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Autore: BBola    16/02/2015    4 recensioni
Nella lunga notte in cui il Sommo Shinigami generò Kid, tornò con la mente agli eventi che, ottocento anni prima, portarono alla caduta del regno degli otto grandi guerrieri, e alla nascita del mondo di Soul Eater, come lo conosciamo noi...
Avvertimenti: SPOILER dal manga
Genere: Azione, Guerra, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Death the Kid, Kishin Ashura, Nuovo Personaggio, Ragnarok, Sommo Shinigami
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Shinigami si svegliò. L’aveva sentito in sogno, l’aveva riconosciuto. Quel grido. Era lui. L’eco di un urlo. Troppo lontano per capire da dove provenisse, ma abbastanza distinto da palesare una realtà terribile. Era tornato. La spada demoniaca era tornata a vivere. Dopo ottocento anni di silenzio, ora la sua lunghezza d’onda aveva ricominciato a vibrare. Era diversa da come la ricordava, attutita, come nascosta al’interno di un corpo che non era il suo, un corpo gracile, ma consistente. Un corpo umano, forse.
Si alzò di scatto dal letto. Sapeva cosa avrebbe dovuto fare, sperava che non fosse necessario, ma una cosa ormai era chiara del destino, qualunque cosa tu faccia, riuscirà sempre a seguire il suo corso. Puoi deviarlo, ma non lo arresti, lo rallenti, te ne dimentichi, credi di averlo evitato, ma nel frattempo lui si ingrossa, preme contro le pareti in cui l’hai costretto, cresce di potenza finchè non esplode, abbattendo i muri della tua resistenza, sfociando con una violenza disarmante che ti ferisce con crudezza al viso e ti sommerge finchè non smetti di respirare.
A Shinigami era stato rivelato il suo destino, ottocento anni prima, all’epoca in cui un’alleanza di mostri e streghe si era abbattuta sui popoli della terra e aveva ingaggiato contro questi una lotta feroce, tesa a rovesciare uno ad uno i regni guidati dalle forze degli uomini. Da ogni parte, il mondo veniva sconvolto da battaglie, in una guerra per la supremazia che sembrava non volere avere fine.
Fu allora che intervennero. I cinque grandi guerrieri, li chiamavano. Esseri sovrumani, quasi divini, titani dotati di una forza spaventosa, capaci persino di squarciare il cielo in due con un colpo solo. Esseri generati dalle stesse passioni terresti che alimentavano quello scontro, il desiderio di ordine, di conoscenza, l’istinto di rabbia, potenza, di comprensione delle anime. Shinigami, Eibon, Excalibur, Indra e Vàrua (1) si abbatterono con ferocia sugli eserciti schierati con l’aiuto delle loro truppe personali, separandoli, schiacciandoli, costringendoli alla resa, e imprigionandoli, se non cedevano spontaneamente. Si ersero sulle genti e imposero le loro regole. Portarono la pace, ma senza condivisione. Nessuno dei popoli scesi in campo era riuscito a prevalere, si erano sottomessi alla potenza dei più forti, ma molti, troppi di loro meditavano vendetta. E nella finzione del loro cedimento, attendevano solo un’occasione.

Shinigami l’aveva scoperto una notte, mentre conduceva in catene nelle segrete del suo castello tre prigioniere, le Graie, Enio, Penfredo e Deino, esseri mostruosi dalla pelle grigia e avvizzita, e capelli umidi e viscidi come alghe di mare, in grado di leggere il futuro delle genti.
-Shinigami… - cominciò a sibilare la prima di loro – Shinigami, non sai cosa ti aspetta. Nei tempi che verranno, ricorderete questi giorni come l’inizio del vostro regno di pace. Ma guarda la realtà. Ogni cosa ha una fine. Lo riesci a sentire, il fruscio della sabbia che scorre all’interno della clessidra? È il tempo che manca alla vostra caduta che ha cominciato a fluire. Oggi è solo l’inizio della fine. Avete vinto la guerra perché non esiste al mondo nessuno in grado di tenervi testa. Ma uno ne verrà, che vi metterà in ginocchio. E sarà la fine del vostro mondo. Un nuovo ordine sarà imposto, che porterà su di sé i segni della sofferenza, della paura, di un’innocenza spezzata. La vera guerra non è ancora finita. -
Shinigami tremò. Non era il pensiero della morte che lo spaventava, quella la conosceva, ne era il dio, e sapeva che era giusta, il naturale completamento di una vita che regolarmente inizia, matura e, quando giunge il momento, finisce. Era il pensiero di un nuovo conflitto di quelle dimensioni ad angosciarlo, di nuove atrocità, distruzioni, e nuovi pianti di persone innocenti. Diversamente da quanto si potesse pensare, Shinigami aveva un cuore, e amava le genti. Aveva imposto il suo ordine per renderle felici, e soffriva al pensiero che non lo capissero.

Scappò dalle prigioni, e risalì in superficie, in cerca di aria. Uscì fuori al giardino sul retro del castello, insopportabilmente tetro alla luce lunare. Alzò gli occhi al cielo, e vide l’astro delle notte sorridergli macabro, mentre dalle gengive avevano preso a scorrergli fiumi di sangue, gli stessi fiumi di cui si sarebbe macchiata la terra di là a venire.
Shinigami urlò di dolore, si prese il volto tra le mani, e con ferocia si strappò via il viso dal cranio. Guardò le mani grondanti del suo stesso sangue e, sgomento, scrutò il velo di pelle che reggeva. Il suo aspetto era già terribile; i suoi incavi non avevano occhi, perché chiunque osasse cercare il suo sguardo sapesse che per lui non c’era più futuro, che la morte era ormai giunta. Ora era diventato addirittura mostruoso, con la carne viva che pulsava bruciante e cominciava a marcire all’aria della notte. Aveva paura di quello che era diventato. Veloce, si guardò intorno, alla ricerca di un cumulo di terreno smosso. Quando l’ebbe trovato, vi poggiò sopra quello che era rimasto del suo volto. E su quella cunetta, soffiò il proprio alito vitale. Dal frammento del suo corpo, nacque un nuovo guerriero, in cui Shinigami aveva infuso tutta la paura che riusciva a provare nel suo essere, liberandosene definitivamente. Asura, l’avrebbero chiamato le genti, il “respiro del dio”. Quando il sesto grande guerriero ebbe aperto gli occhi, rossi come il sangue, guardò Shinigami, suo padre. Ed emise un urlo raggelante.
-Maledetto! Maledetto! – cominciò a sputare Asura – Mi hai creato per soffrire, per sopportare la paura di questo mondo al posto tuo! Maledetto! Io ti odio, ti detesto! Ti distruggerò Shinigami, sarò la tua rovina! -
Le Graie avevano ragione. Era davvero l’inizio della fine. Un nuovo ordine era destinato a nascere, e avrebbe reclamato il suo sacrificio. E ora che la spada demoniaca era tornata, era solo questione di tempo.

Ma in quegli ottocento anni, Shinigami aveva riflettuto, e aveva capito cosa avrebbe dovuto fare. Non avrebbe commesso gli stessi errori di una volta.
Si era affacciato alla finestra della stanza, a mirare il cielo notturno. Quella sera la luna era serena. E dunque, il momento era favorevole. Con decisione, si piantò una mano nel petto, e ne estrasse il cuore. Ancora una volta, vi soffiò sopra il suo spirito vitale, e dal frammento prese forma un bambino, non un titano come lui, ma un umano dal corpo divino. Non pervaso dalla sua paura, ma dal suo amore per l’umanità. Appena venuto al mondo, il bimbo iniziò a piangere, come c’era da aspettarsi. Shinigami cercò di calmarlo.
-Ehi, kid (2) – cominciò rivolgendosi al figlio – perdonami bambino mio! Sono tempi duri quelli che ti aspettano! Verrà forse il giorno in cui anche tu mi accuserai di averti creato per soffrire, ma non è così! Ho fatto degli errori in passato, e sì, ora mi affido a te per porvi rimedio. Un nemico molto potente è alle porte, e quando giungerà, sconvolgerà la tua esistenza. Combatterai, soffrirai a volte, ma allo stesso tempo crescerai, maturerai, e capirai finalmente cosa serve a questo mondo per vivere sereno. -
Abituatosi alla luce della notte, il bimbo smise di piangere e aprì gli occhi.
-Ecco, – continuò - lo vedo, lo vedo in quei tuoi occhi dorati che sei già più di un semplice dio della morte, che non conosce altro modo di appianare i conflitti se non stabilire chi vive o muore… ma una volta rimasto solo a governare, che altro potevo fare io per mantenere l’ordine? Questo è l’unico modo che conosco! Ma tu sei diverso, e col tempo comprenderai cos’è la vera giustizia. Ti ho affidato quel che resta della mia umanità per questo, e quando capirai cosa farne, io cesserò di esistere. In effetti, già ora non resta granchè di me! Ma tranquillo – si picchiettò con l’indice destro la maschera di osso che indossava – non toglierò mai questa dal viso, così che non tu non abbia a spaventarti! Alla lunga forse finirò per sembrarti solo un povero sciocco privo di emozioni, eeeeeeh sì, forse è quello che sono ormai! Ma cercherò lo stesso di insegnarti tutto quello che ti servirà! Altre cose te le nasconderò, non ti racconterò degli eventi accaduti dopo la nascita di Asura. Tu hai bisogno di una guida, di un punto di riferimento, se ti raccontassi dei miei errori cresceresti confuso, senza certezze alcune! Considerale delle bugie a fin di bene! Ma una cosa posso assicurartela, finchè vivrò, farò tutto quello che è in mio potere per farti felice! Ridi figlio mio, ridi finchè puoi, perché tu non sei nato per soffrire, assolutamente! Spero che l’avrai capito anche tu, per quando sarà giunto il mio momento di andarmene. Nel frattempo, non posso fare altro che augurarmi il meglio per te! Benvenuto in questo mondo, e in bocca al lupo… Kid! -
 
Note:
  1. Allora, prima di tutto, me lo ricordo che i grandi guerrieri sono otto! Ho scelto solo di posticipare un attimo la nascita di Asura e Vajra, la sua arma, ossia il sesto e il settimo guerriero, e dell’ottavo, per il quale vi ho riservato una sopresa! Sui cinque che ho già nominato… beh, oltre a quelli che non hanno bisogno di presentazioni, quello che ho chiamato Indra, altri non è che la Massa Nera che Kid e Black*Star incontrano nel manga nel libro di Eibon, mentre Vàrua è un’invenzione mia… visto che nel manga di due guerrieri non viene detto assolutamente nulla, ho dato libero sfogo alla fantasia!
  2. “kid” in questo punto è scritto minuscolo, perché usato col significato di “bambino”.
 
  
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