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Autore: lukespj    19/04/2015    6 recensioni
“Haz, mi vuoi sp-”
“Ti prego, so che sono un emerito coglione, un cretino, uno stronzo, tutto quello che vuoi. E mi dispiace, giuro. Ma non posso starmene con le mani in mano. Ti amo, cazzo, e non posso lasciarti andare, anche se probabilmente sarebbe la cosa migliore, ma non posso. Sarò anche egoista, ma non mi importa. Ti voglio con me e per me, e non mi interessa niente e nessuno. Che vadano tutti a farsi fottere. Sei la cosa migliore che mi sia capitata, ho sempre avuto bisogno di te, e tu ci sei sempre stata. E so che ci sarai ancora, perché anche tu hai bisogno di me, anche se io non ci sono stato molto per te, ma ti prometto che cercherò di migliorare. Te lo prometto. Ma ti prego, ti scongiuro.. Non lasciarmi” dico tutto d’un fiato, interrompendola e porgendole le rose.
[questa ff è nata in seguito alle tre OS che ho scritto su Harry, ma racconta quello che sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente da quanto avevo scritto]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Non la sopporto più” disse il ragazzo, passandosi una mano nei capelli.

La ragazza mora al suo fianco scoppiò a ridere. Era appena suonata la campanella dell’ultima ora, e si stavano dirigendo verso i loro armadietti – che fortunatamente erano vicini- , parlando della noiosa e irritante prof. di matematica che nessuno sopportava, per il suo carattere da vecchia bisbetica e la sua vocetta acuta.

“Dai, Ash, manca poco ormai, poi per qualche mese non sentiremo più la sua voce irritante” disse lei, aprendo il suo armadietto.
“Giuls, finirò in un centro psichiatrico prima dell’ultimo giorno di scuola” sospirò Ashton, imitando l’amica e buttando alla rinfusa le cose nell’armadietto già troppo disordinato.
“Ma smettila di sparare cavolate” disse Giulia, tirandogli una spallata e appoggiando il libro di matematica vicino agli altri.

A differenza di quello del ragazzo, il suo armadietto era abbastanza ordinato, sicuramente per il fatto che non ci buttava dentro di tutto. L’antina e le pareti interne, però, erano piene di foto sue e dei suoi amici – Harry compreso-, tra le quali ne spiccava una, leggermente più grande, di lei e Zayn, sulla quale il ragazzo ci aveva scarabocchiato sopra qualche cuore.

“Non sparo cavolate, sono solo realista… Quella vecchia bisbetica mi odia, e io non so che-”
“Irwin, se proprio ha qualcosa da dirmi, perché non mi segue e ne parliamo a quattrocchi in prossimità della presidenza” disse alle loro spalle la professoressa Granger.

Il ragazzo strizzò gli occhi, per poi guardare l’amica come per dire un ‘te lo avevo detto’ e seguire con le spalle basse la professoressa, che li aveva colti di sorpresa. 
La ragazza rimase impotente a guardare l’amico allontanarsi, per poi spostare di nuovo il suo sguardo nell’armadietto, dove notò un libro fuori posto. Lo prese con le sopracciglia aggrottate, odiava quando qualcuno le prendeva le sue cose senza averglielo chiesto, ma poi sorrise notando il post-it incollato sulla copertina, su cui poteva riconoscere la calligrafia quasi indecifrabile del suo ragazzo.

Aspettami all’uscita che poi andiamo da qualche parte insieme. Z x

Sorrise, ricordandosi che il martedì all’ultima ora lui aveva educazione fisica, il che implicava che sarebbe uscito mezz’ora dopo, essendo estremamente lento a cambiarsi e sistemarsi.

“Giuls!”

Una voce fin troppo famigliare la richiamò, facendola girare verso la direzione da cui proveniva, incrociando lo sguardo del ragazzo riccio che le si stava avvicinando, sorridendole.

“Haz” lo salutò lei, sorridendogli di rimando.

Lui le lasciò un bacio sulla guancia, appoggiandosi poi agli armadietti. Ormai i loro momenti insieme erano diminuiti drasticamente, a volte passavano anche settimane intere senza parlarsi, e tutto questo li stava distruggendo. Ma nessuno dei due aveva il coraggio di dirlo all’altro.

“Volevo chiederti-” iniziò lui, ma venne interrotto immediatamente da Emily, che lo prese per la maglietta trascinandolo via.

Guardò verso la sua migliore amica, lanciandole uno sguardo di scuse, ma non riuscì a trovare i suoi occhi, dato che si era rigirata immediatamente verso il suo armadietto, per non fare vedere a nessuno la delusione che si era impossessata di lei. 
Sospirò pesantemente, cercando di non pensarci, quando improvvisamente sentì qualcuno spostarle i lunghi capelli castani su una spalla.

“Come siamo belle oggi, bambolina”

Si irrigidì immediatamente a suono di quella voce e lasciò cadere il libro, che aveva ancora in mano, sul pavimento, creando un tonfo sordo in tutto il corridoio, ormai vuoto.

“C-Cosa vuoi, Josh?” chiese, senza girarsi, cercando di mantenere un tono di voce controllato.
“Come, bambolina, non lo sai?” le rispose, afferrandole il polso e facendola girare verso di lui, per poi intrappolarla tra il suo corpo e gli armadietti.

La ragazza sentì dei brividi percorrerle la schiena e trattenne un respiro, sentendo il suo cuore scoppiare dalla paura. Sapeva quello che faceva Josh, e in quel momento si sentì la terra crollarle sotto i piedi.  
Il ragazzo  le sorrise, un sorriso malsano che faceva capire quanto fosse nei guai, e iniziò ad accarezzarle una guancia, per poi scendere desideroso su tutto il suo corpo. Fece per baciarla, ma la ragazza girò la testa di scatto, evitando quel contatto.

“Ah, no, bambolina, così non va” disse tra i denti Josh, tirandole uno schiaffo talmente forte che la sua testa colpì gli armadietti.

La ragazza strinse i denti e chiuse gli occhi, cercando di trattenere l’urlo di dolore a causa della botta. 
Il ragazzo la prese per l’avambraccio, iniziando a camminare lungo il corridoio, nella direzione opposta all’uscita. Più lei cercava di dimenarsi, più lui stringeva la presa sul suo braccio. 
Quando arrivarono agli spogliatoi maschili, Josh si guardò in torno, e quando constatò che nessuno poteva vederli, spinse dentro la ragazza, facendola cadere a terra. 

“Che c’è, bambolina?” le chiese Josh, divertito dalla paura ben distinguibile negli occhi della ragazza.

Giulia si alzò, iniziando ad indietreggiare, finche la sua schiena colpì il muro e il panico si impossessò definitivamente di lei.
Josh le si avvicinò, mettendo le sue mani ai lati della testa della ragazza e spingendo il suo corpo contro quello di lei.

“Non sai da quanto tempo ho pensieri poco casti su di te” disse in un sussurro il ragazzo, per poi fiondarsi sul suo collo, mordendo e succhiando avidamente. 

La ragazza si morse il labbro inferiore, non voleva urlare, sapeva che se l’avesse fatto sarebbe stato peggio. Delle lacrime, che aveva disperatamente cercato di trattenere le scesero lungo le guance. 
Quando il ragazzo fu soddisfatto del lavoro fatto sul suo collo, si spostò e guardò la ragazza.

“No, bambolina, non è il caso di piangere… Ci divertiremo, te lo prometto” disse, per poi strapparle la camicia – che si era pentita di aver messo- facendo saltare tutti i bottoni, gettandola sul pavimento.



“Grazie Liam, mi hai salvato” disse Ashton, abbracciando calorosamente l’amico che era riuscito a tirarlo via dalle grinfie della professoressa Granger.

Liam  scoppiò a ridere, sciogliendosi dall’abbraccio, e incamminandosi insieme all’amico verso gli armadietti per recuperare Giulia. Quando arrivarono davanti agli armadietti rossi, notarono quello dell’amica aperto e il libro per terra. I due si guardarono, non era da Giulia andarsene lasciando un libro in giro ne’ tantomeno lasciando l’armadietto aperto. 
La loro attenzione venne catturata da degli schiamazzi vicino all’uscita, dove notarono la squadra di football con le cheerleader. 
E fu allora che capirono, quando notarono che tra loro mancava una persona.

“Gli spogliatoi!” disse Liam, prendendo l’amico e correndo verso la palestra, che si trovava  nel cortile interno alla scuola.



Zayn aveva finito di lavarsi dopo l’ora estenuante di educazione fisica in cui avevano corso per tutto il tempo. Indossava solo un paio di boxer e si stava sistemando i capelli. Ci teneva molto al suo aspetto ed era per quello che era sempre l’ultimo.
Quando si sentì soddisfatto di come aveva sistemato i capelli, si diresse verso gli armadietti degli spogliatoi, dove aveva lasciato le sue cose. 
Rimase immobile quando vide Josh di spalle, che teneva immobile una ragazza mentre armeggiava con la cintura dei suoi pantaloni.  Non riusciva a vedere chi fosse la sfortunata vittima, ma quando vide per terra una camicia e dei jeans fin troppo famigliari, si sentì ribollire di rabbia. 
“LASCIALA STARE!” urlò, serrando i pugni.

Josh si girò di scatto, guardando Zayn dall’alto al basso per poi scoppiare a ridere.

“Malik, credi di farmi paura?” chiese, molto divertito.
“Magari no, ma siamo tre contro uno, non si mette bene per te” disse Liam, che era appena entrato insieme ad Ashton.

Quest’ultimo lanciò uno sguardo a Zayn, che annuì e corse verso la sua ragazza, che si era lasciata cadere a terra e si era stretta le gambe al petto, nascondendo la testa tra le ginocchia e singhiozzando.
La abbracciò, stringendola forse e dondolandosi sulle gambe, cercando di tranquillizzarla, mentre Liam e Ashton, che erano stati sottovalutati da Josh, avevano fatto scappare con la coda tra le gambe il ragazzo, regalandogli un occhio nero e un labbro spaccato.
Guardarono verso i loro amici e decisero che era meglio lasciarli soli, anche perché non sapevano esattamente come comportarsi.
Zayn e Giulia rimasero lì, nello spogliatoio, entrambi mezzi svestiti, abbracciati, finche il coach della squadra di football gli intimò di andarsene. 
Il ragazzo si rivestì in fretta, passando alla ragazza la sua felpa, dato che non poteva più rimettersi la camicia, ma questa non la prese. Era immobile davanti allo specchio e si guardava il segno sul collo e i segni delle dita di Josh sul suo braccio e anche sui fianchi.

“Giuls, non possiamo stare qui” le disse lui dolcemente, passandole i jeans e aiutandola a metterli, così come con la sua felpa, che copriva perfettamente tutti i segni.

La prese per mano e insieme uscirono da scuola, imbattendosi nella squadra di football, che era ancora sull’uscita.
Harry sentì i suoi nervi tendersi quando vide Giulia uscire insieme a Zayn con addosso la felpa del ragazzo e, quando incontrò il suo sguardo, si spaventò per quanto fosse distante e voleva disperatamente andare da lei e portarla via con lui, per fare qualsiasi cosa per farla stare bene. 
Quando la vide sgranare gli occhi e girarsi di scatto verso Zayn, nascondendo la testa nel suo petto, non potè fare altro che chiedersi cosa le fosse successo.

“Andiamo Styles” lo richiamò Josh, che era dietro di lui.

Si girò verso il suo interlocutore e rimase sorpreso dalle sue condizioni. 
Doveva aver fatto a botte con qualcuno, non avendo la meglio, e fu assalita da mille domande e dubbi.
Prima di seguirlo, si girò di nuovo, rimando deluso nel non trovare più la sua amica.



( Harry POV)

Durante tutto il racconto di Malik continuo a camminare avanti e indietro in questa catapecchia, non riuscendo a rimanere seduto. Ho i pungi talmente stretti, che mi fanno male le dita. 
Quando finisce di raccontare, tiro un pugno ad un asse penzolante, facendolo cadere, per scaricare la rabbia che mi è cresciuta dentro.

“Perché diamine non me l’ha detto?” dico tra i denti.
“Cosa avrebbe dovuto dirti, eh? Oh, hey, il tuo amico ha tentato di farmi fare sesso con lui ma fortunatamente non ce l’ha fatta?” mi risponde a tono Malik.

Respiro profondamente, cercando di mantenere la calma.

“Se me lo avesse detto, non avrei sprecato un atro singolo secondo con quell’infame!” 

Malik si alza, passandosi le mani sui jeans per togliere i residui di polvere che li erano rimasta attaccati, per poi venire verso di me.

“Ascoltami bene, Styles… Non provare a farla stare male di nuovo per questa cosa, perché ti giuro che se lo fai, non risponderò di me… Non te lo ha detto, è vero, ma la conosci… Quando ha un problema non lo dice neanche se glielo tiri fuori perché non vuole pesare sugli altri, e in  questo caso, non voleva mettersi in mezzo tra te e lui… Ha sempre pensato che foste grandi amici, e l’unica cosa che ha sempre voluto è vederti felice. Quindi se proprio vuoi incazzarti con qualcuno, quel qualcuno non è certamente lei” dice, per poi superarmi e uscire da qui.

Tiro un pugno su un’altra asse, facendo crollare una parte di soffitto che era ancora fissa per miracolo. 
Esco velocemente da qui, dirigendomi verso casa. La mia mente è un casino totale, continuano a ripetersi senza tregua le parole di Malik, e non solo riguardo a quello che poteva succedere – e che, fortunatamente, non è successo.
Quando arrivo a casa, entro sbattendo la porta dietro di me e mi dirigo velocemente in camera mia, per poi buttarmi sul letto , prendendo il cuscino e nascondendo la testa sotto di esso.
Non so quanto tempo resto qui così, facendomi divorare dai miei pensieri, prima di sentire la porta della mia camera aprirsi e richiudersi subito. 
Tolgo immediatamente il cuscino dalla mia faccia e , quando vendo la ragazza in piedi davanti al letto, mi alzo di scatto, stringendola tra le mie braccia il più forte possibile. 

   
 
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