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Autore: AlekHiwatari14    16/02/2015    2 recensioni
Storia ispirata a quella precedente di My Life like a Vampire.
Un tempo, quando erano bambini, i Sakamaki fanno i conti con i loro problemi. Problemi che li ha portati ad essere ciò che sono, ma se qualcuno incrociasse il loro cammino e in quel passato eviterebbe i loro cambiamenti, come diventerebbero i Sakamaki? Chi e/o cosa li farà cambiare? E sopratutto, perchè?
Raccontata con gli occhi e le emozioni dei Sakamaki, ma sopratutto di Subaru, e preparatevi ad entrare nel loro passato per vedere e comprendere passo dopo passo i loro cambiamenti e le mille e più avventure che li aspettano con un nuovo personaggio del tutto imprevedibile.
Buona lettura.
Genere: Commedia, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Subaru Sakamaki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Life like a Vampire'
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Capitolo 34




***
Ruki
***


Il piano di incastrare il signor Mukami stava riuscendo. Eravamo diventati vampiri ormai e dovevamo comportarci come tali. Peccato che ci comportavamo come bambini umani invece che bambini vampiri. Infatti, uscivamo a giocare quando il sole era alto, mangiavamo ogni giorno e non abbiamo ancora bevuto sangue, ma cercavamo di comportarci da infami con lui facendogli scherzi su scherzi. Dopotutto in quei libri sta scritto che un vampiro è dispettoso, no??

Mukami:Non ci credo. Stanno giocando di nuovo al sole. Gli ho detto mille volte che la mattina bisogna dormire e non giocare.

Mormorò venendoci vicino con una tunica addosso che gli copriva il capo. Probabilmente gli dava fastidio la luce. 

Mukami:Avanti! Entrate dentro!
Yuma:No!!!

Esclamò dando un calcio al pallone e correndo avanti e indietro seguito da Azusa. 

Mukami:Ruki, almeno tu, entra! Da il buon esempio.

Mi disse disperato mentre ero seduto sull'erba del giardino a leggere il libro di mio padre.

Ruki:Perchè dovrei?
Mukami:Sei il fratello maggiore e la mente di questa famiglia, quindi fa come ti dico.
Ruki:E se ti dicessi di no?
Mukami:Che?
Ruki:Non voglio entrare. Mi piace stare all'aperto e poi fa entrare prima agli altri, no?
Mukami:Dov'è Kou?

Chiese non vedendolo in giardino. Senza staccare gli occhi dal libro, indicai il tetto. Il signore alzò la testa e vedendo Kou sul tetto incominciò a preoccuparsi. In fretta e furia salì lì su andando da Kou che come al solito guardava il cielo e le nuvole che si addensavano fantasticando chissà che.


***
Kou
***


Eccomi sul tetto di questa casa. E' l'unico posto più alto e tranquillo da dove posso vedere il mio cielo azzurro che poi tanto azzurro non è. Aveva delle nuvole bianche che si addensavano formando delle immagini nel cielo. Mi è sempre piaciuto fantasticare e inventare favole guardandole. 

Kou:C'era una volta un castello, dove viveva una principessa. Questa principessa era rinchiusa e doveva battere un mostro. Un giorno un ragazzo semplice e rozzo la trovò e la liberò, così riuscirono a stare felici insieme.

Incominciai a raccontare vedendo quelle immagini nelle  nuvole. Poi incominciai a pensare se avessi rivisto presto Rita. Avevo una voglia matta di rivederla, di abbracciarla e di giocare con lei. Mentre pensavo a quello sdraiato sul tetto con le mani dietro alla nuca che guardavo ancora quelle immagini nel cielo, davanti al mio volto vidi quello del signor Mukami contrariato.

Mukami:Che ci fai qui su?
Kou:Guardavo il cielo!!
Mukami:Non sei più un umano. Torna dentro!! A dormire!!

Esclamò severamente prendendomi e trascinandomi dentro chiudendomi in camera mia.

Kou:Uffaaaa!!! Che noia!! Perchè devo dormire?? Io non voglio!!

Così, a sua insaputa, mi misi a colorare e a disegnare.



***
Azusa
***


Azusa:Passala!!

Urlai giocando a calcio con il mio fratello Yuma che me la passò. Eravamo diventati inseparabili. Avevo una voglia matta di divertirmi e incontrare l'amico di Yuma e Rita. Non volevo essere il progetto del piano losco che avevano in mente. Il signor Mukami, autoritariamente, ci prese e ci portò in camera nostra. Era diventato irascibile e incontrollabile. Probabilmente era perchè non lo ubedivamo più, ma poco importava. Il giorno seguente andammo tutti e 4 a giocare nel bosco. Yuma doveva rivedersi col suo migliore amico e ci sarebbe stata anche Rita lì. Infatti era lì che ci aspettava.

Ruki:Guarda guarda. L'uccello del malaugurio.
Kou:Rita!!!

Esclamò correndola incontro neanche fosse stato un film romantico abbracciandola.

Azusa:Ciao.
Rita:Ciao, Azusa!!

Felice, mi venne vicino e mi abbracciò. 

Azusa:Che bello rivederti. Come stai?
Rita:Bene. Ti vedo in gran forma.
Azusa:Diciamo.
Yuma:Ruki? Azusa? Vi presento il mio amico Shu.
Shu:Piacere di conoscervi.

Disse chinando il capo. Quella sera la passammo a giocare, ma presto venne il momento di separarci.

Kou:Allora ci vediamo domani.
Rita:Certo.

Rispose sorridendolo mentre prendeva la mano del fratello Shu per tornare a casa. Improvvisamente la fermò.

Kou:Rita, aspetta!!

La piccola si voltò e Kou gli andò vicino. Cos'aveva in mente?



***
Karlheinz
***


Karlheinz:Non mi interessa!! Cerca di riprendere la situazione di mano!!

Urlai per telefono contro al signor Mukami che non stava svolgendo il suo lavoro come doveva.

Mukami:Allora riprendetevi la vostra bambina. Sta facendo solo stragi qui!
Karlheinz:Non ti permetto di parlare così di mia figlia.
Mukami:E' colpa sua se Kou e Yuma mi sono sfuggiti di mano. Provvedete immediatamente! Insegnatela ad essere un aristocratica, cosa che è invece di dirmi cosa fare o non fare.

Ribattè attaccandomi il telefono in faccia.

Karlheinz:Tsk...che screanzato! Ma chi si crede di essere? So badare perfettamente alla mia bambina.

Contrariato posai il telefono in tasca. In quel momento, felice entrava la mia Rita insieme a Shu. Quei due sembravano essere diventati inseparabili, ma forse era solo la mia impressione. La piccola aveva qualcosa tra le mani che, senza dare nell'occhio, corse in camera sua a posarlo. Curioso e vedendola sempre con la testa tra le nuvole, decisi di controllare cosa fosse. Andai in camera sua mentre lei era fuori a giocare con i figli di Cordelia e mi avvicinai alla scrivania dove vidi una montagna di fogli. Su quei fogli c'erano molti disegni strani tra cui alcuni che già sapevo come quello di Cordelia e Richter fuori dalla villa, Christa fuori dalla prigione con  Subaru e Beatrix con i suoi figli Reiji e Shu, ma quello che mi colpì furono gli altri disegni. C'erano Shu con il suo migliore amico Edgar che giocava a palla nel bosco, Kanato con Azusa che giocavano a prendere il thè, Reiji che leggeva con Ruki e infine, un disegno custodito gelosamente di lei con Kou mano nella mano. Era diverso dagli altri disegni. Era stato fatto da qualcun altro sicuramente. Quei 4 disegni mi fecero rimanere perplesso. Forse...non avevo guardato bene la mia piccola davvero. In quel momento la porta si aprì ed entrò la piccola che vedendomi con volto amareggiato si fermò sulla porta chiedendomi:

Rita:Papà? Cos'hai?

In quel momento non sapevo che dire. Ero amareggiato da quel comportamento, tanto che incomiciai a domandare:

Karlheinz:Che significa?

La piccola si avvicinò a me mostrandomi i disegni uno ad uno con il sorriso in volto.

Rita:Sono progetti. Ti piacciono?
Karlheinz:Sono molto belli, ma... non sono progetti buoni. 
Rita:Perchè?
Karlheinz:Perchè è tutta fantasia e non si possono attuare. Dopotutto fanno parte del piano quelle 4 persone. Cioè del mio lavoro e tu non puoi mettere famiglia e lavoro insieme.
Rita:Lavoro?
Karlheinz:Certo. Loro fanno parte del progetto di papà. Se vuoi metto fuori Christa e la faccio stare con Subaru, ma il resto....non può essere attuato. Non potranno mai vedersi o conoscersi. Non so se capisci...
Rita:Allora non rivedrò mai più Kou?

Quella domanda mi fece pensare alla discussione avuta col signor Mukami. Mi avvicinai preoccupato verso di lei accovacciandomi a terra per diventare alla sua altezza.

Karlheinz:No...non puoi. Tu sei diversa da lui. Tu sei un vampiro.
Rita:Ma anche lui lo è.
Karlheinz:Si, ma... lui...
Rita:Papà...lui è buono.
Karlheinz:E' questo il problema. Non può essere buono se è un vampiro.

Con quel disegno dei due tra le mani, glielo mostrai severamente.

Karlheinz:Che significa?
Rita:Che può significare?
Karlheinz:Lui...ti piace?
Rita:Lui mi è stato vicino all'orfanotrofio. Senza di lui non sarei qui.
Karlheinz:Ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta.

La piccola mi guardò perplessa abbassando lo sguardo. La cosa mi amareggiava e non poco. Il mio piano era andato a pezzi per causa sua, proprio come aveva detto Mukami. Aveva fatto innamorare Kou ed ora era ancora più difficile fargli fare ciò che doveva.

Karlheinz:Dovevo sospettarlo.
Rita:Papà....non l'ho voluto io...
Karlheinz:Allora parlavano di questo prima Ayato e Kanato fuori. E' Kou il biondino.
Rita:E'....solo....un amico...
Karlheinz:Un amico....certo. Si incomincia sempre così.

Risposi deluso e alterato dal gesto della piccola.

Rita:Ma papà!!
Karlheinz:Sei stata fuori con lui tutto il giorno, non è così?
Rita:Papà...
Karlheinz:Da oggi in poi non lo vedrai più.
Rita:Ma papà..non puoi!
Karlheinz:Perchè??

Con occhi lucidi alzò la testa verso di me rivelando ciò che aveva nel cuore ferendomi enormemente.

Rita:Io lo amo.

Quelle parole erano come un macigno dentro di me. Erano talmente violente che incominciai a bestemmiare e ad urlare prendendo la piccola con violenza sulle spalle e portandola nella torre.

Rita:Papà!! Lasciami!!
Karlheinz:Da oggi in poi starai qui!!!

Urlai buttandola nella prigione dov'era Christa e chiudendo la porta a chiave.

Christa:Che succede?
Karlheinz:Volevi occuparti di un figlio, non è così? Bene!! Adesso puoi farlo!
Rita:Ma papà!!

Continuava a ribattere appoggiando le mani alle sbarre.

Rita:Papà, lasciami parlare!!
Karlheinz:Può essere che qualche giorno qui ti faccia bene. Finchè non cambi idea da qui non uscirai.

Deciso e ferito nell'orgoglio, presi le chiavi con me allontanandomi da lei. Sentivo il dolore crescere dentro di me. Talmente tanto da incominciare a piangere, ma sono un uomo forte.

Rita:Papà!! Non andartene!!

Continuava ad urlare. Ed io, come uomo d'onore e severo com'ero, non mi voltai ne per far vedere le lacrime ne per mostrarmi un debole. Un uomo autoritario e severo come me deve rimanere tale e, mentre io uscivo, senza accorgermene qualcuno entrò dentro. Chi? Subaru. Che fece? Beh...fatevelo raccontare da lui.
Alla prossima. Karlheinz.



   
 
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