Autore: OniceViola
Prompt: #15 Batticuore
Pairing: Lucas Taylor/Skye Tate
Fandom: Terra Nova
Rating: per tutti
Avvertimenti: nessuno
Note dell’autore: partecipa al Challenge in Love indetto da Marlene sul forum di Efp...
Agony
(Lucas )
Quando Lucas apre gli occhi, il dolore lancinante che arriva dalla sua schiena, dalla gambe, dalle reni, da ogni punto del suo corpo, gli mozza il fiato.
Ah già, dimenticavo. La giustizia di mio padre.Certamente Terra Nova si sarà goduta come non mai quella farsa di processo!
Un gemito comincia a farsi strada tra le sue labbra, qualcosa alla sua destra comincia a pulsare. Parte un bip fastidioso, proprio dietro al suo orecchio destro.
“Dottoressa Shannon, è sveglio,”urla qualcuno di sconosciuto a Lucas, una voce femminile.
Maledizione, ma quando diavolo è successo che questa maledetta colonia è stata invasa dagli Shannon? Quanti ce ne sono?!? Sicuramente ci sarà anche uno Shannon-spazzino...
"Lucas, stai calmo. Ti sto iniettando degli antidolorifici," cerca di rassicurarlo la dottoressa Shannon.
"Sei svenuto, mentre eseguivano la ...sentenza,” bonfonchia la donna. La riprovazione nella sua voce è evidente.
Anche il suo caro maritino, Jim Shannon, non ne sembrava felice. La sua faccia aveva quell'espressione nauseata, mentre mi legavano i polsi. Strano, dovrebbe odiarmi, dopotutto l'ho torturato per ore durante l'Occupazione. Mi aspettavo che fosse lui, il mio carnefice. In fondo non è lui il dannato Sceriffo, il burattino a molla nelle mani di mio padre? La cosa divertente è stato vedere il piccolo Josh Shannon sbiancare progressivamente, al secondo schizzo di sangue girarsi e vomitare. Era stata l'ultima cosa che avevo visto, prima di svenire.
Ma alla fine, ne valeva la pena, perché l'avevo fatto per lei. Anni di equazioni, di calcoli, di piani, di un cuore sempre più gelato, di solitudine smaniosa, per arrivare a questo. Mi sono arreso a tutto, alla dittatura di mio padre e al suo folle sogno di avere una colonia su cui regnare. Mi sono arreso alla porta di metallo della piccola prigione in cui mi avrebbero confinato, almeno per un anno. Mi sono arreso, per un suo sorriso, per non sentirmi più così solo. Per il benessere che dava finalmente possedere qualcuno, essere amato e basta, solo per quello che sono. Non sono un soldato, non sarò mai un eroe, né un buon figlio. Neanche un uomo buono. Ma sono amato.
Finalmente.