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Autore: MrRaider    01/02/2015    1 recensioni
Dopo la morte di Terzo, Deus ha deciso di sostituirlo con un altro partecipante, e ha scelto l'eroe americano Jack Bauer, che ha da poco salvato Londra da un altro attentato terroristico e che ha accettato di partecipare. Se la caverà Jack? Riuscirà a vincere il Survival Game?
____
"-Credetemi.- disse ora Jack. -Voi non sapete di cosa sono capace. E se qualcuno di voi si metterà sulla mia strada lo ucciderò.-"
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Yukiteru Amano, Yuno Gasai
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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L’inizio

 
Si svegliò dal letto della sua nuova casa. Ancora non riusciva a credere a tutto quello che era successo. Due giorni prima aveva salvato il presidente Heller a Londra, aveva salvato ancora una volta tutti e grazie a questo aveva ottenuto la grazia. Aveva riottenuto la possibilità di tornare a casa e riabbracciare la sua famiglia.
Ma non tutto si era concluso nel migliore dei modi. Il giorno seguente fece uno scambio: la sua vita per quella di Chloe, tenuta prigioniera dai russi. Si era sacrificato un’altra volta, per salvare la sua amica. La sua migliore amica…
E ora si ritrovava dall’altra parte del Pianeta, in un paese che aveva visitato di rado e che quindi conosceva poco. Aveva scelto di partecipare al Survival Game del Mirai Nikki. Avrebbe ucciso di nuovo, ma se ce l’avrebbe fatta avrebbe ottenuto il potere di rimediare a tutto quello che aveva fatto in passato. Tutti i suoi errori. Salvare le persone che aveva perso. Tutto.
Ancora sul letto, Jack prese il cellulare e guardò cosa avrebbe fatto.

“9:56. Vado in salotto, preparo la colazione e accendo la TV.”

-E facciamolo allora.-

Si alzò dal letto e scese le scale, andando verso la cucina. Era una piccola stanza, ma c’era tutto il necessario per cucinare qualcosa. Lì preparò il caffè e accese la TV, andando sul notiziario locale, che stava conducendo un servizio su un recente attentato terroristico alla scuola media di Sakurami, causato dalla terrorista Uryuu Minene.

-Ancora nessuna traccia della terrorista Uryuu Minene. Ieri la donna ha attaccato con delle bombe la scuola media di Sakurami, facendo quindi esplodere diverse parti dell’edificio. Si contano almeno una ventina di vittime e più di duecento morti. La donna è riuscita a scappare ed è ancora ricercata dalla polizia.-

Appena fecero vedere la foto Jack si concentrò su quella donna: Uryuu Minene. Aveva già sentito quel nome. Probabilmente qualche anno fa, quando lavorava ancora alla CTU (Counter Terrorist Unit = Unità Antiterrorismo).
Guardò con attenzione i lineamenti del suo volto e del corpo. Che non fosse…

Potrebbe essere una partecipante… Nona?   pensò.

Jack finì di bere il caffè e continuò a guardare il cellulare. A parte il caso di quella terrorista non c’era altro di interessante. Così guardò il diario.

“10:11. Decido di prepararmi e di uscire per cercare Uryuu Minene. Potrebbe essere una partecipante. Devo trovarla.”

Ma prima di fare quello segnato nel diario decise di fare altro: digitò infatti sulla tastiera un numero telefonico. Erano passati quattro anni e voleva risentire la sua voce. Dopo qualche squillo alla fine sua figlia rispose.

-Pronto?-

-Kim. Sono… Sono io.-

-Papà?-

-Sì tesoro.-

Mentre parlava con sua figlia sentì ella che singhiozzava.

-Papà. Mi sei mancato. Ma perché mi stai chiamando? Le autorità ti staranno cercando.-

-No. No. Ho riottenuto la grazia. Posso tornare a casa.-

-Davvero?! Tornerai?!-

-Sì piccola. Ma prima devo finire una cosa, ma appena avrò fatto tornerò, è una promessa. Come sta Teri?-

-Ti manca molto. Aspetta, te la passo.-

Jack aspettò qualche secondo, ma alla fine una voce graziosa di una bambina lo chiamò dal cellulare: la sua nipotina Teri, che portava il nome della sua nonna deceduta e moglie di Jack.

-Nonno!!-

-Ciao piccolina.-

-Dove sei? Voglio rivederti!-

-Sono stato fuori per lavoro. Ma prestò tornerò, il tempo di finire una cosa e prendo il primo volo per tornare da voi. Fai da brava e ascolta tua mamma.-

-Va bene. Torna presto nonno.-

-Lo farò.-

-Papà?- chiese poi Kim al telefono.

-Dimmi…-

-Questa cosa che stai facendo… Potresti morire?-

-Non lo so.-

-Ok. Torna tutto intero.-

-Lo farò. Vi voglio bene…-

-Anche noi.-

Finita la chiamata Jack chiuse il cellulare. Cavolo se gli mancava la sua famiglia… Ma aveva fatto una scelta e doveva portarla a termine. Controllò il diario e come sospettava le note erano cambiate.
Subito dopo andò a farsi una bella doccia calda. Finito di scocciarsi andò nella camera da letto e aprì l’armadio, dove trovò un sacco di vestiti della sua taglia, magliette, jeans, giacche eccetera…

Però, Deus mi ha lasciato qualche regalino.

Jeans blu, maglietta grigia, giacca in pelle nera, borsone a tracolla se per caso trovasse qualcosa e Jack era pronto per uscire. Nascose la pistola nella parte posteriore dei jeans, il silenziatore e il coltello nel borsone e uscì di casa.
 
Arrivò nella scuola media, dove i segni del passaggio di Minene erano ancora evidenti: sul cortile c’erano ancora pezzi di vetrate provenienti dalle finestre, per non parlare delle macerie dell’edificio. Ad un tratto Jack focalizzò l’attenzione su qualcosa: si abbassò trovando tracce di una motocicletta, che andavano verso l’uscita della scuola. La moto doveva aver continuato dritto, verso il giardino di fronte alla scuola. La zona era molto fitta e sicuramente la terrorista doveva averla usata come via di fuga. Non era molto ma era l’unica pista che era riuscito a trovare. Andò lì, e per sua fortuna i segni erano ancora presenti, quali ad esempio l’erba che lasciava tracce del passaggio. Prese il cellulare ma prima che lo controllasse sentì un rumore proveniente da esso.

Se il diario ha fatto questo rumore, significa che il futuro è cambiato. Ma stavolta io non ho fatto niente: qualcuno è nei paraggi.

Si guardò intorno ed estrasse la pistola per accertarsi che non ci fosse qualcuno che lo stesse seguendo, ma non trovò nessuno, così la rimise a posto. Riguardò il diario ma non segnava nessuno nei paraggi.
 

Passò una mezzora e Jack trovò la moto di Minene nascosta tra i cespugli. Era ridotta ad una carcassa, segno che la donna non ci aveva dato molta cura. Riprese il diario e stavolta segnava qualcosa.

“11:06. Sento dei passi proveniente da dietro di me. Arriva Uryuu Minene. Mi nascondo e la seguo senza farmi vedere.”

Infatti Jack sentì dei passi provenienti da dietro, così si nascose in un cespuglio. Ecco apparire Uryuu Minene: aveva dei capelli lunghi color viola scuro, ed era vestita con degli stracci; teneva con sé qualcosa da mangiare, probabilmente rubata, e un pacco quasi finito di antidolorifici. Jack infatti notò che la donna continuava a toccarsi l’occhio sinistro, che aveva qualche goccia di sangue.
La seguì senza farsi sentire e dopo cinque minuti la donna entrò in un capanno abbandonato.
Jack preparò la pistola, si avvicinò di soppiatto sul lato della porta e con un calcio l’aprì, entrando.

-Ferma dove sei! Mani sopra la testa!-

Puntò la pistola a Minene, che aveva le spalle rivolte verso di lui e alzò le braccia.

-Quarto! Non ci hai messo molto a trovarmi.-

-Girati! Lentamente…- le ordinò Jack.

Lei eseguì e si girò, ma appena vide Jack capi il malinteso.

-Allora, tu non sei Quarto.-

Quarto… Aveva fatto il nome di un partecipante del gioco. Quindi aveva ragione: lei ne faceva parte e conosceva un possessore.

-No. Io sono Zero, Jack Bauer.-

-Ahhh, il nuovo arrivato. Deus ha scelto bene, un eroe americano. Come diavolo hai fatto a trovarmi?!-

-Avevi lasciato troppi segni in giro. Tu piuttosto, sei Nona, giusto?-

-Esatto.- disse lei abbassando lentamente le braccia.

-Ho detto ferma!- urlò Jack, sparando un proiettile vicino a lei che rimise le braccia in aria. Jack si avvicinò e la perquisì, togliendole il cellulare dalla tasca.

-Sembra che tu sappia quello che fai.-

-Ho appena iniziato.-

Con un colpo la fece cadere a terra. Ne approfittò: vide una sedia vicino a lui e delle funi, così fece sedere la donna e le legò i polsi dietro la schiena. Poi le diede un colpetto in faccia, facendola tornare in sé.

-Cosa intendi fare, Zero?-

Jack si mise davanti a lei e con uno sguardo calmo cominciò a parlare.

-So che sei una terrorista. E so che i vostri attacchi hanno sempre uno scopo: per la propria religione, per la propria ideologia e così via. Ne ho vista di gente come te. Ma sai cosa? Inizia il Survival Game, e cominci a far esplodere l’intera scuola. Quest’attacco era diverso da quelli che hai fatto nella tua vita passata: scommetto che stavi cercando un proprietario, o forse, più di uno.-

-Probabile.-

-Dimmi i nomi dei proprietari che conosci.-

-E poi cosa? Mi lascerai andare?-

-Ti risparmierò il dolore che proverai se non mi dirai quello che voglio.  Quindi te lo dico un’altra volta: dimmi i nomi.-

-Fottiti.-

Jack la guardò intensamente: Nona gli dava un’occhiata di sfida, e lui una fredda. Poi con un potente calcio fece sbattere la sedia sulla parete, si avvicinò a Minene e le mise la mano intorno al collo, cominciando ad urlare:

-SMETTILA DI FARMI PERDERE TEMPO E DIMMI I NOMI! CHI E’ QUARTO?!-

-Pensi veramente che te lo dica? Non mi conosci.-

-E va bene. Lo hai voluto tu.-

Così passo alle maniere forti: prese il coltello dal borsone, strappò il pezzo di vestito che copriva la spalla destra della donna e le conficcò il coltello nel nervo.

-AHHHHHHHHH!!!-

Jack tolse il coltello dal punto dove l’aveva conficcato, ormai pieno di sangue, poi notando l’occhio debole di Minene iniziò a premerlo forte col pollice.

-AHHHHHHHH!!! BASTARDO!!-

-DIMMI I NOMI!! CHI E’ QUARTO?! QUALI ALTRI PROPRIETARI CONOSCI?!-

-OKOK!!-

Sentendo che ormai aveva ceduto Jack tolse il pollice dall’occhio e aspettò che lei parlasse.

-Quarto è… è il commissario di polizia di Sakurami. Keigo Kurusu.-

-Quali altri nomi conosci?!-

-Nient’altri!-

Jack rimise il pollice nell’occhio e continuò a premerlo.

-QUALI CONOSCI!?

-PRIMO, AMANO YUKITERU, E SECONDA, GASAI YUNO!!!-

Smise di premere sull’occhio ferito della donna e si allontanò, guardando il diario.
Tutto nella norma: nel minuto successivo avrebbe fatto fuori Minene. Si riavvicinò, preparò il colpo in canna nella pistola e le mirò la testa.

-Mi spiace essere arrivati a questo punto. E’ stato un piacere, Uryuu Minene.-

-Credi che te la faccia passare liscia?!-

Minene diede un calcio verticale in faccia a Jack che cadde al suolo, subito dopo riprese il cellulare che gli aveva confiscato e si mosse verso l’uscita. Quella donna era riuscita a slegarsi senza che lui se ne accorgesse.

-Il mio è il Diario della Fuga! Ci rivedremo Zero!-

Jack, rimasto ancora a terra cominciò a sparare verso di lei, ma senza colpirla. Rimettendosi in piedi uscì dal capanno ma ormai era sparita.

-Dannazione!-

Cominciò a correre ma si fermò appena sentì qualcuno dietro di lui.

-Lasciala andare. Ormai non riuscirai più a trovarla.-

Si girò, puntò la pistola verso la fonte della voce. Vide un uomo alto, coi capelli lunghi neri, in giacca e cravatta.

-Ti ho seguito per tutto il tempo e ho visto come hai torturato Minene. Finalmente ci conosciamo Zero.-

-Sei un altro proprietario…-

-Esattamente. Sono Quarto, Keigo Kurusu. Abbassa la pistola, non sono qui per combattere.-

Jack, poco convinto, decise di rimettere la pistola a posto e nel frattempo Kurusu accese una sigaretta.

-Ne vuoi una?-

-No. Non fumo… Perché mi hai seguito?-

-Stavo cercando Nona, poi ho visto che gironzolavi sulla scena dell’attentato di ieri e ti ho seguito. Non pensavo che fossi proprio tu, Jack Bauer. Comunque
io voglio catturare Nona, non posso permettere che vengano uccisi degli innocenti.-

-Parli la mia stessa lingua. Anche per questo devo ucciderla.-

-No Zero. Non voglio ucciderla. E non voglio uccidere nessuno.-

-Cosa?-

-Faccio parte anch’io di questo gioco, ma il mio scopo non è diventare Dio. Voglio allearmi o catturare gli altri concorrenti, e porre fino a questo futile gioco di morte. Sei un eroe, Bauer. So tutto quello che hai fatto, tutte le vite che hai salvato, e non credo che vorresti altre vittime. Vorresti allearti con me?-

Kurusu si era ormai avvicinato a lui e con un grande sorriso gli aveva porto la mano. Jack era ancora poco convito, però mise da parte il suo sguardo freddo, lo cambiò con un sorriso e gli strinse la mano.

-Ok. Accetto.-

Per il momento, è meglio avere degli alleati con me.

-Ti sei già alleato con altri possessori?- chiese poi a Kurusu.

-Sì, due, per l’esattezza. Vieni, te li presento.-

 
Il commissario portò Jack nella sua macchina e i due salirono. Passò qualche minuto e i due accostarono vicino al parco giochi.

-Che ci facciamo qui?-

-Te l’ho detto. Vedi quei due ragazzini lì?-

Jack guardò dove aveva indicato il commissario: vide due ragazzini, il primo era un ragazzo coi capelli corti neri, quella che gli stringeva il braccio era un ragazza coi capelli lunghi rosa.

-Il ragazzo è Primo, Amano Yukiteru. Quella vicino a lui è Seconda, Gasai Yuno.-

-Quanti anni hanno?-

-Quattordici.-

-Quattordici hai detto?-

-Già. Hai visto chi ha scelto Deus? Non solo gente come me, come te o come Uryuu Minene, ha scelto anche dei ragazzini. Devo assolutamente fermare questo gioco, e la nostra alleanza è essenziale per farlo.-

Jack ci pensò su. Dopotutto, non aveva torto. Il giorno prima c’era stato un attentato in quella scuola, ed erano morte più di duecento persone innocenti, tutto questo per colpa di quel gioco. Era davvero necessario continuare e causare altre morti?
Kurusu suonò il clacson per attirare l’attenzione dei ragazzi, poi uscì dalla macchina con Jack. I due ragazzi, vedendo Kurusu con un'altra persona, si avvicinarono.

-Kurusu! Cosa succede?- chiese Yukiteru.

-Amano, Gasai. Sono riuscito a trovare un altro concorrente, che ci aiuterà nella nostra alleanza. Ecco a voi Zero.-

-Ciao. Mi chiamo Jack Bauer.-

Presentandosi  strinse la mano ad Amano, e cercò di stringerla anche a Gasai, che però rimase impassibile. Così ci rinunciò.

-Possiamo fidarci di lui?- chiese Yuno a Keigo.

-Fidatevi. Bauer è un eroe americano. E’ un ex agente antiterrorista, quindi sa come lavorano i terroristi come Minene. E’ scappato per quattro anni dal governo e non è riuscito a farsi beccare perché calcola tutto alla perfezione. Poco fa è riuscito a trovare Nona. L’aveva catturata e torturata, riuscendo a scoprire i nostri nomi, però è riuscita a scappare.-

-Davvero? Wow!- esclamò Yukiteru incredulo.

-Comunque, voi ragazzi continuate a restare nel parco. Probabilmente Nona vi sta ancora cercando, per cui state attenti.-

-Ok! Andiamo Yukki!- disse infine Yuno che prese Amano per il braccio e se ne andò con lui.

-Sembrano… Apposto.- disse Jack a Kurusu, osservando quei due allontanarsi.

-Non proprio. Primo è riuscito a scampare a due Dead End ma in parte è stato aiutato.-

-Da quella ragazzina? Non mi sembra pericolosa…-

-Non sottovalutarla Jack. Nasconde qualcosa.-

-Come tutti del resto.-

 
Si fece notte fonda. Jack rimase nella stazione di polizia con Kurusu per studiare dove sarebbe potuta andare Nona. Per ora gli unici concorrenti che conoscevano erano lui, Yukiteru, Yuno, Keigo e Minene. Gli altri erano ancora sconosciuti.
Ormai era tardi, così i due si riposarono.

-Cosa ha di speciale il tuo diario, Jack?- chiese Kurusu sedendosi sulla poltrona.

-Il mio? Mi dice i nemici che si trovano nei paraggi e mi dice quando ci saranno degli attentati. Lo chiamo… Il Diario della CTU. Mi riporta indietro, quando lavoravo lì.-

-Interessante. Il mio è il Diario dell’Investigazione. Mi dice quando si svolgeranno dei crimini e in questo modo riesco a sventarli facilmente.-

Mentre i due parlavano arrivò il vice di Kurusu, Nishijima, che portava con se un’enorme scatola di cartone.

-Era il gruppo di sicurezza. Mi hanno riferito che i ragazzi sono a casa. E signor Bauer, in questa scatola ci sono i suoi oggetti.-

Jack aprì la scatola e trovò quello che aveva pagato e che gli aveva procurato Kurusu: un portatile, cariche C4, delle bombe fumogene, microtrasmettitori, microfoni, una torcia, un altro coltello, un monocolo e infine le chiavi della macchina.

-Grazie. Menomale che ho sempre qualcosa in banca.-

-Signore.- disse poi Nishijima al suo capo.
-Non dovremmo aumentare la sorveglianza?-

-No, non serve. Non credo che Minene si rifarà viva oggi.-

-Concordo con Kurusu.- intervenne Jack.
-Sono ragazzi. Direi per ora di lasciarli soli.-

-Oh… capisco.- disse NIshijima andandosene.

-Beh, io vado a casa. Ho bisogno di riposarmi.- disse Jack alzandosi e prendendo la scatola.

-Ok, Jack. Ci vediamo domani per continuare le ricerche.-

Ma quando Jack iniziò ad uscire dalla stanza sentì uno strano rumore proveniente dal diario, probabilmente il futuro stava cambiando di nuovo. Così lo prese e inaspettatamente fu abbagliato da un’enorme luce bianca proveniente dal diario.

-Cosa diavolo è successo?!-

-L’ha fatto anche il mio. Penso che il futuro sia cambiato drasticamente.-

-Signore!- disse Nishijima rientrando nella stanza.
-Amano è uscito di corsa dalla casa di Gasai!-

-Dannazione! Keigo, io vado a cercarlo: potrebbe essere in pericolo!-

Jack uscì di fretta dalla stazione di polizia, andò nel parcheggio e trovò la macchina che aveva da poco acquistato: una Ford nera. Entrò nella macchina, mise in moto e partì.

Lungo il tragitto gli arrivò un messaggio da Kurusu, con su scritto l’indirizzo della casa di Amano. Jack andò lì, e non appena arrivò all’angolo della via vide Amano entrare in casa sua in fretta e furia. Fece uscire un sospiro, sollevato che il ragazzo stesse bene. Così chiamò Kurusu per informarlo.

-Tutto a posto. Amano è rientrato a casa sua.-

-Ahhh, menomale. Grazie per essertene accertato Jack.-

-Figurati.-

Chiuse la chiamata ma appena fece manovra per tornare indietro intravide una figura sbirciare sulla porta della casa di Amano: Gasai, che però se ne andò. Jack guidò verso di lei, e appena le fu vicino aprì il finestrino.

-Gasai! Ti serve un passaggio?-

-Ohh… Grazie.-

La ragazza entrò e si sedette vicino a Jack, che, notando il suo volto rigato dalle lacrime, le diede un fazzoletto.

-Conosco quello sguardo.- disse sorridendogli e facendo partire la macchina.

-Eh?-

-Anch’io sono stato giovane e ho avuto i miei primi amori, so come ti senti.-

-Il fatto è… che Yukki ha scoperto una cosa che non volevo sapesse.-

-Capisco. Lo sai… una volta ero fidanzato con una donna, Audrey. Ero la guardia del corpo di suo padre e quando lavorai per lui ci frequentammo e finimmo col fidanzarsi. Era passato un sacco di tempo dopo la morte di mia moglie, e da allora avevo sempre paura di legarmi a qualcun’ altro, fino a quando non conobbi Audrey. Eravamo felici… Poi un giorno, sono stato costretto a torturare il suo ex-marito: c’erano sospetti su di lui e dovevo essere sicuro che non ci fosse dentro. Ma Audrey mi aveva visto mentre lo torturavo. Ha conosciuto un lato di me che avevo cercato di  tenerle nascosto, e questo ci ha… allontanati.-

-E poi, com’è finita?-

Ci fu un po’ di silenzio ma alla fine Jack rispose alla domanda della ragazza.

-E’... complicato... Sono stato costretto a scappare, a tenermi lontano da lei, e da tutti quanti per proteggerli… Ma poi… Audrey morì, due giorni fa. Mi sono
sempre dato la colpa, per tutto quello che ho fatto, sempre… Una volta anni fa mi dissero che qualunque cosa tocchi finisce per morire… Avevano ragione.-

Ci fu un altro silenzio e Yuno abbassò la testa, dispiaciuta per avergli fatto quella domanda.

-Il punto è che, Yuno, devi essere forte con Yukiteru. Gli ci vorrà un po’, credimi, ma alla fine pensò che accetterà, qualunque cosa sia.-

-Tu credi?- chiese guardandolo stupita.

-Sì, ne sono sicuro, ci sono passato anch’io. Oh, siamo arrivati.-

Jack si fermò con la macchina di fronte alla casa della ragazza. Lei scese e ringraziò Jack per il passaggio e per il consiglio.

-Di nulla. Buonanotte Yuno.- disse infine Jack dandole un sorriso e andando via.

Le aveva dato dei bei consigli certo, ma Jack non sapeva che tipo era Yuno. E non sapeva neanche cosa nascondeva, proprio in quella casa buia e tetra dove l’aveva appena lasciata.
   
 
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