutte brillano, però, la regalità del Giglio e la purezza di cuore della Ninfea. Io, tuttavia, non ho occhi che per un fiore solo: l’Orchidea e la sua raffinata bellezza, proprio come voi. – diede alla dama il cartoncino con il luogo dell’appuntamento e poi si allontanò.

Nel suo drappeggiato vestito verde, Emma era un po’ stordita da tutta quella gente: aveva riscosso abbastanza successo. Erano molti i cartoncini tra le sue mani. Bisognava vedere quanti di essi recavano un luogo. Alla fine si era ritrovata con quattro luoghi e una gran confusione in testa. Dei quattro cavalieri, uno solo le era rimasto impresso: era completamente vestito di bianco e la sua maschera era di un azzurro intenso. Era quello che aveva usato quella bellissima metafora sui fiori e l’aveva paragonata a un’orchidea. Aveva subito infilato il suo cartoncino nella borsetta per non confonderlo con gli altri. Lo aprì con mani tremanti.

“Vi aspetto alla porta finestra che da sul giardino.”
 
La figura che aveva fatto gli onori di casa riprese la parola.

- Bene, gentili damigelle recatevi dal cavaliere che avete scelto.

Emma si diresse verso la porta finestra che dava sul giardino con il cuore in gola. Il suo istinto le diceva che quello era Killian. Ne avrebbe avuto la conferma toccando la sua mano sinistra: se era di legno, non v’erano dubbi, era proprio lui. E lei lo sperava davvero tanto.
Quando arrivò nel luogo dell’appuntamento, la bianca figura era lì che l’aspettava con impazienza. Emma prese un bel respiro e si avvicinò.
Come Killian vide la figura drappeggiata di verde avanzare verso di lui, si sentì al settimo cielo: sapeva che era lei e lo aveva scelto per l’ennesima volta.

- Milady, sono davvero felice che abbia accettato il mio invito a ballare e a trascorrere con me la serata.
- Nessuno mi aveva mai paragonato a un’orchidea, non potevo non venire da voi.
- Le danze si stanno per aprire.
- Le devo confessare, però, che non sono molto brava.
- Non vi preoccupate, in questi casi vige una sola regola: scegliere un partner che sappia quello che fa. E ora uniamoci alle danze – disse Hook porgendo alla fanciulla la mano sinistra.

Emma afferrò la mano trepidante, pronta a sentirla fredda e rigida sotto la sua. Quando questo non accadde, si sentì tremendamente in colpa. Quello non era Killian e lei si era fatta bella solo per lui. Dal canto suo, Killian sentì che Emma non lo aveva ancora riconosciuto. Sotto la maschera comparve un largo sorriso, sarebbe riuscito a farle una sorpresa ancora più grande. La condusse al centro della sala. Le afferrò la vita con dolcezza e si prepararono per l’inizio della musica. Emma si lasciò condurre senza opporre troppa resistenza, ma il suo entusiasmo si era smorzato.

- Che vi succede Milady? Ho fatto qualcosa di sbagliato?
- Assolutamente no. Non ancora per lo meno.
- Allora perché siete pensierosa?
- Vi confesserò una cosa: speravo voi foste un altro. Mia madre dice che due persone che si amano sono sempre destinate a trovarsi. Forse si sbaglia.
- Capisco. Facciamo una cosa: vi chiedo solo di rilassarvi e godervi la festa. Se alla fine non sarò riuscito a farvi cambiare idea, avremo passato perlomeno una bella serata.

E così fecero. Ballarono per tutta la sera. Killian le aveva portato da bere e avevano chiacchierato per tutta la serata. Si erano presi una pausa dalle danze, facendo una passeggiata in giardino al chiaro di luna e a braccetto. Emma era combattuta: quell’uomo era davvero affascinante ma non era Killian e provare qualcosa per uno sconosciuto la metteva in imbarazzo. Tornarono in sala giusto prima che il cerimoniere annunciasse l’ultimo ballo.

- Ci siamo Milady, questo è l’ultimo ballo che mi concedete e poi tornerete tra le braccia del vostro uomo.
- Già. Magari anche lui starà dicendo le stesse cose ad un’altra magari convinta che sia io … o forse no, la starà corteggiando e basta proprio come voi.
- Mi permetta di dire che sta facendo una cosa del genere non vi merita minimamente.

La musica si fermò i cavalieri si inchinarono così come le dame per ringraziare del ballo concesso.

- Bene ora potete togliere le maschere.- disse il cerimoniere

Emma e lo sconosciuto si tolsero la maschera contemporaneamente. Come Killian vide le prime ciocche bionde uscire dalla maschera capì che era proprio lei e che non si era sbagliato e che neanche lei si era sbagliata. Probabilmente quando avrebbe capito, lo avrebbe ucciso. Emma aspettò un momento prima di aprire gli occhi una volta tolta la maschera. Aveva paura di scoprire chi aveva davanti e di vedere con chi era Killian. Quando aprì gli occhi e vide il pirata davanti a lei sentì le guance avvampare.

- Mia dolce orchidea …
- Killian, ma … come eri tu … la tua mano sinistra …
- È sempre lei Dolce cigno, Belle mi ha solo dato una pozione di camuffamento per non farti avere gioco facile.
- Dunque mi hai presa in giro!
- No, ho giocato ad armi pari come tutti gli altri. E ci siamo scelti ancora una volta. Tua madre ha perfettamente ragione.
- Fino a che non mi hai dato la mano ero convinta che eri tu, dovevo continuare a fidarmi del mio istinto.
- Lo sai mentre ballavamo, stavo pensando al fatto che, una volta, mi hai detto di non sentirti una principessa.
- Ma davvero? Mi fai fare il mio primo ballo e tutto quello che mi dici è “te lo avevo detto”?
- Quello che sto cercando di dirvi, vostra altezza, è che sembra abbiate un talento naturale.
- Posso farti un’ultima domanda?
- Certamente.
- Come hai fatto a riconoscermi?
- Dal tuo vestito, è da te. Non è appariscente o vistoso, ma semplice, elegante e bello. E poi il disegno sulla tua maschera: sembra un cigno.

La attirò ancora di più a sé e la baciò in mezzo alla sala. Quando lasciò le sue labbra, tirò fuori da sotto la giacca una piccola orchidea.

- Per te mio dolce cigno.
- Attento che ci sto prendendo gusto a tutte queste attenzioni.
- Non chiedo di meglio, credimi.

Mano nella mano si avviarono verso casa, sempre più innamorati e sempre più consapevoli della forza di quello che stavano costruendo insieme, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone.  
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Se state pensando che io abbia una mente disagiata per poter partorire una cosa del genere … beh avete pienamente ragione! Vi giuro che da Marzo torno normale, promesso. Ho una scusante però: Febbraio è il mese del mio compleanno, per questo mi sono lasciata andare un po’ la mano. È un po’ lunghetta, lo so, ma non sapevo proprio dove tagliare e quindi alla fine l’ho lasciata così.
Tornando alle cose veramente serie, lasciate che vi ringrazi per i bellissimi commenti che mi avete lasciato nello scorso capitolo. I grazie non sono mai abbastanza e mi date una grande carica per continuare. Grazie anche a chi ha inserito la storia nelle varie categorie. Se avete voglia e se siete sopravvissuti, fatemi sapere cosa ne pensate. Oddio più che un angolo è diventato un rettangolo. Scusate lo #spiegonepersefone.
Un bacio e a presto
Persefone.        
  
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