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Autore: danzard    01/02/2015    2 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata dopo il ritorno di Marian.
> Emma lo stava quasi supplicando.
> Tremotino si voltò per ritornare sul retro del negozio > prima che la tenda si richiudesse dietro di lui, con un movimento della mano che Emma non notò, fece cadere con la magia un libro proprio ai piedi della bionda.
Il libro si era aperto su una pagina, Emma si abbassò per raccoglierlo e una volta preso in mano lesse il titolo di quella pagina.
DEMONI VIAGGIATORI DEI MONDI
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Emma Swan, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Camminarono per quelle che potevano essere ore, Emma non aveva con se l’orologio quindi non poteva esserne certa. Finalmente incontrarono la prima forma di vita umana. Era una donna anziana sugli 80 anni, aveva i capelli grigi, delle rughe le coprivano il volto ma si capiva che un tempo doveva essere stata una bella donna, i suoi occhi erano verdi e accesi, era completamente vestita di nero anche il suo strano bastone aveva la punta nera. L’anziana era seduta su un tronco caduto e appena vide le tre donne arrivare chiese l’elemosina.
<< Vi prego, solo qualche moneta. Ho così tanta fame >>.
 
Emma si fermò vicino a lei, nella tasca dei pantaloni aveva 20 dollari, ma il denaro del suo mondo non andava bene li. Non aveva nemmeno pensato di portarsi del cibo da casa.
<< Mi dispiace, non ho denaro con me >>.
 
<< Vi prego, solo una moneta >>.
 
Emma ci pensò su. Portò le mani dietro al collo e slacciò la collana << questa collana è d’oro, non vale gran che ma sono sicura che qualcosa da mangiare le verrà data in cambio >> si abbassò in modo da avere gli occhi della donna alla stessa altezza dei suoi e le diede la collana. La vecchia strinse il polso di Emma con una mano, la stretta era forte per una donna tanto anziana, posò l’altra mano sul viso della giovane e le sorrise.
 
<< Sei davvero una cara ragazza >> la donna prese la collana e lasciò andare la bionda.
 
Emma sorrise a sua volta prima di rialzarsi << Sa se c’è un villaggio da queste parti? >>
 
<< Si cara, c’è un villaggio a una decina di minuti da qui. Dovete solo proseguire in quella direzione >>.
 
<< La ringrazio, signora. Buona giornata >> le tre donne ripresero a camminare.
 
<< Buona giornata anche a te >> disse la donna ad alta voce per poi abbassarla in un sussurro che nessun altro a parte lei poteva udire << Emma Swan>> poi scomparve nel nulla.
 
 
Proprio come l’anziana donna aveva detto, raggiunsero presto il villaggio. Non era molto grande ma nel centro c’era un piccolo mercato e le tre donne ci passarono proprio in mezzo, molte delle persone del villaggio si voltarono a guardarle, non avevano mai visto vestiti come quelli di Emma o Trilli.
Passarono accanto alla bancarella del pesce, del pane, dei vestiti e poi qualcosa di piccolo e rotondo attirò l’attenzione di Emma. Si avvicinò alla bancarella in questione per vedere meglio, era un anello dorato che Emma aveva già visto prima di allora.
<< Questo dove lo ha preso? >> chiese Emma al proprietario.
 
<< L’ho trovato per terra qualche anno fa, non sono mai riuscito a venderlo >> .
 
<< E quanto costa? >>
 
<< 30 monete >>.
 
Merda pensò Emma, si era appena ricordata di non avere con se nemmeno una moneta di quel mondo.
Asir guardò la ragazza, la bionda sembrava desiderare davvero quel pezzetto di metallo. Il demone si voltò verso l’uomo e l’osservò con attenzione, sapeva esattamente quali tasti toccare con lui, sghignazzò << ci credo che non lo hai mai venduto, quel coso non vale così tanto. Tutte le cose che vendi sono di così scarsa qualità? >>.
 
L’uomo sentendo quelle parole guardò stupito Asir, si sentì punto nell’orgoglio e fece una smorfia << Va bene, per questa bella signora dallo strano vestito posso fare in altro modo. Deve sapere che sono piuttosto abile nel creare bambole, di ogni dimensione e colore. >> Mostrò con un gesto della mano alcune delle sue bambole, osservando con la coda dell’occhio Asir nella speranza di stupirla in qualche modo << le mie bambole sono particolarmente belle perché i loro capelli sono fatti con veri capelli umani, capelli che molte donne mi vendono per avere del denaro in cambio. Trovo che i suoi siano meravigliosi >> disse rivolgendosi ad Emma << quindi le propongo questo accordo: una ciocca dei suoi capelli in cambio dell’anello >>.
 
Emma non ci pensò nemmeno un secondo << Ha una forbice? >>
 
L’uomo sorrise soddisfatto e le passò le forbici, la bionda le prese e senza il minimo ripensamento tagliò, tagliò anche più di quanto fosse necessario. Ora i suoi capelli le arrivavano appena sopra le spalle. Porse i capelli tagliati all’uomo e lui le diede l’anello.
 
<< Hai intenzione di dare parti di te ad ogni persona che incontreremo? >> le chiese il demone una volta allontanate dalla bancarella.
 
<< Ne è valsa la pena >> rispose semplicemente Emma, continuando a guardare l’anello da vicino.
 
<< Per quel pezzo di metallo? >> il demone inarcò le sopracciglia.
 
<< Non è un pezzo di metallo qualsiasi. Appartiene a Regina, l’ho vista giocherellarci ogni giorno da quando sono a Storybrooke, poi è sparito… non l’ho più visto. Mi chiedo come ci sia finito qui >>.
 
<< Magari non è lo stesso, magari ci assomiglia solo >> le rispose il demone.
 
<< Ci assomiglia parecchio direi, me lo ricordo quell’anello. Ho visto anche io Regina mentre lo teneva in mano e mi parlava di Daniel >> continuò Trilli.
 
<< No, è l’anello di Regina >> disse Emma convinta << lo so, me lo sento >> sorrise continuando a guardarlo.
Asir storse la bocca e scosse la testa rassegnata.
 
 
<< Oddio! >> Urlò Trilli ad un certo punto << finalmente la fortuna ci sorride! >> Prese Emma per un braccio e la voltò bruscamente nella direzione dove la fatina stava guardando, la bionda quasi cadde.
 
<< Trilli! >> Urlò Emma << che diavolo… fai… >> anche Emma vide la cosa che aveva attirato l’attenzione della fatina. Poco lontano, in cielo, si poteva vedere una luce verde.
 
<< Lo abbiamo trovato, per davvero >> Emma ne fu sorpresa.
 
<< Perché, avevi dei dubbi? >> Chiese Trilli << Coraggio, prima andiamo prima torniamo! >> e cominciò a correre in direzione della luce.
 
Corsero fuori dal villaggio, percorsero metri e metri e metri, passarono in mezzo ad un boschetto per poi trovarsi in mezzo ad un piccolo campo e li lo videro, un ragazzo avvolto da una luce verde che lavorava la terra. Dimostrava si e no 30 anni, era alto, spalle larghe, muscoloso, capelli corti castano scuro, barba appena accennata sul viso, gli occhi erano di un azzurro intenso, il viso era sporco di terra, ma de quel che si poteva vedere sembrava un bell’uomo.
<< Spero che voi due abbiate un piano >> disse il demone.
 
<< Di che piano parli? >> chiese Trilli.
 
Asir alzò gli occhi al cielo << Qualcosa gli dovrete pur dire, se volete portarlo con voi nell’altro mondo. E qualcosa dovrete pur fare se lui decidesse di non seguirvi. Insomma come avete intenzione di agire? >>
Merda pensò Emma, non le era nemmeno passato per la testa di prepararsi un discorso o un qualcosa da dire al ragazzo.
 
<< Beh gli diremo… >> Trilli ci pensò su << non ne ho idea >> rispose alla fine.
 
<< Glielo diremo punto e basta, se accetta bene. Se non vuole, una botta in testa e via >> disse semplicemente Emma.
 
<< Vuoi colpirlo alla testa? >> chiese scioccata Trilli.
 
<< Con Marian ha funzionato >> rispose Emma.
 
Il ragazzo stava zappando la terra con espressione concentrata ma smise subito quando si accorse dell’arrivo delle tre donne.
<< Salve >> disse semplicemente guardandole tutte e tre.
 
<< Salve >> rispose Emma, Trilli rispose al saluto con un gesto della mano, mentre Asir chinò leggermente il capo.
 

 
<< Posso aiutarvi? >> chiese il ragazzo, vedendo che nessuna delle tre dava segno di voler parlare.
 
<< Si, ecco noi… noi ci chiedevamo… se… se… >> balbettò Emma.
 
Asir sospirò << non per essere invadente ragazzo, ma per caso sei sposato? >>
 
Emma e Trilli si voltarono verso il demone con la stessa espressione, come se volessero chiedergli se fosse impazzito, la donna si limito ad una alzata di spalle, come per rispondere che da qualche parte bisognava pur cominciare.
Il ragazzo boccheggiò imbarazzato << beh… io ecco… no non lo sono >>.
 
<< Bene e sei interessato ad avere una moglie? >> continuò il demone.
 
<< Io… beh si mi piacerebbe… ma le ragazze del villaggio non mi guardano, sono troppo… troppo imbranato >> il ragazzo cominciò a passarsi nervosamente tra una mano e l’altra il manico della zappa.
 
<< Imbranato? >> domandò Trilli.
 
<< Si ecco, inciampo spesso, sbatto contro le cose, faccio cadere cose… l’unica cosa che so fare bene è lavorare la terra >> il ragazzo aggrottò la fronte <<  Perché volete sapere queste cose? Non è che per caso una di voi vuole… >> sorrise mostrando una fila di denti bianchi.
 
<< Non pensarci nemmeno, ragazzo. Ma si, potremmo conoscere una donna che fa al caso tuo >> rispose subito il demone.
 
<< Che aspettiamo allora?! Portatemi da lei! >> Disse il ragazzo felice.
 
<< E’ un pochino più complicato di così >> rispose Emma.
 
<< Oh, e quel è il problema? >>
 
<< Non è esattamente di queste parti >> disse Trilli sorridendo.
 
<< Vive in un altro regno? >>
 
<< Non esattamente. E’ più un altro mondo >> continuò Emma.
 
Il ragazzo sgranò gli occhi << mi state prendendo in giro? >>
 
Asir sbuffò << ragazzo, per la miseria usa gli occhi! Ti sembra che i loro vestiti siano di questo mondo? >> Il demone indicò Emma e Trilli.
 
Il ragazzo guardò attentamente le due donne, prima non aveva notato il loro abbigliamento << Oh… sono strani… non me ne ero accorto >>.
 
Il demone alzò gli occhi al cielo << Allora vuoi venire con noi e incontrare la tua bella o no? >>
 
<< Non saprei >> rispose il ragazzo titubante << questa è casa mia, ci sono nato e cresciuto. L’idea di lasciarla per andare in un mondo diverso… mi mette un po’ paura >>.
 
<< Hai parenti o amici qui? >> gli chiese il demone.
 
<< I miei sono morti quando avevo 16 anni e sono figlio unico. Conosco delle persone, ma non si può dire che sia loro amico >>.
 
<< Allora sei solo >> disse semplicemente il demone << nessuna vera ragione che ti trattiene, solo la paura. Qui non hai nulla, la c’è una persona con la quale puoi avere un futuro, una famiglia, un posto caldo dove ritornare dopo una lunga giornata faticosa… non mi sembra spaventoso >>.
 
<< Io vengo da quel mondo >> aggiunse Emma sorridendo al ragazzo << e posso garantirti che non è male. Storybrooke, la città dove andremo, è piana di persone che come te hanno vissuto nella Foresta Incantata e si sono adattate alla meraviglia nel nuovo mondo. Ci riuscirai anche tu. >>
 
<< E lei com’è? >> domando il ragazzo.
 
<< Lei si chiama Marian, è una donna molto bella ed è gentile, generosa… solo che… >> Emma non terminò la frase.
 
<< Solo che cosa? >>
 
<< E’ vittima di un incantesimo. E se non guarirà, morirà. >>
 
<< Morirà? >> il ragazzo si fece serio.
 
Emma annuì << ecco perché siamo qui, il bacio del vero amore dovrebbe spezzare l’incantesimo e tu sei il suo Vero Amore >>.
 
<< Io? Come fate a dirlo? >> Chiese il ragazzo confuso
 
<< Beh vedi, io sono una fata e uno dei miei poteri è scoprire queste cose >> rispose semplicemente Trilli.
 
<< Allora vieni o no? >> aggiunse il demone.
 
<< Se posso salvarla certo che vengo! >>
 
<< Grazie a Dio, bene si parte allora! >> rispose il demone, contento che quell’avventura si stesse per concludere.
 
<< Quindi si torna a casa >> Trilli aggiunse le proprie speranze a quelle del demone.
 
Emma ci pensò su prima di rispondere << non ne sono sicura >>.
 
<< Che vuoi dire? >> chiesero fatina e demone insieme << abbiamo trovato il Vero Amore di Marian, possiamo spezzare l’incantesimo e poi tutti saremo felici e contenti >> continuò Trilli.
 
<< Il parlare del Vero Amore mi ha riportato alla memoria una delle storie del libro di mio figlio. Racconta di mia madre che prese da Tremotino una pozione per dimenticare mio padre. E quando mio padre la baciò per spezzare l’incantesimo, il bacio del Vero Amore non funzionò. Mia madre non solo aveva dimenticato mio padre, ma aveva dimenticato l’amore che provava per lui. Mio padre dovette far innamorare nuovamente mia madre per spezzare l’incantesimo. Quindi credo che non ci basterà tornare a casa e far baciare lui e Marian, per il semplice fatto che non si conoscono e non si amano. >>
 
<< Ma allora siamo venute per niente… >> disse Trilli triste.
 
<< No, non per niente. Ho un piano b, il lago di Nostos. Le sue acque hanno il potere di guarire qualsiasi cosa >>.
 
<< Ho sentito che il lago si è prosciugato >> continuò Trilli.
 
<< Così era, ma Killian mi ha raccontato di come Cora fece rispuntare l’acqua nel lago, acqua che hanno usato per riportare in vita l’ultimo fagiolo magico per venire poi nel mio mondo. Voglio andare la e vedere se c’è ancora dell’acqua >>.
 
<< E quindi non è ancora finita… >> concluse il demone.
 
<< A te non va? >> gli chiese semplicemente Emma.
 
Asir alzò gli occhi al cielo << come se potessi dire o fare qualcosa per impedirtelo >>.
 
Emma sorrise << bene allora >>.
 
<< Bene partiamo subito >> le fece eco il ragazzo.
 
<< Che ne dite se passassimo la notte qui? Sta per fare buio e vorrei anche mettere qualcosa nello stomaco, sto morendo di fame >> chiese Trilli.
 
<< Io ho un po’ di pane e formaggio in casa, lo spazio non è molto ma ci staremo tutti comunque >> le disse il ragazzo.
 
<< Che aspetti? Facci strada! >> sorrise Trilli.
 
<< Da questa parte >> il ragazzo le guidò verso una piccola capanna << a proposito, io mi chiamo Joffrey. Ma chi mi conosce mi chiama Joff >> il ragazzo inciampò in una radice e quasi cadde.
 
<< Io sono Emma, e loro sono Trilli e Asir >>.
 
Il demone si avvicino ad Emma, in modo che potessero parlare senza farsi sentire dal ragazzo << sarà meglio che a lui non diciamo che sono un demone >>.
 
<< E per quale motivo? >> chiese la bionda.
 
<< Deve già fare i conti con parecchie novità, non è il caso di aggiungere la presenza di un demone alle sue preoccupazioni >>.
 
<< Come vuoi >> rispose Emma << ma per quello che mi riguarda non sei poi tanto male >>.
 
Asir si fermò, stupita dalle parole della bionda, non era abituata a sentirsi dire che “non era tanto male”, nessuno aveva mai pensato questo di lei prima di quel momento, scosse la testa e sorrise riprendendo a camminare.
   
 
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