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Autore: barb_s91    04/02/2015    1 recensioni
A volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione?
Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivivere il suo passato, o quantomeno doveva farne i conti.
Cosa succederà quando si troverà di fronte al suo passato? riuscirà a lottare per il vero amore, o scapperà come è abituata a fare?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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E allora si chiese: devo starlo a sentire questo desiderio, o devo togliermelo dalla testa?

 

A. Baricco

 

Mi svegliai con un forte dolore in testa, non sapevo se per la sbronza della sera precedente o per il continuo pianto che aveva accompagnato la mia notte. 

Non ero riuscita a chiudere occhio fino alle luci dell’alba e, quando finalmente c’ero riuscita, era suonata la sveglia. Andai a lavoro, sperando di riuscire a tenere la mente occupata, ma invece il resto della giornata sembrava non passare mai, servendo coni gelato uno dietro l’altro in modo automatico, con un sorriso palesemente finto in volto. Non vedevo l’ora di tornare a casa per buttarmi a capofitto nel letto e risvegliarmi l’indomani mattina, sperando di avere un umore migliore. 

Elis non mi perse d’occhio nemmeno un secondo, era visibilmente preoccupata, ma non trovavo la forza di rassicurarla, non in quel momento. I flash della sera precedente erano ancora vividi nella mia mente, e io, pur provandoci con tutta me stessa, non riuscivo a non pensarci.

Mi proposi per andare a prendere il pranzo al fast food, che si trovava a pochi isolati dalla gelateria, magari una camminata m’avrebbe fatto schiarire le idee. Non feci i conti però con una cosa non di poca importanza: il fast food si trovava proprio accanto al palazzo dove abitava Harry. 

Maledissi la mia inusuale intraprendenza,ma a quel punto non potevo tornare indietro, così continuai a camminare, sperando che il destino fosse dalla mia parte, almeno per una volta. 

Ma, quando le cose ti vanno male, non posso che andare peggio. 

Proprio nel momento in cui stavo passando sotto casa di Harry, il portone del suo palazzo si spalancò e ne uscì lui, il soggetto di tutte le mie preoccupazioni e di tutti i miei viaggi mentali. I suoi occhi caddero immediatamente su di me, impedendomi qualsiasi atto di fuga, così decisi di aspettarlo mentre scendeva le scale. Quando fu davanti a me, i battiti del mio cuore accelerarono sempre di più, tanto da sentirmi mancare.

«Che ci fai qui?» iniziò lui. 

Era visibilmente teso, ma nel suo sguardo riuscivo a cogliere un barlume di speranza. Mi stupivo ogni giorno di più del fatto che riuscissi a capire ogni sua emozione e sensazione solo dal suo sguardo.

«Sono venuta a prendere da mangiare, a dire il vero» dissi a sguardo basso.

«Ah – disse, incupendosi – riguardo a ieri…».

«Sai come la penso» lo interruppi io, senza sapere nemmeno il motivo.

In realtà ero confusa, anzi, non ero mai stata così confusa in tutta la mia vita. L’istinto di protezione che mi ero costruita, però, era più forte e vigile della mia stessa razionalità.

«Quindi mi stai dicendo che non vale la pena provarci?».

«Sento già che non andremo da nessuna parte». 

Avevo le lacrime agli occhi, perché, in realtà, solo una piccola parte di me credeva a ciò che stavo dicendo, mentre l’altra mi stava urlando di correre da lui e baciarlo. Non ero pronta a rischiare, anche se in fondo credevo alla sua confessione, perché non erano solo parole. Anche i gesti che mi riservava erano concordi con le sue parole. 

Ma se poi quella parte di me avesse torto?

«Tu non eri quella che diceva che una storia se non la vivi non sai come andrà a finire? Ti stai contraddicendo!». 

Il suo volto era contrito e pieno di rabbia.

«Si, ma preferisco per una volta seguire la mia testa. Preferisco soffrire ora che dopo, quando sarà troppo tardi».

«Se la pensi così, non posso dirti più nulla, non voglio farti soffrire. Questa è l’ultima delle mie intenzione, anzi, il sol pensiero non ha mai sfiorato la mia mente. Dalla prima volta che ti ho rivista in me è scattato qualcosa, che ancora non riesco a spiegarmi. E’ come se tu mi avessi fatto cambiare il modo di vedere le cose. Volevo cambiare, per te, ma evidentemente il mio passato mi precede». 

Abbassò lo sguardo e iniziò a camminare nella direzione opposta a quella che dovevo intraprendere io. 

Restai ferma nella mia posizione per un tempo che sembra infinito, mentre le lacrime avevano trovato la via d’uscita. Ero amareggiata e dispiaciuta, non solo per quello che avevo fatto a lui, ma anche per quello che avevo fatto a me stessa. Per paura di soffrire rinunciavo ad un rapporto che poteva anche essere sincero. Harry aveva ragione, mi ero contraddetta. Ma era meglio così. 

E poi se ci teneva veramente avrebbe lottato, no? Allora perché stavo così male? Perché quando lui mi era vicino, mi sento così bene? 

Era come se con lui nelle vicinanze mi sentissi a casa, al sicuro e nessuno mai mi aveva fatto sentire così. 

Con le lacrime agli occhi andai a prendere il pranzo e tornai in gelateria. Quando andai a posare la borsa nel retro, sentii una presenza dietro di me, mi girai con ancora il viso rigato dalle mie stupide lacrime e vidi Elis che si avvicinava.

«Tesoro, come va?» chiese dolcemente. 

Alzai le spalle, sentendomi troppo fragile. Improvvisamente, senza nemmeno pensarci mi buttai tra le sue braccia e piansi, stavolta rumorosamente.

Finalmente arrivò l’ora di chiusura e poco dopo eravamo finalmente a casa.

«Bentornate – disse Mara – ho preparato arrosto panato e patatine fritte!».

«Scusa zia, non sto molto bene, ho un gran dolore alla testa. Stasera non ho voglia di cenare, vado a letto» dissi con un filo di voce e senza sentire la sua risposta mi diressi in camera e, ancora vestita, mi misi sotto le coperte.

E se avessi sbagliato? 

Se lui fosse stato il mio vero amore e l’avessi fatto scappare così? Avevo paura di aver sbagliato, ma al tempo stesso paura di soffrire. 

Eppure ho sempre pensato che il vero amore non è per forza l’amore giusto, ma l’amore che ti fa fare pazzie, quello per cui rischieresti tutto, quello che ti stravolge i piani, la vita. Le favole ci insegnano che il vero amore si può trovare per caso, quando meno lo si aspetta. Il vero amore può non rispecchiare l’idea che c’eravamo fatte o addirittura essere incompatibile con la nostra vita. 

Ho sempre creduto che nella vita ci si possa innamorare più volte, ma quando s’incontra il vero amore spero si riesca a riconoscerlo e spero che, in fondo al nostro cuore, siamo consapevoli che quella persona ha qualcosa in più delle altre. Il vero amore riesce a superare mille avversità: vedi Romeo e Giulietta, il loro amore era così forte e intenso, che hanno preferito morire piuttosto che vivere una vita senza il loro amore. 

Sapevo benissimo cosa dicesse il mio cuore, solo che non riuscivo a seguirlo. 

Era già mattina, e un altro giorno di lavoro mi attendeva. Il giorno precedente non avevo avuto nemmeno la forza di parlare con Elis di quello che era successo. La giornata alla gelateria passò in fretta, grazie all’abbondanza di clienti, che mi tenne occupata la mente per tutta la durata del turno. Arrivata la chiusura, andai a prendere i miei effetti personali sul retro, ma mi bloccai proprio davanti alla porta. 

Sentii Elis parlare al telefono, magari era Niall, meglio non disturbarla. Feci per andarmene, ma mi bloccò il tono alto di voce che Elis stava usando.

«No, Harry! – rabbrividii a quel nome, perché stava parlando con lui? – lasciala in pace. Ha preso questa decisione e devi rispettarla. Come sta? Sta male e non capisco nemmeno il perché, non sapendo quello che è successo ieri. No, non me ne ha parlato – fece una lunga pausa, evidentemente lui le stava raccontando a grandi linee il suo monologo – Ho accettato il fatto che voi siate amici, perché sai che lo sei anche per me, ma nient’altro tranne questo, Harry. No, io non credo che tu stia male, è solo una facciata. Ma non capisco cosa vuoi da lei, se ci sono tante altre ragazze che ti vengono dietro. No, tu non la conosci. So che lei è speciale, la conosco da sempre»

«Va bene, parlerò con lei per saperne di più - disse stavolta in tono più dolce - ma sappi che io non voglio che voi due vi mettiate insieme. Perché ho paura che la farai soffrire, lei sembra forte, ma non è così. Per ora dalle spazio. Ok, ciao».

Riattaccò e prese le sue cose, e allora entrò nella stanza.

«Ho sentito la tua conversazione – s’irrigidì – cosa ti ha detto?». 

«Sicura di volerlo sapere?» disse, visibilmente a disagio.

«Si». 

Ora ero attenta come un falco.

«Mi ha raccontato della conversazione di ieri e non capisce perché tu rifiuti i tuoi sentimenti. Lui è sicuro di ciò che provi per lui e pensa che sia stata io ad influenzarti, raccontandoti del modo in cui viveva prima. Ha voluto sapere come stavi e ha detto che lui sta uno schifo ed è molto dispiaciuto, perché le cose che ti ha detto erano vere, le pensava sul serio e le continua a pensare».

«Mi risulta difficile pensare che fosse sincero – dissi, con poca convinzione – perché non concepisco come si possano dire certe cose ad una persona che conosci appena. Non può credere di conoscermi realmente, eravamo solo dei ragazzini l’ultima volta che ci siamo visti. Ma la cosa che mi fa stare male è che una parte di me, non indifferente, gli crede. Sto attraversando una lotta interiore allucinante per questo!» finii il mio discorso e mi accasciai a terra, con i gomiti poggiati sulle ginocchia e le mani sul capo.

«Bea, riguardo quello che ti ho detto – fece una pausa – beh, non farci caso. E’ vero che penso quelle cose di lui, ma magari mi sbaglio. Magari è cambiato e gli interessi davvero. Non voglio influenzarti, quindi se vuoi veramente stare con lui, fallo. Io ti starò sempre vicina, ti aiuterò. Ho solo paura di vederti soffrire, tutto qui».

«Anche io ho paura. Per ora non me la sento di rischiare; forse tra un po’ di tempo magari». 

Il solo fatto di poter soffrire mi terrorizzava.

Uscimmo dalla gelateria, inaspettatamente tranquille e sorridenti, mi sentivo più leggera, come se mi fossi tolta un peso di dosso. Le strade di New York erano, come sempre, affollate a qualsiasi ora del giorno e della notte. Mentre i negozianti stavano abbassando le saracinesche dei loro locali, il sole iniziava a calare, perdendosi tra i grattacieli, creando un’atmosfera deliziosa; i giochi di luce creavano un paesaggio maestoso, indelebile nella mia mente. Si chiudeva così un nuovo giorno, un altro giorno senza Harry.

Poi il cellulare di Elis si mise a squillare.

«Ciao Liam. Bene, grazie. Oggi? A che ora? Aspetta in linea – si voltò verso di me e, coprendo con la mano il cellulare, mi disse sottovoce – è Liam, dice se vogliamo andare con lui al cinema. Ti va?».

«Si, certo – annuii – potrebbe servire a distrarmi un po’. E poi Liam è molto simpatico» sorrisi. 

Mi andava sul serio, avevo voglia di distrarmi un po’, cosa che sicuramente non sarei riuscita a fare stando in camera da sola.

«Ok, Liam. Andiamo a prepararci e ci vediamo davanti al cinema. Ok, a dopo» chiuse la conversazione.

 

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Dopo essere passate da casa ed esserci cambiate, arrivammo velocemente al cinema. 

Liam era già all’entrata, ma non era solo, c’era Niall accanto a lui. Capii di essermi appena imbucata in un’imbarazzante uscita a quattro e non potei fare a meno di arrossire. 

Liam era piuttosto elegante: indossava una camicia bianca e dei jeans scuri, piuttosto attillati. Mi resi conto che era davvero carino, non mi ero mai soffermato tanto su di lui, ma nonostante quella scoperta non riuscivo a vederlo in modo diverso, se non come amico. Appena ci vide il suo volto si aprì in un grande sorriso di approvazione e ci venne incontro.

«Ciao tesori – ci abbracciò – siete uno schianto. Dai, entriamo».

Elis si fermò davanti a Niall e, con un grande sorriso stampato in faccia, gli diede un casto bacio sulle labbra. 

Provai una tenera invidia, perché loro, a differenza mia, riuscivano a vivere le loro emozioni. Mi sentivo in imbarazzo, fuori posto. Liam, invece, era esageratamente su di giri e continuava a parlarmi sorridente ed energico. I suoi occhi castani non si staccavano mai da me, mentre io ero intenta a guardare Elis e Niall che si scambiavano effusioni. 

Forse Harry aveva ragione, Liam non era completamente disinteressato, e io avevo peggiorato la situazione, quando l’avevo deliberatamente provocato. 

Per fortuna, una volta entrati in sala, Elis si sedette alla mia sinistra e, nonostante Liam fosse alla mia destra, ero più a mio agio. Il film iniziò qualche minuto dopo. Neanche a farlo apposta trattava di una storia d’amore complicata e strappalacrime, mentre il mio pensiero si spostava inevitabilmente a Harry e alle sensazioni che mi aveva fatto provare, e che provavo ogni volta che ero con lui. 

Sentii per tutta la durata del film lo sguardo preoccupato di Elis, forse non sapeva che genere di film andassimo a vedere. Ero sicura che non mi avrebbe portato a vederlo se avesse conosciuto la trama; improvvisamente mi resi conto che era stato organizzato tutto da Liam, magari perché sperava di avere qualche possibilità con me. Questo pensiero mi fece sorridere, la mia nuova vita era davvero incasinata, non mi sarei mai aspettata che la mia vacanza prendesse questa piega. Arrivare in una nuova grande città e stravolgere il mio mondo. 

Il film ebbe, ovviamente, il solito e scontato finale con la risoluzione di tutte le difficoltà e uno smielato bacio finale. Ero così presa dai miei pensieri e persa nei miei ricordi, da non accorgermi che la mano di Liam era poggiata sulla mia, stingendola. Guardai basita la scena, come se fossi dentro un film.

Mi risvegliai dal momentaneo trans e sfilai velocemente la mia mano dalla sua, sdegnata dalla sua sfacciataggine. Vidi il suo sguardo incupirsi, ma restare fisso sui titoli di coda che scorrevano nel grande schermo del cinema. Per fortuna le luci della sala si accesero e io mi alzai velocemente senza aspettare gli altri, dirigendomi verso l’uscita. Avevo assolutamente bisogno di aria. 

Sentii i passi di Elis seguirmi, tentando di reggere il passo.

«Che ti succede, Bea?» disse sconvolta.

«Non lo so. Liam mi stringeva la mano, e io non me n’ero nemmeno resa conto. Da quando sono qui sto vivendo troppe situazioni nuove, che mi stanno sovrastando. Non so nemmeno io cosa provo». 

Ero in crisi e le lacrime stavano cercando di farsi strada dentro di me. Non avevo mai pianto così spesso nella mia vita, di solito ero una che soffriva in silenzio.

«Tranquilla. E’ normale che ti senta così, sei scioccata da quello che è successo con Harry e ad aggravare la situazione ci si mette anche quel cretino di Liam. Tu gli piaci Bea e, non sapendo quello che ti è successo, cerca di avvicinarsi a te. Gli parlerò io» disse, mentre mi accarezza le guance.

«No. Gli parlerò io. Tu torna a casa con Niall, avete bisogno di stare da soli. Io me la caverò» affermai ricacciando le lacrime. 

«Sicura?».

«Sicurissima!» dissi, convinta della mia decisione.

Vidi Liam uscire a testa bassa fuori dal cinema, lo raggiunsi e mi fermai davanti a lui, cercando di stamparmi un sorriso in faccia.

«Scusa per prima – dissi – non so cosa mi sia preso. Che ne dici di andare insieme a mangiare un pezzo di pizza? Così avremo l’opportunità di conoscerci un po’ meglio». 

Un sorriso speranzoso crebbe nel suo volto.

«Scusami tu. Non dovevo osare così. E’ solo che tu mi piaci e mi piacerebbe approfondire la nostra conoscenza. Quindi, si! Andiamo a mangiarci questa pizza». 

Mi prese sotto braccio e ci incamminammo.

Dopo aver camminato per una decina di minuti, ci fermammo davanti ad una piccola pizzeria d’asporto. Una luce al neon illuminava l’insegna posizionata fuori dal locale, che aveva un interno molto colorato e alternativo. Liam mi chiese di aspettare fuori e, dopo pochi minuti, lo vidi tornare con un’enorme pizza in mano. Ci sedemmo in uno dei tavolini esterni al locale e iniziammo a parlare. 

«Tu mi hai colpito, sai – disse – i tuoi modi di fare, ma soprattutto il tuo sguardo mi hanno catturato. Vorrei tanto poterti conoscere meglio, ma ho paura che per te non sia la stessa cosa».

«Grazie, per i complimenti, ma hai ragione, in questo periodo la testa mi sta scoppiando. Mi stanno succedendo molte cose, che sono fuori dal mio controllo. Non posso avere una storia con te, posso essere solo una tua amica, niente di più» dissi, dispiaciuta, perché in fondo Liam era davvero un bravo ragazzo, ma non era abbastanza. 

«Capisco. Allora saremo degli ottimi amici, poi nella vita non si sa mai» disse sorridendo.

Restammo a parlare per un bel po’, davanti al nostro piatto di pizza, ormai vuoto. Era piacevole stare in sua compagnia, Liam era davvero simpatico, giocoso, ma sapeva anche essere profondo e un buon ascoltatore quando ce n’era bisogno. Trattammo anche l’argomento del ballo, quando Harry aveva interrotto uno dei nostri balli e poi mi aveva baciato; stranamente ne parlai tranquillamente, forse perché lui trovava sempre l’occasione di ironizzare. 

Improvvisamente il suo sguardo cambiò, diventando più freddo e distaccato, mentre il suo corpo s’irrigidiva visibilmente, ma non ne comprendevo il motivo.

«Ciao ragazzi non mi aspettavo di vedervi qui – fece una pausa – insieme» disse con freddezza una voce alle mie spalle. 

Riconobbi subito a chi apparteneva, e un brivido caldo mi attraversò il corpo. Trovai il coraggio di voltarmi e vidi Harry in piedi dietro di me.

«Ciao, Harry». 

La voce di Liam era indecifrabile, ma dai suoi occhi trapelava un misto di ansia e rabbia. Chissà se la ragione di questo astio tra loro ero solo io, o vi era qualche altra ragione. 

L’atmosfera tra di loro era gelida e dovevo cercare di stemperare la situazione, ma come?

«Ciao! – dissi con voce falsamente tranquilla, la sua presenza mi provocava un buco nello stomaco, dopo l’altra sera – che ci fai da queste parti tutto solo?». 

«Stavo tornando a casa, sono stato con degli amici in un pub qui vicino. Voi?».

«Noi siamo stati al cinema con mia cugina e Niall, ora siamo venuti a mangiare qualcosa. Abbiamo preferito lasciarli da soli». 

Gli lanciai un sorriso timido, l’atmosfera e la situazione erano alquanto imbarazzanti. Vidi Liam immobile, con lo sguardo contrito, e non riusciva proprio a non guardarlo con disprezzo.

«Capito. Tolgo il disturbo. Ci vediamo in giro, ragazzi». 

Con un sorriso da perfetto ammaliatore, si allontanò.

Restammo in silenzio, entrambi sconvolti da quell’incontro, ovviamente per motivi differenti. Più passavano i giorni e più mi rendevo conto che l’effetto che quel ragazzo aveva su di me era forte.

«Ti piace tanto, a quanto vedo». 

Irrigidii alla sua affermazione, perché non sapevo nemmeno io cosa provavo, come facevo a rispondergli? 

Capii che in realtà Harry era stato sempre più di un semplice amico, altrimenti non gli avrei mai raccontato cose che nella mia vita non sapeva nessuno, e non gli avrei mai dato la mia fiducia così facilmente. 

Liam diceva la verità: Harry mi piaceva tanto, forse troppo.

«E’ un bellissimo ragazzo, tutto qui» dissi, fingendo disinteresse.

«Secondo me è molto più che un bel ragazzo per te. Si vede da come lo guardi e dalla tua reazione. Sei agitata».

«No, non è vero». 

Ero agitata, molto agitata, ma cercai di mascherarlo con tutte le mie forze.

«Ok, come vuoi. Ora cambiamo argomento. Non sono venuto qui per parlare di lui».

Restammo seduti a parlare ancora. Il tempo passava velocemente in compagnia di Liam.

«E’ tardi, Liam. Dovrei andare a casa, mi accompagni tu?» dissi.

«Si, ho la macchina qui vicino, andiamo». 

Si alzò e mi porse la mano. 

Questa volta non tentennai, afferrai la sua mano, sentendomi ancora un po’ a disagio e stordita dal nostro precedente incontro con Harry.

Salimmo sul vecchio Pick up di Liam e sfrecciammo nella notte newyorkese sulle note dei Coldplay

Dopo pochi minuti eravamo già sotto casa. 

«Beh, è stata una bella serata, tolta una piccola parentesi» disse sorridente.

«Si – sorrisi – proprio una bella serata. Grazie per la compagnia, Liam».

«E’ stato un piacere» disse sorridendo. 

Si avvicinò a me, cauto, e mi stampò un dolce bacio nella guancia, molto vicino alle labbra. Arrossii e scesi di corsa dalla macchina.

Le mie giornate newyorkesi si facevano sempre più interessanti, sempre più stressanti. Non sapevo mai cosa mi aspettasse giorno dopo giorno.

Le mie giornate erano tutte un crescendo di eventi, eventi catastrofici. Il mio incontro con Harry mi aveva sconvolto, facendomi sorgere il dubbio di aver sbagliato tutto, come mio solito. Liam era stato davvero una scoperta, ma troppo sfacciato per me, e per nulla galante. Harry era tutta un’altra storia, fatto di un’altra stoffa: tenebroso, galante ed una calamita per me. Ogni giorno il mio pensiero andava a lui, sempre di più e il mio desiderio, invece di scemare, cresceva continuamente. Chissà se avessi seguito il mio cuore cosa sarebbe successo.

«Bea! Com’è andata?» disse Elis appena entrai in casa.

«Bene, bene. È molto simpatico, ma forse un po’ troppo esuberante per me» dissi timidamente.

«Perché? Che ha fatto?» disse sconvolta.

«Diciamo che ci ha provato, abbastanza. Soprattutto dopo che abbiamo incontrato Harry. A quanto pare lo odia».

«Hai visto Harry?» disse basita.

«Si, stava tornando a casa. Non mi è sembrato tanto contento di vederci insieme, ma soprattutto Liam non era molto contento di vederlo. Sputava odio dagli occhi».

«Immagino… è cotto di te!».

«Ma io non di lui» sputai secca.

«Lo so. Tu sei cotta dell’altro, direi. Sicura di non averci ripensato?».

«No! Anche se vederlo mi fa sempre effetto diverso, ora che so cosa prova. Non riesco più ad essere come prima» dissi sincera.

«Penso sia normale. Fai passare un po’ di tempo, magari la situazione si stempera pian piano» disse, sfoggiando uno dei suoi sorrisi comprensivi.

«Qualcosa mi dice che non saresti più così tanto dispiaciuta, se mi mettessi con lui».

«Diciamo che comincio a credere ai suoi sentimenti, me ne ha parlato Niall». 

Sgranai gli occhi, incredula del ripensamento che aveva avuto mia cugina.

«Capito». 

Fu l’unica parola che mi uscì dalla bocca.

Mi misi a letto e ripensai ai suoi occhi verdi, pieni di rabbia e tensione, ripensai a quel sorriso enigmatico e malizioso. 

Che fossero veri i suoi sentimenti? Com’era possibile che un ragazzo come lui potesse volere una come me, che era restia a qualsiasi relazione amorosa? Avrebbe potuto avere di meglio. 

Avevo avuto la prova che non mi servivano le attenzioni di un ragazzo qualsiasi, ma le sue. 

Liam poteva avere tutto quello che cercavo in un ragazzo: era carino, simpatico, dolce ed intelligente, ma non era abbastanza, mancava quel qualcosa che finora avevo trovato solo in Harry. Lui era sempre riuscito a scaturire in me sensazioni uniche e poi la chimica che c’era tra noi era la mia fregatura. 

Era comprensivo e protettivo nei miei confronti, sapeva capirmi, ascoltarmi, anche senza parlare, anche con uno sguardo. Quando avevo addosso il suo sguardo mi sentivo la persona più importante dell’universo, nessuno mi aveva mai guardato in quel modo, nessuno mi aveva mai donato l’emozione che mi dava lui col suo sguardo. Quando mi trovavo con lui mi sentivo vulnerabile, ma al tempo stesso protetta e potente, mi sentivo bella e desiderabile. 

 

Mi sentivo unica.

 

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

Salve bellezze!

Oggi ho dato il mio ennesimo esame, e sono davvero esausta. Non ne posso più, ma per fortuna penso che manca solo un anno e poi... alla ricerca del lavoro, finalmente!

Spero che la storia vi piaccia, anche se non vedo partecipazione.

Vorrei fare crescere questa storia, vorrei che la gente ne parlasse e la conoscesse. Vorrei continuare a crescere con questa storia, come ho fatto negli ultimi anni, per questo sono ben accette anche le critiche. 

In ogni modo, la storia come sapete è in parte scritta, ma da oggi in poi posterò solo una volta a settimana, ovvero il sabato. Ci sono vari motivi che mi hanno spinta a prendere questa decisione, ma non starò qui ad annoiarvi.

 

BARB <3

 

   
 
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