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Autore: StayStrongBabe    18/04/2015    1 recensioni
Sarà passato poco più di un anno dall’ultima volta che ci sono entrata, ma pensandoci bene non mi è mancato niente di Bradford. Qui ci sono solo brutti ricordi, ricordi che vorrei poter cancellare per sempre, ma purtroppo non ci riesco. Ho provato a dimenticarli, ma nulla. Sono delle ferite dure da guarire. E’ come se il mio passato fosse scritto con una penna indelebile nella mia memoria ed i ricordi restano sempre lì. Non c’è nessun modo per poterli dimenticare una volta per tutte.
Genere: Dark, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi sveglio di soprassalto, faccio forza sulle braccia e mi metto seduta al centro del letto. Quasi tutte le notti sogno l'incidente di mio fratello, non ne posso più. Puntualmente come ogni notte, mi volto verso la sveglia per controllare l'ora per poi andare a bere un bicchiere d'acqua. Scivolo giù dal letto, camminando come sempre a piedi nudi, trovo magnifica la sensazione che si prova al contatto tra i piedi caldi e il pavimento freddo, scendo attentamente le scale cercando di non inciampare e una volta attraversato il salotto, alzo una mano sull'interruttore, accendendo la luce della cucina. Mi avvicino lentamente al frigo estraendo da esso una bottiglia d'acqua, poco dopo prendo un bicchiere e verso l'acqua all'interno. Avvicino il bicchiere alle labbra iniziando a bere e dopo aver finito lo lascio nel lavello, ripongo la bottiglia nuovamente nel frigo e dopo aver spento la luce, ritorno in camera. Mi infilo sotto le coperte, ma l'unica cosa che riesco a fare è rigirarmi più volte nelle coperte. Ormai perso il sonno, decido di prendere il libro che stavo leggendo qualche ora prima, partendo dal punto in cui l'avevo lasciato. Mi ritrovo immersa nella lettura senza pensare minimamente al tempo passato, dopo essere arrivata alla fine di una pagina, guardo la sveglia che segna le sei. Decido di andare a fare una doccia, così prendo l'intimo, una felpa e una tuta, per poi dirigermi in bagno. Mi tolgo velocemente i vestiti, apro poco dopo l'acqua ed entro nella doccia. Subito dopo aver finito, esco dalla doccia prendo l'accappatoio e lo indosso, sfrego poi le mani sul tessuto che avvolge il mio corpo. Tolgo l'accappatoio, infilo l'intimo e mi vesto subito dopo. Esco dal bagno e mi dirigo nuovamente in cucina per preparare la colazione.
"Buongiorno" lancio un piccolo urlo, portando una mano sul cuore per poi voltarmi.
"Cavolo papà, mi hai spaventato!" esclamo, girandomi nuovamente e ritornando a preparare la colazione "comunque buongiorno anche a te."
Metto la colazione in due piatti, poggiandoli poi a tavola e sedendomi, seguita da mio padre.
"Come mai sei già sveglia?" chiede, prendendo un boccone.
"Mh.. non avevo sonno, probabilmente è l'ansia del primo giorno." scrollo le spalle, iniziando a mangiare e alzando lo sguardo su mio padre.
"Andiamo, andrà tutto bene, sta tranquilla." Annuisco alla sua affermazione, restando in silenzio per tutta la colazione. Mi alzo dopo aver finito e poggio il piatto nel lavello per poi dirigermi in camera per vestirmi. Indosso un jeans scuro, una T-shirt nera e le mie adorate converse bianche con alcuni schizzi di pittura. Vado in bagno per lavarmi i denti e poi inizio a truccarmi, metto del fard, una sottile linea di eye-liner e il mascara. Scendo velocemente le scale, prendo la borsa e la poggio sul tavolo della cucina. Do' un bacio sulla guancia a mio padre mormorando un "ci si vede più tardi", afferro la borsa ed esco di casa. L'università è abbastanza distante, quindi dovrò svegliarmi presto tutte le mattine per arrivare in tempo; durante il tragitto do' delle veloci occhiate alle vetrine, sperando di trovare qualcosa di bello. In circa venti minuti ho raggiunto l'edificio, entro per poi guardarmi intorno, una volta trovata la segreteria entro nella piccola stanza e mi dirigo verso la signora dietro la scrivania "buongiorno, sono Jane Davis, sono qui per ritirare il mio orario." Parlo velocemente terminando la frase con un ampio sorriso.
"Buongiorno, glielo stampo subito" dice digitando sulla tastiera, per poi voltarsi verso la stampante mentre attende che esca il foglio. Una volta stampato me lo porge, la ringrazio e subito dopo mi precipito fuori da quella stanza. Abbasso lo sguardo sul foglio tra le mie mani e dopo aver visto l'orario mi dirigo verso l'aula dove si terrà la lezione. Prendo posto e pian piano l'aula inizia a riempirsi di persone fin quando non entra una donna sulla cinquantina che si presenta come insegnante di statistica, a prima impressione la vedo molto esigente.
La giornata scolastica termina abbastanza velocemente, mi precipito fuori dall'istituto e mi incammino verso casa. Collego le cuffie al cellulare e inizio ad ascoltare un po' di musica; la riproduzione casuale mi fa comparire sullo schermo il nome di ed sheeran, così mi lascio andare al suono della sua voce, canticchiando di tanto in tanto.
Appena arrivo fuori casa, schiaccio pausa e tolgo le cuffie, riponendole nella tasca del giubbotto insieme al cellulare. Sento delle voci provenire dall'interno della casa, probabilmente papà avrà degli ospiti. Estraggo le chiavi dalla tasca dei jeans e le infilo nella serratura prima di girarle ed aprire la porta, una volta entrata mi chiudo la porta alle spalle e avanzo a grandi passi verso il salotto. C'è una donna sulla quarantina, dai capelli scuri e gli occhi chiari; al suo fianco c'è un ragazzo dai capelli castani e ricci, gli occhi verdi e un anellino sul labbro inferiore. Appena mio padre nota la mia presenza, chiede di raggiungerlo sul divano picchiettando più volte la mano sul posto libero alla sua sinistra. "Anne, Harry, lei è mia figlia Jane." si volta verso di me mostrandomi un ampio sorriso prima di tornare nuovamente a parlare "Jane, lei è Anne la mia compagna e lui è Harry, suo figlio."
  
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