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Autore: Carmy_D    27/02/2015    0 recensioni
"Ciò che attanaglia il cuore del terrestre non è altro che totale inadeguatezza, rendendosi conto di non essere altro che un peso, un intralcio, una delusione per tutti quelli intorno a lui.
È stanco, stanco di tutto ciò. Vuole essere forte, vuole essere all'altezza di coloro che non fanno altro che vederlo come un debole, vuole poterli guardare dallo stesso livello, con fierezza e coraggio."
Krillin si ritrova a pensare a ciò che ha, a ciò che è la sua vita. Dovrebbe essere felice per i suoi amici, dovrebbe essere innamorato della sua ragazza, dovrebbe avere un cuore sereno. Ma non ci riesce. Riesce solo a sentirsi inutile, indegno di avere simili amici e di stare con una ragazza bella quanto letale.
Una piccola idea nasce nella sua mente, un'idea che crescerà fino a prenderlo e a dominarlo per sempre. Un'idea che lo porterà a cambiare tutto ciò che gli sta attorno, compreso se stesso.
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«Potente Drago Shenron…!»
Stava per farlo, c’era quasi.
«…il mio primo desiderio è che tu…!»
Ecco, ormai nulla poteva fermarlo.
«…mi renda…»
Ormai era fatta.
«…UN SAIYAN!»
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crilin, Goku, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: 18/Crilin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E si, finalmente ce l’ho fatta a terminare il quarto capitolo. Purtroppo a causa di una serie di limitazioni e impegni (Università) questo progetto potrebbe proseguire un po’ a rilento. Fortunatamente il quinto capitolo è già in sviluppo. Sono dispiaciuto per il ritardo, in futuro farò di tutto per accorciare i tempi.
Allora! Come dicevo poco fa siamo giunti al 4 capitolo! In cui c’è l’azione! E le BOTTE! Tante botte!
Enjoy!
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CAPITOLO 4: Pacificatore
 
Di fronte ai suoi occhi le gocce di sudore diventavano sempre più numerose. La flessione ritmica e continua del braccio cominciava a dolergli da un po’, ma Krillin non avrebbe ceduto.
Era a pochi metri dall’entrata della camera. Ormai erano ore che eseguiva flessioni come unico appoggio il suo dito destro. A quanto era arrivato? Ventimila? Cinquantamila? Non avrebbe saputo dirlo. Aveva perso il conto a circa sedicimila, ma da quel momento sembrava passata un eternità.
I giorni che aveva stabilito per rinforzare i suoi muscoli erano una seccatura non indifferente, ma necessaria. Nonostante ciò gli davano il tempo di riflettere. E Krillin rifletteva parecchio, negli ultimi giorni.
In quella particolare occasione, gli era venuto in mente un episodio di qualche anno prima. Krillin lo ricordava bene.
Era estate, un piacevole sole splendeva sulla Città dell’Ovest. Krillin aveva chiesto a Goku di assistere ad uno degli allenamenti tra lui e Vegeta, curioso e intenzionato a godersi quello che sarebbe stato uno spettacolo strabiliante. Vegeta era parecchio contrariato della cosa («Significa che dovremmo fare attenzione anche a lui? A che serve cercare posti deserti per allenarsi, allora?!»), ma lasciò correre. Si diressero su un altopiano arido e con vegetazione molto scarsa. Krillin si sedette quanto più distante possibile gli permettesse la vista, eccitato come un bimbo al cinema.
Purtroppo non ci fu nulla per cui emozionarsi, o meglio, probabilmente fu un combattimento straordinario, ma Goku e Vegeta erano troppo veloci. Krillin non riusciva minimamente a seguire i loro movimenti. Non avvertiva altro che boati nel cielo e ogni tanto qualche lampo di luce, per il resto il nulla più totale.
Con leggero disappunto, decise che sarebbe stato inutile assistere a dei combattimenti che riusciva a stento a vedere, perciò fu l’unico che seguì, anche se la discussione successiva al duello fu decisamente interessante.
 
«Sei un pollo, Kakaroth» disse Vegeta, atterrando nelle vicinanze di Krillin «Non hai approfittato di una mia distrazione per colpirmi. Ti sei praticamente lasciato sfuggire un’occasione d’oro.»
 
«Oh, andiamo, Vegeta! Se avessi usato tutta la mia forza in quel momento ti avrei fatto davvero molto male! Non vuoi mica che ti faccia secco, vero?»
 
Il principe dei saiyan sbuffò divertito «Anche se ne fossi capace… secco forse no, ma quasi sarebbe un vantaggio!»
 
Goku inclinò la testa senza capire. Vegeta alzò gli occhi al cielo con esasperazione.
 
«Davvero? Non sai di cosa sto parlando?»
 
«Ehm… no.»
 
«Lo Zenkai, idiota! Te l’ho citato un centinaio di volte!»
 
In quel momento Goku si diede uno schiaffo sulla fronte, come ricordando qualcosa di estremamente banale.
 
«Ah, già! Chissà perché mi scordo sempre quella cosa!»
 
Krillin che stava seguendo la discussione, si avvicinò al suo amico senza capire. Chiedendo cosa fosse lo Zenkai. Goku rispose con l’aria saccente e un indice sollevato.
 
«Si tratta  dell’aumento di potere che un Saiyan riceve dopo essersi ripreso da dei danni che lo hanno quasi portato alla morte.»
 
Krillin sbatté le palpebre, stupito, ricordandosi quando, su Namek, Vegeta gli aveva chiesto di colpirlo violentemente per ridurlo in fin di vita.
 
«Tanto più un Saiyan si avvicina alla morte, tanto più il suo potere cresce una volta che si ristabilisce.»
 
«Beh, questo è…» iniziò Krillin, pensieroso «…incredibilmente ingiusto.»
 
Goku ridacchiò, con una mano sulla nuca «Beh, si… in effetti per noi Saiyan è un grande vantaggio!»
 
Un vantaggio, anche uno bello grande.
Ormai quasi sfinito dalle flessioni, Krillin ripensò che se avesse avuto quel potere chissà quanto forte sarebbe diventato oggi, anche senza l’aiuto delle sfere del drago. Aveva perso il conto di tutte le volte che si era ritrovato inerme, al suolo, con le ossa frantumate e con i muscoli che bruciavano.
Si diede una spinta con le punte dei piedi e eseguì una verticale sull’indice. Poi si lanciò in aria, e atterrò al suolo dopo alcune rapide capriole.
Mentre massaggiava la spalla destra per riprendere il totale controllo sui muscoli, gli vennero in mente tutti i fantastici vantaggi di cui ora disponeva. Non solo lo Zenkai, ma anche la vita più lunga, la resistenza e l’immunità alla maggior parte delle malattie. Inizialmente si era sentito in colpa, ma a ripensarci non aveva nulla di cui ritenersi colpevole. Chi non avrebbe voluto essere un saiyan? Chi, al mondo, non avrebbe voluto quel potere? Si, lui era stato l’unico tra tutti i suoi amici umani a raccogliere le sfere del drago e ad esprimere il desiderio. Ma era giunto alla conclusione che il suo non era egoismo, ma coraggio. Il coraggio di ambire davvero ad ottenere quello che si desidera, senza perdersi in banali moralismi e idiozie etiche. Chiunque avrebbe voluto avere i poteri di un saiyan, la differenza tra lui e tutti gli altri era che lui aveva avuto le palle di chiederlo davvero.
Perché, bisognava dirlo… gli umani erano deboli, infimi. Fragili come insetti. Costantemente preoccupati per la salute, la sicurezza, i pericoli. Ossessionati dalla morte, perché sanno che potrebbe colpirli in qualsiasi momento.
Una malattia, un incidente. Un essere umano potrebbe uscire di casa e non tornarci mai più vivo. Ogni suo respiro potrebbe essere l’ultimo. Ma un saiyan è totalmente diverso.
Davvero qualcuno avrebbe osato biasimarlo per aver cercato e ottenuto quel potere? Nessuno.
Krillin chiuse gli occhi, oscurando la vista dall’opprimente bianco perlaceo della stanza. Quando li riaprì lentamente, c’era una figura di fronte a lui. Un umanoide molto alto, verdastro. Con un palco di escrescenze che sbucavano dal suo cranio come corna, e una lunga, serpentina coda maculata che terminava con un enorme pungiglione.
Cell era di fronte a lui, più precisamente era la sua seconda forma. Quella che aveva già assorbito 17.
 
«Oh, ma che sguardo minaccioso…!» esclamò il cyborg con un sorrisetto «…coraggio piccolo umano. Fammi divertire!»
 
Krillin si mise in posizione, diventando super saiyan.
 
«Gli umani sono deboli. Non osare mettermi sul loro piano.»
 
E senza aspettare ulteriormente, Krillin, il super saiyan si lanciò all’attacco.
 
Fuori dalla stanza, intanto…
 
«KAKAROTH!»
 
Un boato assordante, e il principe dei saiyan atterrò di fronte alla piccola casa sul Monte Paoz, senza curarsi di lasciare un piccolo cratere nel terreno. Era sera inoltrata, e un luminoso manto stellato copriva le montagne.
Vegeta urlò il nome ancora una volta, impaziente. Sperò che quel buon a nulla del suo rivale non avesse il sonno così pesante. Fortunatamente non era così: Goku si affacciò alla finestra, a torso nudo e con l’impronta del cuscino sulla guancia, palesemente assonnato.
 
«Oh, dai Vegeta… è troppo tardi per allenarsi!»
 
Il principe si innervosì più di quanto non lo fosse già.
 
«Macché allenarsi, idiota! Credo di aver capito chi è il saiyan che ci siamo lasciati sfuggire l’altro giorno come due incompetenti!»
 
Goku sbarrò gli occhi, incredulo. Annunciò che sarebbe uscito in pochi minuti. Difatti, poco dopo attraversò la porta di casa con la sua solita tuta arancione sgargiante, anche se aveva ancora i capelli più arruffati del solito.
 
« Sai chi è? Significa che lo conosci?»
 
Era sollevato, in verità. Finalmente avrebbe avuto notizie reali su chi fosse quel Saiyan, soprattutto intendeva capire quanto fosse realmente pericoloso. Dietro di lui avvertì Chichi affacciarsi alla finestra. Curiosamente non disse nulla.
 
«Certo che lo conosco! E lo conosci anche tu. Non ne sono certo, però.»
 
«Cosa…?!»
 
Questo non se lo aspettava. Goku non aveva mai conosciuto nessun saiyan che non fosse già stato sulla terra. Temette di essersi perso qualche passaggio.
 
«Ma… non è possibile!»
 
Vegeta strinse i pugni, tra l’esasperato e l’irritato. Sembrava impossibile per lui che Goku ancora non avesse capito!
 
«Non è sempre stato un saiyan, era un terrestre! Ecco perché…!»
 
Si interruppe. Anche Goku capì il perché.
L’aura. L’aura del saiyan misterioso si era mostrata, era sempre più forte e imponente. Si stava avvicinando ad una velocità spaventosa, dritta verso di loro.
Il principe dei saiyan si voltò, puntando lo sguardo verso il cielo, con un mezzo sorriso.
 
«Finalmente. Quel nano ha deciso di uscire allo scoperto…»
 
Goku sollevò le sopracciglia. “Quel nano”? Possibile che il misterioso saiyan fosse…?
Il suo pensiero non terminò, perché la risposta atterrò a pochi metri da lui con un secondo tonfo che distrusse pesantemente il suolo di fronte alla casa. Una figura nell’ombra, con una battle suit tipica dei saiyan. Goku non riuscì subito a definirne i contorni a causa del buio, ma i suoi occhi si abituarono presto all’oscurità.
 
«K-Krillin?!»
 
Era proprio Krillin, ma aveva qualcosa di diverso. Era leggermente più alto, i suoi tratti erano diventati un po’ più duri, e soprattutto, i suoi muscoli erano gonfi e definiti come non li aveva mai visti. Aveva un leggero sorriso sul volto, del tutto naturale.
 
«Ciao, Goku. È da parecchio tempo che non ci vediamo.»
 
L’aura del saiyan misterioso  proveniva proprio da lui, ma ora che ci faceva caso, Goku notò una lieve traccia di quella che un tempo era l’energia vitale di Krillin, ma era stata coperta, modificata. Come un sapore leggero condito con troppa salsa piccante.
Goku non riuscì a proferire parola per lo stupore. Vegeta, al contrario, non si trattenne affatto.
 
«Bene, bene! Finalmente il nostro “saiyan”…» mise tutto il disprezzo possibile nelle ultime due sillabe «…ci ha dato la grazia di mostrarsi!»
 
Krillin sembrò educatamente stupito e confuso. Un’espressione troppo naturale per essere vera. «saiyan…?»
 
Vegeta si avvicinò minaccioso, il suo sguardo sospettoso sovrastava quello di Krillin. Goku si mise all’erta, pronto a intervenire.
 
«Abbassati i pantaloni»
 
Krillin ridacchiò, per niente intimorito «Cielo! Potresti almeno invitarmi a cena, prima!»
 
Vegeta gli si avventò contro, ormai senza più pazienza, e lo afferrò per le spalline dell’armatura sollevandolo leggermente.
 
«Lo sai a cosa mi riferisco! La coda! Fammi vedere immediat…»
 
La sua bocca si interruppe, o meglio, fu interrotta da un poderoso destro di Krillin, che lo colpì dritto sugli incisivi, scaraventandolo di parecchi metri e mandandolo a scontrarsi contro un macigno, riducendolo in pezzi.
Goku era esterrefatto. Non poteva credere a quello che aveva appena visto. E ancor meno poté credere a quello che accadde dopo.
L’esplosione, la luce, il sibilo leggero dell’aura che cresce. Krillin espanse il proprio nuovo, spaventoso potere. I suoi capelli diventarono dorati, i suoi occhi azzurri e il suo sguardo furioso come Goku non lo aveva mai visto. Era davvero un super saiyan.
 
«Alzati.»
 
Le macerie esplosero in un secondo frastuono. Vegeta ne uscì tranquillamente, ma il suo sguardo mandava lampi d’odio.
 
«Allora è vero… piccola pulce.»
 
Krillin non cambiò il suo sguardo, neanche un po’.
 
«Trasformati. Voglio combattere.»
 
Goku si frappose tra i due. Rivolto verso Krillin e con le braccia spalancate.
 
«Krillin, no! Te lo proibisco. Non ho intenzione di lasciarti combattere contro Vegeta senza un vero motivo.»
 
Non lo disse, ma pensava che Vegeta avrebbe potuto ucciderlo. Non aveva intenzione di perdere il suo amico, neanche rischiare. Krillin forse era riuscito a diventare un vero super saiyan, ma non era ancora abbastanza forte da affrontare Vegeta.
Nonostante la sua richiesta, Krillin non ne sembrò affatto ammorbidito. Anzi, spostò il suo sguardo di disappunto da Vegeta a Goku. I suoi occhi azzurri avevano una luce che non aveva mai visto, e non aveva nulla a che fare con la sua trasformazione.
 
«Spostati, Goku. Ho un conto da regolare con il principe, qui… e non ti permetterò di metterti in mezzo.»
 
«Ma…!»
 
Vegeta s’intromise, con veemenza: «Lascialo fare, Kakaroth! Anche se gli impedissi ora di combattere, non potrai certo farmi da guardia del corpo per sempre! E poi…»
 
Il principe sorrise, trasformandosi in super saiyan ed espandendo la sua aura senza neanche sforzarsi.
 
«…al nano serve una lezione! Vedrai che dopo che avrà avuto a che fare con il sottoscritto gli passerà la voglia di fare lo spaccone una volta per tutte!»
 
Goku evidentemente non era convinto, perché non si mosse di un millimetro. Vegeta intuì la sua paura.
 
«Non preoccuparti. Quando avrò finito con lui ti prometto che ne lascerò abbastanza da risistemarlo con un fagiolo senzu. Ucciderlo sarebbe troppo facile.»
 
Krillin puntò nuovamente lo sguardo sul principe. Questa volta sorrideva anche lui, ma era un sorriso senza alcuno sprazzo di gioia.
 
«Continua così, principino. Ogni parola che usi per alzarti la cresta renderà la tua sconfitta ancora più patetica. Sai come si dice… “Più sono grossi, più fanno rumore quando cadono”.»
 
Si mise in posizione da combattimento, piegando le ginocchia, con un pugno di fronte a se e uno alle sue spalle.
 
«E tu, caro mio, adesso farai un bel botto.»
 
Goku rimase in silenzio ad osservare i due super saiyan per qualche secondo, fino a quando non abbassò le braccia lentamente e si fece da parte, senza dire una parola.
Ormai lo scontro era inevitabile, Goku ne era certo. Perciò preferiva che avesse luogo lì dove c’era lui, dove sarebbe potuto intervenire se la situazione fosse precipitata.
E poi, nonostante non lo avrebbe mai ammesso, era curioso. Krillin sembrava molto forte e parecchio motivato. Voleva sapere quanto era diventato potente il suo amico.
Dopo che si furono allontanati dalla casa, atterrando su una zona rocciosa lì vicino, Goku squadrò i due sfidanti. Le loro auree bruciavano come due enormi fuochi dorati, illuminando la zona come se fosse pieno giorno. Anche Vegeta assunse una posizione di combattimento, muovendosi con esperienza.
Il silenzio era palpabile: la quiete prima della tempesta. Una tempesta che stava per abbattersi su tutta la montagna con migliaia di fulmini. Ormai era evidente: non ci sarebbe stata esclusione di colpi.
Krillin scattò per primo. Il suo primo attacco fu un gancio mirato all’altezza della nuca, che Vegeta schivò con un salto, portandosi alle spalle del nemico. Krillin fu rapido a voltarsi, per poi continuare a mantenere l’iniziativa dell’attacco sferrando una rapidissima serie di diretti. Il principe schivò i colpi muovendo solo la testa, parandone un paio e smorzando l’attacco dell’avversario con un calcio girato.
Krillin evitò il colpo, indietreggiando con delle rapide capriole. Vegeta lanciò una sfera energetica che andò a frantumare una buona parte di montagna, per poi gettarsi all’inseguimento. Quando Krillin si fu messo in piedi, fece appena in tempo a parare il calcio ad ascia del nemico con entrambe le braccia incrociate. Sentì le ossa tremare sotto la potenza del colpo, ma ebbe la lucidità di afferrare la caviglia sinistra del principe e scaraventarlo contro un albero, mandandolo in pezzi.
Goku osservava il combattimento in silenzio, incuriosito. Vegeta stava ancora studiando l’avversario, ma Krillin non sembrava intenzionato a dar tregua al suo nemico. Al momento il suo amico terrestre appariva in vantaggio. Veniva da chiedersi se Vegeta fosse davvero il più forte dei due.
Il principe dei saiyan emerse dalle schegge dell’albero come un proiettile, caricando verso il nemico. Krillin si preparò ad accoglierlo con un montante ben assestato, ma l’avversario cambiò direzione a mento di un metro da lui, iniziando una scarica di colpi estremamente precisi e potenti. Krillin parò come poté, riuscendo infine a bloccargli entrambe le braccia. Vegeta reagì con una testata,  per poi scagliare in aria il nemico con un calcio poderoso.
Il combattimento si spostò in aria. Krillin riuscì ad allontanare il principe dalla sua portata con un pugno, per poi tentare una Kamehameha sperando di coglierlo di sorpresa. Vegeta aprì le braccia come ali, poi unì le mani di fronte a lui. Il Final Flash partì con la forza di un cannone, abbattendosi contro l’onda azzurra generata da Krillin. Le due onde esplosero fragorose nel cielo, e il fumo e la polvere diedero al principe dei saiyan l’occasione di effettuare un attacco di sorpresa. L’ultimo calcio ad ascia del principe scagliò Krillin contro il terreno, aprendovi una voragine di dimensioni non indifferenti.
Mentre Vegeta atterrava lentamente sull’orlo della voragine, il suo avversario si rialzava, con la battle suit leggermente strappata e un rivolo di sangue dalla bocca.
 
«Però… sei diventato bravo, nano.»
 
Krillin non disse nulla, si limitò a fissare il suo avversario con sguardo ieratico, nonostante i suoi occhi lanciassero lampi d’odio.
 
«Devo complimentarmi. Negli ultimi tempi solo Kakaroth era riuscito a farmi divertire così!»
 
Vegeta incrociò le braccia, lanciando uno dei suoi sorrisi di sfida. Era evidente che si stava divertendo in maniera non indifferente.
 
«Perciò smettiamola di giocare, e cominciamo a combattere sul serio! Non mi dirai mica che questo era il tuo massimo, vero?»
 
Krillin sorrise di rimando, con decisione.
 
«Fammi il piacere»
 
Spalancò le braccia, contraendo ogni muscolo del suo corpo. La sua aura crebbe ancora di più, raggiungendo il suo apice.
Vegeta riuscì a stento a seguire il gancio che puntava al suo volto, ma non fu abbastanza veloce da evitarlo. Le nocche di Krillin si scontrarono con una violenza spaventosa contro lo zigomo del principe, che fu scagliato lontano di parecchi metri. Prima che potesse atterrare, il suo avversario lo raggiunse, sferrandogli un calcio che lo spedì verso il cielo.
Vegeta riprese il controllo del combattimento quando era ormai a centinaia di metri da terra. Le costole gli dolevano da morire, ma riuscì a rimanere abbastanza lucido da non lasciar trasparire alcun segno di sofferenza.
Infuriato, il principe guardò verso il basso. Krillin non sembrava in vista, ma percepiva chiaramente la sua energia nelle vicinanze, tra le nuvole dense. Avrebbe eseguito un attacco a sorpresa, ma non riusciva bene a capire da quale direzione.
Arrivò un secondo calcio, violentissimo. Ma questa volta Vegeta riuscì a pararlo. Seguì una scarica di colpi e parate estremamente rapide da parte dei due guerrieri. Da un occhio esterno, inesperto, potevano sembrare alla pari, ma la realtà era leggermente diversa.
Il principe dei saiyan era più affaticato di Krillin, e i suoi colpi cominciavano ad essere meno precisi e più lenti. Fu costretto a ricorrere ad una strategia.
Indietreggiò con uno scatto. Poi, rivolse i dorsi delle mani verso l’avversario, ponendoli all’altezza delle tempie.
 
«Taiyoken!»
 
Krillin fu colto di sorpresa. Il lampo di luce che si propagò da Vegeta lo investì direttamente. Sentì i suoi occhi bruciare, e anche con le palpebre chiuse continuava a vedere lampi accecanti nel buio.
Fu solo un momento, quando un dolore cento volte più forte lo invase: un violentissimo colpo all’altezza della schiena, tra le scapole. Forse un calcio, forse un pugno, impossibile dirlo. Ma si sentì scaraventare verso il terreno, attraversando una roccia come se fosse burro. Si schiantò al suolo con un boato assordante, mentre lo spazio attorno a lui restava completamente buio.
Goku aveva osservato tutta la scena, in una posizione tranquilla, ma con la tensione alle stelle. La ginocchiata di Vegeta era stata così violenta che non si sarebbe stupito se Krilin ne fosse uscito con un paio di vertebre frantumate. Si chiese se l’incontro sarebbe andato diversamente se non avesse insegnato il Taiyoken a Vegeta. Non avrebbe saputo dirlo.
Il principe si lanciò contro il suo avversario. Krillin si stava rialzando, ma era ancora a quattro zampe. Riacquistò un po’ della vista, ma al momento riusciva a stento a distinguere le forme. Avvertì Vegeta farsi sempre più vicino, come un razzo. E la sua schiena, oltre a dolergli da morire, era pericolosamente esposta.
Si concentrò sul suo udito, dato che la vista lo aveva tradito, e si preparò a scommettere il tutto sulla sua ultima mossa. Girò su se stesso, flettendo al massimo i muscoli, e afferrò la gamba di Vegeta, che lo avrebbe colpito appena un millesimo di secondo dopo. Lo scaraventò sul terreno affianco a lui, e senza lasciare la caviglia del suo avversario, sferrò un violentissimo destro diretto alla rotula.
Il rumore fu assordante. La gamba di Vegeta si spezzò come un ramo, e il suo urlo di dolore si sentì per tutta la montagna.
Goku sbarrò gli occhi, senza poter credere a ciò che aveva appena visto. Krillin si rialzò barcollante, mentre il suo avversario si stringeva con forza il ginocchio, agonizzante. Mise un piede sul suo torace, con il fiato ancora corto e con lo sguardo colmo di disprezzo. Premette con forza con il piede, e Vegeta ringhiò di dolore.
 
Goku aveva raggiunto la zona del confronto con il teletrasporto. Il suo sguardo non era più stupito, ma spaventato.
 
«Krillin, togliti da lì! Hai vinto, non c’è bisogno di infierire!»
 
«Perché no?» rispose lui, con tranquillità, senza distogliere lo sguardo dal principe «Non c’è stato una volta che mi abbia parlato senza insultarmi. Lui ha infierito su di me ogni volta che ne aveva occasione. Non vedo perché, ora che ne ho io la possibilità, non debba divertirmi ad infierire quanto mi pare.»
 
Goku osservò il suo amico, in silenzio. Possibile che quello fosse davvero Krillin? C’era del disprezzo, della rabbia nella sua voce come non l’aveva mai sentita. Non poteva credere che il ragazzo dall’animo gentile con cui aveva parlato due giorni prima fosse lo stesso brutale guerriero che adesso gli aveva parlato.
 
«Sai, devo essere sincero…» cominciò Krillin rivolgendosi allo sconfitto, osservandolo dall’alto in basso «… non è passato un singolo giorno della mia vita in cui non abbia rimpianto di non averti piantato quella spada nel petto quando arrivasti su questo pianeta.»
 
«Ora basta, Krillin!» esclamò Goku, che cominciò ad abbandonare lo stupore per sostituirlo con la rabbia.
 
Krillin sembrò ignorarlo completamente, sollevò leggermente la mano destra, puntando il palmo aperto verso il volto di Vegeta. «Fortunatamente, a questo possiamo sempre rimediare.»
 
Vegeta gli puntò contro lo sguardo più disgustato e furioso di cui fosse capace. «Brutto figlio di…»
 
«Smettila subito!»
 
La mano di Krillin si illuminò di una luce scarlatta.
 
«Addio, principino.»
 
«HO DETTO…!»
 
Goku scattò, ci fu un lampo dorato, come una bomba. Krillin fu scagliato via, e mandato a cozzare contro la parete della montagna.
 
«…basta.»
 
Goku era sopra Vegeta, con il pugno ancora teso. Era trasformato in super saiyan, o almeno era quello che sembrava.
La sua voce era diventata più profonda e grave. I suoi capelli erano più dritti che mai, e un solo ciuffo cadeva di fronte al suo sguardo ora colmo di furia. Infine, violente scariche elettriche sembravano propagarsi violentemente dal suo corpo, come una macchina in sovraccarico, pronta ad esplodere.
Krillin si risollevò dalle macerie, osservando la trasformazione del suo amico. Ebbe un momento di deja vù: rivide al posto di Goku suo figlio, il piccolo Gohan, con lo stesso sguardo e la stessa furia.
Era la stessa trasformazione che aveva portato alla sconfitta di Cell, quella che Gohan aveva sfoderato cinque anni prima e mai più usata.
 
«Togliti di mezzo, Goku.»
 
«No.» rispose il saiyan, tornando in posizione di riposo. «Non posso fare a meno di congratularmi, Krillin. Sei diventato molto forte. Ma non ti lascerò uccidere Vegeta solo per capriccio.»
 
«Capriccio?!» sbraitò Krillin, furibondo «Un capriccio come quello di voler diventare immortale? Un capriccio come quello di voler uccidere tutti i nostri amici?! Un capriccio come quello di trasformarsi in scimmione e stritolarti fino a ridurti le ossa in briciole?! Ma ti rendi conto di chi è la persona che stai difendendo, Goku?!»
 
«E con questo cosa vorresti dire? Che Vegeta merita la morte per le sue azioni passate?»
 
«Certo che se lo merita! Quell’uomo non è cambiato di una virgola! Credi che se ne stia buono buono a non far nulla perché è diventato un paladino della giustizia? SEI UN IDIOTA! Lo fa solo perché sa che ci saresti tu ad affrontarlo e a sconfiggerlo!»
 
«Forse. Ma tu non sei spinto da giustizia, ma solo da istinto e motivazioni personali. Non sta a te giudicare il suo destino.» Goku, al contrario di Krillin restava tranquillo. Ma la sua tensione era evidente.
 
«E a te si?! Ma ti senti, quando parli?! Quell’uomo ha massacrato centinaia di innocenti! E tu sembri difenderle con tutte le tue forze! Credi che lui per te farebbe lo stesso?!»
 
Goku rimase in silenzio un momento, prima di avanzare di qualche passo verso Krillin.
 
«Nessuno, né tu né io possiamo decidere chi morirà e chi vivrà. Possiamo solo decidere di interferire contro le azioni che non riteniamo giuste, e fermare coloro che le compiono. E al momento… non è Vegeta che rientra in questa definizione.»
 
Krillin osservò con rabbia il suo amico, senza dire nulla per un secondo. Poi sorrise. Un ghigno senza gioia.
 
«Già, ora è chiaro. Da quando hai trovato uno della tua razza con cui confrontarti, anche se si tratta di un pazzo omicida, il vecchio Krillin non è più abbastanza, vero?»
 
«Questa è un assurdità. E tu lo sai benissimo.»
 
«NO, INVECE!»
 
Krillin batté un piede per terra frantumando il suolo con una furia spaventosa. La sua rabbia durò solo un secondo, poi tornò relativamente tranquillo.
 
«Stammi a sentire, Goku: questa discussione per me è finita. Ma ho intenzione di tornare a concludere quello che avevo iniziato.»
 
Si sollevò in volo con leggerezza, senza smettere di guardare i due Saiyan sotto di lui.
 
«Vegeta morirà, e morirà per mano mia. E se oserai metterti di nuovo sulla mia strada…» espanse la sua potente aura dorata, sfoderando tutta la sua rabbia «…ALLORA FARAI LA SUA STESSA FINE!»
 
Scattò all’indietro, volando verso la stessa direzione da cui era venuto. Goku lo osservò andare in silenzio, incredulo per quello che aveva sentito.
Tornò alla sua forma normale con un sibilo. Si voltò verso Vegeta, che ancora ansimava sanguinante sul terreno.
Goku gli tese la mano.
 
«Ce la fai ad alzarti?»
 
«NON MI TOCCARE!»
 
Vegeta scostò malamente il braccio di Goku, sollevandosi leggermente in volo con la gamba destra che pendeva da una strana angolazione.
 
«Non ho bisogno dell’aiuto di feccia come te.»
 
«Smettila di fare l’idiota» disse Goku, esasperato «a casa ho dei senzu da parte, devo…»
 
«Ti ho appena detto che non voglio il tuo aiuto! Mi hai già umiliato abbastanza nascondendomi il tuo vero potere. Non lascerò che tu mi ridicolizzi ancora di più facendomi da infermiere!»
 
Goku sospirò, sapendo benissimo che la cosa sarebbe andata in quella direzione.
 
«Ascolta, mi dispiace di avertelo nascosto. Ma adesso devi farti aiutare, sei ferito. Lasciami solo…»
 
«FOTTITI, KAKAROTH!»
 
Furioso, Vegeta  fluttuò lentamente lontano da Goku, dandogli le spalle.
 
«Sono capace di arrivare a casa mia senza crepare e senza bisogno del tuo pidocchioso animo da buon samaritano.»
 
«Aspetta! Non puoi andartene così fino alla Capsule Corp.! Se Krillin dovesse raggiungerti, ti ucciderà!»
 
«Che ci provi! Non ho affatto paura di lui.»
 
Goku avrebbe dovuto essere abituato quei discorsi insensati da parte di Vegeta, ma ogni volta ne restava sempre sconcertato.
 
«Lascia almeno che…!»
 
Troppo tardi, Vegeta aveva aumentato la velocità per quanto la ferita glielo consentisse. Anche se Goku avesse provato a raggiungerlo, l’orgoglioso principe dei saiyan non avrebbe mai permesso di essere accompagnato. Inseguirlo sarebbe stato inutile.
Si sarebbe limitato a tenere sotto controllo la sua aura fino a destinazione. Nel caso in cui fosse diminuita o amentata improvvisamente, sarebbe intervenuto con il teletrasporto.
Concentrarsi sull’aura di Vegeta fu difficile, però. La sua mente era distratta da Krillin, e dalla furia omicida che sembrò essere diventato nel giro di pochi giorni… ormai sembrò quasi che il suo vecchio amico d’infanzia se ne fosse andato per sempre.
 
Passarono solo poche ore, e Krillin era di nuovo nella sua stanza dello spirito e del tempo, con in spalla lo stesso zaino che aveva usato per raccogliere le sfere del drago due giorni prima, o due anni prima, a seconda dei punti di vista.
Rovesciò il contenuto in mezzo all’atrio della stanza. Sette pietre tonde delle dimensioni di un pugno rotolarono pigramente sul pavimento di marmo, ammucchiandosi in un punto.
Krillin si sedette sui talloni, in silenzio, osservando le pietre come se cercasse di leggerci qualcosa. Unì i polpastrelli davanti al volto, e nella luce soffusa e innaturale della stanza, il guerriero rimase immobile. E attese…
 
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That’s all, folks (per adesso)!
Al prossimo capitolo! E se non recensite vincono i terroristi.
Sciao!
  
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