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Autore: Aron_oele    08/02/2015    11 recensioni
Judith Montgomery è una ragazza bionda ed americana.
Judith Montgomery è una ragazza alta, che fuma Marlboro light e che vive a New York.
Judith Montgomery è una ragazza che ha vissuto tre mesi in Giappone, ospite di una famiglia strampalata.
Judith Montgomery sono io, e questa è la mia storia.
***
Per la serie "Non vi libererete mai di me" ecco a voi una nuova storia, senza trama, in cui frammenti di vita a Nerima, attimi, spezzoni, giorni, fotografie, Ranma, Akane, momenti, avventure, persone, pensieri e parole, vengono mostrati a voi dal punto di vista di due occhi castani ed estranei, quelli di Judith, appunto.
Ps: Lo sapete che non so fare le introduzioni!
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole non era ancora sorto e l'aria, al di là delle finestre, era scura e frizzante.
Kasumi, l'unica sveglia e pimpante, stava finendo di mettere i tramezzini nelle piccole ceste di vimini, chiuse con sottili nastri di raso rosa.
Di tanto in tanto batteva le mani, felice come una bambina la mattina di Natale, mentre dispensava sorrisi e canzoncine allegre nonostante fossero appena le cinque del mattino.
Akane ed io, infreddolite, con gli occhi ancora pesanti ma il cuore leggero e colmo di eccitazione, passavamo in rassegna gli zaini per controllare di non esserci dimenticate nulla:
<< Crema solare? >>
<< C'è >>
<< Teli? >>
<< Ci sono >>
<< Costumi di ricambio? >>
<< Anche >>
<< La palla? >> chiese all'improvviso una voce maschile, ancora impastata dal sonno.
Ranma se ne stava in piedi sulla porta, con la testa scarmigliata poggiata sullo stipite, pantaloncini corti, scarpe da ginnastica e felpa blu notte.
<< Ti sei svegliato! >> disse con voce -fin troppo- stupita Akane.
<< Beh direi, mi hai minacciato in ottocento modi diversi ieri sera! >>
La ragazza sorrise di gusto limitandosi ad osservare che “avrebbe dovuto farlo più spesso, visto che funzionava”. Poi andò in cucina per la colazione e Ranma la seguì, guardandomi con un'espressione buffa sul viso e sussurrando “a volte mi fa davvero paura”.

Con lo stomaco aggrovigliato per il viaggio imminente e per il fatto che fosse ancora troppo presto per fare colazione, bevemmo solo un tè verde e aspettammo, seduti in cucina, stringendoci nelle spalle.
Il suono improvviso -ma atteso- di un clacson in lontananza ci ridestò tutti
<< Uh-uh sono arrivati!! >> cinguettò Kasumi saltellando e Akane andò a salutare Soun, il quale nel frattempo stava facendo mille e una raccomandazione, soprattutto a Ranma, intimandogli con voce perentoria di “proteggere le sue bambine”, mentre il povero ragazzo, con aria rassegnata, si caricava in spalla tutte le valige e raggiungeva Nabiki già uscita dal portone spalancato.
Fuori l'aria era fresca e sembrava sprigionare la stessa eccitazione che trattenevano i nostri cuori, proprio come quando da bambini ci svegliavamo presto per qualche gita scolastica o una scampagnata con la famiglia.
Il vento del mattino, piacevolmente fresco e profumato, mi scompigliò i capelli lunghi, spostandomi delle piccole ciocche sul viso e impedendomi, solo per qualche secondo, di vedere cosa, o chi, fosse fuori dalla porta.
Appoggiati ad piccolo pullman a noleggio, le braccia muscolose incrociate sul petto, Kuno e Alexander ci aspettavano splendidi e sorridenti.
<< Ciao >> mi disse Alexander avvicinandosi.
<< Ciao >> risposi io timidamente.
<< Bene, un attimo di attenzione >> gridò poi Nabiki e rivolsi a lei il mio sorriso imbarazzato << Chi guida? >>
<< Io naturalmente >> esclamò Kuno con boria, spostandosi un ciuffo di capelli color castagna dagli occhi con un gesto plateale.
<< Conosci la strada? >>
<< No... ma ho il navigatore! Qualcuno dovrà darmi le indicazioni... chi si offre volontario? >>
Nessuno rispose tranne Ranma che, a voce bassissima, fece qualche commento sul fatto che sarebbe stato divertente vedere Ryoga, partito qualche giorno prima, alle prese con un navigatore, giusto per confermare la sua teoria secondo la quale “si sarebbe perso lo stesso”.
<< Va bene, ho capito, faccio io >> disse Nabiki strappando letteralmente il piccolo schermo piatto dalle mani del nostro autista e prendendo posto << Dai, muovetevi >> ci incitò poi.
Kasumi salì subito dopo di lei e le si sistemò accanto, stringendosi nel suo bel scialle bianco.
Poi fu il turno di Ranma e Akane che entrarono litigando per si dovesse sedere di fianco al finestrino, sfida poi vinta da Ranma che, con uno scatto quasi felino, prese la ragazza per fianchi spostandola di peso sul posto accanto al suo, ridendo.
Mentre ancora sorridevo alla vista dei miei amici che si scambiavano battute e dispetti, Alexander interruppe i miei teneri pensieri:
<< Prego >> disse, accompagnando la gentilezza della voce con un gesto aggraziato della mano e facendomi segno di precederlo mentre chiudeva lo sportello del pulmino.

E così ci ritrovammo tutti seduti: Kuno alla guida, intento a canticchiare canzoncine strampalate degne di qualche film si seconda serie; Kasumi che, appena dietro, leggeva un romanzo appassionante mentre al suo fianco Nabiki digitava la meta sul navigatore.
Dietro di loro Ranma, che sonnecchiava appoggiato al finestrino ed Akane, concentrata nello scegliere la playlist da mettere.
Ancora più in fondo, agli ultimi posti, Alexander ed io.
Mentre lasciavamo il distretto di Nerima, entrando in autostrada, e l'alba cominciava a far capolino rischiarando, con le prime sfumature turchesi, l'indaco del cielo, Akane si decise finalmente a passare l'iPod alla sorella e una musica dolce riempì l'aria.
La voce profonda e appassionata di un uomo con uno splendido accento inglese cominciò a cantare una canzone flautata e un po' malinconica, mentre Akane, crogiolandosi in quelle note delicate, fece scivolare la piccola testa sulla grande spalla del ragazzo che le era seduto accanto, addormentandosi con il sorriso sulle labbra.
Ranma, con la stessa tenerezza dipinta sul volto di lei, non si mosse, la fece rimanere lì, appoggiata sulla sua spalla, richiudendo poi gli occhi e appoggiando di nuovo la testa sul vetro mentre ascoltava le meravigliose parole cantate come una richiesta da quel ragazzo britannico.
<< Hai freddo? >> mi chiese in un sussurro Alexander, unico testimone, assieme a me, di quella dolcezza.
Riscuotendomi inaspettatamente dal torpore che mi aveva circondata, notai che le mie mani erano effettivamente freddissime e che dei piccoli brividi, dati dalla temperatura o forse dall'emozione, mi riempivano le braccia di pelle d'oca.
Mi girai ad incontrare i suoi occhi annuendo flebilmente e lui, con un semplice “vieni qui”, spalancò l'enorme braccio, avvolgendomi in un morbido e caldo abbraccio e facendo incastonare la mia testa sul suo petto scolpito.
La sorpresa mi colse improvvisa, come un temporale estivo, mentre la mia guancia si appoggiava con una delicatezza inattesa sulla roccia del suo torace e il suo braccio muscoloso mi stringeva a lui.
Così, con quel gesto inaspettato e dolce, anche io mi lasciai andare e chiusi gli occhi, come Akane davanti a me, mentre Alexander mi riscaldava e quel ragazzo nella canzone continuava a cantare un messaggio che, forse, aveva più di un significato per tutti noi.

"There's a hole in my soul
(C'è un buco nella mia anima)
I can't fill it, I can't fill it.
(Io non posso riempirlo)
There's a hole in my soul
(C'è un buco nella mia anima)
Can you fill it? Can you fill it?
(Puoi riempirlo tu?)

***

Quando mi svegliai il sole era già alto e Alexander non aveva smesso di tenermi stretta a lui, accarezzandomi le punte dei capelli mentre guardava l'oceano fuori dal finestrino.
<< Svegliati dormigliona >> continuava a ripetere Ranma dall'altro lato, punzecchiando con un dito la guancia di Akane << Siamo quasi arrivati >>
<< Sei il solito baka >> rispose lei con la voce bassa e lievemente infastidita << stavo facendo un bellissimo sogno... >>
<< Ah sì? E che stavi sognando, bella addormentata? >> intervenne squillante Nabiki << Un principe azzurro che ti svegliasse con un bacio e non con i dispetti? >> rise poi lei.
<< Nabiki ma che dici?? >> rispose Akane alzandosi a sedere di scatto, completamente rossa in viso, mentre Ranma faceva finta di non aver sentito, frugando nel suo zaino alla ricerca di “qualcosa”.
Anche io mi tirai su, guardando Akane con aria complice, mentre Kuno parcheggiava in una zona riservata di fianco alla spiaggia.
Non appena il pulmino si fermò scendemmo tutti, uno per volta, stiracchiandoci le membra e respirando un profumo di salsedine caldo ed intenso.
L'aria fresca dell'alba aveva ceduto il passo al tepore tipico delle mattinate di luglio, così come il vento che continuava instancabile a far volare i nostri capelli.
“È proprio una bella giornata” pensai guardando il cielo meravigliosamente limpido e azzurro sopra di noi e incamminandomi verso la distesa di sabbia fine e bianca che ci attendeva invitante.
Ranma, Alexander e Kuno, da bravi uomini, presero le borse e si avviarono per primi a montare l'ombrellone su quel magnifico tratto di spiaggia, mentre noi ragazze li seguivamo togliendoci i sandali per sentire la sabbia tiepida.
<< Va bene qui? >> chiese Ranma conficcando il palo nella sabbia.
<< Basta che non ci sia troppa gente, la calca mi dà sui nervi >> rispose fintamente altezzosa Nabiki, sfilandosi l'abito e rivelando al di sotto un bikini mozzafiato. Un due pezzi da urlo color ciliegia impreziosito sui bordi da paillettes ton sur ton, stretto ma non volgare, che metteva in risalto le generose curve della ragazza coprendo o mostrando sapientemente, attraverso triangolini di stoffa e laccetti, piccoli lembi della sua pelle liscia.
<< Kuno, mi sistemi la sdraio al sole? >> chiese poi con fare civettuolo, mentre lui la guardava con gli occhi leggermente sgranati, obbedendo senza riserve alla richiesta della ragazza che continuava a sbattere le lunghe ciglia nere.
<< Grazie... >> gli disse accomodandosi sul lettino con in mano una lattina di aranciata e gli occhiali da sole scuri sugli occhi, sembrava una diva del cinema.
Nabiki, come le sue sorelle del resto, era una ragazza bellissima, tanto di viso quanto nel corpo. Aveva delle meravigliose gambe lunghe e snelle, il ventre piatto e il seno piuttosto prorompente, tutte cose che lei, meglio delle altre, sapeva valorizzare perfettamente.
<< Beh, che ci fate lì impalati? >> disse rivolta a noi che non ci eravamo mossi dai nostri posti e ce ne stavamo immobili e ancora vestiti mentre la spiaggia si riempiva << Mica ho fatto una cosa strana, siete voi gli alieni, su svestitevi! >> concluse poi scuotendo la testa con aria sarcastica.
Ridestati improvvisamente dalla naturalezza della nostra amica, uno ad uno, cominciammo a spogliarci anche noi.
Kasumi indossava un bellissimo costume a fascia verde giada, che stringeva elegantemente le sue forme gentili e Akane aveva scelto un bikini giallo limone, meno provocante di quello delle due sorelle, ma altrettanto sofisticato ed in grado di rendere giustizia al suo corpo allenato e armonioso.
Ranma deglutì alla vista delle meravigliose gambe tornite, delle braccia lunghe, dei fianchi morbidi e della pelle nivea che la ragazza stava generosamente mostrando, a tutta la spiaggia.
<< Un costume un po' più coprente no? >> sibilò fra i denti il ragazzo.
<< Cosa c'è Ranma, ti dà fastidio? >> chiese lei, sbattendo le ciglia innocentemente.
<< Ma che vai dicendo! Ero solo preoccupato per gli altri bagnanti... potrebbero scambiarti per una balena e spaventarsi a morte! >> rispose lui facendole la linguaccia e cominciando, subito dopo, a correre verso l'acqua gridando “tanto non mi prendi” mentre Akane lo inseguiva brandendo qualche oggetto contundente.
Anche Kuno si sfilò la maglietta, rimanendo con i suoi boxer blu di Persia ed esponendo alla calda luce solare il torso scolpito.
Senza attendere oltre anche Alexander si spogliò, e non potei non rimanere incantata di fronte allo spettacolo marmoreo del suo fisico possente e muscoloso, nascosto solo da dei semplici boxer neri.
Io invece avevo scelto un bikini sobrio, bianco con dei minuscoli ricami floreali color crema, che non si discostava molto dal mio incarnato e che non dava troppo nell'occhio.
<< Che carina che sei, Jude >> mi disse Kasumi dopo aver terminato la telefonata con il suo fidanzato, che non era potuto venire con noi a causa degli impegni in ambulatorio.
<< Nabiki se non metti la crema ti scotterai! >> proseguì poi con i suoi modi materni, rivolta, questa volta, alla sorella.
<< Uff, che barba! >> replicò la ragazza posizionandosi a pancia in giù e slacciandosi i gancetti del reggiseno, per poi chiamare “Tatewaki!!” schioccando per due volte le dita.
Kuno non disse niente, si mise seduto di fianco alla ragazza e cominciò a spalmarle delicatamente la crema sulla pelle liscia e calda delle spalle e della schiena.
Io guardai Kasumi sorridendo e lei fece una faccia buffa, a metà fra lo scandalizzato e il rassegnato, mentre Alexander, al mio fianco, alzava le spalle divertito.

Poco dopo tornarono anche Ranma e Akane: lui completamente zuppo e con i capelli sciolti che gli grondavano sulle spalle, e lei con l'espressione di trionfo dipinta sul viso.
<< Ranma, ma cosa ti è successo? >> chiese Kasumi premurosamente, passandogli un telo da mare con disegnati sopra bizzarri personaggi di qualche fumetto.
<< Chiedi a quella racchia di tua sorella >> rispose lui togliendosi la maglietta.
Ormai ero abituata a vederlo a petto nudo, date tutte le volte che restava senza la parte superiore del karategi durante gli allenamenti nel dojo, ma fece lo stesso un certo effetto -e non solo a me- vedere i suoi muscoli, imperlati di minuscole goccioline d'acqua, sfavillare alla luce del sole.
<< Te la sei cercata! >> rincarò la dose Akane voltandosi di lato.
Per tutta risposta Ranma inarcò un sopracciglio incredulo, con l'aria di uno che voleva fargliela pagare, e poi agitò velocemente la testa, scrollandosi l'acqua dai capelli con energia e facendola ricadere sulla ragazza che, nel frattempo, cercava di ripararsi con le mani e strizzava gli occhi, come sotto la pioggia.
Non contento poi, le si buttò addosso facendo cadere entrambi e cominciò a rotolare, insabbiandole il corpo e i capelli con le mani mentre lei si dimenava e si contorceva come una bambina a cui stanno facendo il solletico.
Entrambi ridevano raggianti, più luminosi di quella meravigliosa giornata estiva, contagiando anche noi spettatori che facevamo il tifo -chi per lui e chi per lei- incitandoli con incoraggiamenti di ogni tipo.
Improvvisamente Akane ribaltò la situazione e si portò a cavalcioni sopra lo stomaco del ragazzo, avendo particolare cura nello spargergli la sabbia sul petto, che ormai aveva assunto un colore dorato.
<< Vai sorellina! >> gridò a quel punto Nabiki e Ranma, guardandola con la coda dell'occhio, stese il braccio per arrivare alla gamba del suo lettino.
Lo afferrò, alzandolo con una mano sola, mentre tutti i tendini in rilievo nella parte interna del bicipite davano prova della sua forza, e lo rovesciò.
Nabiki rimase per terra immobile, con la faccia a metà fra il fintamente indignato e lo schifato, attenta a non impastare più del dovuto crema e sabbia, mentre Kuno la guardava famelico.
<< Nabiki Tendo >> esordì il ragazzo avvicinandosi un passo alla volta << Sebbene sia stata un'esperienza più che unica toccare la tua pelle vellutata, e sinceramente te ne ringrazio, il trattamento da schiavetto che mi hai riservato oggi non si addice molto alla mia condizione di Aristocrat, dunque... >> Ci fu pausa lunghissima pausa ad effetto mentre lui la guardava intensamente e con il fuoco negli occhi << Questa è l'ora della vendetta! >> disse poi come un urlo di battaglia e si scagliò contro la ragazza, impanandola come una cotoletta, mentre lei cercava di scappare fra un “non osare” e l'altro.
Ranma e Akane, rimasti nella posizione in cui erano prima, avevano osservato tutta la scena ridendo di gusto, con quelle risate genuine che fanno bene all'anima, quando lei, scendendo dal ventre del ragazzo, gli disse qualcosa all'orecchio alzando gli occhi verso di me.
<< Oh no, no, no, no, no, no, no, no, no... >> continuai a ripetere io indietreggiando.
Avevo perfettamente intuito le loro intenzioni dai loro sguardi e dal fatto che si stavano avvicinando con le braccia tese sussurrando, con la teatralità degna di due zombie dei migliori film horror, frasi come “Non ci scappi, Jude”.
Ma furono nettamente più veloci di me e, dopo avermi gettato addosso un po' d'acqua da una bottiglietta, mi abbracciarono, una davanti e l'altro dietro, trasferendo la sabbia dai loro corpi al mio, per poi trascinarmi a terra con loro.
Alexander si unì presto a noi, buttandosi allegro nella mischia, e così continuammo a rotolarci in quella distesa di granelli caldi, giocando spensierati, afferrandoci per i fianchi, buttandoci gli uni sugli altri, impiastricciandoci la pelle e i capelli, mentre le risate gioiose sembravano non finire mai.

Quando la sabbia ci era entrata ormai anche nel naso e nessuno di noi aveva più il suo colore naturale, decidemmo che era ora di andarci a fare un bagno.
Lasciammo Kasumi, l'unica che era rimasta incolume dalla battaglia, a guardia delle nostre cose e ci dirigemmo verso la riva.
L'oceano era uno spettacolo.
Pacifico era davvero l'aggettivo che meglio lo descriveva.
Una distesa di acqua turchese, calma e piatta, che brillava tempestata da tanti piccoli diamanti che sembravano scendere dal cielo, come una moltitudine di minuscole stelline che danzavano sul blu.
L'aria ricolma di salsedine solleticava le narici ed il vento, salmastro e fresco, portava sollievo dal sole cocente.
Anche nella mia America c'è l'oceano, anche nella mia New York, ma chi dice che il mare è sempre lo stesso in qualunque posto si vada, sbaglia.
Il mare cambia, come cambiano gli orizzonti, come cambiano i paesaggi. Nemmeno il sole è sempre uguale. Nemmeno le persone sono sempre uguali.
Io di sicuro non ero uguale.
Chi torna da un viaggio non è mai lo stesso che è partito, no?
E pensare che l'acqua, con le sue onde e le sue risacche, con i suoi vortici e le sue maree, va e viene in continuazione, si infrange e si riassorbe sempre.
Come fa ad essere sempre la stessa?
Sorrisi a quel pensiero mentre mi guardavo intorno e vedevo i miei amici, con la pelle resa ocra dalla sabbia, tanto che parevano abbronzati, tanto che i loro occhi, azzurri o castani che fossero, risultavano più luminosi che mai. Li vedevo mentre il riflesso dell'oceano li rendeva più belli e la brezza marina gli spettinava i capelli. Vedevo i loro denti, esposti nei migliori sorrisi, più bianchi delle nuvole e le loro espressioni contente.
Poi, improvvisamente, vidi un'ombra, dapprima lontana e man mano sempre più vicina, un'ombra che non era sporca di sabbia come noi, ma che, come noi, aveva gli occhi verdi scintillanti e i capelli scarmigliati.
Ryoga arrivò sorridente, maestoso e bello, con il costume militare e i muscoli in bella vista.
<< Ciao ragazzi sono ore che vi cerco ma che... che avete combinato? >> chiese salutandoci.
<< Battaglia di sabbia >> rispondemmo tutti all'unisono.
<< State andando a farvi il bagno? >> chiese poi lui, ma notai che la sua voce aveva subito una leggera incrinatura.
<< Sì, vuoi venire con noi? >> gli domandò Akane con voce gentile.
<< Ehm... oh, Akane sei... sei molto gentile ma io... no... io credo che vi aspetterò qui... >>
<< Ma dai vieni, non farti pregare! >> cercò di convincerlo lei.
<< No, no, ma grazie dell'invito... Vado a dire ad Ukyo che siete arrivati... così poi possiamo andare tutti a pranzo... o-ok? >>
<< Non ci metteremo molto, non c'è bisogno che tu l'avverta! >>
<< Akane, se Ryoga non vuole venire forse c'è un motivo... >> la interruppe Nabiki << Hai paura dell'acqua? Brutti ricordi? >> sogghignò lei.
<< Ma che dici! >> ribatté lui con il tono quasi offeso << Io non ho paura di niente! >>
<< Allora dimostracelo! >> disse Ranma tirandogli addosso delle piccole palle di sabbia bagnata che finirono per sporcarlo tutto << Adesso devi sciacquarti anche tu >> ghignò poi.
<< Tranquillo, nemmeno io so nuotare. Noi non andremo nell'acqua alta, resteremo vicini! >> lo rassicurò ulteriormente Akane e lui sorrise, finalmente rasserenato.
<< E va bene, mi avete convinto! Andiamo!! >>

Ci prendemmo per mano, come una lunga catena umana, ed affrontammo l'oceano tutti insieme, correndo.
A contatto con i nostri corpi caldi e sudati l'acqua era un gelido piacere.
Giocammo per quelle che sembrarono ore, eravamo una combriccola di ventenni o poco più ma ci divertivamo come bambini.
Ci rincorremmo in lungo e in largo su quel tratto di blu che ci aveva accolti, sotto gli sguardi stupiti, sorridenti o semplicemente curiosi della gente che osservava sette ragazzi tuffarsi, schizzarsi e ridere come matti.
Ci fu anche una battaglia acquatica, di quelle dove la ragazza deve salire sulle spalle del ragazzo e cercare di affondare l'altra coppia, dove vinsero Ranma e Akane, ché lei, anche se non sapeva nuotare, in quanto a forza non si faceva battere da nessuno.
Nabiki, Kuno, Ranma, Alexander ed io facemmo persino una gara di nuoto spingendoci verso le profondità dell'oceano, mentre Ryoga e Akane si tenevano per mano dove l'acqua era più bassa, lei che ci salutava raggiante e lui, color porpora in viso, che sembrava più rigido di uno stoccafisso (ed io sospettai che non fosse necessariamente solo a causa della paura dell'acqua).
La gara -ovviamente- fu vinta da Alexander, dato che una sua bracciata valeva tre volte quella della maggior parte di noi e fu poi costretto da Ranma a dargli una rivincita nella quale, nemmeno a dirlo, arrivarono pari.
Il tempo trascorse veloce, correndo quasi più di noi, e venne l'ora di raggiungere Kasumi che ci attendeva a riva con una pila di teli fra le mani, di asciugarci e di andare -finalmente- a incontrare la persona per cui quella gita al mare aveva avuto luogo: Ukyo.
Ci affidammo così al senso dell'orientamento di Ryoga, che era stato al suo chiosco fino a prima di incontrare noi e, dopo quasi un'ora spesa a scottarci i piedi con la sabbia infuocata e a cercare un po' d'ombra su e giù fra gli ombrelloni, arrivammo, giusto in tempo per il pranzo.
<< Oh Jude, vedrai >> mi disse Ranma entusiasta << Ukyo fa le okonomiyaki migliori di tutto il Giappone! >>
<< Wow... fantastico... ma che cos'è esattamente una okonomiyaki? >> chiesi esitante.
<< Che scemo, ovviamente non ci sono in America! Ecco, l'okonomiyaki è... è... >>
<< Il termine “okonomi” si può tradurre con “ciò che vuoi” e “yaki” con “alla griglia” >> esordì Nabiki << Per dirla all'americana, ha la forma di un pancake... È una specie di pizza insomma, con sopra tutto quello che vuoi >> finì lei strizzando un occhio.
<< Beh Jude, vedrai che ti piaceranno! >>
<< Ne sono sicura! >> dissi io sorridendo e raggiunsi gli altri, di poco avanti a noi.

***

Prima di partire immaginavo il Giappone come una meravigliosa perla dell'Oriente, il posto più bello di tutta l'Asia, così affascinante con le sue tradizioni, così intrigante con i suoi luoghi spettacolari.
Dall'inizio della mia permanenza nella terra del Sol levante però ero giunta anche ad un'ulteriore conclusione: il Giappone era, senza ombra di dubbio, il luogo dove c'erano i ragazzi più belli che avessi mai visto.
Dopo Kuno e il suo fisico possente che lo faceva assomigliare a una montagna massiccia; dopo Ryoga e i suoi muscoli prepotenti ma gentili; dopo Ranma e i suoi occhi che avrebbero potuto tranquillamente fare
concorrenza all'oceano, dopo l'incantevole bellezza di ognuno di loro, beh, c'era Ukyo.
Ukyo era uno chef, un affascinantissimo chef.
Aveva dei lunghi capelli color cioccolato legati in una coda bassa, dei grandi occhi blu avio, delle piccole labbra carnose ed un sorriso smagliante.
L'atteggiamento, mentre cuoceva la sua specialità su una piastra calda e maneggiava con destrezza delle spatole argentate, era sicuro di sé e dolce al tempo stesso. Dispensava sorrisi ai suoi clienti, asciugandosi di tanto in tanto il sudore con una manica della divisa grigio perla impreziosita da bottoni dorati e si muoveva instancabilmente, con una velocità straordinaria, riempiendo quei pancakes orientali con ogni tipo di ingrediente.
I lineamenti del suo viso erano delicati e gentili, quasi come quelli di una ragazza, e aveva un leggero odore di spezie.
Non appena ebbe finito di servire le numerosissime persone accorse su quell'angolino di spiaggia per assaggiare le sue okonomiyaki -che a quanto pare erano davvero una prelibatezza- corse a salutarci.
<< Venite, ragazzi! >> ci gridò quando la folla cominciò a diradarsi, e noi ci avvicinammo.
<< Ciao U-chan! Questa è Jude, la nostra amica americana >> mi presentò Ranma << Jude, Ukyo ed io siamo amici da quando eravamo due poppanti >>
<< Molto piacere >> dissi io inchinandomi e lui fece lo stesso, aggiungendo un “il piacere è tutto mio”.
<< E lui è Alexander, anche lui è in scambio culturale come Jude >> aggiunse poi Akane, tirando una gomitata a Ranma che mimò un “ma che ho fatto?” alzando le mani con aria contrariata.
Ukyo fissò Alexander e mi sembrò quasi arrossire per un momento, ma poi rispose al suo inchino e tornò velocemente dietro al bancone.
<< Allora, voi due, avete mai assaggiato le okonomiyaki? >>
<< No, mai >> risposi io, enfatizzando le parole con il movimento della testa.
<< Beh, anche se fosse, non avete mai provato le mie! Ran-chan gli hai detto che sono le più buone del mondo? >> scherzò lo chef.
<< Ma certo! >>
<< Come le volete? >> chiese poi versando da un mestolo sette piccole porzioni di impasto e allargandole con una spatola.
<< Special! Ho già l'acquolina in bocca al solo pensiero! >> disse Ranma leccandosi le labbra e massaggiandosi la pancia in modo decisamente eloquente.
<< E sia! Sette okonomiyaki special per i miei amici! Ryoga verresti a darmi una mano? >>
Il ragazzo rispose con un cenno del capo, si rimise l'usuale bandana gialla, tolta per fare il bagno, e andò dietro al bancone con il cuoco.
<< Non sapevo che sapessi cucinare anche tu >> sussurrai io rivolta a Ryoga.
Da quando eravamo arrivati al mare non avevamo parlato molto e la cosa, a dire la verità, non mi piaceva. Sembrava quasi che mi stesse... evitando?
<< Oh... beh...io >> farfugliò lui grattandosi la testa << Me la cavo! Eh-eh-eh-eh... >>
No, forse era solo una mia impressione, in fondo era il ragazzo timido e impacciato che avevo conosciuto.
<< Oh, su Ryoga, non fare il modesto >> intervenne Ranma << Jude, devi sapere che glielo ha insegnato Ukyo! Quando lui è in città va spessissimo al suo ristorante... >>
<< Ma che dici Ranma? Ci vado qualche volta, così, per salutare... >> rispose Ryoga scaldandosi più del dovuto.
<< Se lo dici tu! >> proseguì Ranma in tono allusivo.
Ukyo non disse niente, rimase con un sorriso accennato sulle labbra e ci servì i nostri piatti.
Il profumo era delizioso e le okonomiyaki erano decorate magistralmente, con sottili linee di salsa quasi bordeaux e maionese che si intersecavano sui gamberetti formando un reticolato perfetto.
<< Fatemi sapere come sono >> disse il cuoco appoggiandosi con i gomiti sopra al bancone e guardandoci trepidante, ancorando i begli occhi ai nostri in attesa di una risposta.
La cucina giapponese è un'esperienza unica, un ventaglio di sensazioni e sapori: delicate o energiche, miti o intense, salate, acetate, dolci, ma sempre deliziose.
Fino a quel giorno avevo assaggiato tantissime specialità del paese del Sol levante, dato che Kasumi era una cuoca eccezionale, e anche dell'ottimo sushi, in un piccolo ristorantino vicino all'università insieme a Ranma e Akane, ma l'okonomiyaki era entrata di diritto fra i miei piatti preferiti.
Forse era merito dell'impasto o della salsa dal sapore esotico e particolare, niente che avrei mai potuto trovare a New York, ma me ne innamorai al primo morso.
<< Sono squisite Ukyo, complimenti >> risposi alla sua domanda con slancio e lui fece uno stupendo sorriso a trentadue denti.

***

Le prime ore del pomeriggio arrivarono calde e afose, e noi dovemmo lasciare Ukyo al suo lavoro, con la promessa però che ci saremmo rivisti prima di ripartire.
I ragazzi organizzarono una partita a beach volley e mentre Akane, Nabiki e Kasumi si erano fermate in un piccolo chiosco con il tetto di paglia a bere un drink fruttato da bicchieri decorati con gli ombrellini, io ero rimasta seduta sulla sabbia a guardarli.
A guardare le forme armoniose dei loro bei corpi sudati stendersi, contrarsi e levarsi elegantemente in volo.
A guardare i loro colori rincorrersi, fondersi e poi distaccarsi di nuovo; a guardarli mentre colpivano con forza la palla bianca e blu, mentre si buttavano per terra per riceverla, mentre si abbracciavano ad ogni punto.
Rapita dai sorrisi e la loro allegria mi ritrovai a pensare ad Alexander: così bello e statuario, così misterioso e riservato nei modi di fare, così simile a me per certi versi.
E poi a Ryoga. Bello, forte, ma anche timido e gentile e... sfuggente, ultimamente soprattutto.
Mentre i miei occhi castani erano persi in quello scenario, improvvisamente una mano sulla spalla mi fece sussultare.
<< Un penny per i tuoi pensieri >> sussurrò Akane accovacciandosi sulla sabbia accanto a me << Ti va bene lo stesso uno yen? >> aggiunse poi tirandomi una monetina argentata.
Io risi divertita, tornando poi a puntare gli occhi sulla partita con ancora il sorriso sulle labbra.
Giocherellavo con quel piccolo pezzo di metallo passandomelo e ripassandomelo fra le dita, mentre il mio sguardo si perdeva oltre i ragazzi, direttamente nell'orizzonte.
Akane continuò a tacere al mio fianco, senza dire una parola, semplicemente fissandomi e aspettando che mi decidessi a rompere il silenzio.
<< Non pensavo a niente di particolare... >> dissi alla fine in un soffio che pareva rassegnato.
<< Mmm >>
<< Beh... è che... forse è solo una mia impressione, ma da quando siamo arrivati qui mi sembra che lui... lui sia un po' sfuggente >> mormorai imbarazzata, con la voce più bassa per non farmi sentire dal resto del gruppo.
Akane si voltò a guardare i ragazzi proprio mentre il gioco si era fermato per un secondo e Alexander, venuto più vicino per prendere un po' d'acqua, mi aveva sorriso facendomi l'occhiolino.
<< Che dici? Se non ha occhi che per te! Secondo me gli piaci! >> mi disse in un bisbiglio.
<< Ma se mi ha evitata per tutto il tempo! >>
<< No, no, credimi. Non lo conosco così bene ma me ne sono accorta persino io! >> riprese lei con più energia, cercando di rassicurarmi.
<< Credevo foste molto amici... non vi conoscete da anni? >>
<< Ma di chi stiamo parlando? >>
<< Di... di... ehm... di... Ryoga >> ammisi infine.
<< Jude, ma... tu e Ryoga..? >> chiese facendomi avvampare.
<< No! No! È solo che, beh ecco... mi sembrava che fossimo diventati amici, andiamo d'accordo... E invece, tutto ad un tratto, mi evita completamente! Credi che si sia offeso per qualcosa che ho fatto? >>
Akane assunse un'aria pensierosa: << Mmm... forse si è accorto che fra te e Alexander... >>
<< Ma non c'è niente fra me e Alexander! Siamo solo buoni amici, come credevo di esserlo con lui! >>
<< Allora probabilmente dipende da Ukyo >>
<< Da Ukyo? >> domandai un filino incredula, non riuscendo a capire cosa c'entrasse il bel cuoco con lo strano comportamento di Ryoga.
<< Sì... sai, Ryoga è stato per anni innamorato di me >> mi confidò la mia amica, arrossendo in una maniera così dolce e pura che non potei trattenermi dal sorridere a mia volta ricordando perfettamente le parole di Ranma: “Ma chi, Akane? No figurati, ingenua com'è non si accorgerebbe che un ragazzo è innamorato di lei nemmeno se lui le scrivesse dei manifesti.
<< È... è un segreto... anche io l'ho scoperto da poco... non credo che lui sappia che io so... >> riprese imbarazzandosi sempre di più << Ryoga è un ragazzo davvero buono e dolce, anche se molto timido; un amico ineccepibile e con un grandissimo senso della giustizia. Forse, dedicandoti troppe attenzioni, crede di fare un torto a Ukyo... ultimamente crediamo che ci sia del tenero fra loro... >>
<< Oh... >> non sapevo cosa dire.
<< Una volta, un po' di tempo fa, siamo andati a fare una scampagnata tutti insieme nella grotta più infestata di tutto il Giappone, chiamata “tunnel del perduto amore” >> cominciò a raccontarmi Akane sorridendo al solo ricordo << È una galleria buia, piena di imprevisti e dove si può entrare solo a coppie. Se l'amore che lega i due innamorati è sincero, la coppia uscirà illesa e unita come prima. Se invece il legame è debole, gli spiriti riusciranno a separare i malcapitati o i due finiranno comunque a litigare e lasciarsi. Beh... Ryoga e Ukyo superarono il tunnel insieme! In realtà lo fecero per cercare di separare Ranma e me, ma quella è un'altra storia >> concluse in una risata.
<< Akane, temo di non seguirti più! Sono un po' confusa... cosa c'entrate tu e Ranma? >>
<< Te l'ho detto! Bisognava entrare a coppie e io entrai con Ranma e... >>
<< Quindi il ragazzo a cui appartiene il tuo cuore è... Ranma? >> chiesi io sogghignando nel vederla imporporarsi e spalancare i begli occhi color del whisky.
<< Eh? Ma figurati se posso essere innamorata di quel baka! >> rispose con la voce più alta di un'ottava << Solo che Nabiki entrò con Kuno, Mousse si attaccò come al solito a Shan-pu e mio padre entrò con Kasumi. Il signor Genma con Cologne (la vecchia bisnonna di Shan-pu) Kodachi con Sasuke... che altro potevo fare? Sono dovuta per forza entrare con Ranma... non che la cosa mi entusiasmasse più di tanto... >> finì riprendendo fiato.
<< Il non piacere è stato tutto mio, maschiaccio! >> le gridò Ranma dal campo da gioco facendole la linguaccia.
<< Che vuoi tu? Non ascoltare i nostri discorsi da donne! >>
<< Io di donna ne vedo una sola e comunque Jude, dovevi vederla la tua amica mentre si stringeva a me temendo che ci fosse qualche fantasma! “Ohhh, che paura che ho Ranma!!!” e intanto mi abbracciava! >> la prese in giro lui parlando in falsetto per farle il verso.
<< Andiamocene via, Jude qui non si può stare in pace! >> disse Akane scattando in piedi e mi trascinò lontano aggrottando le sopracciglia spazientita e facendogli una boccaccia come riposta.
<< Insomma... dicevi? >> le chiesi io quando ci fummo allontanate a sufficienza.
<< Non mi ricordo... >> finse lei grattandosi la nuca.
<< Mmm... vediamo... tu che ti avvinghi a Ranma... >>
<< Eh?? No, no... io non mi sono avvinghiata proprio a nessuno! Non ascoltarlo! >>
<< … >>
<< Tornando al discorso di Ryoga... ecco, lui e Ukyo uscirono da quel tunnel insieme. Ranma sostiene che da quel momento Ryoga abbia smesso di sperare che tra me e lui.... beh ecco... sì, insomma hai capito dai... >>
<< Potesse succedere qualcosa >> completai per lei.
<< Esattamente. E lo stesso vale per Ukyo >>
<< Ukyo? >> domandai ancor più confusa << Ukyo voleva uscire con te? >>
<< Eh? Ma no, non con me naturalmente. Con Ranma! Anche se da quel momento in poi smise di andargli dietro come faceva prima >>
<< Anche Ukyo andava dietro a Ranma? >>
<< Soprattutto Ukyo! Quasi peggio di Shan-pu e Kodachi! >> asserì lei con l'aria di una che la sa lunga, ma poi si affrettò a correggersi: << No, peggio di Shan-pu no! >> aggiunse poi facendo scoppiare entrambe in una sonora risata.
<< Ma... non sono amici? >>
<< Oh sì, molto amici! Si conoscono da quando erano bambini solo che beh, è una storia lunga! >>
<< Ho tempo >> risposi mentre cominciavamo a passeggiare lungo la riva.
<< Ranma è arrivato qui solo qualche anno fa ma prima ha avuto una vita molto difficile. Quando era ancora piccolo suo padre lo strappò alle cure della madre per portarlo con sé in viaggio di addestramento per tutto il Giappone e buona parte della Cina. Sotto la guida di Genma, Ranma è diventato l'abile artista marziale che hai potuto ammirare. Si è allenato in molti posti apprendendo una moltitudine di tecniche diverse, ecco perché oggi è così forte >> mentre Akane seguitava nel racconto io mi soffermai un momento a guardarla e capii quanto fosse fiera di lui, non solo dalle parole che gli riservava, ma anche dai sorrisi teneri che faceva quando si interrompeva. Per non parlare degli occhi che, assottigliati e persi nell'orizzonte, celavano uno sguardo ricolmo di ammirazione e affetto; forse non guardavano nulla di particolare, semplicemente vedevano oltre.
<< È stato proprio durante uno di questi viaggi che Ukyo e Ranma si sono conosciuti e sono diventati amici. Un giorno si imbatterono nel signor Kuonji, il padre di Ukyo. Anche lui era un cuoco di okonomiyaki e aveva un chiosco mobile. Devi sapere che Genma e Ranma non avevano molti soldi, dormivano in una tenda e mangiavano quando potevano, così Genma, pur di assicurarsi del cibo, promise al signor Kuonji, in cambio del carretto di okonomiyaki, che Ranma e Ukyo si sarebbero sposati una volta adulti. Inutile dire che poi rubò il chiosco e non si fece più vedere... >>
Io ascoltai avidamente quella storia bizzarra e strampalata, in perfetto stile “Saotome”, e Akane proseguì, raccontandomi di quando Ukyo, una volta ritrovato Ranma, inizialmemente ce l'avesse con lui per la storia del chiosco rubato, ma anche di come, dopo poco tempo, fosse caduto preda anche lui del fascino del nostro bellissimo amico innamorandosene perdutamente.
<< È per questo che si chiamano in quello strano modo? >>
<< Ran-chan e U-chan, dici? >>
Io annuii e Akane sorrise.
<< Sì, anche. I suffissi onorifici hanno sfumature abbastanza complicate da capire nella lingua giapponese >> disse mimando la voce del nostro professore di storia della cultura giapponese.
<< Il suffisso “-chan” è per di più un vezzeggiativo, viene usato da una persona adulta per riferirsi ad una più giovane. Ad esempio mio padre potrebbe chiamarti Jude-chan, o anche Kasumi perché è più grande di te. E poi si usa anche fra persone che hanno moltissima confidenza: tra fratelli per esempio, o amici di vecchia data e infine tra fidanzati... a volte... anche se è più intimo chiamarsi solo per nome... >>
<< Mmm ho capito... e io, ad esempio, come dovrei chiamarti? >>
<< Tu potresti chiamarmi Akane-chan perché ormai siamo grandi amiche! >> rispose lei con il suo solito sorriso contagioso << E io ti chiamerei Jude-chan! >>
<< E invece come dovrei chiamare Ranma? >>
<< Ranma-kun. Il suffisso “-kun” per i ragazzi e “-san” per le ragazze si usa fra persone che sono amiche ma hanno meno confidenza. Per esempio Ryoga mi chiama Akane-san, anche se ci conosciamo da anni, perché è troppo rispettoso e timido per chiamarmi Akane-chan, sarebbe sconveniente. E poi sono indici di un rispetto maggiore: si usano quando chiami una persona più grande di te, per esempio io e te dovremmo chiamare Kasumi Kasumi-san perché è più grande di noi >>
<< Quindi Ranma chiama Ukyo U-chan perché sono amici da moltissimo tempo e Ukyo lo chiama Ran-chan sia per la loro amicizia e sia in nome del suo amore? >>
<< Credo di sì >> rispose lei ridacchiando.
<< Anche se... >>
<< Anche se recentemente anche Ryoga ha cominciato a chiamare Ukyo U-chan >>
Io non dissi nulla e continuai a camminare guardando le persone che passeggiavano davanti a me.
E così Ryoga si comportava in questo modo strano perché, dimenticando Akane, si era avvicinato sempre di più a Ukyo, il bellissimo cuoco precedentemente innamorato di Ranma per via di una vecchia promessa fatta a suo padre da Genma.
Non potei fare a meno di pensare che Ranma era una specie di carta moschicida per le situazioni più assurde: Kodaci Kuno, la sorella di Tatewaki, era innamorata di lui e cercava di attirarlo a sé avvelenandolo e rapendolo con frequenza mensile; Shan-pu, la bellissima amazzone cinese, era convinta di doverlo sposare perché lui l'aveva battuta in uno scontro e le severissime leggi del suo villaggio le imponevano questa regola; e ora venivo a sapere che anche Ukyo era legato a Ranma per qualcosa che andava contro la sua volontà.
Mi ritrovai a chiedermi se, fra tutte quelle bislacche fidanzate, Ranma ne avesse una che aveva scelto col cuore.
A Nerima sembrava vigere una regola particolare: la maggior parte delle ragazze era innamorata di Ranma, per via di qualche bizzarro evento, regola o semplicemente perché ammaliata dal suo fascino a cui nessuno sembrava poter resistere. I ragazzi invece non avevano occhi che per Akane. Ad eccezione di Ukyo a quanto pareva e Mousse, che vedeva solo Shan-pu.
Continuando a fissare con sguardo vuoto di fronte a me, non potei non cominciare a chiedermi come mai. Eppure questo quartiere speciale a nord est di Tokyo brulica di ragazze e ragazzi dalla bellezza mozzafiato.
Chissà se Akane e Ranma erano interessati a qualcuno dei loro pretendenti oppure no.
E chissà se, a parte le coppie nascenti come Nabiki e Kuno -ormai era evidente ci fosse un certo feeling fra loro-, anche gli altri miei strampalati amici celavano nei loro cuori un amore diverso, nascosti sotto l'alibi di essere ancora innamorati di Ranma o Akane.
Il mio pensiero andò subito a Ryoga e Ukyo e una fastidiosa sensazione mi attanagliò lo stomaco.
Chissà se...

Ma proprio in quel momento qualcosa, o per meglio dire qualcuno, interruppe i miei pensieri.
Dall'altra parte della spiaggia Ukyo si stava facendo largo fra la folla di bagnanti per raggiungerci. Indossava ancora l'uniforme da lavoro con la cui manica si stava asciugando il sudore che gli imperlava la fronte.
<< Ukyo, hai finito il turno per oggi? >> chiese Akane.
<< Sì! Ohhh, che fatica e che caldo!! Ma dove sono gli altri? >>
Prima ancora che qualcuna di noi potesse rispondergli, i ragazzi ci vennero incontro con fare irruento, alzando un gran polverone e travolgendoci come una valanga.
<< Noi abbiamo bisogno di un altro bagno! >> gridò Ranma correndo verso l'acqua.
<< Già, siamo di nuovo tutti sporchi >> aggiunse Kuno raggiungendolo.
<< Hey aspettatemi, vengo anche io!! >> disse Ukyo con entusiasmo, poi sfilò dalla tasca una sottile fascia arancione e se la annodò sulla testa facendo un grande fiocco, tirando indietro una parte di frangia e sciogliendosi i capelli.
Proprio nel momento in cui realizzavo che il ragazzo dai tratti delicati che sembrava quasi una ragazza in realtà era una bellissima ragazza per niente androgina, lei si tolse la divisa da chef e mostrò un fisico tonico e asciutto, messo in risalto da un bellissimo costume con il reggiseno a fascia e le culottes blu notte, bordato di arancione come il nastro che le reggeva i capelli.
Forse, in quel preciso istante, seppi che nome dare a quella strana sensazione che mi pesava sullo stomaco.
La mia espressione doveva apparire proprio stupita -oltre che molto stupida- perché Akane mi guardò apprensiva:
<< Tutto bene, Jude? >>
<< Sì... >> sussurrai io ancora incredula << Ma Ukyo... Ukyo è una ragazza! >> chiesi mentre tutto nella mia testa acquistava magicamente senso.
Akane scoppiò a ridere molto, molto, ma molto divertita.
<< Hey... è fraintendibile! >> dissi mettendo un piccolo broncio e sentendomi leggermente offesa dalla mia amica che si stava prendendo gioco di me.
<< No, no, scusami, Jude >> annaspò lei non riuscendo a fermarsi << È che anche Ranma inizialmente ha creduto che fosse un maschio! Però hai ragione, Ukyo ha vissuto molti anni comportandosi come un ragazzo, ha persino frequentato una scuola maschile! >>
Io annuii pensierosa mentre Akane venne scossa da una nuova ondata di risate senza fine.
<< Scusami... è che è così comico! Sono stata mezz'ora a parlarti di Ukyo, Ranma e Ryoga... chissà cosa devi aver pensato!! >>
<< Già >> feci io, ma il pensiero che Ukyo fosse una ragazza non mi divertiva poi così tanto.
La osservai ancora, con consapevolezza questa volta, mentre si aggrappava alle spalle di Ryoga solleticandogli la pelle accaldata con i capelli scuri, mentre rideva sfoggiando una dentatura perfetta, mentre saltellava in acqua facendo risaltare le sua forme sinuose.
Era davvero bellissima, ancora di più da ragazza che da ragazzo.
<< Akane, Jude, che ci fate ancora lì? >> gridò Ranma uscendo dall'acqua e rientrandoci trascinandosi dietro un'Akane rassegnata ma divertita.
<< Coraggio >> mi disse Alexander invitandomi a raggiungerli con un cenno della mano.
<< Dai Jude, vieni anche tu! >> urlò Ryoga ed io entrai in acqua.

***

La nostra gita al mare era giunta al termine.
Le risate, i giochi, i bagni, le corse, tutto era cessato ed era arrivata l'ora di tornare a casa mentre il sole si stava preparando a darci la buonanotte.
Ci incamminammo verso il nostro pulmino guardando le fotografie che Nabiki aveva scattato in quella giornata piena di emozioni e nuove scoperte.
Ce n'erano alcune in cui eravamo tutti insieme, in posa o buttati gli uni sugli gli altri fra la sabbia, alcune in cui sorridevamo e altre nelle quali facevamo delle buffe boccacce. Ce n'erano poi un paio dei ragazzi mentre giocavano a beach volley, una di Ukyo mentre cucinava, una mia e di Akane mentre passeggiavamo sulla battigia, una di Kuno che prendeva il sole e una di Kasumi al telefono.
Ma la più bella era quella scattata per ultima.
Eravamo appena usciti dall'ultimo bagno e Nabiki aveva gentilmente chiesto ad un passante di farci una foto. Il dito poco esperto di quel signore grassoccio e con pochi capelli aveva catturato una scena splendida: Kuno, il primo a sinistra, gonfiava il petto mentre Nabiki, che lui teneva abbracciata per la vita, alzava gli occhi al cielo; di fianco a loro Kasumi con la mano sinistra alzata in segno di saluto e sul volto il sorriso di chi ha passato una bella giornata; poi Ranma che teneva un braccio intorno a me e l'altro intorno ad Akane mentre con l'indice e il medio di entrambe le mani faceva il segno “V” di vittoria; accanto a noi, simpaticamente inginocchiato di fianco alle mie gambe, Alexander; ed infine Ukyo che faceva una linguaccia e Ryoga che sorrideva mostrando i canini.
Guardai quella foto per un minuto intero soffermandomi ad osservare con attenzione i volti rilassati e sorridenti dei miei compagni di avventura. Ne mancavano alcuni, come Kodachi, Shan-pu e Mousse che avevo già conosciuto, e altri che avrei incontrato a breve e che mi avrebbero regalato altre pagine da raccontarvi, ma mi innamorai a prima vista di quella foto.
<< Bella questa! >> disse Ukyo arrivando alle mie spalle << Devo chiedere a Nabiki di farmene una copia! >>
<< Ti costerà cento yen! >> gridò quella in risposta.
<< Sei sempre la solita!! >>
<< Squadra che vince non si cambia. Jude, per te è gratis tranquilla >> disse ancora facendomi l'occhiolino.
<< Quella ragazza non cambierà mai! >> riprese Ukyo con un sorriso rivolto a me.
Fra tutte le “fidanzate” di Ranma lei era di sicuro la più cordiale.
Lei che, come mi aveva raccontato Akane, si definiva “la fidanzata carina” e carina lo era per davvero.
Era indubbiamente meno sexy e provocante di Shan-pu, che era bella come un'attrice, e sicuramente più sana di mente di Kodachi, che -pazzia a parte- aveva un fascino altero con quei due occhi glaciali.
Ma Ukyo aveva in lei un certo non so che, un qualcosa che la rendeva estremamente “carina” non solo nell'aspetto fisico ma anche nei modi, sempre gentili e amichevoli, tanto che nemmeno una “rivale” avrebbe potuto non volerle bene.
<< Allora, come ti trovi qui da noi? >> mi domandò camminando al mio fianco.
<< Oh molto bene, il Giappone mi piace tantissimo e le persone sono tutte così simpatiche! >>
<< In particolare una eh, Jude? >> ironizzò Nabiki con il suo solito acume pungente.
<< Chi? >> chiese Ukyo curiosa << Non sarà mica Ranma? >>
<< No. La nostra Jude va molto d'accordo con Ryoga... vero? >> rispose provocatoria la ragazza con il caschetto.
<< Oh... >> disse Ukyo << In... in che senso? >>
<< Non ti darà certo fastidio, no? Tu sei la fidanzata di Ranma dopotutto... >> precisò Nabiki.
Più passava il tempo e più mi accorgevo che “iena” era davvero il soprannome perfetto per lei.
<< Dopotutto... >> fece eco la cuoca.
<< In nessun senso, io e Ryoga siamo solo buoni amici, come con tutti gli altri dopotutto >> riposi io puntualizzando e finalmente il respiro di Ukyo tornò regolare.
<< Ah già, dimenticavo Alexander! >> fu l'ultima frase di Nabiki accompagnata da un occhiolino mentre saliva i gradini del pulmino.
<< Finalmente! Stavamo aspettando voi per partire! >> ci disse Kuno porgendo il navigatore alla ragazza appena entrata e così partimmo.
E Ukyo partì con noi.

***

Il viaggio di ritorno fu l'esatto contrario di quello di andata.
Eravamo tutti così stanchi che quasi nessuno parlava; ce ne stavamo in silenzio, con gli occhi semi chiusi, ad ascoltare la musica mentre il sole calava.
Chi senza pensieri, chi con mille domande, chi senza riposte, chi con molta confusione.
Poi, improvvisamente, Ranma si mise in ginocchio sul suo sedile e si girò verso Akane e me, sedute dietro, indicandoci il finestrino.
<< Guardate! >> disse e noi ci voltammo.
L'alba aveva accompagnato la nostra andata, il tramonto stava accompagnando il ritorno.
Fuori il cielo era un concerto di colori.
Bagnate da una luce calda e arancione, Akane ed io rimanemmo senza fiato.
<< Non è bellissimo? >> ci chiese Ranma continuando a guardare il meraviglioso spettacolo che la natura ci stava regalando.
La luce solare inondava tutto con le sue cascate color ambra, facendo apparire ogni cosa più sfavillante, dorata e preziosa.
Soprattutto i nostri occhi. Di qualunque colore fossero, erano resi ancora più belli dal riflesso del sole che ci si specchiava dentro.
<< Sì, Ranma, è meraviglioso >> rispose Akane spostando lo sguardo verso di lui che stava assorbendo le sfumature del cielo mentre le sorrideva.
E mentre ammiravamo incantati quella danza di colori, di nuovo una canzone riempì l'aria. Ma questa volta quasi tutti ne cogliemmo il senso.

"There's a hole in my soul
(C'è un buco nella mia anima)
I can't fill it, I can't fill it.
(Io non posso riempirlo)
There's a hole in my soul
(C'è un buco nella mia anima)
Can you fill it? Can you fill it?"
(Puoi riempirlo tu?)

Puoi riempirlo tu?

***

Buongiorno! Ce l'ho fatta! Questo capitolo è stato un parto!!
Prima di tutto una piccola nota tecnica: la canzone che i ragazzi ascoltano per ben due volte e che dà il titolo al capitolo si chiama Flaws ed è dei Bastille. A parte la melodia molto orecchiabile e il bel testo, io la consiglio alle estimatrici del british accent come me... il modo in cui il cantante dice "can" è wow!!
Poi... cominciamo con i ringraziamenti.
Prima di tutto un grazie speciale ad una persona senza la quale non solo questo capitolo non avrebbe visto la luce, ma probabilmente la mia storia avrebbe subito un pesante stop (dato che la fantasia e la voglia cominciano a scarseggiare), la mia motivatrice e beta... Gretel85! Ho solo una parola per lei (e i suoi audio): irrinunciabile!
Il secondo grazie va al Signor Treccani che ci ha fatte diventare matte con le sue regole alquanto contestabili XD
Ancora, un grazie di cuore alla mia Matrona che mi ha aiutata a spiegare i suffissi onorifici giapponesi, le parole di Akane sono le sue <3
Infine (ma non per importanza), grazie a Pierre e Pia che hanno scelto i costumi da bagno dei nostri protagonisti!
Come farei senza di voi?
Dedico questo capitolo alle mie meravigliose Ladies e a chi ha sempre la pazienza di aspettarmi!
Ovviamente grazie a chi leggerà e a chi recensirà, sapete che mi fa tantissimo piacere!
Bene... vi lascio al prossimo capitolo (nemmeno ci provo a dirvi che sarò puntuale) nel quale ci aspetta...?
Baci, Aronoele (:

  
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