Serie TV > The Big Bang Theory
Segui la storia  |       
Autore: Holy Hippolyta    09/04/2015    2 recensioni
Howard era cresciuto perdendo l’amore e per anni lo aveva cercato nei posti sbagliati, con Bernadette aveva scoperto tutte le forme possibili dell’amore, da quelle più spaventose a quelle più eccitanti.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bernadette Rostenkowski, Howard Wolowitz, Leonard Hofstadter, Sheldon Cooper, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tornarono a casa da quella cena soddisfatti per la sazietà, però al contempo quel delizioso pasto aveva lasciato entrambi con un retrogusto amaro per il significato che aveva avuto. Infatti non era stata una normale cena tra amici: quella fu il tributo estremo alla memoria della signora Debbie Wolowitz, la quale aveva congelato delle pietanze prima di scivolare, durante un breve riposo pomeridiano, nel sonno eterno. Era quindi l’ultima volta che venivano nutriti dalla buona ed orchesca madre di Howard. Stare tutti assieme nel largo tavolo di legno, imbandito con piatti caldi e profumati, sarebbe stato nostalgico se Sheldon e Leonard non avessero iniziato a battibeccare a causa di un articolo pubblicato su una rivista scientifica di prestigio. A Bernadette non importava di cosa si trattasse, ma li rimproverò per la loro poca delicatezza di fronte a quella serata che doveva essere speciale e di conforto per il momento difficile che stava passando suo marito, e quei due scemi la stavano rovinando! Per fortuna era intervenuta in tempo per evitare il disastro, però non riusciva a smettere di pensare che Howard ne soffrisse. Per non dargli l’incombenza di stare al volante, insistette perché guidasse al ritorno. Voleva che si rilassasse, soprattutto perché sapeva che il suo gracile corpo era stato riempito non solo dal cibo  in sé, ma anche dai ricordi.
Giunti a casa si prepararono per andare a letto, essendo tardi ed Howard doveva recarsi al lavoro il giorno seguente.
Mettendosi sotto le coperte, la ragazza decise di rivolgersi all’ingegnere non potendo trattenere oltre il suo pensiero: “ Howard, sono desolata per il comportamento insensibile di Sheldon e Leonard. A volte voi uomini siete proprio dei bambinoni.”
Lui la guardò sorridendo: “ Non ti preoccupare, tesoro! È stata ugualmente una bella serata per me. E da quel che ho sentito hai dato loro una bella strigliata.”
: “Oh – Esclamò lei sorpresa  e un po’ imbarazzata, arricciando  le lenzuola – m’hai sentita?”
: “ Mia cara, la tua voce supera ogni barriera, pure i muri di mia madre.”
: “ Stavano rovinando la cena! Non potevo tollerarlo! Lo sapevano che per te era importante…” Protestò la microbiologa, come per giustificarsi del suo scatto protettivo.
: “ Capita che litighino, ma si vogliono un bene incredibile, anche se non riescono ad ammetterlo perché sono troppo orgogliosi. Fanno praticamente tutto assieme, sono come quelle coppie di canarini inseparabili.”
: “ Vero, e stasera puliranno anche i piatti assieme. Aiuteranno Stuart a sistemare la cucina, per farsi perdonare.”
: “ La signorina Rottenmeier sarebbe fiera di te.” Le disse scherzosamente scostando un ciuffo dei suoi capelli biondi.
: “ Non ho mai sopportato quella rozza contadinella tirolese – Rispose aggrottando le sopracciglia riferendosi ad Heidi – In fondo ho sempre pensato che fosse una sporcacciona. Una che vive in mezzo alle capre e se la intende con un pastore non può profumare di essenza alpina.”
Howard rise leggermente, apprezzando le allusioni della giovane simpaticamente disgustata della promiscua montanara , le dette un bacio e si sdraiò coprendosi fino al collo con le coperte dandole la buonanotte.
: “ Howard! – Lo richiamò lei, tornando all’iniziale tono preoccupante – Sei sicuro di non essertela presa?”
Lui si rizzò seduto  e guardandola fissa nei suoi dolci occhi blu ripeté  le sue affermazioni, non capendo da dove venisse la sua agitazione: “ Sul serio, non ce l’ho con loro! Assolutamente! Non credevo fossi così preoccupata.”
: “ A dirti la verità lo sono. – Gli confessò – Da quando è morta tua madre non ti sei ancora sfogato. Non voglio che tu soffra… sai che con me puoi parlare. Ho resistito a quando mi hai raccontato di aver perso la verginità con tua cugina, di quella volta che i tuoi amici ti regalarono una prostituta… posso sostenerti in tutto.”
: “Bernie, sei molto gentile e tenera però dico davvero, non hai motivo di darti pensiero per me. Ero sconvolto, non lo nego, ma con il passare del tempo sto comprendendo  che non devo disperarmi. È successo, devo andare avanti. E quando ti guardo credo di potercela fare.”  Howard credette di averla convinta e rassicurata, in realtà era il primo che doveva convincersi delle sue stesse parole. Ancora non sapeva spiegarsi perché resistesse di fronte a sua moglie, mostrando una sicurezza impeccabile.
Bernadette annuì, sebbene non fosse del tutto sicura che ciò che le aveva detto fosse quello che provava realmente, però decise di lasciare stare: probabilmente era una sua impressione: “ Va bene, allora sto tranquilla. Buonanotte!” Scambiandosi un altro bacio e un sorriso, si coprirono nuovamente con il manto della notte inoltrata.
 
Howard era seduto sul divano trapuntato con righe e tenui fiori, facendo zapping di fronte alla televisione con aria annoiata.
All’improvviso lo chiamò una voce roca, graffiante, penetrate e pedante che proveniva dalla cucina lì accanto, urlando: “Howard !! Vado dalla zia Gladys in Florida! Respirerò dell’aria fresca e sana! Dicono che i Sali marini aiutino a togliere i liquidi in eccesso!”
Scocciato, le rispose come era solito fare, ossia a tono: “ Ma’, tu sei tutta un eccesso! Hai più sale tu nelle vene che l’Oceano Pacifico!”
: “ Pensa quello che vuoi, la medicina ha fatto passi da gigante! E dire che tua moglie lavora come medico! Dovresti saperlo!”
: “ Bernadette lavora in una casa farmaceutica, non è un dottore!” Non capiva mai niente, quella donna.
: “ Beh, è ugualmente a contatto con germi e batteri! Strano che non si sia ancora beccata qualche malattia misteriosa! Diverrebbe famosa e la vedrei in tv!”
: “ Potresti finirci anche tu un giorno, se continuerai a dire idiozie! Ma sul telegiornale della cronaca nera!”
: “ Ad ogni modo, signor Permaloso, ho il volo tra un’ora! Mi accompagni o devo chiamare un valletto per far vedere al vicinato quanto abbia un figlio degenere?!”
: “ Avrei da fare! …”
: “Non hai cinque minuti per tua madre?! Li recuperai poi con la polacca!”
: “ Ma’!! … - Sbuffò e infine concluse, rassegnato – E va bene! Aspetta che arrivo…”
Stranamente non riusciva ad alzarsi dal divano, quasi come se si fossero intorpidite le gambe a tal punto da esser diventate di sasso. Cosa succedeva?
: “E come ci arrivo? Non ho le ossa come quelle degli uccelli!” Di cosa stava parlando? Pensò Howard, non trovando un nesso logico con quella frase.
: “ Te li sei mangiati tutti, non mi stupirei se ti crescessero le ali! E comunque ho detto che ti accompagno io, sei diventata pure sorda?!”
: “A che ora arriverebbe questo taxi? Ordinamene uno XXL almeno, che ho un sacco di roba! Mi vestirò così bene da far sfigurare quella vacca di Gladys!”
: “ Tu invece sei sfigurata già di tuo! Che taxi e taxi?! – Cominciava a sentire un’ansia crescente dentro di sé, perché la loro incomunicabilità stava degenerando in qualcosa di tremendo e fatale – Ho detto che vengo io!”
: “Va bene, va bene Signor Sono Occupato! Ho capito che devi far girare  le palline nell’almanacco! È già arrivato il taxi, ci sentiamo quando arrivo!”
Quella sensazione nefasta crebbe a dismisura, il cuore accelerò  freneticamente, annaspava alla ricerca disperata di aria e proprio adesso che doveva fermare sua madre non riusciva più a gridare o a muoversi, gettandolo con una spinta nel panico.
: “ Ma’! No, aspetta! Vengo con te! Ma’! Maaaaa’ !!!”
 
Si svegliò si soprassalto, con la fronte imperlata di sudore e il respiro affannoso. Mi mise una mano sul cuore tentando di contenerlo dato che gli pareva vicino ad esplodere, dicendo fra sé e sé: “ Aritmia portami via!”
Si girò verso sua moglie e vide che era beata nel suo sonno, ignara dell’angoscia che invece lui aveva provato. Non volle svegliarla ma era così turbato da non riuscire a riprendere il suo riposo, per cui si alzò e andò in bagno per rinfrescarsi un po’. Era accalorato, sudato, perfino tremante. Rivivere l’ultima discussione avuta con sua madre e capire di non potere riuscire a fermarla era stato molto penoso, facendogli tornare alla mente la propria colpa imperdonabile: averla trascurata pure in quel momento fatidico, non esser stato un bravo figlio… nemmeno per sua madre.
Dopo essersi sciacquato il volto si guardò allo specchio, quasi per prendere coscienza di essere tornato alla realtà ed essere sfuggito dal sogno. Infine un’idea lo calmò: “Nah, è stato il cibo. Ho mangiato troppo e ho fatto indigestione. Semplice, niente di più! Una limonata mi farà bene.” E si diresse in cucina a prepararsi la bevanda. Aveva dato una spiegazione razionale e scientifica ai suoi tormenti, tipico suo, e credette di essersi dato pace.
Bernadette nel frattempo allungò istintivamente un braccio verso la zona del letto riservata ad Howard, ma si accorse che non c’era. Si destò e si allarmò di non trovarlo al solito posto, a quell’ora per giunta. Senza chiamarlo, seguì la luce della zona cottura e gli andò incontro assonnata: “Howie?”
Lui era seduto sulla mensola accanto al frigorifero, si girò al suono della voce di lei e si stupì di vederla: “Mi dispiace, ti ho svegliata?”
: “Non ti ho trovato nel letto e mi sono alzata da sola! Che succede?”
Howard le rispose con un sorriso forzato: “Credo di non aver digerito le camionate di cose che ho mangiato perché ho fatto un brutto sogno. Sono venuto a farmi una limonata, di certo mi farà bene. Mia madre mi dà allo stomaco pure quando non c’è.”
: “Povero piccolo! – Esclamò mettendogli le braccia attorno al collo come per abbracciarlo – Potevi chiamarmi! Mi sarei presa cura di te.”
La toccò in segno di apprezzamento per la sua presenza, ne aveva bisogno più di quanto volesse ammettere. Si sentiva fortunato ad averla nella sua vita e nonostante i suoi difetti l’avrebbe risposata mille volte. Lo aveva amato per qualcosa che lui stesso non aveva notato e per amore di lei aveva scoperto di essere un uomo migliore. Tutti quei tentativi melliflui di abbordare ragazze bellissime in passato erano segnali della sua reale paura di impegnarsi. Ecco perché quando con Bernadette i suoi sentimenti iniziarono a mutare la spinse a lasciarlo facendo le cose più incredibili, come avere rapporti poco leciti con un troll su un videogioco online, salvo poi pentirsi e tentare di recuperare, perché sapeva che senza di lei la vita non aveva senso. La amava tanto da avere paura di perderla alcune volte. Era la sua amica, il suo sostegno, il suo amore… era tutto per lui, ora più che mai essendo morta sua madre. Non voleva analizzare quanto fosse sconvolto da quel fatto, per non scavare nel proprio animo e assistere all’apertura dell’ennesima voragine che si spalancava sotto di lui. Non avrebbe retto e non poteva permettersi di crollare: era un marito adesso e si sentiva investito della responsabilità di essere un uomo forte, ancora più di prima. E si sentiva protetto da quel ruolo perché così non doveva affrontare le fragilità del suo passato. Howard era cresciuto perdendo l’amore e per anni lo aveva cercato nei posti sbagliati, con Bernadette aveva scoperto tutte le forme possibili dell’amore, da quelle più spaventose a quelle più eccitanti.
: “Cosa hai sognato?” Gli chiese, sedendosi davanti a lui.
Non ebbe problemi a narrarle il sogno, però cercò di minimizzarlo per non apparire debole di fronte a lei. Ancora cercava di tenere su la maschera: “Niente di particolarmente orribile. Ho rivissuto l’ultimo dialogo con mia madre, solo che cercavo di dirle che l’avrei accompagnata io in aereoporto… ma non sono riuscito.”
Bernadette intuì da quell’abbassamento di voce quanto fosse stato inquietante quell’incubo e lo guardò con la sua consueta dolcezza confortante, accarezzandogli una gamba: “Non fu colpa tua, Howie.”
: “ Lo so, lo so – Soggiunse recitando malamente il ruolo del disinteressato – Mi capita di pensarci ogni tanto, tutto qui. E di chiedermi se sono stato un buon figlio… pur avendola lasciata sola.”
: “Non l’hai lasciata sola – Ripeté lei, alternando tenerezza a una punta di ribrezzo – Hai vissuto con lei perfino quando eravamo sposati! E poi le hai affiancato Stuart, facendosi compagnia a vicenda. In maniera un po’ sospetta e a tratti viscida, ma sempre compagnia era, e ne era contenta.”
: “Non volevo si sentisse abbandonata…” Stava per concludere la frase con “di nuovo” ma un nodo in gola gli impedì di pronunciarla. Non poteva spiegarsi il motivo per cui si sentiva così frenato. O forse non voleva spiegarselo.
La moglie lo rassicurò di cuore sul fatto che la suocera non aveva provato quella sensazione, per quanto lei facesse delle osservazioni puntigliose forse per il gusto di avere continue attenzioni da parte dell’unico figlio.
: “Hai ragione. Grazie, Bernie.” Finalmente provò del sollievo da quando si era destato dal sogno, quasi come una ventata d’aria pura proveniente da una finestra d’una stanza chiusa per giorni.
: “ Se non ti senti bene, perché domani non stai a casa? Telefonerò io all’Università per dire che sei malato.” Propose Bernadette, per far riprendere Howard dalla nottataccia appena passata.
: “ Devo assolutamente andare al lavoro, non posso saltare. Mi aiuterà a dimenticare questo disturbo. Domani è il tuo giorno libero, vero? – Le domandò ed ella confermò – Goditi la giornata, dunque! Vai al centro benessere, a fare shopping con le tue amiche, quello che vuoi! Così non potrai lamentarti che non hai del tempo per te stessa.”
: “ Sarebbe una cosa rilassante per me che ti ricordassi di far andare la lavatrice ogni tanto.” Replicò pungente, guardandolo di sott’occhi.
: “ Va bene, ehm.. allora inviami un promemoria, così lo farò, contenta?”
: “ Non fare promesse che non puoi mantenere, caro.”
Si fissarono in viso e si misero a ridere all’unisono, rendendosi conto che discutere a quell’ora delle faccende domestiche era assurdo, ma anche reale perché il giorno dopo sicuramente Howard si sarebbe scordato di far andare la lavatrice.
Tornarono a letto, sebbene fosse praticamente l’alba, per passare quelle poche ore abbracciati nel loro accogliente rifugio soffice.
Suonò la sveglia, maledettamente puntuale. Howard aveva dormito poco ma era lieto all’idea di andare al lavoro, perché così si sarebbe distratto dai pensieri che gli incupivano la mente. Dopo colazione salutò sua moglie e uscì di casa sereno.
Per Bernadette era il giorno libero, ottenuto ( o per meglio dire preteso) dal proprio capo con la sua nuova tattica della lacrima facile e disperata. A volte il suo faccino innocente le faceva ottenere quello che voleva, e in caso non riuscisse usava le sue maniere: quelle forti.
Era da sola in casa, ed era tarda mattinata. Lei stava facendo ordine in casa e cominciando ad organizzare un pomeriggio di relax, quando inaspettatamente suonò il campanello.
 

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Big Bang Theory / Vai alla pagina dell'autore: Holy Hippolyta