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Autore: _Kurai_    28/03/2015    1 recensioni
La strada era libera, il silenzio quasi totale. Makishima strinse le manopole inferiori del manubrio, tendendo i muscoli delle gambe e sollevandosi dal sellino. Eccolo, il vecchio Peak Spider. I capelli iridescenti non ondeggiavano più a destra e a sinistra, ma il suo pazzo dancing era sempre lo stesso.
Toudou Jinpachi guidava da qualche ora. Non gli era mai piaciuto spostarsi in macchina, ma a volte era necessario. Non amava neppure quello stupido pickup con il logo dell'onsen gestito dalla sua famiglia, che tossicchiava sempre al momento di accelerare.
Un contrasto forte con il vecchio Jinpachi, che si faceva vanto della sua accelerazione silenziosa.
Sì, decisamente pedalare gli mancava.
[8 Years Later] [MakiTou]
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jinpachi Toudou, Yuusuke Makishima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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You are my illusion

"Maki-chan...?"

L'ex climber tirò giù il finestrino, e solo schiacciare quel pulsante gli sembrò uno sforzo enorme. La sua voce era un sussurro esitante e tremava un po'. Niente a che vedere con quel suo tono esageratamente alto e con una nota un pochino fastidiosa, a cui Yuusuke aveva fatto l'abitudine, e che non aveva mai dimenticato.

Il giovane uomo dai capelli corvini abbassò lo sguardo, preso da un brivido improvviso, e si portò la mano al petto.

 

"Jinpachi..."
Yuusuke non sapeva cosa dire, se non ripetere il nome dell'ex rivale con una nota di reale preoccupazione nella voce e un interrogativo ovvio e inespresso. Non capiva.

 

Toudou in uno sprazzo di lucidità decise che non poteva sopportare di farsi vedere così proprio da lui. La sensazione era così insopportabile che gli faceva più male del senso di soffocamento che gli pesava sul petto. Doveva tornare proprio in quel momento, per vederlo completamente perso e assistere alla sua sconfitta, per assistere allo spettacolo di colui che era stato il dio della montagna che si rompeva in mille pezzi? Che scherzo del destino... Il cuore sembrava battergli in gola, tra un'ondata di nausea e l'altra, e non trovava la forza di rispondergli. Non era nemmeno sicuro fosse reale, in fondo.

 

Makishima iniziò a frugare nella tasca posteriore del jersey verde brillante alla ricerca del cellulare, preoccupato dall'assenza di risposte dell'altro.

Aveva già composto il numero per le emergenze e aveva portato il telefono all'orecchio quando la mano di Jinpachi gli afferrò il polso con una stretta disperata.

"Non è... necessario... sta già passando. E poi tu sei un'allucinazione, e le allucinazioni non fanno telefonate." disse piano tra un respiro spezzato e l'altro, con un'espressione indecifrabile.

"Non ho grandi certezze al momento, ma una di queste è che sicuramente non sono un'allucinazione, sho!"

Non si era nemmeno accorto di aver utilizzato di nuovo quel suo tipico intercalare che ormai da tanto non pronunciava più, perché a Londra anche col fratello parlava quasi sempre inglese, per esercitarsi.

Toudou aveva parlato con gli occhi socchiusi e le labbra strette, cercando in tutti i modi - senza risultati - di nascondere il suo malessere. Ma le mani strette a pugno con le unghie affondate nei palmi tradivano il suo sforzo.

Yuusuke continuava a non sapere cosa fare, ma ora che aveva ritrovato un frammento del suo passato non poteva abbandonarlo. Non sapeva cosa stesse succedendo a Jinpachi, ma non aveva alternative.

E così, nel tentativo di distrarlo e farlo calmare, iniziò a raccontare.

Lì, immobile, appoggiato al finestrino semiaperto del pickup, sul limitare di una strada di montagna poco trafficata, nel pieno di un pomeriggio autunnale. Sfiorò con il pensiero la sensazione di vuoto degli anni che aveva passato lontano, poi riportò alla mente i momenti che avevano passato insieme gareggiando uno contro l'altro proprio su quella strada... parlò ininterrottamente per un tempo che gli parve infinito, finchè la sua voce non iniziò a sembrargli estranea, rivivendo i ricordi ancora nitidi di quei tre giorni.

Il viso di Toudou iniziò a rilassarsi, e le unghie lasciarono il posto a dieci mezzelune rosate sui palmi delle mani. Anche lui tornò con la mente a quei momenti, riacquistando molto lentamente un respiro regolare e un colorito meno terreo. Quando Makishima riemerse dal suo piccolo viaggio nel tempo non programmato, l'ex rivale si era addormentato.

 

Yuusuke indugiò per un istante a guardare il suo petto che si sollevava e abbassava ritmicamente e poi il suo viso, ora disteso ma leggermente diverso da come lo ricordava, anche se non sapeva dire in che modo.

Che doveva fare ora? Andarsene per la sua strada e lasciare che si svegliasse e pensasse di aver sognato tutto? O restare lì come un idiota a guardarlo dormire sul sedile, appoggiato al finestrino, per controllare che stesse effettivamente meglio? Ma poi, perché si stava preoccupando tanto?

Il sè stesso di quegli anni probabilmente avrebbe scelto la prima via, e forse anche il Makishima adulto

.ma poi davvero si sentiva adulto?

Non era forse rimasto intrappolato in quella dimensione di limbo da dopo la fine del liceo?

 

l'avrebbe scelta, in un altro momento ma... le sue gambe non volevano muoversi da lì, e ci mise qualche secondo di troppo anche ad accorgersi che aveva iniziato a piovere.

 

Dapprima erano minuscole gocce, quasi impercettibili e sottili come fili di ragnatela, poi iniziarono ad aumentare d'intensità, mentre Yuusuke si guardava intorno in cerca di un riparo. Jinpachi stava ancora dormendo, cullato dalla ninnananna delle gocce sul tetto del pickup. Dopo un istante infinito e qualche brivido dovuto ai goccioloni nella schiena, Makishima decise, con un sospiro. Aprì la portiera opposta, si sedette al posto del passeggero e si posò il caschetto e gli occhiali in grembo. Probabilmente a Toudou sarebbe venuto un infarto a vederlo lì, ma la pioggia era ormai così fitta che pedalare ancora sarebbe stata una mossa suicida, e non c'era altro luogo dove ripararsi.

Il silenzio nell'abitacolo era totale, tanto che poteva sentire chiaramente il battito del suo stesso cuore armonizzarsi con la musica della pioggia. Per un po' guardò fuori dal finestrino la TIME appoggiata al cavalletto di fianco all'auto, pensando ad un'altra giornata piovosa in cui era stato costretto a fermarsi, anche se, quella volta, Toudou era andato avanti.

 

Da quando era diventato così sentimentale e ancorato ai ricordi?

 

Stava iniziando a dubitare che quel viaggio fosse stato davvero una buona idea.

All'improvviso Toudou disse qualcosa nel sonno, facendolo sobbalzare e girare di scatto. L'ex climber di Hakone non si era svegliato, e Makishima si ritrovò a sospirare di sollievo. Accarezzare con lo sguardo i tratti di Jinpachi, efebici e delicati, anche se per un solo attimo, gli calamitò lo sguardo, suo malgrado. Quando Toudou stava zitto la ragione del soprannome "Sleeping Beauty" era evidente, e si sorprese lui stesso a formulare questo pensiero.

L'orologio del cellulare segnava quasi le cinque del pomeriggio. Davvero era passato tutto quel tempo? La pioggia non accennava a smettere né a diminuire. I finestrini erano ormai tutti appannati, il sole del mattino che aveva visto sorgere seduto sul sellino della sua bici era già un ricordo, e in un paio d'ore sarebbe stata sera.

Sospirò di nuovo.

Chissà se a casa di Toudou c'era qualcuno che lo stava aspettando, preoccupato del fatto che stesse tardando.

Forse avrebbe dovuto svegliarlo... in fondo non era nemmeno molto sicuro restare lì, parcheggiati sul limitare di una strada stretta, appena dietro una curva con visibilità zero.

Se solo negli anni passati a Londra avesse preso la patente, avrebbe potuto guidare lui fino a casa di Jinpachi, ma essendoci stato una sola volta non era comunque sicuro di ricordare il tragitto. Aveva sempre temporeggiato, e ora ne pagava le conseguenze.

 

Gli sfiorò una spalla, sperando di non svegliarlo di soprassalto.

In fondo la bella addormentata aveva già dormito un bel po'.

 

Toudou percepì il tocco nel dormiveglia e iniziò a riprendere contatto con la realtà e a mettere insieme brandelli di memoria. In un attimo di confusione gli sembrò di sentire una presenza di fianco a lui, nella macchina.

No, ne era certo.

C'era davvero qualcuno, ma la sua mente ancora si rifiutava di dare coerenza alle sue sensazioni, i suoi occhi umidi di lacrime che non ricordava di aver versato non erano ancora sicuri di aprirsi. Aprirsi e magari scoprire che non c'era nessuno, che si era immaginato quella voce così particolare, tagliente e un po' strascicata, che gli era tornata alla mente dopo anni.

 

Gli era già capitato di tornare con la memoria a quel periodo felice della sua vita per calmarsi quando aveva avuto altri attacchi prima di quello, anche se normalmente cercava di tener chiusi fuori i ricordi per non provare troppa nostalgia, ma non era mai stato così vivido e intenso.

Gli sembrava perfino di sentire quel profumo così particolare che aveva imparato ad associare a Makishima, un misto di menta e un'indefinita sfumatura di cannella o qualcosa di simile. Aveva sempre pensato che fosse il suo shampoo, visto che era più forte quando i capelli del Peak Spider ondeggiavano nel vento.

Si stropicciò gli occhi, pronto all'impatto con la realtà. Ovviamente non ci sarebbe stato nessuno accanto a lui, Maki-chan l'avrebbe avvisato se fosse seriamente tornato in Giappone... o forse no? In fondo lui stesso aveva smesso di scrivergli e chiamarlo, perchè ricordare che lui era così lontano mentre Jinpachi si sentiva così solo gli faceva male, e a forza di rimandare per un motivo o per l'altro non era più riuscito ad andare a trovarlo, e tutti i suoi sentimenti si erano come anestetizzati. Pronti a risvegliarsi sotto la cenere, e a fare ancora più male.

 

Talvolta aveva pensato a Makishima con rimpianto, talvolta quasi con gelosia e irritazione: chissà com'era bello gareggiare al Tour de France, al Giro d'Italia, alla Vuelta d'España e confrontarsi con professionisti di alto livello oltreoceano... lui aveva abbandonato quel sogno ormai, ma non riusciva a lasciarlo andare del tutto. Forse non ci sarebbe mai riuscito davvero.

Infine, dopo un'ultima breve immersione nei suoi pensieri, si decise a svegliarsi del tutto e aprire gli occhi.

 

Yuusuke era davvero lì, il suo profumo, il calore della sua mano sulla spalla, la sua voce, tutto era reale.


___

Grazie a tutti quelli che hanno letto questi primi due capitoli... mi scuso per aver aspettato un po' ad aggiornare ma tra il tirocinio e gli esami ho poco tempo per pensare ai miei precious babies... beh, rimedierò presto uwu

Alla prossima!

_Kurai_

 

   
 
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