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Autore: hinata 92    06/04/2015    4 recensioni
In una notte triste e malinconica, Will sparisce nel nulla e strani fenomeni iniziano ad accadere alle Guardiane e alla stessa Kandrakar. Dove sarà finita la Custode del Cuore? E soprattutto... cosa sta cambiando?
Una Will come non l'avete mai vista!
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Precipitando nel buio

 

L’Oracolo accolse le ragazze con una profonda ruga di preoccupazione sulla fronte, solitamente sempre rilassata.

«Benvenute, Guardiane. Conosco già il motivo per cui siete giunte fin qui e mi sento di condividere la vostra preoccupazione.»

Taranee, che da trasformata sembrava perdere ogni ombra di timidezza, fece un passo avanti: «Allora diteci dov’è Will! Andremo subito a prenderla!»

«Lo farei volentieri... se lo sapessi...»

La ragazza sbarrò gli occhi, sorpresa: «Non... non lo sapete? Voi che sapete sempre tutto... non sapete dove sia una vostra Guardiana?»

L’oracolo mise i piedi a terra e si avviò verso una delle grande finestre sull’Infinito: «Una potente e malvagia magia sta turbando l’animo della Custode del Cuore, con gravissime conseguenze. La Guardiana della Terra se ne è già accorta e con lei l’intera Kandrakar... guardate il cielo. Mai era stato così coperto da nubi temporalesche...»

Hay Lin intervenne: «E ora cosa facciamo?»

L’Oracolo scosse la testa: «Sinceramente... non lo so...»

 

 

Silenzio.

Le orecchie di Will non avevano più colto una sola parola da quando era lì, né si era mai fermata. Aveva continuato a camminare per i corridoi del Castello Oscuro senza provare né stanchezza né alcun altro bisogno fisico, apparentemente sola con i suoi pensieri, ma in realtà non era affatto sola.

In mezzo a quelle mura, Will rimuginò su tutti gli eventi e le persone che in qualche modo l’avevano fatta star male, e quelli che erano solo tristezza e stanchezza divennero in poco tempo rabbia, una rabbia furiosa e quasi incontrollata. Aveva davanti agli occhi le figure di sua madre, dei professori, di Matt e dell’Oracolo e l’unico sentimento che provava nei loro confronti era un sfrenato desiderio di farli a pezzi, distruggerli spiritualmente e magari anche fisicamente. Era quel luogo a influenzarla, se ne rendeva vagamente conto, ma quell’atmosfera riusciva a tirare fuori il peggio di lei, quei sentimenti repressi e nascosti persino a se stessa, e per la prima volta Will pensò di essere riuscita finalmente a scoprire la sua vera anima; un’anima stufa di essere sfruttata e bistrattata, a cui veniva chiesto un attimo prima di salvare il mondo mentre quello dopo le veniva rinfacciato di non essere riuscita a finire i compiti. Sarebbe stato troppo per chiunque e lei era veramente stufa di fare la brava bambina e l’eroina perfetta.

Era grata a quel luogo di oscurità per averglielo fatto capire, per averle permesso di comprendere davvero quello che da sola non avrebbe mai trovato il coraggio di ammettere a se stessa. Si sentiva incredibilmente rilassata e in pace, la sua rabbia furiosa divenne placido desiderio di malvagità. Sì, voleva fare del male a chi l’aveva fatta soffrire, e magari anche qualcosa di più. Perché limitarsi, dopotutto, se per la prima volta si sentiva felice e in pace con se stessa? Quel luogo, in maniera inconscia, le suggeriva che rimanendo lì avrebbe potuto ottenere tutto quello che in quel momento desiderava. In fondo non era da sola. Nei corridoi aveva incontrato tantissime persone, attratte come lei in un momento di profonda tristezza: ragazzi della sua età, bambini, adulti e anche anziani, tutti accumunati dallo stesso sentimento che quelle mura accentuavano e mutavano in un puro desiderio di oscurità.

Tutti desideravano essere oscurità.

Will iniziò a provare una sensazione di vuoto, quasi di fame. Fu il castello stesso a suggerirle in maniera inconscia dove dirigersi.

Qualche corridoio dopo giunse finalmente alla sua meta, una lunga fila di persone che attendeva in silenzio il proprio turno di placare quella fame di oscurità. Will si aggiunse a loro, osservando con un pizzico di curiosità chi la precedeva: alcuni avevano un aspetto perfettamente normale, come lei, e forse proprio come lei si addentravano in quella sala per la prima volta; altri avevano gli occhi completamente neri e sembravano incapaci di provare emozioni, ma era solo un’apparenza, Will lo avvertiva benissimo, quello che emanavano era un odio gelido e profondo; qualcun altro invece aveva dei veri e propri tratti mostruosi, come orecchie a punta, artigli, pelle dall’aspetto plastico e altri aspetti tanto spaventosi quanto affascinanti, che la ragazza si ritrovò a bramare con tutta se stessa. Quello che stava cercando, qualunque cosa fosse, l’avrebbe resa così, carica di malvagità e odio. Meravigliosa.

La fila avanzava e finalmente, quando mancava poco al suo turno, vide cosa l’attendeva: una vasca interrata, a cui accedere con una scaletta, che sembrava riempirsi di un’acqua nera e vagamente solida ogni qualvolta qualcuno entrasse. Quella sostanza nera avvolgeva l’ospite in un piccolo vortice e sembrava venisse assorbita dalla pelle stessa. Poi, com’era cominciato, finiva in un lampo. Ma nulla era più come prima.

Finalmente venne il suo turno. Con passo sicuro, Will scese la scaletta in un lampo e si mise al centro della vasca. Allargò le braccia, reclinò la testa all’indietro e, in un muto desiderio, anzi, in un muto comando, chiamò a sé l’oscurità.

Con gli occhi chiusi, la ragazza ebbe davvero l’impressione di entrare in una dimensione in cui la luce era bandita. Sentì quella sostanza carica di malvagità avvolgersi intorno a lei, come un freddo ma rassicurante abbraccio, stretto, sempre più stretto, a tratti persino soffocante. E poi la sensazione più strana che ebbe mai provato: era come se la sua pelle si sciogliesse per accogliere dentro di sé quell’ombra, ma allo stesso tempo aveva i brividi, brividi di freddo, aghi di gelido odio che le trapassavano la pelle, l’anima, il cuore, rendendola totalmente diversa, più potente, più crudele, più malvagia, più avida. Sì, avida di quella trasformazione che per lei stava avvenendo troppo lentamente. Provò con tutta l’anima il desiderio di continuare la sua metamorfosi e l’oscurità sembrò obbedirle. Nonostante il suo turno fosse finito, la vasca si riempì, ancora, ancora, ancora, ancora. Will, come se fosse nella sua adorata piscina, s’immerse in quel buio e lo assorbì tutto, avidamente. Ma quando si riaprirono i suoi occhi, invece che essere neri, erano appena adombrati.

 

Qualcuno, nell’ala più buia, segreta e proibita del castello, aveva osservato tutto con attenzione. Quella ragazzina, all’apparenza come tutte le altre, aveva assorbito da sola la quantità di buio che sarebbe dovuta servire per tutte le persone in coda, che ora la osservavano con astio, invidia e desiderio di vendetta. Tuttavia lei sembrava felice e soddisfatta, nonostante non avesse nemmeno completato il primo stadio della trasformazione.

Straordinario.

Chiuse gli occhi, concentrando la sua energia nelle mura che erano ormai praticamente un’estensione del suo stesso corpo. Doveva condurre a sé quella straordinaria ragazza, scoprirne il segreto, farla sua.

Perché no, decisamente non poteva permettere si mescolasse ai mille altri demoni del suo castello.

 

Taranee entrò in camera sbattendo la porta, una cosa che tanto faceva infuriare sua madre. Si buttò sul letto aspettandosi le sue urla, che però non vennero. Forse era uscita.

Peccato.

Aveva una gran voglia di litigare furiosamente con qualcuno, e la persona al mondo con cui le riusciva meglio era sua madre.

Chiuse gli occhi, rilassandosi. S’immaginò la mamma che la sgridava furiosa, un pensiero che normalmente sarebbe stato spiacevole, ma che in quel momento la rasserenò. Un sorriso soddisfatto le si allargò sul viso.

Cosa poteva dirle, anzi, cosa poteva farle al ritorno per farla soffrire?

A quel pensiero Taranee sbarrò gli occhi e scattò seduta sul letto, la rabbia che aveva provato fino a un attimo prima ridotta a cenere spenta.

No, non era normale.

Spesso era furiosa con sua madre, qualche volta ideava anche delle piccole vendette nei suoi confronti, vero, ma normalmente non le sarebbe mai saltato in mente l’idea di farla soffrire così gratuitamente.

Doveva per forza c’entrare con la scomparsa di Will.

La mano corse al telefono, le dita rapide composero un numero che conosceva a memoria e per ogni squillo diede un piccolo morso all’unghia del mignolo, in gesto più tipico di Will che suo.

«Chi è?»

Taranee si morse un labbro. Come temeva.

«Hay Lin, sono Taranee, ascoltami. In questo momento sei molto nervosa, vero?»

L’amica le rispose in tono molto piccato: «Sì, e allora?»

«Hai voglia di litigare col primo che passa...»

«E tu con questa telefonata ti stai candidando al primo posto, sai?»

«Vorresti insultarmi?»

«Sì!»

«Vorresti picchiarmi?»

«Sì!»

«Vorresti farmi quanto più male possibile?»

«SÌ!!!»

«E ti sembra normale?»

Seguì qualche secondo di silenzio, poi Hay Lin singhiozzò: «No... scusami, scusami, non so cosa mi sia preso, non penso quello che ti ho detto, perdonami...»

Taranee sospirò: «Lo so, lo so... tu non sei una persona violenta né aggressiva... »

La ragazza si lasciò sfuggire ancora un singhiozzo: «Come... come sapevi...»

«Mi sentivo esattamente come te un attimo fa.»

«Fortuna che mi hai fermata!»

Taranee ridacchiò: «Fortuna che non sei una persona impulsiva o polemica come...»

Un lampo attraversò la mente delle due Guardiane.

«Io chiamo Irma!»

«E io Cornelia! Sperando di fermarle prima che facciano una strage...»

 

Will entrò nella stanza con passo calmo e sicuro. Qualcosa, o qualcuno, l’aveva condotta con estrema sicurezza fra i corridoi più oscuri e sperduti del castello, dove i suoi occhi non potevano vedere, ma dove poteva avvertire provenire un’enorme energia, più forte persino di quello della stessa Kandrakar.

In quell’enorme sala, però, c’era qualcosa di diverso. Sei candelabri con tre candele ognuno galleggiavano nell’aria emanando una fioca luce azzurrina che le permetteva di intravvedere, al fondo, un’imponente figura seduta su una sorta di trono.

Egli vestiva solo con un paio di pantaloni, lasciando piedi e petto nudi. Era molto più grande di Will, probabilmente in piedi la sua altezza avrebbe sfiorato i tre metri, e il suo corpo era completamente nero lucido, dalla pelle ai capelli lunghi fin quasi alla cinta, che metteva in risalto i muscoli ben definiti dell'addome. Nonostante questo, si poteva distinguere perfettamente ogni lineamento del suo volto, giovane e affascinante, quasi statuario, albergato da un sorriso contenuto ma rassicurante, in grado di infondere fiducia a chiunque fosse giunto al suo imponente cospetto. I suoi occhi erano quasi magnetici, con un'iride bluastra e luminescente, come un fuoco fatuo color indaco che bruciava incastonato fra le sue palpebre dalle ciglia morbide, che l'avvolgevano come in un abbraccio. Non era umano, e lo si notava dalle orecchie appuntite, appena coperte da alcune ciocche di capelli, e dalla lunga e possente coda che si avviluppava intorno al suo scranno come un serpente ormai domato di cui richiamava la forma. Will se ne infatuò al primo sguardo. Oltre ad essere terribilmente bello, emanava un’enorme energia e un’oscurità a dir poco infinita, e questo l’attirava inevitabilmente. Quando vide la creatura alzarsi, quasi istintivamente, chinò il capo in una piccola riverenza.

«Benvenuta nelle mie stanze più segrete.»

La sua voce era melodiosa e profonda. La ragazza seppe subito che quel tono l’avrebbe ammaliata e che le sarebbe stato impossibile mentirgli.

«Sai chi sono?»

Will rispose con sincerità: «No.»

L’essere si avvicinò ancora, lentamente: «Sono colui che ti ha condotta qui, nel mio piccolo regno di oscurità e malvagità.»

«Allora te ne sono infinitamente grata.»

«Come ti chiami?»

«Will, mio signore.»

La creatura sorrise dolcemente: «Non essere così formale, Will, in fondo mi conosci da sempre, anche se non mi hai mai incontrato.»

Allo sguardo perplesso della ragazza, l’essere scoppiò in una risata quasi cristallina: «Una parte di me è presente da sempre nel cuore di ogni creatura esistente. Io sono l’incarnazione stessa dell’oscurità, da cui nessuno è immune. Tant’è che ognuno mi conosce con un nome diverso, tutti corretti perché esprimono la paura e il terrore per la parte più malvagia di sé. Guardami, Will: qual è secondo te il mio nome?»

La ragazza lo fissò per un secondo, poi disse con sicurezza: «Shalek

L’essere alzò un sopracciglio, sorpreso: «Curioso... questo nome mi era già stato dato, tanto, tanto tempo fa... da una ninfa... è forse il mio nome più antico e segreto...»

A quelle parole Will comprese da dove le era uscito: «La ninfa Xin-Jing...»

Shalek sbarrò gli occhi: «Ma allora tu sei...»

Con un gesto lento ed elegante Will fece uscire il Cuore di Kandrakar: «La sua erede. È stato il Cuore stesso ad avermi suggerito il tuo nome.»

La creatura scoppiò a ridere di gusto: «Ma certo, ecco che si spiegano molte cose!»

Shalek si avvicinò incuriosito al monile, l’osservò con attenzione, poi rivolse il suo sguardo a Will: «Affascinante, certo... ma tu per me lo sei infinitamente di più.»

La ragazza lo guardò sorpresa. Era la prima volta che qualcuno, dopo aver visto il Cuore di Kandrakar, le rivolgeva parole del genere.

«Ti prego, mostrami il tuo vero aspetto.»

Senza aggiungere una parola, Will si trasformò assumendo l’aspetto di Guardiana di Kandrakar. Shalek le girò attorno un paio di volte.

«Meravigliosa. Il tuo aspetto terrestre non ti rende giustizia. Ti prego, di fronte a me rimani così.»

«Come desideri. Ma solo se anche tu farai lo stesso con me.»

«Oh! Te ne sei accorta?»

Will sorrise in modo puramente malvagio: «Il mio potere si basa sull’energia, e quella che sento provenire da te è immensa.»

Shalek le si avvicinò, alzandole il volto con un dito. La Guardiana sentì il cuore riempirsi di felicità, come se non avesse atteso altro nella vita che quel tocco freddo e carico di potere.

«Rimani qui con me e lo vedrai. Col tempo imparerai a conoscermi completamente, anche nel mio vero aspetto.»

«Non vedo l’ora.»

Shalek tornò a sedersi sul suo trono: «Dunque, Will... fai pure come se fossi a casa tua. Se posso fare qualcosa per te non esitare a parlare.»

La ragazza alzò lo sguardo, con una luce avida e malvagia negli occhi: «Fammi continuare la mia metamorfosi.»

«Desideri diventare una creatura dell’oscurità?»

La ragazza alzò il monile, facendo intravvedere che la sfera di vetro era leggermente opaca: «Con tutto il mio Cuore.»

Shalek la guardò deliziato. La sorte gli aveva portato in dono una creatura magnifica, con un potere quasi pari al suo e un desiderio di oscurità e potere che in tanti millenni non aveva mai visto.

«Sei una creatura magica molto potente, Will, ci vorrà una quantità immensa di oscurità per completare la tua trasformazione.»

«La nostra trasformazione. Mia e del Cuore.»

Shalek alzò un sopracciglio, sorpreso: «Vuoi mutare il Cuore di Kandrakar stesso?»

«La mia essenza è parte di esso, e io voglio essere completamente malvagia. Se il Cuore non mi seguirà sarà impossibile.»

«Sei consapevole di cosa accadrà?»

«Sì.»

«E ti sta bene?»

Lo sguardo di Will brillò: «Non vedo l'ora.»

L’essere sorrise: «Ambiziosa, avida di potere e sfrontata... mi piaci ogni secondo di più, sai?»

«Anch’io mi sto piacendo molto di più così rispetto a prima.»

Shalek sorrise, il sorriso più bello del mondo: «Posso offrirti quello che mi chiedi, ma mi ci vorrà del tempo per accumulare una così grande quantità di oscurità. Nel frattempo...»

Con un gesto fece apparire un pouf di fronte al suo trono.

«... perché non ci conosciamo meglio? Una lunga chiacchierata per conoscere il meglio... e il peggio di noi.»

Will si accomodò: «Con molto piacere. Posso solo chiedere un favore?»

«Ogni tuo desiderio è anche il mio, Will.»

La Guardiana lo guardò seria: «Questo luogo di oscurità è fin troppo luminoso per i miei gusti.»

Shalek schioccò le dita e tutti i candelabri, tranne i due più vicini a loro, si spensero. Ormai erano visibili solo loro.

«Ora mi sento più a mio agio.»

 

 

 

E rieccomi qua! Se qualcosa si sta iniziando a capire, un dubbio rimane: Will cederà al lato oscuro di StarWarsiana memoria? XD

Intanto ne approfitto per ringraziare MaxT e Bulmasanzo per le recensioni e tutti quelli che hanno messo questa storia fra le preferite.

Alla prossima!

Hinata 92

  
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