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Autore: Mari087    07/04/2015    1 recensioni
Appunto, una piccola serie di storie autoconclusive su Slayers. Alcune puramente comiche, altre un pò meno...(ci sono più o meno tutti i personaggi, ma i personaggi principali sono quasi sempre Zel e Amelia).
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Venticinque minuti buoni.
Venticinque minuti buoni davanti ad una vetrina.
Poteva essere normale per alcune ragazze.
Per loro non lo era affatto.
Specialmente perché le ragazze in questione erano Lina ed Amelia.
 Ormai da venticinque minuti buoni letteralmente imbambolate, appunto, davanti alla vetrina di un negozio di bambole.
Zelgadiss e Gourry, oltre ad annoiarsi a morte, iniziavano seriamente a preoccuparsi.
Già due o tre ragazzine sorridenti erano uscite con colorati pacchetti da quel negozio, e Lina e Amelia continuavano a stare lì, intende ad alternare momenti di religioso silenzio ad un chiacchiericcio fitto fitto dal quale loro due erano esclusi, e di cui non avevano colto nemmeno una parola.
La colorata vetrina si trovava al centro dell’unica via di quel piccolo ma ricchissimo paesello di montagna conosciuto per la sua “forte vocazione turistica” dove si erano fermati: il gruppetto di Lina Inverse aveva deciso di recarsi a Saillone per festeggiare le prossime vacanze invernali, ma si concedeva volentieri qualche pausa, come al solito.
Ma, pausa o meno, vacanze o no, mezz’ora ad ammirare delle bambole era comunque una grave perdita di tempo.
“Lina… insomma, che fate voi due…”
“Ma non vedi? È uscita la nuova winter edition!” e il tono di Lina era quello di chi ha appena sottolineato l’ovvio.
“E quest’anno è bellissima…” fu la frase che seguì lo sguardo sognante di Amelia.
“Amelia, ma di che parlate?”
“Della winter edition di Danya!”
La componente maschile della compagine Inverse si arrese al fatto palese che, se volevano capirci qualcosa, bisognava formulare domande precise.
“Danya sarebbe quella bambola?”
Con il dito puntato verso un imprecisato punto nell’aria, Amelia si prodigò in una vera e propria spiegazione accademica:
“Le Danye non sono bambole, sono vere e proprie opere d’arte! Guardale: le lavorano maestri artigiani da generazioni, sono di legno pregiato, ma colorate in maniera tale che la loro sembri vera pelle…e la winter edition viene sempre vestita da un team di stilisti alla moda, che cercano di riassumere nel look della Danya winter edition tutte le tendenze autunno-inverno dell’anno.”
“Inoltre”, continuò Lina, “la winter edition rappresenta ogni anno il volto di una  giovane donna la cui storia, personalità o bellezza ha particolarmente colpito Mr Francolin, il creatore di Danya, ora praticamente a capo di un impero”.
Gourry si grattò leggermente il naso.
“Caspita, Lina, sai anche tu un sacco di cose su questa Danila! Non me lo aspettavo!”
“Ehi! Guarda che sono stata bambina anche io…e si chiama Danya, non sbagliare.”
“E ci giocavi anche, con questa bambola?”
“Gourry, sai quanto costano queste bambole?! Per una Danya-base siamo intorno alle cento monete d’argento. Il prezzo ovviamente sale a seconda del modello, e arriva anche alle quattrocento per la winter edition”.
Stupore sul viso della compagine maschile di cui sopra. Effettivamente, le due o tre ragazzine sorridenti uscite dal negozio erano tutte ricoperte da vesti che mostravano chiaramente l’appartenenza alle migliori famiglie del circondario.
“Caspita, non credevo che le Danya costassero così tanto!”
“Ma come, Amelia…non dirmi che anche tu non ne hai mai avuta una!”
“Ne ho circa quindici, Lina. Dieci delle quali sono delle winter edition”.
“Mi sembrava strano che tuo padre non te ne avesse comprate…”
“E invece ti sbagli. Non ne abbiamo mai comprata una.”
“Scusa, ma come…”
“La produzione di Danya è ormai il motore economico del paese di origine di Mr Francolin, lo hai detto tu stessa poco fa. Maestri artigiani vivono praticamente ormai solo di questo: ci sono sarti specializzati per le vesti, parrucchieri per le acconciature… e alcune materie prime usate per la fabbricazione delle Danya arrivano dal mio paese. Quindi, Mr Francolin in persona ci teneva, fino a qualche anno fa, ad omaggiare personalmente il regno di Saillone regalando alle figlie della famiglia reale una Danya assemblata da lui stesso”.
“Cavoli…è che a volte lo dimentico che questa qui, con questa faccia qua, è una importante”. Ovviamente, “Questa qui” fu sottolineato da una spintarella molto poco delicata alla persona importante in questione.
“Ehi! Ma che dici! Mica sono l’unica che ha ricevuto questo tipo di omaggi! Un sacco di altro principesse…probabilmente anche Martina ha una collezione personale di Danya! Allora, che facciamo, entriamo nel negozio?”
“Si, entriamo…”
Lina ebbe poi un momento di vero e proprio smarrimento. Si riprese gridando un incomprensibile:
“Non dirmi che sei tu!”
“Ma cosa…”
“Amelia, non dirmi che sei tu! La Magic White Winter Edition…la Winter Edition con i capelli scuri!”
“Ma andiamo, Lina! Te la ricordi bene quella Danya? Io avevo sei anni quando è uscita! Certo, avevo anche allora i capelli scuri, ma è impossibile per una bambina di quell’età avere…insomma, tutto quello che quella bambola ha davanti!”
“E allora…”
“è ispirata a mia sorella, che all’epoca era, a detta di Mr Francolin, adorable! A very beautiful adolescente in fiore! ”
“Urca…non deve essere stato facile per te crescere accanto a lei…”
“Se ne è andata poco dopo”.
“In qualche modo, forse ti sei salvata. Sai quanti complessi…!”
“Non ho niente da invidiarle.”
Amelia fece una piccola pausa.
“D’accordo, non  sono sincera, ma vogliamo entrare? E comunque…”
Le due avevano già dato le spalle ai loro compagni di viaggio, che però sentirono lo stesso il completamento della frase lasciata in sospeso da Amelia:
“E comunque, che cosa ha la mia faccia da non poter essere quella di una persona importante,  scusa?!”
Cinquanta minuti dentro quel negozio.
La parte maschile della compagine Inverse aveva nel frattempo goduto di un ottimo caffè in un bar vicino e di una bella passeggiata ristoratrice quando Lina e Amelia uscirono trasecolate dal negozio dove avevano sperimentato gioie infantili. Ma uscivano a mani vuote.
“Quasi un’ora e non avete comprato niente?”
“Ti ho già spiegato, Gourry, che le Danya sono costosissime. Insomma, mi sembrava denaro sprecato da bambina, spenderne così tanti per una bambola ora che sono grande…”
“E tu, Amelia?”
“Io ne ho già quindici, Gourry, con alcune non ci ho nemmeno mai giocato. E nei miei viaggi intacco abbastanza le casse di Saillone…”
“E poi, insomma, che avranno di speciale queste Danya? Da piccola mi sembravano così belle…ora che ci rifletto, non ne esiste neanche una vestita da maga!”
“Ma Lina, che dici…sembravi in trance dentro quel negozio!”
“Amelia, attenta con le parole…però, dimmi, non era bella quella Danya…”
Altri lunghi momenti di chiacchiericcio fitto fitto da cui il resto del mondo era escluso.
Zelgadiss e Gourry di certo non commentavano la cosa, perché in fondo non ce ne era neanche di bisogno: ma effettivamente, viste così con gli occhi lucenti e le guance rosa, Lina e Amelia sembravano due bambine in attesa delle vacanze d’inverno. Ma erano belle come lo sono solo le giovani donne in fiore.
Saillone riluceva di neve e profumava di dolci.
La compagine Inverse arrivò a palazzo con la netta sensazione di avere il primo strato dell’epidermide cristallizzato dal freddo, e con lo spirito di chi è pronto a sciogliersi davanti al caminetto lasciando che qualsiasi cosa, anche la semplice formulazione di un pensiero, venisse rimandata a domani.
Anche Amelia, che appena posato il piede dentro le mura della sua casa era stata investita da paggi di ogni tipo che le chiedevano questo e quello, si oppose con netto rifiuto ai doveri di corte: per questa sera fate come se non ci fossi, domattina ricomincio.
E i quattro viaggiatori sembravano veramente liquefatti, davanti al camino alto di una bianca stanza di Saillone, tanto che pure le conversazioni facevano fatica a decollare.
Fino a quando Amelia decise che era arrivato il momento.
“Lina, adesso vieni con me”.
“Ma dove, Amelia? E dai…si sta così bene qui…”
“Vieni, dai. Ti voglio far vedere una cosa. Venite anche voi, su”.
Il corridoio portava senza ombra di dubbio agli appartamenti privati di Amelia, che con gesto sicuro aprì tutte le porte che li separavano da ciò che li aspettava, o meglio da ciò che aspettava Lina.
E sul letto di Amelia troneggiava, splendida sul suo piccolo piedistallo di legno, una Danya dai capelli ramati. E con i pantaloni.
“Ta-dan!!! Ti piace? Non è proprio una winter edition, ma è pur sempre speciale! È la prima Danya con accessori da maga e… Mr Francolin non ti conosce e non sa come è il tuo viso, ma spero che sul colore dei capelli ci siamo…ovviamente non sarà prodotta, è un mio regalo speciale, cioè un regalo speciale che fanno a me, e che io ho voluto fare a te…insomma, hai capito!”
Lina aveva seguito poco il discorso. Sapeva solo di essere grata all’amica per quella sorpresa, tanto grata da non avere parole.
“Ma come…come hai fatto?”
“Gli ho scritto! Mia sorella ha avuto dedicata una winter edition…era giusto fare una carezza anche alla sorellina piccola, giusto?”
Detto questo, Amelia strizzò l’occhio all’amica, che le rispose con un sorriso che le illuminava tutto il viso.
“Allora, ti piace? Ho un’idea! Portiamola a conoscere le altre bambole della mia collezione!”
Ormai Lina era in piena frenesia. Saltò sull’alto letto di Amelia, afferrò la sua quasi winter edition e strinse la mano che la principessa le offriva, facendosi subito trascinare correndo e ridendo per i corridoi del palazzo.
Poco dopo, quindici meravigliose bambole di pregiatissima fattura la salutarono dai piedistalli sui quali erano poggiate.
Al centro delle quindici, la Magic White Winter Edition che con quella chioma scura e quegli occhi azzurri…
“Lina, quale prendiamo?”
Lina stringeva ancora la sua quasi -Winter -edition al petto, proprio come una bambina che abbia appena ricevuto in dono per le vacanze invernali quello che aspettava da tutto l’anno.
“Oh, oh, ricordo che c’è qui un cassetto con tutti gli accessori…spazzoline, scarpine…aspetta…oh, forse è  questo!”
Amelia aprì il cassetto con vigore, e Lina si accostò subito a lei per esaminare il contenuto da vicino.
C’erano scarpette colorate, spazzoline dorate, piccoli vestitini…
“Eccoli…sai…anche mia madre adorava la Danya…Gracia invece non ci giocava mai…quindi, erano un po’ una scusa…sai…per quei…momenti nostri…”
E poi, ci fu silenzio.
Quando anche Gourry e Zelgadiss arrivarono nella stanza delle Danya, la scena che si trovarono davanti era molto diversa rispetto a quella che si immaginavano: Lina e Amelia non stavano facendo interagire fra loro due bambole doppiandole con assurde vocine.
Il viso di Amelia non si vedeva nemmeno: era nascosto dalla cascata ramata di Lina, che teneva la testa leggermente piegata verso la principessa che stringeva in un insolito abbraccio.
Ovviamente i due nuovi arrivati si preoccuparono immediatamente: qualcosa era successo, se da un momento all’altro il suono dei passi veloci e delle risate che scaldavano il cuore si era trasformato in silenzio.
Ma Zelgadiss non face neanche in tempo a completare il passo appena accennato verso le due, e Gourry ad aprire completamente la bocca, che gli occhi di Lina bloccarono le nascenti intenzioni dei due: a gesti fece loro capire che comunque era tutto apposto, un momento solo, fate finta di uscire e tornate tra tre minuti. E non inarcare le sopracciglia e obbedisci, Zel!
E tre minuti dopo, all’aprirsi della porta, Lina e Amelia erano a terra circondate da un mare di scarpette e vestitini, e Lina si stava togliendo lo sfizio, dettato da un’improvvisa e cocente voglia, di giocare a tramortire la Magic White Winter Edition con la sua quasi-Winter-edition con una serie ripetuta di inesistenti piccoli  Dragon Slave.
E a seguire, le allegre osservazioni su come i capelli di molte Danya avessero la lucentezza di quelli di Gourry, le risate nell’osservare che effettivamente lo spadaccino confrontava le sue ciocche con quelle delle bambole, tutta una serie di battutine sul dove sembrava preferire toccare le bambole Zelgadiss quando ne afferrava una, tutti i tentativi di farlo calmare perché si stava scherzando, e così via finché Amelia non ammise che effettivamente non si era mai divertita tanto a giocare con quelle bambole quando era sola.
Lina la guardò sorridendo, sapendo bene che comunque nel quadro dei ricordi più belli di Amelia legati a quella collezione loro tre sarebbero comparsi sempre dopo.
 
 
 
 
  
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