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Autore: Glendora    28/03/2015    1 recensioni
Farla finita sembra davvero molto facile, soprattutto nella solitudine di una camera d'albergo a chilometri di distanza da casa. Questo, però, non sembra il destino di Ville Valo che, inaspettatamente, tra le mura di quello che sembra essere un vero e proprio girone dell'Inferno, troverà quello che ha sempre cercato, ciò che la fredda lametta di un rasoio appoggiato sulla pelle non è stata capace di dargli. Ma il fato ama giocare con le persone e Ville non è certo immune...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imprigionata in una bolla, Lily ha vissuto gli ultimi due anni lasciando che la vita la sfiorasse appena, senza però toccarla realmente: ha guardato tutti gli avvenimenti come attraverso un vetro che la separava da tutto e da tutti, facendola diventare solo una spettatrice di tutto ciò che le accadeva intorno, ma mai la protagonista.

Ora è finalmente libera e la sensazione di poter essere ancora padrona del suo corpo e delle sue emozioni la fa stare bene, molto più di quanto avesse mai immaginato. non si pentirà mai della scelta che ha fatto tre mesi prima, non adesso che può finalmente giocare con sua figlia, o passeggiare mano nella mano con Ville senza sentirsi stanca e priva di forze.

Nessun rimpianto, nessun rimorso, nessun ripensamento: non le importa se potrà andare avanti così per sei mesi, un anno o anche dieci, il tempo ormai ha perso ogni suo significato perché quello che davvero le interessa è riuscire finalmente a sentire, a provare quella felicità che per troppo tempo le è stata negata.

Raggomitolata sulla sedia a forma di grossa chiocciola, Lily ammira l’alba nascente illuminare il cielo di Helsinki, facendolo diventare di un colore così intenso da sembrare quasi innaturale.

Pur essendo marzo la temperatura non è fastidiosa e, anzi, a Lily piace stare nel giardino di casa per vedere il sole nascere e tramontare, è una delle cose che più le piace fare, un piccolo momento di relax tutto suo dove poter raccogliere le idee e le emozioni, rigenerandosi quando si sente triste.

“Che ci fai qui?” Chiede Ville avanzando placidamente verso di lei.

“Niente in particolare… ascolto la voce di Helsinki” risponde Lily sorridendo, mentre Ville le passa una tazza di tè fumante.

“E che cosa ti sta dicendo?”

“Dice che mio marito non dovrebbe preoccuparsi tanto e che dovrebbe tornare a sorridere, che il peggio è passato e che può rilassarsi.”

“Cavolo, sono tante cose…” Appoggiando una mano sull’intelaiatura della sedia, Ville guarda Lily per capire cosa si celi dietro il suo sguardo calmo e sereno.

“Già! Hai intenzione di seguire il suo consiglio?”

“Non lo so… dovrei prima scoprire se è davvero tutto finito.”

"Hai ancora dei dubbi?”

 “Credo li avrò sempre… però è bello vederti così.” Aggrappandosi anche con l’altra mano, Ville si sporge verso Lily per poterla baciare. Era da tempo che non la vedeva così tranquilla, serena, bellissima e poterla ammirare ancora una volta in quel modo gli riempie il cuore di gioia. Una gioia che vorrebbe poter urlare al mondo intero, ma che ha paura di esprimere per evitare di attirare le attenzioni del fato che sembra essersi finalmente scordato di loro. “Mi sei mancata tanto” sussurra poi, mentre Lily respira il suo caldo alito.

“Anche tu, ma adesso sono qui e non credo me ne andrò tanto presto.”

Un azzardo. Un terribile azzardo, ma Ville ha bisogno anche di questo: piccole rassicurazioni, minime certezze, capaci di farlo andare avanti senza la perenne angoscia di vedere la moglie sparire da un momento all’altro e se Lily può farlo vivere bene con una piccola bugia, allora mente volentieri. Per lui farebbe anche di peggio. Sta facendo di peggio.

“Puoi chiudere gli occhi solo per un attimo?” Le chiede gentilmente con un sorriso sghembo.

“L’ultima volta che abbiamo fatto questa scena eravamo nudi dentro la vasca da bagno di casa mia…” ricorda maliziosamente Lily, chiudendo gli occhi.

“Eh già… ricordo” sospira mentre nella sua mente il pensiero di quel giorno fa capolino vivido come non mai. “Non sbirciare.”

“Non sbircio… non mi chiamo mica Rose!”

Ridendo, Ville allaccia al polso di Lily un braccialetto d’oro bianco con sopra diversi pendenti, tutti rappresentanti qualcosa che riguarda loro due: una chiave di violino simboleggiante la musica, un cuore per il loro amore, un bocciolo di rosa che rappresenta lo loro splendida bambina ed una clessidra, il tempo che scorre, i ricordi destinati a rimanere indelebili nelle loro menti, il futuro che ancora hanno davanti.

“Buon compleanno amore mio” sussurra Ville baciandola sulle labbra, passando la mano dietro all’orecchio di Lily accarezzandole i corti capelli castani che finalmente stanno riprendendo a ricrescere.

Aprendo gli occhi, Lily osserva incantata il braccialetto sfiorando con le dita i diversi ciondoli, studiandoli nei minimi dettagli: sono anni che ormai non porta più bracciali, non ha più bisogno di nascondere le sue cicatrici, ma quel braccialetto è speciale, rappresenta il suo passato, il suo presente ed anche il suo futuro e sa che non se ne separerà mai.

“Grazie” mormora trattenendo a stento l’emozione.

“Non riesco mai a capire perché mi ringrazi tutti le volte. Non faccio niente” dice, allungando le braccia per stringerla a sé.

 “Non hai bisogno di fare nulla per essere tu” spiega lei con un sorriso dolce, mentre appoggia la testa sul petto di Ville.

Rimanendo per qualche istante così, stretti in silenzio nella fredda mattina finlandese, Ville pensa a tutto quello che è successo, al cammino fatto fino a quel momento e per nulla al mondo cambierebbe il suo passato. Nonostante le avversità sa finalmente cosa vuol dire essere felice e questo grazie alla donna che tiene stretta tra le braccia, sua moglie, la madre di sua figlia, la sua anima gemella.

“A che cosa pensi?”

“Stavo pensando che ti amo” risponde lui sinceramente.

“Sai… anche io ti amo.”

 

Never knew I could feel like this
Like I've never seen the sky before
I want to vanish inside your kiss
Every day I'm loving you more than this
Listen to my heart, can you hear it sings
Telling me to give you everything
Seasons may change, winter to spring
But I love you until the end of time

***

“Diciotto, diciannove, venti: spero vi siate nascosti bene, non voglio sentire storie quando vi stanerò tutti” afferma divertita Lily a voce alta, parlando al vento.

È un caldo pomeriggio di giugno e insieme a Rose, Ville e a tutta la band con mogli e figlie, hanno deciso di fare un picnic nel parco vicino a casa loro: è da tanto che non si concedono uno svago di questo genere, dato che la band è impegnata in una serie di festival estivi che li porta a suonare in diverse parti dell’Europa, ma quella domenica si passa in famiglia, tutta la famiglia, giocando e divertendosi.

Tocca a Lily contare e trovare chi si è nascosto tra i cespugli verdeggianti, o dietro i tronchi  nodosi e massicci che crescono su tutta la superficie del parco e mentre cerca di scovare il resto del gruppo, lascia che i caldi raggi del sole che filtrano dalle fronde, le scaldino le braccia nude e pallide.

“Linde dovresti tagliarti un po’ quel groviglio di capelli!” esclama poi, notando i lunghissimi capelli di Linde sbucare da un cespuglio dietro il quale ha trovato rifugio.

Correndo verso l’albero della conta, Lily viene inseguita da Linde che, intanto, cerca di suggerire ad Olivia un posto migliore per nascondersi, dato che si trovava a pochi passi dal suo nascondiglio.

Prendendo un profondo respiro, Lily si appoggia al tronco dell’albero sentendo il cuore correrle come un treno nel petto: è una sensazione strana che la turba leggermente, ma non ci bada poi molto, visto che sono anni che non corre in quel modo.

“Tutto bene?” domanda Linde poggiando la mano sulla schiena della donna per sorreggerla.

“Sì… credo di sì: non ho più il fisico di una volta” scherza lei con un sorriso, facendo ancora un respiro profondo.

Proseguendo il gioco, Lily trova a mano a mano tutti quanti meno che Ville e Rose, che di solito si nascondono nei posti più impensabili, ma mentre Rose riesce a schizzare via come un piccolo furetto e a non farsi quasi mai prendere, Ville rischia sempre di inciampare o ruzzolare a terra a causa della sua proverbiale coordinazione occhio/resto del corpo che lo rende il principale bersaglio delle battute della band.

“Mamma io lo so dove si è nascosto papà” sussurra Rose che, tenendo per mano Lily, cerca il padre insieme a lei.

“Che facciamo… lo andiamo a prendere?” Domanda lei guardando gli occhi verde oro della figlia illuminarsi di felicità.

Saltellando e precedendo la madre sul viale erboso, Rose inizia a correre in direzione del nascondiglio di Ville: non si divertiva così tanto dal giorno del suo terzo compleanno, quando Lily e Ville hanno organizzato una caccia al tesoro in casa per farle trovare il suo regalo, una chitarra costruita su misura per lei con intarsiate sulla cassa le loro iniziali intrecciate.

“Mamma posso chiederti una cosa?” Dice fermandosi, con cipiglio pensieroso.

“Certamente amore.”

“Non ti ammali più, vero? A me piace giocare con te… prima non potevamo mai farlo, ma adesso ci divertiamo tanto insieme.”

Intelligente. Rose è sicuramente troppo intelligente per essere solo una bambina di tre anni che non avrebbe dovuto rendersi realmente conto di quello che ha passato la madre, ma che in realtà ha capito tutto, soffrendo con lei.

“No, amore… non mi ammalo più: promesso!” Risponde lei prendendola in braccio per stringerla forte, sentendo una sorta di malinconia farsi strada nel petto.

“Ok! Ti voglio bene mamma.”

“Ti voglio bene anche io piccolina mia” risponde lei baciando Rose sulla punta del naso, così simile a quello di Ville.

 

Suddenly the world seems such a perfect place
 

Un fruscio di foglie proveniente da dietro la spalla di Lily, richiama l’attenzione della donna che, lasciando Rose, si gira per andare a controllare con fare circospetto e divertito chi mai si nasconde dietro a quei rovi spinosi.

“Lily, non ridere… ti prego” mormora Ville sconcertato, mentre vede la moglie e la figlia avvicinarsi a lui.

“Che hai combinato questa volta?”

“Mi sono impigliato” spiega lui indicando con un gesto del viso la manica della maglietta attorcigliata ai rami pungenti del cespuglio.

Cercando di mantenere un’espressione il più seria possibile, Lily conta mentalmente fino a cinque per evitare di scoppiare a ridere: sa quanto Ville possa essere permaloso a volte e notando il suo sguardo imbarazzato, vuole evitare di farlo sentire ancora più buffo di quanto non sia già.

“Impiastro che non sei altro! Ti avevo detto di buttare questa maglietta, è orribile ed è tutta stracciata…appena torniamo a casa te la brucio se non ti decidi a disfartene” lo minaccia lei, cercando di liberare la maglietta.

“Ma a me piace tanto, l’ho usata ad un sacco di concerti…”

“Non mi interessa… al massimo la puoi incorniciare, ma ti prego non usarla più: fallo per me.”

“D’accordo” mormora lui notando la faccia di Rose paonazza per il divertimento, ridendo a sua volta della figura meschina che ha fatto davanti alle sue donne.

“Fatto… ora alzati e incomincia a correre: stiamo ancora giocando!”

Alzandosi con cautela per evitare di rimanere nuovamente impigliato, Ville inizia a correre seguito da Rose che divertita lo supera senza troppi problemi e da Lily che se la prende comoda sapendo che la corsa non è proprio il suo forte.

Un altro capogiro. Un nuovo senso di spossatezza. Ancora il fiato che le si arresta di colpo lasciandola ansimare per un istante. Questa volta, però, non basta qualche respiro profondo per farla riprendere e soprattutto a rendersi conto del suo malessere non c’è Linde, ma Ville e lui non si convince facilmente.

“Ville…” Riesce a mormorare prima di lasciarsi cadere sulle ginocchia cercando di fermare gli alberi che le girano attorno come trottole impazzite.

Sentendo qualcosa di caldo che le cola dal naso, Lily si tocca le narici per controllare cosa stia succedendo e guardandosi le dita sporche di sangue, non può che pensare ad una sola cosa: a Luuka che le elenca i vari disturbi che potrebbero comparire con l’aggravarsi delle leucemia, tra questi spossatezza, giramenti di testa, fiato corto e sangue dal naso sono quelli che, al momento, la fanno preoccupare di più.

 

Dannazione…

***

Lily sa esattamente dove si trova, riconosce l’odore di disinfettante che le pizzica le narici ed anche il tessuto del lenzuolo che le copre il corpo: sa di essere in ospedale e pur avendo gli occhi chiusi, sa anche che Ville la sta guardando con il suo solito sguardo apprensivo.

“Che cos’è successo?” Chiede passandosi la mano sul viso per massaggiarsi gli occhi.

“Sei svenuta, perdevi sangue dal naso e non riuscivamo a farlo fermare…” risponde lui, passando delicatamente la mano sul braccio di Lily.

“Rose?”

“È con gli altri. L’hanno riportata a casa una ventina di minuti fa: per oggi starà con Migè e Vedrana.”

“I tuoi amici sono dei santi: non so come facciano a sopportarmi. Si è spaventata?”

“Un pochino, ma sono riuscito a convincerla che non si tratta di niente di grave: ho sentito cosa vi dicevate nel bosco…”

Perfetto…

Sono una pessima, pessima madre…

Mi odio…

“Lily… convincere una bambina di tre anni è facile, ma non pensare che con me sia altrettanto semplice.”

“Lo sospettavo. Quanto sai?”

“Ho dovuto minacciare Luuka insieme a Gas, ma non mi ha detto molto, però capisco da solo che la situazione non è bella. Ora ho bisogno di sentirmi dire da te cosa c’è che non va.”

Pessima madre e pessima moglie si continua a ripetere Lily, volgendo lo sguardo verso il muro per evitare di incrociare gli occhi di Ville perché sa che altrimenti potrebbe mentire ancora e questo lui non se lo merita.

Alla fine è costretta a raccontare tutto a Ville: della leucemia che è diventata resistente ai farmaci, del fatto che Luuka le ha proposto un trapianto, ma che lei ha rifiutato perché non c’era alcuna garanzia di successo, della sua decisione di non continuare con una chemio più invasiva per poter passare il tempo che le resta con lui e Rose nel modo migliore possibile.

Ville ascolta e non dice niente, guarda Lily mentre racconta quel segreto che ha tenuto nascosto per così tanto tempo, vede le lacrime farsi strada nei suoi occhi e la disperazione crescere nel suo cuore, ma non riesce a parlare.

“Mi odi?” Questa volta si impone di guardarlo, ma non sa con esattezza cosa c’è scritto sul suo volto, improvvisamente invecchiato di colpo.

Mai. Ville non potrebbe mai odiarla e sa che, il giorno in cui dovesse anche solo pensare di odiarla, il Diavolo stesso lo trascinerebbe all’Inferno per metterlo nel girone dei bugiardi.

“No che non ti odio” risponde con un filo di panico nella voce. “Non capisco perché tu me l’abbia tenuto nascosto.”

“Come avresti vissuto questi sette mesi se l’avessi saputo?”

“Ansia… terrore… panico… ok, ho capito dove vuoi arrivare, ma non dovevi comunque tenermelo nascosto: sono tuo marito dannazione, potevo fare qualcosa. Dovevo fare qualcosa per aiutarti.”

“Non avresti potuto fare niente…”

“Ma almeno avrei tentato” ribadisce lui, buttandosi sulla poltrona guardando con sguardo desolato Lily.

“Ville, ascoltami: va bene così! Questi mesi sono stati i più belli della mia vita e non sarei stata così bene se avessi saputo che tu soffrivi. Al momento mi interessa solo passare più tempo possibile con te e Rose senza pensare ad altro, senza avere paura.”

Sbuffando, Ville cerca di capire le motivazioni di Lily ed in parte condivide la sua scelta, ma non del tutto: a lui non ci pensa? Cosa ne sarà di lui quando lei non ci sarà più? Non può prendersi cura da solo di Rose, non ne è capace, ha bisogno di Lily e anche Rose ha bisogno di sua madre.

“Guardami…”

Alzando debolmente il viso, Ville guarda Lily e non può fare a meno di notare che ciò che vede non è altro che la stessa donna di cui si è innamorato qualche anno prima: non c’è in lei traccia della malattia, né la paura di quello che potrà accadere. Lei è Lily, solo e semplicemente Lily, la donna che è stata capace di cambiargli la vita.

 

And there's no mountain too high
No river too wide
Sing out this song I'll be there by your side
Storm clouds may gather
And stars may collide
But I love you until the end of time

 

“Mi prometti una cosa?” chiede all’improvviso, prendendo alla sprovvista Lily.

“Che cosa?”

“Non nascondermi più niente…”

“Va bene…” Risponde lei allungando la mano aspettando di poter stringere quella di Ville che subito intreccia le sue lunghe dita a quelle di Lily.

“Promettimi che quando arriverà il momento me lo dirai…”

Lily sa bene a quale momento Ville si sta riferendo, non c’è bisogno che lui le dica niente perché ormai entrambi sanno che arriveranno a quel punto: presto o tardi si dovranno dire addio.

L’unica cosa che ville chiede è di sapere quando sarà il momento: non vuole arrivare impreparato a quel giorno, perché altrimenti potrebbe seriamente non farcela, dato che già ora è difficile riuscire ad immaginarsi una vita senza di lei, senza il suo sorriso, i suoi occhi, la sua voce.

“Te lo prometto” sussurra lei, lasciando cadere una lacrima che si va a posare sopra il lenzuolo bianco e azzurro, mentre Ville l’abbraccia lasciandosi andare a tutto il suo dolore.

 

Suddenly the world seems such a perfect place. 
Come what may, come what may, 
I will love you until my dying day

 

Non solo fino al giorno della mia morte, ma anche oltre...

Per sempre…

   
 
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