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Autore: The Writer Of The Stars    12/02/2015    4 recensioni
Kazuha Toyama ha diciassette anni e una grande passione: la danza. Solo mentre balla si sente completamente in equilibrio, pronta a spiccare il volo ... Ma il mondo della danza può diventare il regno dell'apparenza, dove non si sfugge ai severi canoni della perfezione fisica: la snellezza del corpo, le forme longilinee, le linee pulite ...
Kazuha viene travolta dal fantasma della perfezione, si scopre disposta a pagare qualsiasi prezzo pur di diventare leggera, eterea, fino a perdersi tra i sentieri chiaroscuri dei suoi stessi sogni ...
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“Ti piace tanto, vero?” le aveva chiesto facendo riferimento alla danza, sorridendo sicuro. Kazuha si era limitata ad annuire, sollevando leggermente gli angoli della bocca.
“Si, è così. Da cosa l’hai capito?” gli aveva chiesto, curiosa. Heiji aveva sorriso furbamente, prima di rispondere con dolcezza.
“Dal modo in cui sorridevi mentre eri su quel palcoscenico …” aveva detto, e le guance di Kazuha si erano immediatamente imporporate di un adorabile sfumatura di rosso, che Heiji non aveva detto, ma aveva trovato meravigliosa.
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"Sii forte", le diceva Heiji. E lei ci provava, ci provava davvero. "Sei una guerriera. Non dimenticarlo mai ..."
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-Per il momento resisto. Guardatevi dalle strade buie ...
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Un debole raggio di sole si infiltrò con prepotenza dalle persiane socchiuse, illuminando di una tenue luce la delicata camera da letto. Un getto di luce più forte si scontrò con un viso di porcellana, destando l’angelo a cui il volto apparteneva. Kazuha mugolò qualcosa di indefinito, alzandosi a sedere infastidita dal risveglio. Si passo le dita sottili sulle palpebre ancora chiuse, stropicciandole con forza prima di aprire con lentezza gli occhi. Le sue iridi smeraldine appannate dal sonno impiegarono qualche attimo per mettere a fuoco l’ambiente circostante, ma quando ebbero appurato che quella che la circondava altro non era che la sua stanza, un senso di tranquillità avvolse il suo animo. Il suo sonno era stato alquanto disturbato, dire che aveva faticato ad addormentarsi sarebbe un eufemismo. Sentì le palpebre abbassarsi con lentezza, quando un brontolio sommesso giunse alle sue orecchie, come a volerla richiamare da quel gesto d’abbandono. Abbassò lo sguardo, puntandolo verso il ventre che reclamava nutrimento. Dalla notte precedente non aveva ancora toccato cibo, ed andava bene, perché doveva dimagrire. Ma adesso non poteva di certo cedere alle tentazioni del palato, altrimenti lo sforzo della sera precedente non sarebbe valso a nulla. Prese un respiro profondo, ignorando bellamente i gemiti di pietà del suo stomaco. Poi, con un balzo felino, scese dal comodo letto, avvicinandosi alla armadio e aprendolo. Restò qualche secondo davanti l’immagine che lo specchio le proponeva, percependo quasi, assurdamente, di aver già perso peso. Era assurdo, non era possibile. Ma chi meglio avrebbe potuto dirle ciò, se non la bilancia? Era ormai a pochi passi dall’aprire la porta del bagno, quando, un’occhiata noncurante lanciata all’orologio da parete, le ricordò che era già nettamente in ritardo per la scuola. Si vestì in fretta, indossando la divisa scolastica, lanciando di tanto in tanto occhiate fugaci alla porta serrata del bagno in camera sua. Poi, dopo aver legato i capelli nella solita coda e recuperato la sua cartella scolastica, lanciò un ultimo sguardo alla porta, annuendo con severità. Si sarebbe pesata quella sera, al suo ritorno. La sfida con la bilancia era per ora rimandata.
 
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“ … Così ho detto: “il mio nome è Heiji Hattori. E sono il più grande detective dell’Ovest, e .. Kazuha, mi stai ascoltando?”
Kazuha alzò di colpo lo sguardo dal terreno, colta di sprovvista.

“Eh? Dicevi?” chiese spesata, come appena riemersa da uno stato di trance nel quale, era effettivamente caduta. Heiji la guardò storto, aggrottando le sopracciglia preoccupato.

“Ti stavo raccontando di quel caso che ho risolto ieri, ma a quanto pare non ti interessa molto.” Kazuha fece un cenno di diniego con il capo, sorridendo dispiaciuta.

“Scusa, è colpa mia. Ero solo un po’ sovrappensiero.” Disse, cercando negli occhi di Heiji un perdono alla sua mancanza. Heiji distese un poco i tratti del viso, senza però smettere di fissarla con una certa serietà.

“Tranquilla, non preoccuparti. Però sei strana oggi.” Disse diretto senza tanti giri di parole. Kazuha si sentì avvampare, preoccupandosi; che voleva dire?

“S- Strana? In che senso, scusa?” chiese timorosa. Heiji si portò le braccia dietro la nuca, alzando gli occhi verso l’alto e senza smettere di camminare per le vie affollate di Osaka.

“Nel senso che sei strana. A lezione eri distratta, ti perdevi continuamente. E poi a pranzo non hai mangiato nulla.” Rispose serio, voltando il capo per guardarla. Cercò di frugare all’interno delle iridi smeraldine della sua migliore amica, alla ricerca di una qualche risposta. Ma Kazuha prontamente spostò lo sguardo altrove, rivolgendolo al terreno del marciapiede che si susseguiva sotto i suoi piedi.

“Stanotte ho dormito poco, colpa del raffreddore, perciò stamattina avevo sonno. E poi prima di uscire di casa ho fatto una colazione molto abbondante, non avevo molta fame prima.” Rispose, mordendosi il labbro inferiore, mentendo, perché in realtà quella mattina non aveva toccato cibo. Heiji continuò a scrutare il suo viso abbassato per diversi secondi, prima di capitolare. Infondo sapeva quanto Kazuha fosse lunatica alle volte, non c’era nulla di strano.

“Sarà come dici tu, ma non sono molto convinto …” disse però, senza nascondere il suo dubbio. Kazuha sobbalzò, cercando di convincere Heiji che non ci fosse affatto alcun problema.

“Heiji è la verità, non ho niente, sto benissimo.” Ripeté seria, sperando che ciò bastasse a convincere il detective dell’Ovest. Heiji sbuffò, poco convinto.

"Va bene, ho capito. Senti, cambiando argomento, oggi hai lezione di danza?” chiese a bruciapelo. Kazuha sobbalzò per l’ennesima volta, prima di annuire con celerità.

“Si, alle 16,00 ma credo resterò un po’ di più. Devo provare alcuni balletti con Hikari.” Disse, mentendo nuovamente, perché in realtà aveva deciso che sarebbe rimasta a provare da sola, fino a che le gambe l’avrebbero sostenuta. Doveva diventare migliore.

“Oh, capisco. Posso chiamarti- non so, verso che ora finisci- stasera?” le chiese. Normalmente a quelle richieste diventate ormai un’abitudine Kazuha arrossiva impercettibilmente, accettando sempre entusiasta ed attendendo la fine della giornata solo per sentire il suo telefono squillare e per legger quel”Heiji” sullo schermo del display. Ma stava cambiando tutto, e senza nemmeno rendersene conto, Kazuha si ritrovò a liquidare il suo migliore amico con tono piatto e freddo.

“Non credo ti convenga, dovresti restare sveglio fino a tardi. È meglio che tu vada a dormire, non avrebbe senso aspettarmi.” Disse con tono diretto, eppure nelle sue corde vocali registrò un leggero tremolio. Aveva scostato lo sguardo, ma riuscì comunque a percepire l’espressione di sconcerto mista a delusione che si era generata nel volto di Heiji.

“Ma …”

“Tranquillo, fidati. Ci vediamo domani.” Lo interruppe nuovamente, essendosi accorta di aver raggiunto ormai la sua dimora. Si affrettò ad entrare in casa, correndo senza voltarsi, lasciandosi alle spalle un Heiji alquanto confuso e deluso. Non avrebbe mai voluto comportarsi così, ma non aveva avuto scelta; Heiji avrebbe potuto capire cosa era avvenuto il giorno precedente, e non aveva proprio voglia di sentire una ramanzina sul fatto che non avesse toccato cibo. È stato solo per un giorno, pensò. Solo un giorno, si ripeté, chiudendosi il portone di casa alle spalle. Come era successo allora che quel giorno fosse divenuto poi settimane, mesi e infine quasi un anno?
 
 
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“Kazuha! Tieni in dentro il sedere!” il comando era stato sferzante, urlato con lo stesso tono con cui, qualche secondo prima, Hikari aveva rimproverato Utako per la posizione del braccio o Sakura per il collo infossato nelle spalle. Quella critica o un’altra equivalente l’aveva già sentita mille volte, ma mai, fino a quel momento, era riuscita a coprire la musica e offuscare il suo piacere di danzare. L’impatto di quelle parole su Kazuha fu quasi fisico e il dolore che hanno prodotto concreto. Trasalì, sbagliando un battu, incasinandosi con il passo successivo e non riuscendo più a prendere il ritmo. Il suo equilibrio si era incrinato.
 
“Ricominciamo tutto da capo, ragazze!”

Hikari spense lo stereo e si piazzò di fronte a loro. Di fronte a lei.

“Che succede, Kazuha? Conosci questa sequenza di passi alla perfezione. Concentrati, per la miseria! Glissade,saut de chat, detournè, sissone, assemblè! E cerca di essere leggera, leggera, leggera …”
 
Kazuha rimase interdetta. Si stava forse sbagliando, o lo sguardo di Hikari indugiava sui suoi fianchi? Se l’era solo immaginata quella smorfia di vago rimprovero che si era disegnata sul viso della sua insegnante? Il signor Tadaki l’aveva convinta che era una cicciona buona a nulla? Prima che potesse porsi altre domande, Hikari fece una mezza piroetta e gli accordi di Coppelia invasero la sala.

“Ai vostri posti. Cinque , sei, sette, otto …”
Lasciandosi trasportare dalla musica, si mise a danzare, tentando di ritrovare quell’armonia benefica che l’aveva sostenuta fino ad allora.
Non ha funzionato.
Per la prima volta da anni, la magia non aveva effetto, l’incantesimo si era rotto. Il cielo la richiamava ancora a sé, ma il suo corpo era inchiodato a terra.
Non era più un uccello.
 
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Quella sera tornò a casa verso le 23,00, stremata. Era stanca e aveva fame, ma mai l’avrebbe ammesso. Perciò quando, aperta la porta di casa si era trovata davanti lo sguardo preoccupato e allo stesso tempo sollevato di suo padre, aveva sorriso radiosamente, come sempre.

“Sono rimasta a provare alcuni balletti alla scuola … scusa se non ti ho avvisato, me ne ero dimenticata …” aveva detto, prima di fiondarsi in camera, dopo aver augurato la buonanotte al genitore. Suo padre l’aveva guardata leggermente irritato, ma non aveva detto nulla, perdonando così quella mancanza.

“Buonanotte, tesoro …” aveva detto solamente con tranquillità, guardando sua figlia salire con celerità le scale che portavano al piano superiore e fiondarsi in camera da letto. Sembrava non essersi accorto di nulla. In fondo, cosa c’era da sapere? Non mangiava solo da un giorno. Basta, niente più …
 
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Con un gesto meccanico salì sulla bilancia ultrapiatta che troneggiava in bella evidenza davanti al portasciugamani del bagno. Il numero che era apparso le aveva fatto aggrottare le sopracciglia, perciò scese, ripetendo l’operazione dopo pochi secondi. Il cursore digitale esitò un po’ prima di ritornare a zero ma, dopo qualche secondo, lo stesso numero di chili di prima si visualizzò in verde, strappandole un sorriso stupefatto.
In un giorno aveva perso novecento grammi.
Quasi un chilo!
 

Nota autrice:
Good morning, my dears! Scusate, ma sono tornata poco fa dalla lezione di inglese e ho ancora lo spirito British nelle vene … comunque, passando alla storia, come avete notato siamo al secondo capitolo. Il primo giorno di “dieta” di Kazuha, il quasi primo chilo perso.  Se vi state chiedendo come sia possibile che Kazuha non mangi assolutamente nulla, vi fermo subito, rassicurandovi; dai prossimi capitoli infatti, la nostra ballerina metterà qualcosa sotto i denti (molto poco), ma sarà per non destare sospetti e … vabè, non voglio anticiparvi nulla. Spero solo che il capitolo vi sia piaciuto, sono quasi timorosa nello scrivere questa storia, ho sempre paura di sbagliare nel trattare l’argomento. Spero bene. ;) Al prossimo capitolo!
Baci
TWOTS

PS: ah, dato che domenica parto per la montagna (finalmente, un po’ di sci *-*) in questo periodo non credo di riuscire ad aggiornare … non so, i miracoli possono sempre accadere, ma dovendo anche occuparmi del nuovo capitolo per l’altra long, temo che dobbiate aspettare un po’ per il prossimo capitolo …

Glissade,saut de chat, detournè, sissone, assemblè, battu: Termini specifici di passi e posizioni della danza. Non sono in grado di spiegarveli così a parole, e non potendo mostrarveli, non so come spiegarvi bene in cosa consistano … perdonatemi. In ogni caso, posso dirvi che sono passi e posizioni che si eseguono solitamente alla sbarra, con o senza punte.  ;)
   
 
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