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Autore: Glendora    08/03/2015    1 recensioni
Farla finita sembra davvero molto facile, soprattutto nella solitudine di una camera d'albergo a chilometri di distanza da casa. Questo, però, non sembra il destino di Ville Valo che, inaspettatamente, tra le mura di quello che sembra essere un vero e proprio girone dell'Inferno, troverà quello che ha sempre cercato, ciò che la fredda lametta di un rasoio appoggiato sulla pelle non è stata capace di dargli. Ma il fato ama giocare con le persone e Ville non è certo immune...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dall’aereo Ville può vedere i contorni della sua terra, bagnata dal mare luccicante, accendersi come gemme preziose baciate da un innaturale sole che brilla nonostante sia ormai novembre inoltrato. Un regalo. Un regalo magnifico ed inaspettato che sembra dar loro il benvenuto in Finlandia.
 
“Sembri un bambino a cui hanno appena comprato dei biscotti” dice Lily, felice di vedere gli occhi di Ville osservare attenti tutto ciò che accade al di là del piccolo finestrino dell’aereo che li sta riportando a casa.
 
“Sono stato talmente tante volte lontano da Helsinki che ormai ho perso il conto, ma tutte le volte che torno non posso fare a meno di sentirmi così… non pensavo di poter rivedere casa così presto.”
 
Casa.
 
Lily continua a fissare Ville e sente che nulla potrà più andare storto, non ora che lui è davvero felice, non adesso che finalmente può riabbracciare il suo mondo, la sua terra, il luogo dove il suo cuore brama sempre di tornare tutte le volte che è lontano.
 
“Che c’è?” chiede lui girandosi verso Lily, vedendo il sorriso dipinto sul suo volto.
 
“Niente… mi piace quando hai quello sguardo” sussurra, accoccolandosi sul sedile dell’aereo sistemando la coperta che ha sulle gambe.
 
“Mi mancava, non puoi sapere quanto” ammette lui imbarazzato, sperando di non far sentire in colpa Lily: lui avrebbe passato l’intera esistenza a Filadelfia con lei, ma ora che rivede la sua terra non può far a meno di sentire il suo cuore battere per la gioia.
 
“Lo so, invece. L’ho sempre saputo e mi sono sentita un verme per averti costretto a stare in America così tanto tempo…ma adesso è tutto a posto: la tua faccia vale più di mille parole! Bentornato a casa amore mio.”
 
Sporgendosi, Ville ruba un bacio a Lily che si tira leggermente su per raggiungere le labbra del marito e sistemandosi più vicina a lui, sbircia dal finestrino per poter salutare anche lei quella terra che già sente come sua.
 
“Non pensavo ci fosse il sole a novembre!”
 
“Ricorda: la Finlandia ha in serbo sempre delle sorprese.”
 
Ridendo della buffa espressione di Ville, Lily sente una leggera sensazione di nausea salirle su per lo stomaco e appoggiando la testa sulle sue gambe di Ville si concentra su un piccolo strappo dei jeans del marito, proprio all’altezza del ginocchio sinistro.
 
“Non ti senti bene?” domanda preoccupato da quel repentino cambio d’espressione.

“Tranquillo, non è niente, solo un po’ di nausea.”
 
“Sapere che però questa volta non è colpa della chemio mi rallegra un po’” rivela poggiando la mano sul ventre di Lily, accarezzandolo amorevolmente facendola sorridere per quel gesto così affettuoso.
 
Chiudendo gli occhi ed immaginandosi la sua vita ad Helsinki, Lily pensa che qualsiasi posto è perfetto per vivere, perché ha tutto quello di cui ha bisogno proprio lì accanto a sé: l’uomo che ama e un figlio che già sente di adorare più della sua stessa vita.
 
Lasciandosi cullare da quella strana sensazione di benessere, mista a pace interiore, Lily si addormenta immaginando il loro bambino con gli occhi color del mare, proprio come quelli di Ville.
 
***
 
“Ville, Ville svegliati…” Sentendo la voce agitata ed eccitata di Lily, Ville spalanca gli occhi solo per rendersi conto che fuori è ancora buio, molto, molto buio.
 
“Che diavolo… Lily che ci fai alla finestra? È tutto a posto?”
 
“Guarda: è bellissimo” continua a dire lei, soffiando su una tazza di tè bollente che sorregge tra le mani.
 
Alzandosi ed andando verso di lei per capire cosa succede, Ville nota l’eccitazione nello sguardo di Lily che assomiglia ad una bambina felice davanti ad un giocattolo nuovo ed ammirando il profilo della sua figura, non può fare a meno di indugiare sulla curva del ventre, ormai visibile sotto il pigiama.
 
“È neve, Lily… solo neve: siamo a dicembre, fra una settimana è Natale e, com’è giusto che sia, nevica!!!”
 
“È stupenda” ripete lei, con gli occhi illuminati di gioia quasi saltellando sul posto.
 
“Non dirmi che non hai mai visto la neve.”
 
“Certo che l’ho vista: in televisione” ammette lei con candore, sorseggiando il tè.
 
“Mi stai prendendo in giro?” Domanda con l’ombra di un sorriso che si affaccia sul volto.
 
“Ehm, no… a Filadelfia non ha mai nevicato e se l’ha fatto io o non ero nata o ero troppo piccola per ricordarmelo! Guarda quanta ne viene giù!”
 
Sono ormai a Helsinki da più di un mese, ma in effetti quella è la prima nevicata della stagione, un po’ tardiva secondo Ville, abituato a vedere neve da quando è nato, ma comunque è sempre un momento magico anche per lui e vedere Lily ridotta in quello stato solo per dei cristalli di ghiaccio che cadono dal cielo, lo fa sentire ancora meglio del solito.
 
Tutto sembra procedere bene anche se Ville non osa dirlo troppo forte, per paura di rompere quell’incantesimo che si è creato da quando hanno messo piede in Finlandia: Lily sembra stare molto meglio e anche se ha temporaneamente interrotto la chemioterapia, i suoi esami sono sempre nella norma. Non c’è nulla che sembra fa presagire un aggravamento della leucemia e a parte qualche sporadica febbre, lei sembra stare bene, in forma come non mai.
 
I capelli le stanno crescendo e Lily non perde occasione per passarsi la mano tra le ciocche color nocciola e, tutte le volte che lo fa, Ville nota il suo sorriso dolce e felice: per lei è stato forse il trauma più grande perderli, ma anche quello sembra essere solo un lontano ricordo.
 
Ogni settimana, poi, si recano dal dottore contattato da Aoki  incaricato di occuparsi della malattia di Lily e, tutte le volte, lui rimane sbalordito da come la malattia sembra essersi bloccata di colpo: certo, non è sparita ed ogni tanto fa dei danni, come lasciare Lily priva di forze sdraiata sul letto a dormire tutto il giorno, ma non sembra progredire il che rende la gravidanza serena. Come dovrebbe essere per ogni mamma.
 
Ora che è di quasi cinque mesi, la pancia non passa più inosservata e Ville non riesce a staccarle gli occhi di dosso, ammirato del mutamento che sta subendo il corpo di Lily che diventa, giorno dopo giorno, sempre più bella e radiosa.
 
“Ora vuoi tornare a letto che fa freddo?” La prega rimettendosi sotto le coperte, ma continuando a fissarla sorridente.
 
“Guastafeste… domani facciamo un pupazzo di neve?”
 
“Allora forse è meglio avvertire le bambine di Linde, Gas e Burton. Sono sicuro che si divertiranno un mondo a fare un pupazzo di neve con te.”
 
“Anche lui approva l’idea” dice Lily avvicinandosi sinuosa a Ville. “Dammi la mano…”
 
Porgendole la sinistra dove la fede fa bella mostra di sé sull’anulare, Ville vede Lily che l’appoggia sul grembo facendo una piccola pressione ed immediatamente avviene qualcosa di inaspettato e di magico allo stesso tempo.
 
“Si è mosso… Lily, si è mosso!” Esclama Ville agitato, mettendosi a sedere e prendendo la pancia tra entrambe le mani.
 
“Te l’ho detto che approva l’idea di invitare le sue cuginette” ripete sorridendo, accarezzando i boccoli scarmigliati di Ville mentre lui continua a fissare la pancia come ipnotizzato.
 
Magnifico e bellissimo, di sicuro quello è per Ville uno dei momenti più emozionanti della sua vita: sentire finalmente quella vita muoversi sotto le sue mani, percepire la sua esistenza, lo rende fiero, orgoglioso, felice al limite del possibile.
 
***
 
“Buon compleanno amore mio” sussurra Ville baciandola sulla fronte, stando attento a non svegliarla.
 
“Non te ne andare, stai qui…” Riesce a dire lei con un filo di voce, mentre stringe la mano di Ville.
 
“Non vado da nessuna parte, non ti preoccupare.”
 
Facendogli un po’ di spazio sul piccolo lettino dell’ospedale, Lily lascia che Ville si sdrai accanto a lei mentre sente che le sue mani accarezzano la pancia che inizia a muoversi, come se il bambino avesse deciso di salutare suo padre.
 
Per sette mesi la gravidanza è andata avanti senza intoppi di sorta, se non i soliti piccoli disturbi di una normalissima gravidanza che non hanno mai allarmato né Lily né Ville, felici di poter vivere quei mesi d’attesa senza la preoccupazione della leucemia che aleggia nell’aria.
 
Eppure, entrambi hanno sempre saputo che non sarebbe durata in eterno quella sorta di piccola pausa che il destino si è preso ed infatti, a soli due mesi dalla data presunta del parto, ecco che i sintomi della malattia sono cominciati a farsi rivedere e tutto, ovviamente, in uno dei giorni in cui sia Lily che Ville avrebbero voluto starsene in pace: il compleanno di Lily.
 
Ville aveva progettato tutto da giorni: l’avrebbe portata a Suomenlinna, l’isola fortezza che subito ha ammaliato il cuore di Lily, convinta che una delle sue canzoni preferite, quella della loro prima notte insieme, sia dedicata proprio a quella bellissima isola.
 
Ma a Suomenlinna non ci sono mai andati: Lily si è sentita male e Ville ha chiamato un’ambulanza per portarla in ospedale, dove le hanno trovato un’anemia molto forte che avrebbe potuto minare sia le sue condizioni fisiche, sia quelle del bambino.
 
“Come ti senti?”
 
“Un po’ meglio. Voglio tornare a casa.”
 
“Il dottore ha detto che se domani va tutto bene, ti possono dimettere: devi solo pazientare un pochino.”
 
“Il bambino sta bene, vero?”
 
“Sì, è tutto ok, non ti preoccupare. Perché non provi a dormire un po’?”
 
“È tutto il giorno che dormo, sono peggio di un ghiro.”
 
“Però sei un ghiro bellissimo” dice lui, baciandola sul collo scoperto.
 
Iniziando ad accarezzare il braccio di Ville come tutte le volte in cui ha bisogno di rilassarsi, Lily sente le sue membra distendersi e il suo respiro diventare più profondo e regolare, come se la presenza del marito fosse l’unica cosa in grado di placare le sensazioni contrastanti che non le permettono di stare tranquilla.
 
“Mi canti qualcosa?”
 
Joka ilta kun lamppu sammuu ja saapuu oikea yö
niin Nukkumatti nousee ja ovehen hiljaa lyö
On sillä uniset tossut ja niillä se sipsuttaa
se hiipii ovesta sisään ja hyppää kaapin taa
.[1]
 
“Che cos’è?” Domanda nell’udire quella melodia sconosciuta.
 
“Doveva essere il mio regalo… è una tuutulaulu, una ninnananna, non è ancora finita però.”
 
“È già perfetta così: grazie.”
 
***
3 Maggio 2011 ore 2:15 am
 
“Ville, ti prego, svegliati… mi si sono rotte le acque” ansima Lily tra un respiro e l’altro, mentre scuote il marito che ancora dorme con il cuscino pigiato sulla faccia.
 
Da quando Lily è tornata a casa dopo la piccola parentesi ospedaliera, tutto è andato bene ed anche gli ultimi due mesi della gravidanza sono passati veloci, senza troppe preoccupazioni: veloci, già…
Forse un po’ troppo!
 
Ok Ville, niente panico…
 
[1]              La ninnananna è una vecchia canzone finlandese, ovviamente non avrei avuto le capacità linguistiche per crearne una, quindi l'ho presa in prestito spacciandola per Ville, spero non me ne vogliate! Il titolo è Sininen uni
   
 
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