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Autore: ELIOTbynight    25/03/2015    1 recensioni
Naruto è diventato Hokage (ed era pure ora!), ma per portare avanti il suo lavoro ha bisogno dei suoi amici di sempre, che per fortuna non hanno mai smesso di stargli accanto.
Konoha e tutto il mondo ninja sono in tempo di pace, ma qualcuno trama nell’ombra, rispolverando pericolosamente il passato … e Kurama si prepara ad avere una nuova forza portante.
Si tratta della protagonista di una nuova generazione di ninja: il suo nome è Eri Uzumaki.
*
- Così te ne sei accorto, baka.-
Un vocione profondo lo distolse improvvisamente dai suoi pensieri e Naruto sussultò, ritrovandosi mentalmente nel suo buio subconscio.
- Kurama!- esclamò, fissando il suo cercoterio dal basso. - Tu sapevi che Eri possiede una parte di te?!-
Il volpone rispose, beffardo e malizioso:
- E’ ovvio! Piuttosto, mi sorprende che tu l’abbia scoperto solo adesso … Si vede che eri proprio concentrato, quella notte!-
Naruto arrossì violentemente fino alla punta dei capelli e gridò:
- Di che cosa stai parlando??-

*
[Ambientata in un ipotetico futuro alternativo, senza tenere conto del capitolo 700 del manga. Ogni riferimento a fatti o persone esistenti o già inventate da qualcun altro è puramente casuale. Buona lettura!]
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Minna! Finalmente sono tornata con un nuovo capitolo! Vi prego di perdonare il mio increscioso ritardo T.T
Sapete com'è, una si fa prendere dalle cose, da altri fandom... ma dettagli.
Sono lieta di annunciarvi una nuova "saga" della storia, che ha luogo 5 anni dopo lo scorso capitolo (ma sarà comunque spiegato nella storia stessa, quindi che caspita lo ripeto a fare? xD). I nostri piccoletti sono cresciuti *-*
La soundtrack che vi consiglio stavolta è Afternoon of Konoha, celeberrima e simpaticissima. E' adatta da ascoltare nella prima metà del capitolo ;)
Non mi dilungo oltre: buona lettura!
*






Capitolo 8:
I nuovi genin


- Silenzio! Ragazzi, per favore … Fate silenzio!-
Era in momenti come questi, che Iruka rimpiangeva il giorno in cui era diventato insegnante all’Accademia e desiderava soltanto la tranquillità e il tepore del suo umile appartamento. Chissà tra quanti anni sarebbe andato in pensione …
Di fronte a lui, la solita visione: una ventina di ragazzini che chiacchieravano a voce alta, talvolta anche da una parte all’altra dell’aula. L’unico motivo che spingeva Iruka ad avere ancora un po’ di pazienza erano i loro coprifronte, nuovi di zecca, simbolo della loro promozione a genin e sua ragione d’orgoglio.
Stava per richiamare l’ordine, quando udì un rumore alla porta in tutto quel baccano. Timidamente si affacciò Choji, che fece:
- Maestro Iruka, avrei bisogno di un favore … -
Al maestro parve di sentire un coro di angeli, al posto del frastuono provocato dai ragazzini. Allargò un sorrisone e corse verso il suo ex allievo.
- Choji, che fortuna!- lo interruppe, prendendolo per le spalle. - Mi sono appena ricordato di avere una commissione urgente, quindi potresti annunciare tu ai ragazzi la divisione delle squadre? Grazie infinite!-
Guidato dalla forza dell’esasperazione, Iruka fuggì dalla classe e lasciò il povero Choji in balia degli eventi. Quest’ultimo si avvicinò alla cattedra con perplessità e osservò il foglio che avrebbe dovuto leggere. Incuriositi dall’assenza di Iruka, i ragazzi si calmarono a poco a poco. Vedendo che finalmente era tornato il silenzio, il sostituto scrollò le spalle e prese il foglio.
- Innanzitutto, ragazzi, mi congratulo con voi.- esordì, incerto. - Ricordo che non fu facile per me diventare genin, quindi dovete essere stati molto bravi. Ora che siete dei veri ninja, sarete divisi in squadre formate da tre elementi ed attenderete qui l’arrivo di un jonin, che sarà il vostro nuovo maestro e vi accompagnerà nelle vostre missioni.-
Piccoli boati di entusiasmo seguirono la spiegazione di Choji, che sorrise e procedette ad elencare le nuove squadre di genin. Arrivato al team 7, lesse i nomi e un sorriso più grande del primo si allargò spontaneamente sul suo viso paffuto.
- La squadra 7 è formata da … Eri Uzumaki, Shuichi Uchiha e Yuji Nara.-
La reazione della classe fu insolita: tutti si voltarono verso i posti più in alto, occupati proprio dai tre interessati.
Una giovane kunoichi con i capelli sempre lunghissimi e biondi sbatté le palpebre e arrossì, per poi ridacchiare timidamente. Cercò un po’ di supporto morale girandosi verso il suo amico d’infanzia, che ricambiò l’occhiata compiaciuta e passò una mano nella folta chioma nera con imbarazzo. Il più indifferente era il terzo giovanotto, che si limitò a sbadigliare e stendersi sulla panca con un leggero sorriso.
- Il vostro maestro è Konohamaru Sarutobi.- proseguì Choji. - Dovrebbe arrivare a prendervi tra non molto.-
Le nuove squadre erano formate. Pian piano la classe si sfoltiva, i team iniziavano la loro attività in compagnia dei loro jonin e siccome si sa che ogni storia si ripete, gli ultimi a rimanere in aula in attesa furono naturalmente i membri della squadra 7.
- Era ovvio che ci mettessero insieme.- esordì Yuji, che sbadigliò per l’ennesima volta e accoccolò la testa nelle braccia con aria annoiata.
Eri si trovava più in basso, seduta su un banco, e faceva dondolare stancamente le gambe. Stupita, domandò:
- Come fai ad esserne sicuro?-
- Siamo i figli dei ninja più importanti del villaggio … che ti aspettavi?- mugugnò ancora il biondino.
Shuichi camminava avanti e indietro tra i banchi e la cattedra, perlustrando ogni angolo dell’aula ormai vuota. Con le mani ficcate in tasca, sbottò:
- Non vuol dire niente. Non ci hanno promossi solo per la fama dei nostri genitori, sai?-
- Hai ragione.- sorrise lei.
Yuji accennò una risatina e si alzò in piedi per stiracchiarsi la schiena.
- Convinti voi … Ma quando arriva il sensei?- borbottò.
Shuichi stava per spalancare la porta e affacciarsi nel corridoio, quando fu immediatamente preceduto da qualcun altro da fuori. Si ritrovò immobile nell’atto di afferrare la maniglia, le gambe bloccate e la faccia rivolta verso l’individuo che aveva di fronte. Era alto e atletico, ma l’aspetto autoritario che avrebbe dovuto avere un jonin era smorzato da quei capelli castani corti un po’ troppo sparati in aria e la lunga sciarpa al collo, nonché dall’aria inaspettatamente giovane.
Eri fu la prima a capire chi fosse e si affrettò a scendere dal banco e raggiungerlo davanti alla cattedra, seguita pigramente da Yuji.
- Scusate il ritardo, ragazzi!- esclamò il maestro con un sorriso forzato.
Il giovane Uchiha incrociò le braccia e lo fissò accigliato:
- Era ora che arrivasse … maestro!-
Indispettito, quest’ultimo ricambiò l’espressione poco amichevole. Yuji sospirò, mentre Eri ridacchiò e aggiunse:
- Almeno è arrivato, finalmente, giusto?-
Il sensei sorrise. Gli avevano annunciato che sarebbe diventato il responsabile di una squadra di genin, ma aveva dovuto trattenere un salto di gioia quando aveva saputo che sarebbero stati proprio quei tre a diventare suoi allievi. Era emozionato e dentro di lui ardeva il forte desiderio di essere il maestro ideale.
Non sapeva, però, che sarebbe stato un compito particolarmente arduo.
 
Il sole spaccava le pietre come al solito e un alone di polvere rocciosa veniva trasportato dal vento, appannando la visuale dei volti degli Hokage scolpiti sulla montagna di Konoha. Parevano osservare la nuova squadra 7 di sottecchi, mentre i suoi membri avevano raggiunto il tetto del palazzo dell’Hokage per una chiacchierata preliminare.
Eri allargò le braccia ed ammirò il panorama del villaggio con un sospiro. Shuichi, invece, mise le mani in tasca e scrutò le facce dei precedenti capi della Foglia uno per uno. Infine Yuji appoggiò i gomiti sulla ringhiera di ferro e sollevò il viso come per prendere il sole. Erano tre ragazzini molto diversi; questo non fu difficile da intuire per Konohamaru, sia grazie all’esperienza acquisita diventando jonin, sia ricordando le impressioni avute anni prima sui loro genitori, che conosceva in quanto compagni del maestro Naruto. Dopo cinque anni dall’entrata dei loro figli in Accademia, non aveva più avuto notizie ed era curiosissimo di scoprire quanto fossero simili alla generazione precedente.
- Da oggi sarò il vostro maestro, quindi vorrei che vi presentaste e diceste qualcosa di voi.- iniziò, incrociando le braccia. - Sapete, è una tradizione condividere pensieri personali con gli altri membri della squadra, come ciò che vi piace e non vi piace, i vostri sogni e qualsiasi altra cosa vogliate dire.-
- Perché non comincia lei?- fece il moretto, alzando un sopracciglio.
Konohamaru non voleva sentirsi costretto a paragonare quei tre ai loro genitori, ma in quel momento Shuichi sembrava la descrizione di Sasuke – anche se ricordava soltanto la versione di Naruto, che aveva sempre detto il peggio su di lui.
Sospirò ed acconsentì, aprendo il suo discorso:
- Non è una cattiva idea, in effetti. Il mio nome è Konohamaru Sarutobi e sono jonin da qualche mese. Ma non dovete pensare che non abbia esperienza, perché nelle mie vene scorre il sangue di mio nonno, il terzo Hokage, e Naruto Uzumaki è stato il mio maestro!-
- Ecco come ha fatto a diventare jonin così presto … - si lasciò sfuggire Yuji con aria sorniona.
La battuta fece ridere i due compagni, ma l’altro strinse i pugni come per volerlo picchiare e sbottò:
- Stai insinuando che sono un raccomandato?! Non hai capito proprio niente! Siccome sei stato arrogante, ti presenterai per primo.-
Il biondo si separò dalla ringhiera a cui era appoggiato e sfoderò un’espressione di sfida.
- Non è un problema, maestro. Il mio nome è Yuji Nara e nelle mie vene scorre il sangue di Shikamaru Nara e di Temari del Villaggio della Sabbia.-
- Cosa? Sei davvero il figlio di Shikamaru e Temari?- domandò Eri, fissandolo. - Allora diventerai un ninja fortissimo!-
Il diretto interessato non sentì l’impulso né di vantarsi, né di sentirsi lusingato dall’osservazione della compagna. Dopotutto, durante le lezioni era sempre stato occupato a dormire e non aveva mai parlato molto di sé. D’altra parte, Konohamaru ricordò il rapporto ricevuto quella mattina, contenente le qualità e i voti che avevano gli allievi, e rispose:
- Direi di sì. Forte ed anche molto intelligente. Di sicuro saprete che suo padre è considerato un genio … Spero solo che tu, Yuji, non abbia ereditato anche la sua pigrizia!-
- Beh, in effetti è un grande vizio di entrambi e mia madre ci rimprovera spesso.- fece il ragazzo, fulminato dallo sguardo irritato del sensei. - Ma comunque è vero, mi piace tenere il cervello allenato e leggo molto nel tempo libero. Sono convinto che, con una mente sana, anche il corpo troverà una grande armonia in ogni sua parte.-
Soddisfatto da come Yuji si fosse riscattato con quell’osservazione, il maestro pensò che la sua mancanza di peli sulla lingua potesse anche rivelarsi un pregio ben più importante di un dettaglio come la pigrizia. Riflettendo sulle sue parole, cambiò espressione ed annuì:
- Sono d’accordo.-
L’allievo, compiaciuto, proseguì:
- Che altro posso dire? Non mi piacciono i piantagrane e quelli che fanno sempre un gran trambusto. Sono un tipo tranquillo … Non ho neanche sogni particolari, spero solo di diventare un buon ninja.-
- Grazie mille, Yuji.- sentenziò Konohamaru, riappacificatosi con il giovane nuovo genin. - Chi è il prossimo?-
Eri mirò a Shuichi con un’occhiata fulminea, sufficiente per capire che di certo il ragazzo non saltava di gioia all’idea di parlare di sé. Fu quindi lei a offrirsi volontaria:
- Io, tocca a me!-
Quando l’attenzione degli altri fu tutta sulla bionda, quest’ultima arrossì, ma si rese conto che in fondo non le dispiaceva ritrovarsi al centro del discorso e riuscì a sorridere.
- Io sono Eri Uzumaki. Vediamo … - fece, cercando le parole adatte a fare una buona impressione. - Mi piacciono gli animali, i fiori … e mi piace anche mangiare! Non si nota, perché in compenso mi muovo parecchio. Infatti, se c’è una cosa che non mi piace è stare ferma. Sono curiosa e ho sempre voglia di conoscere persone e posti nuovi. E’ uno dei motivi per cui sono contenta di essere un ninja!-
Konohamaru l’ascoltava con piacere ed era intenerito dall’innocenza che emanava e di cui sembrava che tutti dovessero convincersi.
- Ah, dimenticavo: sono la figlia di Hinata Hyuuga e di … Naruto Uzumaki.- terminò Eri, diventando paonazza.
Yuji non ricordava di averla mai sentita parlare a lungo durante le lezioni. Non che le seguisse assiduamente, ma si era fatto l’idea che Eri non amasse mettersi in mostra. Fu positivamente colpito dalla sua timidezza, che però si accompagnava alla volontà di farsi conoscere, ed osservò:
- Allora in fondo ci tieni, a dire che sei la figlia dell’Hokage.-
- Sì.- annuì debolmente l’altra, che nascose la testa nelle spalle senza però riuscire a smettere di sorridere. - Mi ritengo veramente fortunata e perciò sento il bisogno di dare il meglio di me in ogni cosa che faccio. I miei genitori sono degli shinobi potentissimi; di conseguenza la gente si aspetta che io lo diventi almeno quanto loro. Non posso deluderli … Il mio più grande sogno è rendere i miei genitori orgogliosi di me!-
Il maestro sussultò. Lo sguardo e il sorriso che facevano splendere il viso di Eri erano molto simili a quelli che apparivano spesso sul volto del padre, quando ripeteva di voler diventare Hokage e di vedere riconosciuta la sua forza da tutti gli abitanti del villaggio. Il desiderio di emergere, di diventare qualcuno di importante per la propria gente era stato trasmesso spontaneamente da Naruto alla figlia: si trattava della storica volontà del fuoco, che già scaldava il cuore di quella piccola kunoichi.
Konohamaru, quasi commosso, non si trattenne e disse:
- Hai lo stesso spirito di tuo padre, lo sai, Eri? E’ stato il mio maestro a lungo e l’entusiasmo che mi trasmise lo sto rivedendo in te. Vedrai che gli farai onore!-
La ragazza arrossì di nuovo e parve volersi nascondere sotto i boccoli biondi che le coprivano parte della fronte.
- Coraggio, adesso tocca a te.- aggiunse Konohamaru, rivolgendosi al terzo membro della nuova squadra.
Il moretto si era seduto sulla ringhiera e teneva le mani ben salde a quella sbarra di ferro. Sollevò la testa e cercò un po’ di incoraggiamento da parte dei compagni: Eri ammiccò e Yuji sorrise.
- Mi chiamo Shuichi Uchiha e sono il figlio di Sasuke Uchiha e di Sakura Haruno.- sospirò il ragazzo, con occhi cupi. - Credo di essere molto diverso dagli altri.-
Nella sua espressione non c’era traccia di presunzione o di arroganza, ma il suo tono di voce era tanto serio da contagiare gli altri tre, che non si azzardarono nemmeno ad interromperlo.
- Molti mi giudicano perché mio padre è stato un traditore di Konoha e il nostro clan ha una brutta storia alle spalle. Ma tutto questo non mi importa e poi … io sono diverso da mio padre.-
L’ultima frase risuonò tutt’intorno ad una strana frequenza, come se volesse imprimersi profondamente nelle menti degli altri. Shuichi proseguì quindi con più enfasi:
- Anche se non parlo tanto ed ho pochi amici, sono una persona pacifica. Mi piace stare nella natura, nella quiete, perché mi aiuta a pensare. Insomma, quello che voglio è che nessuno abbia più dei pregiudizi nei confronti della mia famiglia. Non ho un vero e proprio sogno, ma una grande ambizione … -
A Konohamaru tornò in mente l’aura oscura che aveva sempre visto intorno a suo padre, Sasuke. Era preoccupato, ma si stupì quando Eri guardò il compagno con un sorriso gentile.
- Voglio diventare forte, più forte persino di mio padre!- sentenziò Shuichi, a cui brillavano gli occhi verdi sotto la luce del sole. - Così tutti capiranno che posso essere un bravo ninja rimanendo me stesso, nonostante quello che si pensa in giro sugli Uchiha e su di me.-
L’unica abituata a quel fervore nelle sue pupille era Eri, che lo conosceva da quando erano piccoli. L’aveva sempre visto sognare avidamente il giorno in cui avrebbe potuto mettersi alla prova e stupire tutti, prendendosi la sua rivincita sul mondo. Lo guardò con tenerezza, mentre gli altri gli rivolsero un’occhiata di leggero stupore.
- Sono convinto che ci riuscirai, Shuichi.- sentenziò il maestro, che dimenticò i suoi paragoni con Sasuke e pensò soltanto ad elogiare la volontà del ragazzino che aveva davanti.
Quest’ultimo si decise finalmente a sorridere, anche se preferiva restare sulla difensiva ancora un po’.
A quel punto, Konohamaru ebbe un brivido. Era giunto un momento importante e lui stesso fremeva dalla felicità. Mise le mani in tasca con fare teatrale e sospirò:
- Bene, ragazzi, mi ha fatto piacere conoscere queste cose di voi. Mi ispirate fiducia … ed è un vero peccato dovervi dire che rischiate di tornare all’Accademia.-
Gli allievi lo fissarono, increduli e spaventati.
- Che cosa?! Pensavamo di essere ufficialmente diventati genin!- protestò subito Shuichi.
- Non è così, per vostra sfortuna.- rispose il sensei, senza trattenersi dal sorridere con aria di sfida. - Tuttavia c’è un lato positivo: oggi avrete la possibilità di mettere alla prova le vostre capacità; tutto ciò che dovete fare è superare un test. Fu sottoposto al mio maestro e oggi lo replico a voi, anche se con qualche piccola variazione.-
“Papà non me ne aveva mai parlato!” pensarono sia Eri, che Shuichi. Yuji, invece, mise immediatamente in moto il cervello e cominciò a riflettere.
Sempre più colpiti, i tre ragazzini rimasero ad ascoltare le parole del maestro, ma i pensieri veloci e il battito accelerato sembravano volerli distrarre. Avevano iniziato a tremare dall’eccitazione e, senza che se ne rendessero conto, gli angoli delle loro bocche si distesero a formare dei sorrisi divertiti.
Avrebbero dovuto essere delusi ed allarmati, al pensiero di dover ripetere un esame per diventare genin, eppure le loro reazioni manifestavano solo gioia ed impazienza. In fondo non aspettavano altro: era arrivato il momento di rendere giustizia alle loro origini e allo stesso tempo di separarsene, dimostrando di meritare pienamente il titolo di ninja sulla base delle loro abilità, non del loro nome.
Notando il loro atteggiamento, Konohamaru sorrise di rimando e tirò fuori dalla tasca tre campanellini legati ad una cordicella. Li fece roteare tra le dita sotto lo sguardo curioso dei tre e proseguì:
- Vedete questi tre campanelli? Il vostro compito è cercare di rubarmeli. La prova termina quando ci riuscirete o vi arrenderete. Mettetecela tutta e sfruttate ogni vostra risorsa, senza aver paura di farmi del male. E’ tutto chiaro?-
I corpi dei giovani ninja non si trattennero: le loro mani si spinsero spontaneamente in avanti e le ginocchia si piegarono, le schiene si incurvarono e il loro sguardo si fece concentrato. Eri, Shuichi e Yuji erano già in posizione di guardia ed esclamarono:
- Siamo pronti, Konohamaru-sensei!-
Sentendo la soddisfazione montargli nel petto, il maestro strinse gli oggetti della prova in un pugno chiuso e fece un passo indietro.
- Se riuscite a prendere i campanelli prima di pranzo, avrete vinto. Altrimenti dovrete tornare all’Accademia. Anche se in ogni caso ci sarà uno di voi che dovrà tornarci, se prenderà il suo campanello per ultimo.-
A queste parole, i ragazzi trasalirono e si fecero ancora più concentrati. Non avrebbero avuto molto tempo e sarebbe servito tutto il loro impegno. Nessuno di loro aveva intenzione di perdere quella sfida.
Konohamaru godette di quegli istanti di tensione, sapendo che avrebbero preparato psicologicamente i suoi allievi alla prova che li attendeva. Dopo un respiro lento e profondo, esclamò:
- Via!-
I ragazzi della squadra 7 non gli diedero nemmeno il tempo di muoversi. Eri, che si trovava proprio di fronte al maestro, allungò un braccio per colpirlo in pieno viso, ma fu sbalzata in avanti e dovette fermarsi per riprendere l’equilibrio. Intorno a lei, solo una nube di fumo.
- Era una copia! Aveva intenzione di sottoporci a questa prova fin dall’inizio!- osservò la ragazzina, sconvolta.
I tre si guardarono intorno e in effetti del maestro non c’era più traccia. A cuocere sotto il sole del Villaggio della Foglia parevano essere rimasti solo loro.
- Quello vero si sarà nascosto qui in giro … - disse Yuji. - Proviamo a vedere lassù.-
Avviandosi verso i volti di pietra degli Hokage, il piccolo Nara indicò il bosco che si estendeva sopra la montagna. Gli altri due lo seguirono senza fiatare, balzando di roccia in roccia, avidi di competizione.
Giunti all’inizio di quella distesa di alberi, cominciarono a camminare in silenzio. Nella loro mente echeggiavano mille domande e rimbombavano altrettante speranze. Sarebbero riusciti a rubargli quei campanellini e ad ottenere ufficialmente il titolo di genin? C’era qualche trabocchetto che avrebbero dovuto individuare e neutralizzare? Quella prova aveva per caso un secondo fine?
Ebbero la sensazione che quella rappresentasse la loro prima vera missione, dalla quale dipendeva il loro futuro. Non potevano permettersi di abbassare la guardia o di fare passi falsi.

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  *








Dehehehe! Vi è piaciuto il capitolo? Caspiterina, spero tanto di sì! A me tantissimo, adoro troppo questi tre ragazzotti C:
Passiamo alla fanart del capitolo: una ex compagna di classe della mia sorellina, otaku e bravissima nel disegno, mi ha gentilmente abbozzato un disegnino di Eri cresciuta, appena terminata l'Accademia. E' molto fedele a come me l'ero immaginata io... vi piace? :3
Perdonate le dimensioni D:



 
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Non è un amore? <3
Ma adesso basta, passiamo alle ultime avvertenze: sono in cerca di artisti per la mia fan fiction, quindi se avete piacere di disegnare i personaggi nuovi della storia, come Eri, ma anche Shuichi, Yuji o gli altri che troverete, fatevi sentire! Sarebbe meraviglioso, visto che io a disegnare sono una frana. xD
Per il resto, se siete alla ricerca di spoiler, potete andare a cercare su Facebook il profilo di Eri Uzumaki. Ebbene sì, esiste! HAHAHA XD Giusto per divertirvi un po'. ;)
Ok, non mi resta che ringraziarvi di cuore per aver letto, recensito, messo nelle preferite/seguite/ricordate la mia storia. Grazie, grazie veramente a tutti voi! Un baciotto :*

Eliot
 
   
 
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