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Autore: giropizza    16/03/2015    7 recensioni
AVVERTENZA
La storia ha subito un cambiamento da rating giallo ad arancione.
Il capitolo quinto presenta comunque ampie e dettagliate descrizioni di atti sessuali. Consiglio a chi segue la storia di leggere le note all'inizio del terzo e quarto capitolo, dove vengono illustrate le dinamiche e il perchè di questo cambio di rotta.
Dal testo:
Dire che le faceva salire il nervoso è un eufemismo perchè se fosse stato legale l'avrebbe strangolato, molto volentieri. A scatenare davvero la sua ira era poi il fatto che fosse, avendolo difronte, impossibile da odiare poichè con quella sua espressione modesta, soave, da arcangelo pieno di buone intenzioni, tolleranza e santità sarebbe stato in grado di rendere mansueto anche un Rock Lee ubriaco, ed era noto a tutti che non vi era nulla di più temibile di un Rock Lee ubriaco.
Non è che non avesse tentato di far ragionare Sasuke, di farlo desistere da quella sua crociata ai danni della perfezione ed ineguagliabilità di Itachi ma tutto era stato inutile. Perciò ora lei si trovava lì, costretta in un'astinenza forzata e a domandarsi cos'avrebbe fatto della propria vita quella testa dura se mai fosse riuscito a darla sui denti al fratello.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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ItaSaku
Buonasera a tutti!
Ci ho sputato sangue su questa fanfiction e non è neanche venuta questo granchè, con mio rammarico; ma dopotutto credo di aver scritto qualcosa essendone soddisfatta subito una sola volta nella mia vita, in occasione di un tema in classe, e presi una bella e rossa insufficienza.
L'ho pensata sotto incitamento di Blueorchid31, con la quale abbiamo ragionato che ultimamente qui in giro non si vedono moltissime ItaSaku. E' vero che ormai Kishimoto ce le ha schiaffate in fronte con brutalità le coppie dell'amata serie ma comunque nessuno mi (ci) vieta di fantasticare.
In realtà io propenderei (sono completamente ossessionata) per il SasuSaku ma il bel tenebroso, stitico, mi piace così tanto che lo amo un po' con tutte in realtà - infatti di recente mi sono cimentata in una SasuHina - mentre, per quanto riguarda Sakura, riesco ad accettarla solo con Itachi in caso con Sasuke non vada a buon fine.
Ho messo l'avvertimento OOC perchè,... Beh vi accorgerete del perchè. Dico solo che una ItaSaku è OOC per forza, almeno per quanto riguarda Sakura e almeno secondo il mio punto di vista.
Un chiarimento per quanto concerne il titolo.
Si tratta di un proverbio giapponese e sta a significare che noi del gentil sesso abbiamo un animo mutevole. In realtà non condivido molto ma in questo caso tale frase si presta molto, in più ci ho pensato una settimana intera a 'sto cavolo di titolo e alla fine mi sono rassegnata con questo.
Ah si, quasi dimenticavo! Credo che il qui presente mio esperimento occuperà non più di tre capitoli.
Un bacione gigantissimo,

giropizza








A Blueorchid31
che tra un folletto tutto occhioni e guanciotte
un marito che la porterà a Venezia
e siero di vipera
trova il tempo anche per noi







Il cuore delle donne come il cielo d'autunno
 





- E quel che è peggio è che nemmeno si rende conto di rendere infernale la vita di chi gli sta intorno!
Era questa, secondo la modesta opinione di Sakura Haruno, la più grave colpa di Itachi Uchiha.
A suo dire egli non faceva assolutamente nulla per attirarsi l'antipatia della gente, si trattava di un tratto genetico ereditario dato che nessuno, in quella famiglia, brillava per amabilità. Eppure lui, in particolare, aveva raggiunto apici di detestabilità la cui esistenza fino ad allora era stata insospettata, come a voler ribadire anche in quel caso la sua capacità di contraddistinguersi in ogni campo.
- Secondo me è un gran figo.- commentò Ino con scarso interesse, rimirandosi le lunghe unghie sulle quali aveva appena steso uno spesso strato di smalto rosso - Anche quel musone del tuo ragazzo non scherza ma Itachi è un orgasmo ambulante!
Sakura le lanciò un'occhiattaccia inceneritrice, guardandola di traverso, e si rilassò sullo schienale della sedia incrociando le braccia al petto.
Discutere con Ino era totalmente inutile e si chiedeva perchè mai si intestardisse a tentare di farlo, ogni volta. Lei era l'esempio lampante di ciò che sosteneva da mesi, ovvero che quell'insopportabile di Itachi finiva sempre, irrimediabilmente, con l'attirare l'attenzione su di sé, rendendo ogni azione altrui del tutto superflua.
Buona parte dei suoi problemi li doveva proprio a lui. Non fosse mai che si trasferisse in Africa per sfamare i bambini poveri, visto che era così bravo, e liberasse tutti dalla sua opprimente presenza. Anche se qualcosa le diceva che sarebbe stato in grado di perseguitarli con la sua ormai nota impeccabilità anche da morto.
- Cos'ha combinato questa volta?- chiese dopo un po' Ino, soffiando sullo smalto.
- Io e Sasuke non facciamo sesso da più di due settimane...- mugulò Sakura in preda allo sconforto più nero e reclinando il capo all'indietro, esasperata.
L'amica, che fino ad allora non aveva mostrato il minimo entusiasmo per quanto detto dall'altra, alzò lo sguardo su di lei, inarcando ampiamente un sopracciglio.
- Non credo che Itachi possa essere incolpato anche delle vostre mancate prestazioni sessuali...- le fece notare.
- Si, invece! Dato che il motivo per cui non lo facciamo è che ora Sasuke è tutto concentrato a battere il record di Mr. Sonofigoeneanchemiimpegno ad un videogioco!- sbottò furente Sakura coprendosi il volto con le mani - Record che, a quanto pare, è riuscito a stabilire al primo tentativo...- proseguì mormorando da dietro le dita.
Ino non era per niente un tipo arrendevole e men che meno riflessivo eppure non le ci era voluto molto per concludere che, se Sasuke faticava così tanto a reggere il confronto col maggiore, forse doveva semplicemente rinunciare. Ok che soffriva del complesso del "primo della classe" ma qui la situazione stava veramente diventando insostenibile e sarebbe stato un sollievo per tutti se semplicemente si fosse messo il cuore in pace. Non era lui ad essere stupido ma Itachi un genio e non c'era nulla che potesse fare per cambiare le cose.
- Secondo me Sasuke soffre di gravi disturbi!- sentenziò richiudendo il tappo della boccetta di smalto.
Sakura in tutta risposta le gettò in faccia, con stizza, del cotone che l'altra aveva impregnato con acetone e una quindicina di colori diversi.
Non le piaceva che Ino traesse così tanto diletto dall'offendere a destra e a manca il suo ragazzo, mica se lo meritava. In più aveva ben poco da sputare nel piatto in cui, fino a qualche tempo prima, aveva ardentemente desiderato mangiare e Sakura non era neppure convinta che davvero ora le fosse passata. Certo, saltellava da un letto all'altro più felice di un capriolo ma questo non voleva dire assolutamente niente e quindi continuava a guardarla con diffidenza.
A necessitare una soluzione, e anche urgentemente, era però il problema Itachi Uchiha.
Dire che le faceva salire il nervoso è un eufemismo perchè se fosse stato legale l'avrebbe strangolato, molto volentieri. A scatenare davvero la sua ira era poi il fatto che fosse, avendolo difronte, impossibile da odiare perchè con quella sua espressione modesta, soave, da arcangelo pieno di buone intenzioni, tolleranza e santità sarebbe stato in grado di rendere mansueto anche un Rock Lee ubriaco, ed era noto a tutti che non vi era nulla di più temibile di un Rock Lee ubriaco.
Non è che non avesse tentato di far ragionare Sasuke, di farlo desistere da quella sua crociata ai danni della perfezione ed ineguagliabilità di Itachi ma tutto era stato inutile. Perciò ora lei si trovava lì, costretta in un'astinenza forzata e a domandarsi cos'avrebbe fatto della propria vita quella testa dura se mai fosse riuscito a darla sui denti al fratello.
Che poi tutta questa competitività ce l'aveva solo Sasuke poichè Itachi nemmeno sembrava considerarlo, e perchè avrebbe dovuto farlo? Tanto, in ogni caso, la situazione non sarebbe mai cambiata e i ruoli non si sarebbero mai invertiti.
E quell'impiastro quindi girovagava tranquillo e carico d'umiltà per tutta la casa, rendendo inutili i tentativi di sedurre Sasuke che, alla sua vista, si faceva funereo e rabbioso; come se non lo fosse già abbastanza per conto proprio.
A dire il vero tutta quella situazione iniziava un po' a scocciarla. Non era per nulla facile dover detestare una persona, che normalmente avrebbe ammirato, perchè la causa di tutti i suoi problemi sentimentali. Se era sessualmente inattiva era colpa sua, così come era colpa sua se era stressata e vittima delle continue sfuriate di Sasuke.
Aveva sperato che conseguita la laurea si trasferisse in un posto molto lontano, per fare qualcosa di molto nobile e molto redditizio e dall'alto della sua genialità ce l'aveva pure fatta a trovare un impiego molto nobile e molto redditizio. Ma siccome aveva anche culo, tra le tante altre cose, non si era dovuto trasferire da nessuna parte perchè il luogo di lavoro gli stava praticamente dietro casa.
Inutile dire che a quel punto Sakura aveva provato il forte impulso di tentare il suicidio ma già se lo immaginava Itachi, sopraggiungere in suo aiuto. Con la sua mania di trarre in salvo gattini, cani randagi e vecchiette sulle strisce pedonali era già riuscito ad evitare un orribile fine a decine di creature; quanto poteva essere diverso soccorrere una ragazza con una gran voglia di morire? Così dopo avrebbe anche dovuto essergli grata e sopportare un ancora più accentuato mal di vivere di Sasuke.
Avrebbe almeno potuto andare a vivere da solo in un grande attico che concernesse alla sua divina e santa figura e, conoscendolo, sicuramente lo avrebbe fatto. Ma quel superbo e arcigno di suo padre aveva espresso il vivo desiderio che rimanesse ancora un po' a Villa Uchiha, con somma gioia di Sakura.
Non sapeva davvero più che pesci pigliare e più di una volta aveva addirittura meditato di piantarli tutti in asso, per poi iscriversi ad un corso di yoga o aerobica e ritrovare la pace perduta. Non ce la faceva proprio però, nel profondo aveva un animo da crocerossina, e Sasuke gli faceva una gran pena. Lei non aveva proprio idea di cosa volesse dire vivere all'ombra di un fratello così brillante, era figlia unica, ma doveva essere molto doloroso considerate le instabili condizioni di quel povero diavolo del suo ragazzo.
Non le passava nemmeno per l'anticamera del cervello che il problema fosse lui e non Itachi.

Il pomeriggio si sarebbe dovuta recare a Villa Uchiha ma non è che ne avesse tutta questa gran voglia, perciò si era attardata quanto più possibile a chiacchierare con Ino.
Come se non fosse sufficiente lo stress accumulato in quei mesi di "relazione" con Sasuke, quel giorno si aggiungeva il fatto che non aveva a disposizione l'auto ed essendo il suo un ragazzo amorevole, nonostante glielo avesse fatto sapere più volte, ovviamente non se l'era badata di striscio, lasciandola a piedi come la povera scema che era.
Imprecando lungo tutto il tragitto, impiegò quasi un'ora di tempo per giungere a casa degli Uchiha dato che aveva dovuto aggirare un'asfaltatrice piazzata proprio in mezzo alle palle, come si suol dire, allungando di un bel po' la strada.
Arrivò sudata e affannata e con una gran voglia di radere al suolo quell'immensa residenza con le proprie mani.
Dopo che ebbe suonato il campanello e l'ebbero identificata tramite le telecamere, il grande cancello in ferro battuto si spalancò dinanzi a lei e, giunta all'ingresso, fu il maggiordomo ad accoglierla.
- Buon pomeriggio, Sakura-san!- la salutò scostandosi per permetterle di entrare.
- Quante volte gliel'ho detto di smetterla con quel suffisso, Signor Harada? Lei è molto più vecchio di me.- disse parecchio stizzita. Odiava tutte le formalità e, ovviamente, in quella casa era costretta a rispettarle.
- Mi scusi!- rispose l'anziano prostrandosi in un piccolo inchino.
- Pff!- sbuffò Sakura - Mi scusi lei ma non vedo l'ora che questa giornata finisca, va tutto storto!-
C'era davvero da impegnarsi molto per trovare qualcosa di positivo in tutto quel suo soffrire e, constatò con amarezza, ogni vantaggio era di natura materiale.
Non che si fosse innamorata di Sasuke perchè ricco e dotato di casa con piscina ed idromassaggio annessi, certo che no. E non incideva neppure più di tanto che fosse bello come un Dio greco o che la sua popolarità fosse schizzata alle stelle da quando stavano insieme.
Lei lo amava perchè era... Perchè era... Beh, qualcosa era sicuramente, questo poco ma sicuro!
Doveva pur aver qualcosa di speciale anche se non aveva ancora ben capito di che si trattasse, altrimenti avrebbe potuto innamorarsi di Itachi, ad esempio.
Era preoccupante ormai quanto sovente si ritrovasse a fare questo tipo di paragoni ma si era convinta che fosse inevitabile, dato che constantemente su di loro aleggiava la sua beata presenza.
Harada-san la informò che Sasuke era uscito a svolgere alcune commissioni e che sarebbe rientrato a breve ma lei, che non era poi così idiota, ne dubitava fortemente. Conoscendolo ora se ne stava sul divano di casa Uzumaki con un joystick in mano e tutto intento a scovare, con Naruto, qualche subdolo trucco per battere quel dannatissimo record.
Spesso si chiedeva perchè semplicemente non lo lasciasse, era chiaro che nessuno dei due provava questo gran trasporto verso l'altro e che la loro relazione si trovava da sempre in una situazione di stallo. Arrivati a quel punto riteneva che sarebbe stato più edificante persino cedere alle lusinghe di Rock Lee, perlomeno avrebbe avuto la certezza di ricevere attenzioni.
Si trattava davvero solo di assecondare quel suo animo da crocerossina? O c'era qualcosa di più? E quel qualcosa aveva a che fare con Sasuke? Non ne era sicura.
In realtà aveva una cotta per lui da tempo immemore ma si era così assuefatta alla sua indifferenza che, nel momento in cui le sue fantasie si erano concretizzate, si era sentita spaesata. Dopo il turbamento iniziale era subentrata l'eccitazione ma era durata poco. Non era il fatto che avesse un caratteraccio, che fosse indisponente e un pallone gonfiato, o almeno non solo. Era il fatto che fosse del tutto concentrato su se stesso e del tutto incompatibile con lei.
Mentre ragionava sulla triste realtà, seduta sull'engawa e osservando le fronde degli alberi muoversi, Itachi si sedette accanto a lei.
- Buongiorno Sakura-chan! Harada-san mi ha avvertito che ti trovavi qui.-
E' vero che stava riflettendo su un'incompatibilità tra lei e Sasuke che non aveva nulla a che fare con lui ma era troppo che la interrompesse con così tanta genuina ingenuità, come se fosse un piacere trascorrere del tempo assieme.
- Buongiorno!- rispose con finta calma incrociando le braccia al petto.
Di sottecchi lo vide guardarla leggermente stupito dal suo scarso entusiasmo, prima di alzare gli occhi al cielo e sospirare.
- Hai poco da sbuffare, Itachi! Qui sono io la sola ad aver il diritto di essere esasperata!- sbottò voltandosi verso di lui, inalberata.
Non ebbe alcuna reazione. Rimase serio con lo sguardo puntato dinanzi a sé, senza accennare la minima intenzione di parlare o muoversi. Sakura avrebbe voluto staccare una trave di legno del portico e sbattergliela ripetutamente in testa, avrebbe voluto punirlo per quel suo essere assolutamente insopportabile.
- Cos'ho fatto di male?- mormorò invece, chinando il capo sconsolata, più a sé stessa che ad Itachi.
Impercettibilmente lo sentì irrigidirsi al suo fianco. Non potè averne certezza anche perchè non volle voltarsi per guardarlo ma qualcosa le disse che quelle parole in qualche modo lo avevano infastidito ma, ovviamente, la sua natura gli imponeva di essere perfetto sempre.
Insopportabile!
Di nuovo non rispose e rimasero entrambi fermi lì, immersi per molto tempo nel silenzio. Dopo quelli che a lei parvero anni si alzò, quasi a fatica, come se stare vicino a lei gli avesse prosciugato le energie.
- Se hai bisogno di qualcosa sai di poterti rivolgere ad Harada-san, come sempre.- le disse serio e pacato prima di allontanarsi e tornare in casa.
Forse avrebbe dovuto fermarlo per dirgli qualcosa, qualsiasi cosa ma al suo solito era stata in grado solo di tacere.
Non era per nulla facile rapportarsi ad Itachi, non lo era mai stato.

La prima volta che lo vide fu in occasione del settimo compleanno di Sasuke e al tempo lui ne aveva ancora dodici.
Ricordava bene di aver pensato che quel ragazzino, più grande e più alto di lei, fosse il ragazzino con l'aria più gentile che avesse mai visto e che sembrava impossibile fosse il fratello di quel musone del suo Sasuke. Nonostante quel giorno il loro giardino fosse gremito di poppanti fastidiosi, lui era rimasto tutto il tempo alla festa ad intrattenerli. Ed era impossibile non seguirlo ogni volta che proponeva un nuovo gioco o non ascoltarlo quando raccontava qualche storiella.
Sakura si sentiva incredibilmente trascinata e non era la sola, un po' tutte le sue amiche gli chiocciavano attorno come se davvero sperassero che le considerasse. Lei invece rimaneva sempre infondo al gruppo guardandolo rapita e del tutto dimentica della sua cotta per Sasuke.
Ci aveva pensato per molti giorni, in seguito, ma poi non lo aveva più rivisto e in più, si sa come sono fatti i bambini, alla fine lo scordò anche.
Tornò a concentrarsi sul fratello minore convincendosi, giorno dopo giorno, di esserne perdutamente innamorata. In realtà non sapeva nemmeno da dove le fosse venuta quell'idea eppure, per anni, non aveva fatto altro che dichiarargli amore eterno e quando alla fine aveva visto coronato il proprio sogno esso aveva perso ogni attrattiva. E non sapeva quanto c'entrasse Itachi in tutto questo o, più probabilmente, non lo voleva sapere.
Non è che non volesse bene a Sasuke, anzi. Gliene voleva moltissimo ma non è facile gestire una situazione in cui ti scopri solo affezionata, dopo aver creduto con tanta fermezza di provare qualcosa di più.
Incolpava la propria inesistente maturità del tempo, lo sguardo profondo e la strafottenza di Sasuke, il suo totale disinteresse per lei che lo rendeva una sfida ardua da vincere, di tutto questo. E incolpava pure la presenza di Itachi nell loro vite, in parte. Si, perchè se lui non ci fosse stato sicuramente loro due sarebbero riusciti ad intendersi meglio, a litigare di meno e a fare più sesso.
Ma ormai era terminato il tempo in cui con un training autogeno riusciva a costringersi a credere in ciò che voleva perchè, sapeva fin troppo bene, quella colpa che attribuiva ad Itachi ne celava un'altra di diversa importanza, che era poi quella reale e che, dopotutto, non era neanche una vera colpa.

Stava insieme a Sasuke già da un paio di mesi quando accadde.
Quei momenti iniziali della loro relazione non erano affatto stati come glieli aveva descritti Ino, che all'epoca aveva in corso una storia piuttosto burrascosa con Shikamaru Nara. Burrascosa per colpa sua, non di certo del Nara.
Le aveva detto che i primi tempi sarebbero stati super emozionanti, super felici e, sue testuali parole: "Avrai sempre voglia di saltargli addosso, credimi. Vi ritroverete a scoprire i grandi piaceri del sesso dove meno ve lo aspettate."
Lei aveva atteso a lungo, dicendosi che forse la inibivano lo shock per essere finalmente riuscita a conquistarlo e la sua totale inesperienza in campo sentimentale non platonico. Poi però si ritrovò ad interrogarsi sul motivo dello scarso interesse che a quel punto nutriva nei confronti di Sasuke e di ciò che lo riguardava. Non lo faceva apposta, si scervellava giorno e notte e metteva tutta se stessa in quei tentativi di riscoprire quel suo amore che sembrava essersi affievolito.
Non che lui facesse qualcosa per alimentare i loro spiriti, sia chiaro. A scuola scambiavano giusto un paio di parole, le scriveva raramente e l'unica certezza era il Sabato notte, quando dopo una serata passata con gli amici la riaccompagnava a casa per ultima.
Vivendo quella noia mortale di storia, se davvero possiamo definirla tale, si chiedeva perchè mai quell'assenza di Sasuke non le pesasse poi molto. Vedeva Ino uscire di testa quando Shikamaru non le telefonava, nonostante fosse chiaro che ancora era infatuata dell'Uchiha, Ten Ten incazzarsi come una furia quando Neji scordava alcune cose, come il loro anniversario e sua madre disperarsi se suo padre rientrava tardi in casa senza avvisare, anche se ormai conosceva da innumerevoli anni la sua sbadataggine.
Invece lei, e ciò la faceva sentire mostruosa, rimaneva impassibile quando Sasuke si dimenticava di dirle che non sarebbe passato a trovarla o non la salutava al termine delle lezioni.
L'unica cosa che la infastidiva era che, per quanto sia Neji e Shikamaru non fossero esattamente dei fidanzati modello, di tanto in tanto si esibivano in qualche gesto affettuoso nei confronti delle loro ragazze mentre quello stitico d'uomo che s'era trovata lei navigava sempre in alto mare, come se nemmeno sapesse della sua esistenza. Questo la faceva inalberare, non perchè implicitamente significava che di lei non gliene fregava un cazzo ma perchè non poteva vantarsi di nessun comportamento carino con le sue amiche, che invece lo sbandieravano ai quattro venti quando venivano lusingate dai loro fidanzati.
Insomma, la sintesi era che si preoccupava e dispiaceva per i motivi sbagliati e nemmeno le interessava.
Le prime avvisaglie premonitrici del suo infausto destino erano giunte, di sorpresa, un pomeriggio che Sakura si trovava a Villa Uchiha per studiare. Si, studiarono veramente!
Sasuke, che aveva finito da un bel pezzo, sedeva difronte a lei con le braccia incrociate al petto ed un cipiglio che definire seccato è un eufemismo. Avrebbe potuto domandargli cosa lo infastidiva ma tanto già lo intuiva ed incoraggiarlo a sfogarsi non sarebbe stata una cosa troppo intelligente, anche perchè parlava solo se l'argomento trattato era Itachi e, i Kami le siano testimoni, parlava così tanto da far venire l'emicrania. Senza contare che poi il tutto sfociava in sceneggiate e sfuriate degne di un drammaturgo.
Proprio mentre tentava di farsi sempre più piccola dietro la pila di libri però, il telefono di Sasuke aveva vibrato. Non le ci volle molto per capire, da come osservò lo schermo, che quel messaggio era niente popo di meno che del Santo Nii-san. Afferrò con furia lo smartphone, digitando quella che doveva essere una risposta monosillabica, per poi gettarlo sul tavolo facendolo rimbalzare fin sopra il quaderno di Sakura.
- Che c'è?- chiese a quel punto stizzita come non mai.
- Tsk!- fu la risposta.
Ma che cazzo di risposta era? Se ne stava li da ore a guardare il mobilio della stanza, lei compresa, come se con gli occhi potesse incenerirlo e in palese attesa che lei gli permettesse di sfogarsi, e ora? Fu grande, davvero grande, la tentazione di mettere a gambe all'aria il tavolo e spaccarglielo sulla schiena ma si trattenne, stringendo i pugni sulle ginocchia e muovendo scattosamente il sopracciglio in un tic compulsivo.
- Pff... Sembri un bambino.- lo apostrofò scostando il cellulare e tornando a concentrarsi sullo studio.
A quelle parole percepì l'aria annerirsi e farsi sempre più lugubre, come se una cappa di tenebroso potere si fosse improvvisamente distesa su di loro. Lo guardò di sottecchi, pronta a difendersi da una valanga di insulti e improperi, e vide la vena sulla sua tempia farsi sempre più grossa e pericolosa.
- Che hai detto?- domandò fintamente calmo.
- Oh beh...- sbuffò raddrizzando la schiena ed incrociando le braccia, per niente intimorita - Cos'ha combinato Itachi-san questa volta?-
- Itachi-san...- mormorò facendosi, se possibile, ancora più scuro in volto e gettando su Sakura una gelida ondata di imminenti, terribili conseguenze.
Si guardarono a lungo e lei si ritrovò ad immaginarsi una scena da film mainstream, con loro due che ansiosi liberavano il tavolo dai libri ed iniziavano a fare l'amore con foga. Sarebbe stato un bel finale ma figurarsi, quello aveva intenzione di propinarle sempre le solite assurde lamentele.
- Itachi-san ha conosciuto una ragazza!-
Fu uno schiaffo in faccia per Sakura, uno schiaffo inaspettato e per molteplici ragioni anche. Prima tra tutte che la notizia la ponesse in allarme e le facesse desiderare di mollare tutto lì per mettersi alla ricerca di quella ignota ragazza. Giusto per vedere la sua faccia, non per altro.
- E quindi?- rispose invece, come se la cosa non avesse importanza ma desiderosa di informazioni. Inaspettato pure questo.
- Stasera la porterà qui a cena!-
Altro schiaffo, questa volta la potenza quasi la ribaltò dalla sedia. Com'era possibile? Itachi non aveva mai invitato nessuna in casa sua che non fosse una semplice amicizia. Chi poteva mai essere questo prodigioso spettacolo della natura che finalmente otteneva quell'onore? Perchè di certo doveva trattarsi di una ragazza prodigiosa per potersi affiancare al Santo, al nobile Nii-san.
- E quindi?- ripetè ancora ormai in preda a sudori freddi e a convulsioni.
- E' la primogenita di una ricca famiglia, la studentessa più brillante del suo corso e ha ricevuto varie proposte di lavoro come fotomodella, che per pudicità ha rifiutato.- spiegò Sasuke guardando un punto oltre le spalle di Sakura, meditando sicuramente sanguinarie stragi e aberranti vendette.
Dal canto suo invece, la rosa rimase impietrita cercando di visualizzare quella ragazza e ponendosi, inevitabilmente, a suo confronto. Che poi, perchè lo fece? Era ridicolo, assolutamente e spaventosamente ridicolo. Lei stava con Sasuke e per quanto le cose con lui non funzionassero, questo comunque non significava che lei dovesse essere gelosa della possibile fidanzata di Itachi.
Si martellò la testa per convincersi che il suo fosse solo stupore, sconcerto, al massimo curiosità. Con il Santo non c'era mai stato nulla e di certo mai ci sarebbe stato, perchè ora doveva sentirsi affranta scoprendo questa sua relazione? Non poteva essere, a lei non piaceva, doveva esserci qualche altra spiegazione. Di sicuro si trattava di un fattore psicologico.
Mica si era mai interessata a lui in tutti quegli anni, stranamente ora si scopriva gelosa, ora che lui aveva trovato qualcuna. Non poteva essere di certo un sentimento quello, altrimenti avrebbe avvertito qualcosa anche prima e in altre circostanze. Si, si stava facendo un sacco di pare mentali che non avevano fondamenta e doveva a tutti i costi farsele passare.
- E quindi quali sono le tue preoccupazioni?- chiese infine con tono annoiato.
- Mio padre li elogerà fino allo sfinimento ed io dovrò sentirmi in imbarazzo perchè tu non sei minimamente all'altezza.- rispose come se parlasse del tempo, senza considerare che l'aveva appena offesa, e pure grandemente.
Inutile dire che non la toccò minimamente quest'affermazione, o meglio non la toccò il fatto di essere causa di disagio per Sasuke. Si scoprì invece a pensare quanto questo fosse vero se riferito ad Itachi; quello si era trovato una che poteva essere benissimo uscita da una cantica del Paradiso di Dante mentre lei era una ragazza normalissima, non se la sarebbe filata mai.
Oh beh! Comunque non le interessava, non doveva interessarle,... Tanto mica voleva essere considerata da Itachi in quei termini, al massimo doveva arrabbiarsi con Sasuke per essere così sbruffone e brutale.
- Beh... Ti sfido a trovare un'altra che ti sopporti!- disse inarcando il sopracciglio con fare di chi ha appena vinto.
Sasuke le lanciò un'occhiattaccia prima di voltare la testa con il naso all'insù.
Faccia da schiaffi!

Rifiutò l'invito a cena accusando un finto malessere, proprio non la voleva vedere Miss Donnaangelicata, ci aveva riflettuto.
Che poi era meglio per tutti, in primis per Sasuke...
Ma a chi voleva darla a bere? Non era per lui che se ne tornò a casa ma per colpa di Itachi, sempre sua la colpa.
Si rigirò nel letto della propria camera per ore quella notte, alla disperata ricerca di una spiegazione, di una sola ragione che facesse chiarore su quella situazione tanto assurda da essere irreale.
Forse doveva partire dall'inizio, rivedere i trascorsi, prendersi del tempo, ragionare con calma e seguendo un giusto ordine cronologico...
Lei aveva mai provato attrazione per Itachi? Aveva mai fantasticato su di lui, su di loro? Si era mai sentita eccitata o emozionata in sua presenza? In tutti quegli anni che lo conosceva, le era mai piaciuto, anche per un solo istante?
Tristemente e con rassegnazione la risposta a tutte quelle domande sopraggiunse spontanea; era sempre stata lì nell'angolo a quanto pare, in attesa che qualcuno richiedesse la sua presenza.
Com'era potuto accadere? Come aveva fatto a non accorgersene? Era paradossale il fatto che si fosse convinta di amare una persona per la quale provava solo affetto (a volte neanche quello) e che invece amasse davvero qualcuno che aveva sempre considerato una sorta di modello, di guida.
Oh Kami... Lo amava? Forse questo era un po' troppo eccessivo, si era semplicemente scoperta gelosa e da poche ore per giunta,... Amore. Parlare di amore era oltremodo ridicolo in quel frangente.
Eppure ora che aveva realizzato che si era attratta da Itachi, che si aveva fantasticato su di lui, su di loro, che si si sentiva emozionata ed eccitatata in sua presenza e che si, le piaceva,... Beh, ora che aveva realizzato tutto questo quasi le veniva voglia di telefonargli e dirgli ciò che aveva scoperto.
Ah, un'idea geniale. E che gli avrebbe raccontato esattamente?
"Ciao, Itachi-san! Sono Sakura, la ragazza di tuo fratello e sono innamorata di te!"
Eh già, proprio un'idea geniale.
Il resto della notte se l'era passato in bianco e con il sorgere del Sole giunse finalmente all'unica conclusione possibile: fare finta di niente.
Non doveva esserci nulla di difficile in tutto questo, tanto aveva vissuto alla grande fino ad allora e poteva benissimo continuare a farlo; peccato che il suo subconscio non la pensasse allo stesso modo.
Quella stessa sera lei ed Ino avevano progettato un'uscita tra ragazze, giusto perchè sia Sasuke che Shikamaru proponevano sempre le stesse, mortalmente noiose, cose.
Non è che Sakura solesse annegare i dispiaceri nell'alcool (diamine, aveva diciotto anni) ma quel giorno non aveva una particolare inclinazione a controllarsi, nonostante sapesse bene che quando perdeva il controllo causava problemi a tutti gli abitanti di tutti i mondi conosciuti.
Il locale non distava molto dal centro della città e fu Ino ad offrirsi di guidare, cosa di per sé non poi tanto rassicurante, in più Sakura si preparò con particolare cura perchè sapeva per certo che anche Itachi frequentava spesso quel bar. Perchè non unire l'utile al dilettevole? Anche se non riusciva a distinguire bene quale fosse l'uno e quale fosse l'altro.
All'entrata porsero i loro, ovviamente falsi, documenti al buttafuori. Ino se li era procurati mesi prima da un tizio non molto raccomandabile e decisamente costoso ma, perlomeno, efficiente. L'uomo le guardò sospettoso; la bionda poteva pure passare per ventunenne ma Sakura non di certo, anche se quella sera si era addobbata e se non altro era piuttosto avvenente (parere suo questo).
Ino, vedendolo tentennare, si affrettò a portare in fuori il petto prosperoso e a scuotere i lunghi capelli, accompagnando il tutto con un sorriso malizioso che lo fece arrossire.
Non si scompose ulteriormente ma con un gesto della mano fece loro segno che potevano entrare.
- Non ti ricordava Choji? - le sussurrò Ino all'orecchio ridendo di gusto, non appena si furono allontanate.
Il posto era gremito di gente, la musica era troppo alta e parecchie persone urgevano immantinente di un deodorante. Ora almeno Sakura aveva delle valide motivazioni che la spingevano a bere.
Si fecero largo tra la folla per raggiungere il bancone ma non fu così difficile; man mano che avanzavano nella calca la chioma bionda della Yamanaka si faceva notare sempre di più e i ragazzi finivano col scostarsi per poterla ammirare interamente. Era uno spettacolo al quale assistevano sempre e che riempiva Ino di spudorata soddisfazione.
Alla barista Sakura chiese qualcosa di forte, non le importava cosa mentre l'amica ordinò un analcolico. A scapito dell'impressione che poteva dare, Ino era una ragazza molto responsabile e non le era mai capitato di esagerare, in nessun caso. A dire il vero andare alle feste la divertiva soprattutto perchè, minimo quattro persone a serata, giungevano per farle la corte e lei amava essere al centro dell'attenzione e civettare, anche se poi, in finale, li lasciava sempre tutti a bocca asciutta.
Come volevasi dimostrare, nel giro di pochi minuti gli piombarono addosso una coppia di amici che si offrirono di pagare loro da bere e in men che non si dica Sakura si trovò a reggere due diversi bicchieri in mano, dopo essersene scolata un numero imprecisato.
- Certo che la tua amica è un pozzo senza fondo!- commentò ridendo uno dei ragazzi, rivolto ad Ino.
- Già... Hey splendore!- le urlò per farla voltare e guardandola con aria severa - Vedi di andarci piano con quella roba adesso, se mi vomiti in macchina sei finita!
Sakura che traballante girava attorno a sè stessa a ritmo di musica, credeva lei, arrestò il proprio moto per fissare i propri occhi sulla bionda. Come c'era da aspettarsi però, tutto quel ruotare le aveva messo in subbuglio lo stomaco, e non solo, al punto che avvertì un conato farsi largo prepotentemente che represse in una smorfia disgustata.
- Vado al bagno!- annunciò, alzando il bicchiere in aria come se dovesse fare un brindisi e lavando alcuni malcapitati li attorno.
Si diresse, instabile sui tacchi, ai servizi igenici (che di igenico non avevano nulla) e si mise in fila dietro ad un gruppetto di ragazze intente a farsi foto e a urlare isteriche. La toilette delle donne era adiacente a quella degli uomini, quindi, con suo profondo fastidio e disappunto, più di qualcuno le fece segno di entrare nel loro bagno e per quanto fosse ubriaca non era di certo stupida.
Quella situazione però le fece venire in mente un altro ragazzo; un ragazzo molto più bello e molto meno squallido, anzi era sicura che il Santo squallido non lo fosse mai.
Afferrò lo smartphone dalla tasca dei pantaloni e le ci volle mezzora per trovare il suo contatto sulla rubrica e digitare il messaggio.
"Sei uno stronzo!"
Era certamente la cosa più intelligente che gli potesse scrivere in quel momento. Che tra l'altro non era neanche vero che era uno stronzo, non lo era per niente, era lei ad essere più indietro di una capra a volte. Era in un bar in cui non aveva l'età legale per stare, ubriaca, con la vescica piena e circondata da testosteroni brutti ed impazziti, e tutto ciò che riusciva a fare era scrivere un messaggio ridicolo ed imbarazzante?
All'improvviso le venne il panico e sperò che Itachi non lo leggesse, che avesse perso il telefono, che fosse diventato cieco. Tutto andava bene, purchè non lo vedesse!
Ovviamente però la risposta non tardò ad arrivare vibrando, facendo sobbalzare Sakura che teneva il cellulare ancora in mano.
"Ma dici a me?"
La ragazza arrossì violentemente ed iniziò a tremare per l'emozione. Non che ci fosse granchè da emozionarsi, ma se la immaginava alla perfezione l'espressione che doveva aver avuto Itachi mentre leggeva il suo messaggio e le venne da ridere.
"Si! Sei uno stronzo!"
Ora era in preda alla pura agitazione e sorrideva come un ebete guardando lo scherzo, in attesa di un suo nuovo messaggio. Non si poteva essere più stupide, non si poteva proprio!
"Sakura, sei ubriaca?"
Deidara, un giovane scultore che che qualche settimana prima era stato invitato dal loro insegnante di educazione artistica a tenere una lezione, a quel punto avrebbe affermato con veemenza: "KABOOM! Questa è arte!" Si, l'arte occulta di capire sempre tutto posseduta solo da Itachi Uchiha; e da chi altri?
Per la vergogna avrebbe voluto gettare lo smartphone, regalatole da Sasuke in un momento di straordinaria generosità, nello scarico del water ma dato che la processione avanzava a rilento, l'angusto, umido e sporco bagno sembrava essere ancora un miraggio.
Inizialmente ripose il cellulare nella tasca, intenzionata ad ignorare quella domanda ma poi figurarsi, era una debole e a dispetto di quello che avrebbe voluto far credere, era felice come non mai e già immaginava passionali scenari nei quali Itachi la soccorreva, in tutta la sua nobilissima ed eccelentissima beltà.
"Ti giuro che no!"
Era proprio una sfigata, una subdola sfigata. Ci aveva ragionato un quarto d'ora su quella risposta. Doveva negare di essere ubriaca ovviamente, quale persona sana di mente lo ammetterebbe mai? Secondo la sua contorta psiche, nessuna. Ma doveva negare formulando una risposta che lasciasse intendere che stava mentendo ed era tutta convinta quando aveva inviato il messaggio, eppure adesso quella frase non sembrava poi così rivelatrice.
In un moto di solitario sconforto azò gli occhi al soffitto. Magari veder scendere da li Itachi, a mo' di Annunciazione; aveva letto qualche passo del Vangelo di Luca - per diletto personale, credeteci - e perchè aveva visto il Santo fare lo stesso, però ci aveva messo comunque 250.000 anni di evoluzione per capire di esserne innamorata. Chi cavolo legge un Vangelo solo perchè vede un altro farlo?
Mentre era persa in queste elucubrazioni molto intelligenti, di certo dovute allo stordimento causato dai fumi dell'alcool, il telefono iniziò a vibrare fastidioso ed incontrollato. Portò lo schermo davanti agli occhi e fu una chiamata da "Itachi Uchiha" quella che vide lampeggiare. La Chiamata!
"Pronto?" rispose con voce stridula reprimendo un singhiozzo.
"Stai bene, Sakura?" chiese una bella voce, calma, calda e rassicurante dall'altro capo del telefono.
Alla ragazza mancò un battito. Era la prima volta che lo sentiva parlare attraverso un ricevitore e le sembrò la cosa più bella del mondo. Per cellulare, Sasuke non aveva mancato di farglielo notare, la sua voce diventava orribilmente nasale mentre quella di Itachi era perfetta ma poi, serve davvero dirlo?
Incurvò le labbra in un leggero sorriso e quasi si stava per commuovere perchè era felice, nonostante sapesse quante cose le remassero contro, era felice di potergli parlare.
"S-si... Sto bene!" disse in un sussurro. Se avesse parlato ad alta voce di certo sarebbe scoppiata a piangere.
"C'è qualcuno li con te?"
Sakura si guardò attorno e si, c'era qualcuno attorno a lei ma nessuno che conoscesse, eccetto forse un tizio con i capelli azzurri che in quel momento si stava perlustrando il naso con il dito indice. Le sembrava Suigetsu ma riteneva improbabile che si trovasse li, di solito a quell'ora se la spassava con Karin a suon di Bob Marley e Maria. Erano ragazzi molto religiosi.
"Oh si, c'è anche uno con la faccia tutta piena di piercing!" strillò prima di coprirsi velocemente la bocca con la mano, ovviamente il ragazzo in questione l'aveva sentita.
"Dimmi dove sei. Ti faccio venire a prendere da Sasuke." affermò con estrema tranquillità Itachi.
Come c'era da aspettarsi quell'ordine così gentile e premuroso non le piacque per niente. Perchè diamine doveva mandarle quell'impiastro di Sasuke! Già se lo immaginava arrivare tutto incazzato e riempirla di commenti poco carini, in più non lo voleva proprio vedere e aveva la tentazione di sbattere in faccia il telefono a quello scemo che proprio non ci arrivava.
"Sono all'Amaterasu ma non chiamare Sasuke, non lo voglio."
Ci fu un minuto di silenzio in cui Sakura vide materializzarsi davanti a sé gli ingranaggi d'oro massiccio del cervello di Itachi che macchinavano e capivano tutto.
"Ok." disse infine "Ma non ti lascio lì, ti vengo a prendere io!"
Per poco non urlò e sobbalzò di gioia udendo quelle parole. Quella era di sicuro la migliore notizia della giornata anzi, quella era la migliore notizia della vita. Sarebbe andato a prenderla, lui sarebbe andato a prendere lei e il prodigio della sua fidanzata? Dove l'avrebbe lasciata? Ben le stava a quella smorfiosa perchè anche se non sapeva manco che faccia avesse, era una smorfiosa di sicuro.
"Aspettami fuori ma copriti che fa freddo. E non cacciarti nei guai." aggiunse infine.
Quanto era gentile e premuroso... Ovviamente quest'ultime raccomandazioni ebbero il potere di farla andare in brodo di giuggiole.
Terminata la chiamata Sakura, completamente dimentica di dover fare la pipì, torno in sala dove Ino ora intratteneva ben cinque ragazzi che le sbavavano attorno come limacce.
La rosa le si avvicinò e con fare cospiratorio accostò le proprie labbra al suo orecchio.
- Sasuke sta venendo a prendermi, ti dispiace se torno con lui?
Non poteva mica dirgli la verità o avrebbe fatto troppe domande, smascherandola. Meglio tenere ancora nascosta la faccenda, almeno finchè tutto non le fosse stato più chiaro.
Ino la guardò leggermente sospettosa ma poi distese le labbra in un gran sorriso, mandando in fibrillazione i baldi giovanotti che la circondavano.
- Certo che no. Divertiti!- rispose facendole l'occhiolino.
Un po' si sentiva in colpa a lasciarla li sola, pensò mentre si dirigeva verso l'uscita, non era sicuramente il massimo abbandonarla in balia di uomini in adorazione, per di più in un locale dove la gente era molto più grande di lei, ma molto egoisticamente si convinse che se la sarebbe cavata e che la sua era una buona causa.
Attese Itachi all'esterno del locale, stringendosi nel cappotto che aveva recuperato dal guardaroba e controllando di tanto in tanto il telefono. Non la fece aspettare molto e nel giro di dieci minuti la sua bella auto nera accostò davanti a lei.
Si intrufolò nell'abitacolo felice di poter finalmente tornare al caldo ma mentre chiudeva la portiera e si voltava a guardare il Santo, realizzò.
Cosa cazzo stava combinando?! Era forse diventata scema? No, scema lo era sempre stata. Non aveva la ben che minima idea di cosa le fosse passato per la testa e cosa sperasse di ottenere, soprattutto. Per fortuna era ancora un po' brilla o sicuramente a quel punto sarebbe andata del tutto nel pallone.
- Buonasera!- la salutò Itachi guardandola con fare indagatore.
- B-buonasera...- rispose Sakura diventando paonazza e fissandosi le mani che si stringevano in un pugno sopra le ginocchia.
- Se non sono indiscreto, si può sapere come sei entrata in questo bar e chi ti ci ha portata?- chiese con tono divertito.
La ragazza sarebbe voluta sparire risucchiata dal sedile; capiva solo ora di star facendo la più magra delle figure. Era ubriaca, nell'auto del fratello perfetto del suo fidanzato scemo, dopo avergli scritto un messaggio dove lo apostrofava come "stronzo". Indossava tacchi troppo alti che le facevano un male cane ed era appena stata scoperta in possesso di documenti falsi dal figlio del capo della polizia di Tokyo, nonchè ragazzo ligio al dovere e al rispetto delle regole. Nonchè ragazzo del quale era innamorata.
Ok, forse non innamorata.
Si poteva essere più ritardate? A quel punto sarebbe stato meglio farsi venire a prendere da Sasuke; le avrebbe fatto scoppiare la testa a furia di brontolii vari ma almeno non si sarebbe sentita in imbarazzo, a disagio e soprattutto, così eccitata all'idea di essere seduta nel macchinone molto virile del nobile Itachi Uchiha.
Se lo sbirciò di sottecchi, non avrebbe avuto senso non cogliere la preziosa occasione di ammirarlo in tutta la sua splendente figura, e quasi ebbe un mancamento.
Era così bello.
Ma non era bello e basta, era molto di più.
Tutto quel suo elogiarlo dandogli epiteti che lo etichettavano come santissimo, eccellentissimo e nobilissimo erano sarcastici fino ad un certo punto. Li utilizzava soprattutto perchè era sempre stata molto restia nell'esprimere le proprie sensazioni e in particolare, i propri sentimenti. O almeno, lo era stata dopo aver superato quel periodo ad alto tasso di vergogna che corrispondeva ai tempi nei quali era certa di amare Sasuke Uchiha.
Ma a voler essere sinceri, Sakura avrebbe avuto molte cose da dire su Itachi e senza il bisogno di utilizzare nessun sarcasmo o ironia.
Aveva una luce particolare che sembrava rendere più chiara ogni cosa, mettendone in evidenza lo squallore e l'insignificanza. Tutto, se paragonato a lui, appariva mediocre, stupido e sciatto... Ma se ti ci avvicinavi abbastanza, quel tanto da poterne scorgere ogni singola ciglia, o vederne le piccole efelidi presenti sui dorsi delle mani o le profonde occhiaie, ti potevi sentire a casa. Se ti ci avvicinavi abbastanza, ti sentivi migliore.
Sakura non aveva mai pensato, neanche solo per un istante, che Itachi fosse una persona comune. Lui era speciale e avrebbe fatto grandi cose un giorno, ne era sicura.
E questa era davvero una descrizione del cazzo, la peggiore che avesse mai fatto ma anche se fosse riuscita a ritrarlo degnamente, non sarebbe cambiato nulla. Restava comunque il fatto che non aveva colto nemmeno un quarto della persona che era davvero.
- Ino... una mia amica...- specificò rendendosi conto che non l'aveva mai conosciuta. Per fortuna!
- E ora dov'è?- domandò guardando fuori dal finestrino oltre le spalle di Sakura, come se potesse apparire all'improvviso e bussare sul vetro.
- Lei... Lei è andata a casa...
Kami! Era proprio un'amica di merda!
Ora faceva passare Ino per la stronza menefreghista quando era stata lei a mollarla in mezzo ad un covo di iene arrapate, e tutto questo per un ragazzo.
Va bene che non era un ragazzo qualsiasi ma lo stesso, questo non cambiava le cose. Restava comunque una maledetta infame e pure bugiarda.
Itachi non commentò, rimase del tutto impassibile, e avviò il motore dell'auto che silenziosamente uscì dal parcheggio del locale (altro che la sua carriola che faceva un fracasso, e un fumo, degno di una locomotiva a vapore).
Con la tempia poggiata al freddo vetro del finestrino, Sakura osservò gli edifici e le loro luci scorrere via.
Tutta l'euforia di prima si era dissolta e avrebbe avuto un migliaio di cose da chiedergli ma nessun modo per farlo.
Perchè non poteva essere come quelle ragazze spavalde e senza peli sulla lingua? Avrebbe potuto addirittura avvalersi della scusa del bicchiere di troppo, in caso di strafalcioni.
Fu Itachi ad interrompere quel silenzio che lei iniziava a trovare un po' troppo opprimente.
- Va tutto bene?
Dalla sua risposta sarebbe dipeso il destino dell'umanità. Cioè, il suo destino, che poi era la stessa cosa, più o meno.
Se avesse detto di si, il discorso sarebbe terminato in quello stesso istante perchè lui non insisteva mai, era una persona discreta, figurarsi. Se avesse detto di no, avrebbe potuto sfogarsi e rovesciargli addosso tutte le sue - assurde - frustrazioni; ma con quale diritto, di grazia?
Quindi optò per la chiusura in un mutismo, di convenienza, che probabilmente lo avrebbe indotto ad indagare sulla sua causa.
Certo che era proprio subdula!
- Qual è il problema?- chiese dopo aver atteso una risposta per alcuni minuti.
Forse a quel punto sarebbe stato giusto dire qualcosa, giusto per non fargli credere di aver perso anche l'uso della parola oltre al dono dell'intelletto, cosa che tra l'altro non era certa di aver mai posseduto trovandosi ora in quella scomoda situazione.
Il problema era cosa doveva dire. Una proposizione ben organizzata, un discorso, magari un monologo che avesse una certa coerenza, un capo e una coda, un senso.
Una passeggiata, sicuramente...
- Sono io?
Sakura di scatto si voltò a guardarlo, strabuzzando gli occhi. Davvero le aveva chiesto una cosa simile?
- N-no... Ma che dici?- rispose allarmata e scuotendo energicamente il capo.
Itachi si girò verso di lei e la scrutò intensamente, assottigliando le palbebre. Non ebbe il coraggio di sostenere il suo sguardo e involontariamente tutta la sua attenzione venne catturata dalle labbra serrate e distese in una posa seria, forse non solo seria.
- Non vorrei peccare d'arroganza ma credo che invece sia proprio io il tuo problema...- lo disse con tono calmo ma dispiaciuto e ciò permise a Sakura di capire che avrebbe tanto desiderato non esserlo.
Voltò la testa di lato, concentrandosi sul paesaggio oltre al parabrezza che iniziava ad essere bagnato da alcune leggere gocce di pioggia.
Era lui il suo problema e avrebbe tanto desiderato che non lo fosse.
- Sasuke ti ha raccontato qualcosa che ti ha indispettita?- chiese mentre frenava ad un incrocio con semaforo rosso e riprendendo a guardarla come se potesse vederle attraverso.
Una domanda del genere poteva essere interpretata in vari modi e subito a Sakura balenò dinanzi l'immagine di una fotomodella svedese, tremendamente simile a Ino, nuotare in un mare di banconote e tomi universitari. Ma intuiva che Itachi si riferisse a qualcosa che, senza volere, poteva aver fatto contro il suo ragazzo, causando la sua ira. Dopotutto non era un mistero per nessuno che Sasuke prendesse sul personale ogni azione del fratello maggiore, anche quelle dove non c'entrava per niente ovvero quasi tutte.
- E' davvero così perfetta la tua ragazza?- domandò a sorpresa.
Aveva parlato senza pensare e immediatamente si portò le mani alla bocca, sconvolta. Si era bevuta il cervello, era evidente!
Itachi corrugò leggermente la fronte e distolse lo sguardo solo quando un clacson, dietro di loro, lo informò che ora poteva ripartire. Ingranò la marcia e non parlò per quella che, secondo le percezioni di Sakura, fu un'eternità.
- E' molto bella ed intelligente...- rispose mentre superava un trabiccolo che procedeva a passo di lumaca - Ma non è la mia ragazza.
Nel petto della rosa si gonfiò un enorme palloncino di sollievo e gli occhi le iniziarono a pizzicare, tanto era grande la gioia. Quando esattamente si era ridotta in quel modo?
- Mio padre iniziava a farmi pressioni perchè trovassi qualcuno ma non accadeva, così ho chiesto aiuto ad un'amica.- spiegò iniziando a sorridere.
Come c'era da aspettarsi, Sakura ci rimase di stucco. Le aveva appena confessato che la sua era tutta una scenetta escogitata per far tacere Fugaku Uchiha.
Questa si che si chiamava furbizia, non per niente era il genio della famiglia.
- Quindi tra noi due non c'è assolutamente nulla oltre ad un bel rapporto d'amicizia...- proseguì svoltando ad un'ampia curva a destra e addentrandosi nel parcheggio della palazzina dove viveva Sakura - E mai potrebbe esserci.
- Perchè?- chiese d'impulso.
Ovviamente sentire questo le faceva un piacere immenso ma un'affermazione del genere necessitava una spiegazione. Iniziava a preoccuparsi, in realtà.
- Perchè ha una fidanzata.- rispose quando ebbe accostato e voltandosi a guardarla, ancora sorridente.
Spalancò la bocca, allibita. Questa era in assoluto la genialata del secolo, nemmeno Ino sarebbe arrivata a tanto e con una così spiccata classe.
Al pensiero di Fugaku Uchiha che si intratteneva a parlare, tutto soddisfatto, con quella che credeva essere la splendente possibile madre dei suoi nipoti e che in realtà era una "molto bella ed intelligente" lesbica, rischiò di scoppiare in una fragorosa risata. E non potè più impedirselo quando immaginò Sasuke, rabbioso e carico di propositi di sterminio, invidiare il fratello.
- Scusami...- disse asciugandosi una lacrima che spuntava dall'angolo dell'occhio - Ma questa cosa mi fa troppo ridere!-
Itachi la guardò, il capo leggermente inclinato di lato e le sembrò molto più sereno di quanto non lo fosse solitamente.
- Non ti preoccupare, la situazione diverte anche me.- rispose ravvivandosi i capelli che gli cadevano ai lati del viso, scatenando così in Sakura una tempesta ormonale in piena regola.
La ragazza poggiò la schiena alla portiera dietro le sue spalle e lo guardò apertamente, senza scudi e totalmente rilassata.
La spossatezza unita a tutto quello che aveva bevuto a quel punto stavano creando un mix che per lei era micidiale. Quando si trovava in simili condizioni le piaceva parlare, le piaceva troppo. E si sa... in vino veritas. In più dandole quella bella notizia, Itachi aveva fatto in modo di migliorarle l'umore ed era da tempo che non si sentiva così entusiasta.
- Perchè non trovi nessuna?- chiese a brucia pelo e seguendo con gli occhi la linea del suo collo, fin su, sulla mandibola delicata e gli zigomi.
- Diciamo che ho gusti... strani.-
- Non sarai mica gay anche tu?- gridò stridulamente, sobbalzando sul posto.
Stavolta fu il turno di Itachi per ridere e Sakura, per la prima volta, lo vide abbandonarsi e riporre per un attimo il suo costume da impeccabile e nobile Uchiha.
Le piacque immensamente ed era abbastanza consapevole di guardarlo con la bava alla bocca. Un poco di contegno, Kami!
Ma era così bello mentre si portava la mano alla fronte, per massaggiarla, e sospirava con quell'enorme sorriso sulle labbra.
- No, Sakura!- rispose ricomponendosi e poggiandosi anche lui alla portiera - Non sono gay!-
Non è che avesse realmente temuto che lo fosse ma averne la conferma da lui era di certo una gran cosa.
Nel caso in cui davvero le sue preferenze fossero vertite sugli uomini, non aveva idea di come si sarebbe potuta comportare. Come minimo avrebbe imprecato contro un fato infausto e si sarebbe lasciata morire d'inerzia.
- E quindi?- chiese con la faccia a forma di punto interrogativo.
Certo che era veramente una grandissima e fastidiosissima ficcanaso!
- Mi piacciono ragazze che non dovrebbero.-
A Sakura parve una risposta troppo vaga e generica, con il risultato che non seppe bene cosa rispondere.
Magari gli piaceva quella sua amica splendente ma lesbica, eppure le sembrava che ne avesse parlato troppo tranquillamente prima mentre ora pareva dispiaciuto, era evidente.
Forse aveva qualche tresca con delle pregiudicate, forse delle assassine, cosa che rendevano un po' difficili le presentazioni con i "suoceri". Oppure, senza optare per qualcosa di catastrofico, si era semplicemente innamorato di una ragazza già impegnata.
Che strazio!
Le bastava scoprire il suo indirizzo e l'avrebbe eliminata, in modo indolore ovviamente.
- Sarà meglio che tu vada adesso. Hai bisogno di dormire.- le suggerì Itachi con quella inclinazione affettuosa della voce che le faceva venir voglia di accocolarglisi addosso.
Sakura annuì e si apprestò ad uscire dalla macchina obbediente, anche se le sarebbe piaciuto restare li per tutta la vita e anche di più.
Raccolse la propria borsa che aveva posato a terra, tra i piedi, e protraendo quel momento il più possibile aprì lentamente la portiera.
Non avrebbe dormito quella notte, già lo sapeva.
- Un'altra cosa, Sakura...- la fermò proprio quando si era definitivamente decisa a scendere.
Si voltò verso di lui così veloce che i capelli le rimbalzarono in viso, acceccandole un occhio, ma non ci fece caso e con le dita li portò dietro l'orecchio.
Lui la guardava con quelle profonde pozze nere come se stesse ragionando su qualcosa, come se stesse pesando le parole da utilizzare.
Sakura non sapeva bene cosa aspettarsi e trattenne il fiato per un tempo infinito, pronta ad incassare anche una martellata in pieno stomaco ma pregando che non si trattasse di nulla che le avrebbe spezzato il cuore.
- Non posso sapere con certezza cosa Sasuke ti dica su di me...- disse scrutandola e quasi le sembrava che parlasse a rilento, come se fosse faticoso per lui pronunciare quelle parole -  Ma qualsiasi cosa sia, non lasciarti mai convincere ad odiarmi... Per favore.-



 

   
 
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