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Autore: danzard    27/02/2015    3 recensioni
Una storia SwanQueen ambientata dopo il ritorno di Marian.
> Emma lo stava quasi supplicando.
> Tremotino si voltò per ritornare sul retro del negozio > prima che la tenda si richiudesse dietro di lui, con un movimento della mano che Emma non notò, fece cadere con la magia un libro proprio ai piedi della bionda.
Il libro si era aperto su una pagina, Emma si abbassò per raccoglierlo e una volta preso in mano lesse il titolo di quella pagina.
DEMONI VIAGGIATORI DEI MONDI
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Emma Swan, Nuovo personaggio, Regina Mills
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Era stata una giornata pesante, e nemmeno si ricordava la metà delle cose che aveva fatto quel giorno. Era andata al “Granny’s” con suo figlio, si era ingozzata come mai prima di allora di hamburger e si era fatta raccontare dal figlio la versione “giusta” del suo passato.
Emma si rigirò nel letto, non riusciva proprio a prendere sonno. Le riusciva impossibile credere a tutte le cose che le erano state raccontate, difficile pensare che Henry non fosse stato cresciuto da lei o almeno non lo era stato per i primi 11 anni. Era stata quella donna a prendersi cura di lui per tutti quel tempo, quella Regina. Difficile credere che avesse odiato tanto quella persona e che era stata ricambiata, difficile crederlo perché la mora sembrava veramente dispiaciuta di essere stata dimenticata da lei. Eppure l’aveva guardata con quegli occhi così profondi e tristi che quasi a lei era mancata l’aria dall’improvvisa ondata di sensi di colpa, sensi di colpa dovuti proprio al fatto che non si ricordava nulla.
Come se non bastasse, quando i suoi erano tornati a casa, David aveva cominciato a parlare del demone che lei aveva evocato e di un bacio strano che lei doveva dare a qualcuno. Fu praticamente costretta a baciare Killian, non che il pirata fosse dispiaciuto della cosa. Ma il bacio, oltre che ad essere stato sgradevole, non aveva portato a nulla, con enorme dispiacere dei suoi genitori, Killian invece si era subito offerto di fare un’altra prova, ma lei aveva rifiutato, aveva rifiutato di baciare chiunque altro. Non era nemmeno sicura di voler ricordare qualcosa, parlando da sola con Mary Margaret quest’ultima era entrata un po’ più nei dettagli, raccontandole del viaggio che aveva intrapreso per AMORE di Regina, e non semplicemente per aiutare la mora e che lei stava soffrendo perché non ricambiata da quella donna. Ricapitolando, prima di perdere la memoria era: innamorata di una donna, una donna che non la ricambia, una donna etero, una donna innamorata di un’altra persona, una donna che un po’ la detestava per aver riportato al presente chissà chi… a che scopo ricordarsi di tutto quel casino?
 
 ...
 
In quel momento, nella casa dell’ex sindaco, Regina e Robin erano a letto insieme.
Robin era sopra di lei, la baciava, la toccava ovunque e, tra un gemito e l’altro, ripeteva il nome della mora, finalmente poteva averla senza preoccuparsi della moglie vittima di un qualche incantesimo, senza sensi di colpa per averla tradita.
Desideroso di andare oltre quelle carezze le afferrò delicatamente le mutandine abbassandole lentamente.
<< Ti voglio, Regina >> prese a baciarle il collo, scendendo poi lentamente sul seno, sul ventre. Le tolse le mutandine e si rimise sopra di lei.
 
<< Robin, fermati >> disse Regina in un sussurro che l’uomo non sentì.
 
<< Robin… basta >> l’ex sindaco alzò leggermente la voce ma lui continuò.
 
<< Ho detto di fermarti! >> Regina spinse via Robin con tutte le sue forze e lui quasi cadde dal letto.
 
<< Ma che ti prende? >> le chiese arrabbiato.
 
<< Non mi va di farlo. Sono stanca e voglio dormire >>.
 
Lui sbuffò << come vuoi >> e fece per sdraiarsi accanto a lei.
 
Regina lo fermò << ti dispiacerebbe dormire nel letto degli ospiti? >>
 
<< Cosa? >> chiese lui tra lo stupito e l’arrabbiato.
 
<< Non mi va di dormire insieme. Vai nell’altra stanza per favore >>.
 
<< Questo è davvero ridicolo! >> Robin si rivesti, senza salutarla uscì dalla stanza. Non si diresse nella camera degli ospiti, l’asciò la casa di Regina sbattendo la porta.
 
Regina si sdraiò sul fianco rannicchiandosi su se stessa e avvolgendosi nella coperta, prese il guanciale e lo abbracciò incominciando a piangere, nella sua mente continuava a risentire le parole del demone.
 
<< Dovresti esserne contenta, ora hai il tuo uomo tutto per te. Ed Emma… beh, lei non ricorderà nulla di te, non soffrirà più per causa tua, il suo cuore ora è libero dall’amore che provava per te. Sarà felice >>.
 
 
Il giorno dopo Emma andò da “Granny’s” per fare colazione in compagnia dei suoi genitori e del fratellino Neal, mentre Henry era andato a scuola. Durante tutto il tragitto da casa al locale, la bionda dovette sopportare David e il suo continuo cercare di convincerla a riprovare con la storia dei baci. Fortunatamente Mary Margaret intervenne dicendo che il demone era stato chiaro: “Il bacio di un amore che può sconfiggere il destino” la parola chiave era Amore, Emma doveva essere innamorata e ricambiata da questa persona, in poche parole la bionda poteva anche baciare tutta Storybrooke, ma se non era innamorata di nessuno di loro e nessuno era innamorato di lei, i ricordi non le sarebbero mai tornati.
 
Nel locale era presente anche Regina, anche lei era andata li per fare colazione con Robin e Roland. L’uomo si era presentato quella mattina a casa del sindaco in compagnia del figlio, per convincere la mora a fare colazione insieme. Robin non aveva accennato alla discussione della notte precedente, ma dal suo mutismo Regina poteva capire che era ancora arrabbiato. Anche da parte della mora c’era qualcosa, non riusciva a guardarlo senza innervosirsi, tutto di lui cominciava a dargli fastidio. Era sempre stato così rumoroso mentre sorseggia il caffè? E quella camicia per quale diavolo di motivo deve essere sempre così stropicciata? Era necessario grattarsi il naso in quella maniera e in pubblico?
La presenza della bionda nel locale distolse subito l’attenzione di Regina dall’elenco, sempre più lungo, delle cose che detestava di Robin. Cominciò ad osservarla, ma distogliendo lo sguardo appena Emma lo ricambiava.
 
La bionda e la sua famiglia si sedettero ad un tavolo poco lontano da quello della mora, ordinarono due caffè e una cioccolata con panna e cannella.
Dopo poco li raggiunse Belle in compagnia di una donna giovane e bionda, con uno strano vestito azzurro.
Le due donne si sedettero allo stesso tavolo di Emma e dei suoi genitori. La bionda guardò attentamente la donna con lo strano abito, cercando di capire se la conoscesse o meno.
<< Trovato niente sul bacio? >> chiese subito David a Belle che si era seduta di fronte a lui.
 
<< Mi dispiace, ho provato a cercare qualcosa ma non ho trovato nulla >> disse la ragazza mortificata.
 
<< Dannazione >> rispose lui.
 
<< Mi dispiace davvero David,  ma con la storia del trovare la Regina delle Nevi e la sorella di Elsa… ho davvero poco tempo per altro >>.
 
In quel momento la ragazza con lo strano abito guardò Emma e la bionda si sentì in dovere di dirle qualcosa.
<< Chiedo scusa, ma con questa storia dei ricordi modificati non so se tu ed io ci conosciamo o no… >>
 
<< Oh no, non la conosci Emma >> le rispose Belle sorridendo << lei si chiama Elsa, viene da un posto lontano che si chiama Arendelle, l’abbiamo trovata poco dopo la tua partenza. Sua sorella è scomparsa e lei la sta cercando. E’ stata Elsa a creare quel gigantesco muro di ghiaccio e il mostro fatto di neve... te lo ricordi? Il mostro e il muro? >>
 
<< Si certo, il muro ghiacciato e il mostro che abbiamo sconfitto bruciandolo… >> rispose Emma annuendo.
 
<< Il mostro è stato sconfitto da Regina, con la sua magia. Niente fuoco >> la corresse la madre.
 
<< Oh >> si limitò a dire Emma. Si ricordava il mostro, era grosso e parecchio aggressivo… se quella donna era riuscita a sconfiggerlo da sola voleva dire che era parecchio forte. Guardò la mora che distolse subito lo sguardo.
 
<< Mi dispiace >> disse Elsa << per aver causato tanti problemi >>.
 
<< Beh, la cosa importante è che il mostro non ci sia più e che il muro sia scomparso >> rispose Emma sorridendo.
 
<< Veramente il muro c’è ancora >> la corresse Belle.
 
<< Senza mia sorella non riseco a controllare bene i miei poteri, quindi non riesco a distruggere il muro… in più è stato rafforzato da una magia non mia, credo che si tratti della Regina delle Nevi >> concluse Elsa.
 
<< Sono sicura che troveremo tua sorella >> le disse la bionda sorridendole e d’istinto le strinse la mano con la sua.
Regina vide la scena e non poté che provare fastidio.
 
 
Dopo che Belle ed Elsa se ne furono andate Emma sbottò << va bene, ora sta diventando inquietante. Prima pensavo di essermi immaginata tutto, pensavo di essere diventata in qualche modo… paranoica. Ora non ci sono dubbi, quella tipa non fa altro che fissarmi >> la bionda indicò ai suoi genitori la mora.
 
Devid e Mary Margaret si voltarono giusto in tempo per vedere Regina distogliere lo sguardo per l’ennesima volta.
La mora non riusciva a non guardare la bionda, nella speranza che in qualche modo, così all’improvviso, le ritornasse la memoria.
 
<< Cerca di capirla, il vostro rapporto non è mai stato facile, ma negli ultimi anni le cose erano migliorate… poi è successo quello che è successo e hai perso la memoria. Non è piacevole per nessuno essere dimenticati >> le rispose dolcemente la madre.
 
<< Da quello che ho capito è stata una fortuna per entrambe che io abbia perso la memoria, non dovrebbe avere quella faccia da cane bastonato >> .
 
<< Emma… >>
 
<< No, mamma, davvero! Ero innamorata di lei e ne soffrivo. Poi ho fatto quel viaggio e lei ora ha il suo fidanzato e a me è stato tolto il motivo che mi faceva stare male. Perché dovrei recuperare quei ricordi? >>
 
<< Perché sono parte di te >> le disse David << credimi, è strano per me pensare che tu sia stata innamorata di Regina, la matrigna di mia moglie e donna che per anni ci ha fatto passare l’inferno, ma senza quei ricordi non sei del tutto tu >>.
 
La porta del “Granny’s” si aprì, ed entrò una coppia. Il ragazzo si guardò attorno con aria smarrita, quando vide Emma le andò in contro.
<< Emma! Sono felice di vederti! >> Joffrey le sorrise.
 
Emma si voltò verso i genitori con espressione confusa.
<< E’ Joffrey, tesoro. Il ragazzo che hai portato con te dalla Foresta Incantata, il Vero Amore di Marian… la donna che è in sua compagnia >> le disse Mary Margaret.
Emma si voltò verso la coppia e li salutò sorridendo.
 
<< Oh, allora è vero che non ti ricordi nulla. Malefica me lo aveva detto, ma mi sembrava così strano che non le ho creduto. Mi è stato difficile anche credere che lei e l’anziana signora fossero la stessa persona >>.
 
Emma si voltò nuovamente verso i suoi genitori sempre confusa.
<< Malefica è l’anziana donna che era con noi ieri, anche lei è venuta in questo mondo con te. Ora si è trasformata ed è ringiovanita >> le spiegò sua madre.
 
<< Joff, perché non vai ad ordinarci qualcosa da mangiare? >> gli chiese gentilmente Marian.
 
Il ragazzo annuì felice e si voltò per andare al bancone, lungo la brevissima strada andò a sbattere contro Ruby, facendole cadere tutto quello che aveva sul vassoio. Il ragazzo si scusò subito, abbassandosi per aiutare la ragazza a raccogliere tutto, ma finì col fare più danni che altro.
Il rumore fece voltare Robin e Roland, videro Marian e la salutarono, lei ricambiò con un sorriso.
 
Marian si sedette di fronte ad Emma << Volevo ringraziarti per quello che hai fatto. Non solo mi hai salvato la vita, ma mi hai portato anche Joff >>.
 
<< Allora andate d’accordo? >> le chiese Emma.
 
<< Si, insomma ci stiamo conoscendo. Ma mi piace, mi è stato vicino ieri, mentre mi riprendevo e mi ha raccontato tutto del vostro viaggio >>.
 
Joffrey, sempre al bancone, urtò il contenitore dei tovaglioli di carta facendolo cadere.
<< E’ un po’ goffo >> disse Emma osservando il ragazzo.
 
<< Si, un po’, ma è così tenero >> Marian sorrise guardando Joffrey prendere due piatti dalle mani di una Signora Lucas molto preoccupata.
 
Fortunatamente riuscì a portarli al tavolo senza fare danni << ho ordinato due cose stranissime chiamate Waffel, il mio è al cioccolato, il tuo alla cannella… spero ti piaccia >> il ragazzo passò a Marian il piatto.
 
<< E’ perfetto, grazie >> Marian gli sorrise.
 
<< Allora quali sono i vostri piani? >> chiese Mary Margaret guardando la coppia.
 
<< Per il momento viviamo all’accampamento di Robin… in tende separate ovviamente >> si affretto ad aggiungere Marian arrossendo << così da poter stare con mio figlio. Mi hanno parlato di una cosa che si chiama divorzio, che mi può aiutare a separarmi da Robin, penso che sia giusto farlo. Poi credo che mi cercherò un lavoro, Trilli mi ha suggerito di chiedere alla Signora Lucas di assumermi come cameriera >>.
 
<< Io invece ho parlato con Leroy, come mi aveva suggerito David, da domani lavorerò con lui in miniera >> continuò Joffrey.
 
La mattinata trascorse così, tra una chiacchiera e l’altra, tra uno sguardo di Regina e uno di Emma. In compagnia anche del piccolo Roland che nel frattempo era andato da sua madre.
 
 
Nel pomeriggio, alla centrale di polizia, Emma e David ricevettero una chiamata da parte di Leroy, l’uomo aveva trovato Walter completamente congelato vicino alla miniera.
Quando Emma e suo padre arrivarono alla miniera trovarono un Leroy sconvolto vicino al suo amico, Walter poteva quasi sembrare una di quelle statue ghiacciate create da qualche abile artista, se non fosse per il fatto che, fino a poco prima, l’uomo parlava, rideva, scherzava. Nessuno aveva visto niente, nessuno aveva sentito niente. Walter doveva assentarsi solo per pochi minuti, ma quando i minuti cominciarono a passare, Leroy decise di andare a cercarlo trovandolo subito appena fuori dalla miniera, completamente ghiacciato. Per tenerlo al sicuro lo portarono a casa sua, dove nessuno poteva toccarlo.
La ricerca della Regina delle Nevi continuava, ma a quanto pareva quella donna era bravissima a non lasciare tracce.
La prima cosa che la bionda si sentì di fare era di andare nel negozio di Tremotino e parlare con Belle, voleva sapere di eventuali novità, David la seguì.
Una volta arrivati al negozio scoprirono che Belle non era li, c’era Elsa china sui libri.
<< Ehi, Elsa. Sto cercando Belle >> le disse Emma.
 
<< E’ uscita tempo fa >> le rispose Elsa << ma potete aspettarla, forse sarà presto di ritorno >>.
 
Belle entrò proprio in quel momento, era agitata e aveva corso per arrivare li << Abbiamo dei grossi, grossissimi problemi >> disse tutto d’un fiato appena si accorse della presenza di Emma e David.
 
<< Che tipo di problemi? >> chiese Emma.
 
<< Alcuni degli abitanti di Storybrooke vogliono dare la caccia ad Elsa, sono convinti che quello che è successo a Walter sia colpa sua. Dicono che la storia della Regina delle Nevi sia solo una balla, perché nessuno l’ha vista fino ad oggi >>.
 
<< E ora che facciamo? >> Emma parlò quasi tra se e se.
 
<< Non sono affari che mi riguardano, ma credo che sarebbe meglio nascondere Ghiacciolina e subito. Ho visto alcuni abitanti di questa città, capitanati da un nano antipatico, che si stanno dirigendo proprio qui e gli ho sentiti dire che vogliono la ragazza >>.
Tutti si voltarono verso la voce che avevano appena sentito, Malefica era comparsa dal nulla.
 
<< E tu chi sei? >> domandò Emma.
 
<< Sono Malefica, abbiamo parlato ieri, ma avevo l’aspetto di una vecchia. Allora hai un piano? >> rispose sbrigativa la strega.
 
<< Trovare la Regina delle Nevi è l’unica possibilità. Se la troviamo gli altri lasceranno in pace Elsa >>.
 
<< Buona fortuna allora >> disse Malefica sarcastica.
 
<< Sei sicura che stiano venendo qui? >> le domandò David.
 
<< Credevo di essere stata abbastanza chiara quando ho detto di averli visti dirigersi qui e di aver sentito i loro piani >> Malefica guardò David come se lui fosse il più ottuso degli idioti.
 
<< Allora troverò quella donna, e la fermerò >> disse Emma risoluta.
 
<< Ti prego, se dovessi trovarla… non ucciderla. Ho sempre pensato di essere sola, ma adesso so che c’è lei che ha i miei stessi poteri… vorrei poterle parlare >> la supplicò Elsa.
 
<< Non posso promettertelo Elsa >> le disse Emma << ma farò del mio meglio per catturarla senza farle del male. Malefica >> la bionda si rivolse alla strega << devi fare una cosa per me, devi prendere Elsa e portarla via >>.
 
<< Oh che bello! >> disse Malefica con sarcasmo << devo fare da babysitter a Miss Ghiacciolo >>.
 
<< Vogliamo solo che tu la tenga al sicuro. Se gli abitanti di Storybrooke sono convinti che la colpevole sia Elsa le faranno del male se possono. Devi impedirlo… ti prego >> Emma la guardò seria.
 
Malefica socchiuse gli occhi << va bene la terrò d’occhio, ma non farci l’abitudine >>.
 
<< Grazie >> la bionda le sorrise.
 
<< Si, certo. Allora Ghiacciolina, prendi la mia mano… andiamo a farci un giretto >> .
Elsa prese la mano di Malefica e una nuvola nera avvolse entrambe, poi sparirono.
 
<< Mio padre ed io andremo a cercare questa Regina delle Nevi. Belle continua con le ricerche e stai attenta >>.
 
 ...
 
<< Bene, eccoci qui >> disse Malefica una volta arrivate a destinazione.
 
<< Dove siamo? >> Elsa si guardò attorno.
 
<< Dagli alberi, dalle rocce e dagli insetti puoi dedurre che siamo in un bosco. Siamo appena fuori città, lontana dai cattivi che ti vogliono fare del male >>.
 
<< Non sono cattivi… hanno solo paura >>.
 
Malefica scrollò le spalle << è uguale >>.
 
<< No, non lo è. Io ho fatto cose non belle perché avevo paura, questo non fa di me una persona cattiva >>.
 
<< Allora che vuoi fare? >> chiese la strega cambiando argomento.
 
<< Non lo so, passeggiamo? >>
 
   
 
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