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Autore: Tay66    19/04/2015    3 recensioni
Non so dirvi con esattezza cosa accadde veramente, so solo che un giorno, che all'apparenza sembrava normale, si rivelò fatale, tanto da cambiarmi la vita.
Probabilmente ti starai chiedendo che cosa io stia farneticando? Allora caro lettore siediti comodo, perché la storia che stai per leggere è vera. Narra di mostri, eroi e Dei.
Sicuramente mi prenderai per un folle, ma posso giurare sulla barba di Zeus che tutto ciò che verrà raccontato è successo. Come lo so? Beh...perché io ero li, è questa è la mia storia.
Sono Arthur Kirkland e sono un mezzosangue.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Decisioni importanti, stupide gelosie e sogni inquietanti

 

 

Il ragazzo alzò lo testa per guardarmi.

“Dobbiamo parlare” disse con un leggero fiatone.

Ed io pensai “Finchè mi guardi così, farò tutto quello che vuoi”

Lo so per te, caro lettore tutto questo poteva sembrare romantico, ti capisco, anch'io all'inizio lo pensavo, ma dopo un po' cominciai a sentire lo stomaco pesante.

“Alfred..mi stai schiacciando” dissi con un filo di voce, a causa del peso in eccesso su di me.

A quelle parole il figlio di Zeus sembrò offendersi.

“Non sono pesante!”

“Ma non sei nemmeno tanto leggero”

“Mi alzo, solo se mi prometti di non scappare” egoista, stupido, ammasso di lardo americano.

“Se voglio rimanere o scappare è una scelta mia”

“Bene, come vuoi tu” il ragazzo dagli occhi azzurri si sporse ancora di più su di me, schiacciandomi ancora di più lo stomaco, che cominciava a dolermi.

La faccia di Alfred era troppo vicino, avevo il suo fiato sul mio naso e i suoi occhi seri, che mi fissavano.

“Ok, ok non scappo, ma ti supplico alzati!” l'altro sorrise alzandosi da me, ed afferrandomi il braccio per aiutarmi a rimettermi in piedi.

Appena fui in piedi, mi scostai da lui per appoggiare la schiena contro un albero, avevo bisogno di un sostegno.

“Perchè sei scappato?”

“Me lo chiedi pure? Mi pare logico idiota, ho maledettamente paura” nel silenzio si sentiva soltanto il vento, che soffiava tra i nostri capelli “Io non sono come voi. Non so combattere e non so niente di tutta questa storia”

“Arthur, tu sei esattamente come noi, i riflessi da guerriero fanno parte del tuo DNA, sono quelli che ti hanno salvato nello scontro contro il drago”

“Sei veramente ottuso!” sbottai istericamente con il viso che mi si tingeva di rosso.

“Arthur..”

“Smettetela di comportarvi così, sono stanco, mi trattate come se fossi un nuovo miracolo, non so niente di niente e non mi importa. Lo volete capire!!voglio solo tornare all'orfanotrofio e ricominciare la mia schifosissima vita!” il vento si stava facendo sempre più forte a differenza mia, che mi sentivo cadere.

“Sono arrivato qui da nemmeno mezza giornata, ed ho dovuto combattere contro un drago, ho conosciuto un francese maniaco e adesso mi vuoi obbligare a venire con te in una missione. Lo capisci quanto sei egoista?”

quando finii avevo la gola secca, non mi sentivo più leggero, anzi mi sentivo pesante.

Alfred mi guardava con aria seria, i suoi occhi erano bui, non erano accessi e sinceri come ogni volta che mi guardava, in questo momento erano talmente tenebrosi da risultare neri.

Si avvicinò di un passo a me e mi schiaffeggiò.

Mi portai una mano sulla guancia colpita, sgranando gli occhi, non era stato poi molto doloroso, ma a ferirmi era stato il gesto.

“Non dire queste cose, tu appartieni a questo mondo. Lo vuoi capire? Dai dell'egoista a me, ma non capisci che io sto partendo per salvare non solo tutti quelli che amo, ma anche quelli che non conosco. Questa battaglia non distruggerà solo il campo, ma anche tutto il mondo, in un modo o nell'altro tu saresti coinvolto. Tra i due il vero egoista sei tu”

Quella frase mi colpì in maniera violenta, peggiore dello schiaffo.

Alfred aveva ragione, ero io il codardo, ero io quello che voleva scappare ed abbandonare tutti.

Il ragazzo mi guardava con disprezzo, era uno sguardo troppo duro da sopportare.

Mi sentii umiliato nel profondo, ancora una volta scappavo, ancora una volta ferivo le persone che mi erano accanto.

Mi accorsi delle lacrime che mi rigavano il viso, solo quando Alfred mi accarezzò la guancia che mi aveva colpito.

Sembrava dispiaciuto per gesto, il suo sguardo si era addolcito, mentre la sua mano continuava a toccarmi delicatamente la zona arrossata.

Sarà stata per la delicatezza del ragazzo, per la situazione che si era creata o semplicemente per i suoi occhi, che mi guardavano come per dire “Ci sono io”.

Ma mi sentii cadere e cominciai a piangere più forte singhiozzando, mi portai le mani al viso, nascondendo la faccia.

Quanto mi vergognavo, piangere è una cosa da deboli...una cosa adatta a me.

Mi accasciai a terra, sfregando la schiena contro la corteggia dura dell'albero, a cui mi ero appoggiato.

Il ragazzo si abbassò alla mi altezza, accarezzandomi, leggermente, i capelli.

“Non ti preoccupare Arthur, va tutto bene” alzai lo sguardo, per posarlo su di lui, avevo le guance in fiamme e gli occhi che mi bruciavano.

Alfred mi abbracciò forte a lui, per la seconda volta nella serata avvertii il suo profumo, che mi riempiva i polmoni.

Le sue braccia mi circondavano la schiena, mentre con i polpastrelli mi sfiorava le spalle, in un gesto dolce e pieno di comprensione.

Alfred era troppo gentile con me, ed era questa la cosa che più mi infastidiva, io non mi meritavo tutto quell'amore...ma per il momento decisi di approfittarne.

Appoggiai la testa sul petto del ragazzo, ascoltando i battiti del suo cuore, che erano come un ninna nanna, anche lui era un po' agitato, lo sentivo dalle sue pulsazioni.

Tengo a precisare una cosa, quello che stava succedendo era una cosa fra amici..ok? Quindi non farti strane idee, perchè il gesto del figlio di Zeus era un modo per consolarmi.

“Arthur ti fidi di me?” spostai la testa dal suo petto, per guardarlo.

I suoi occhi mi attiravano più di qualsiasi altra cosa al mondo.

“No”

Dopo la mia risposta, cadde il silenzio.

Ero ancora fra le braccia di Alfred, quando quest'ultimo si alzò prendendomi in braccio, a modo di sacco di patate.

“Sinceramente non mi aspettavo una risposta del genere” sbuffò il ragazzo “Ma non mi preoccupo, prima o poi ti fiderai di me, te lo prometto”

“Idiota mettimi subito giù” colpii una sua spalla, ma lui rise semplicemente.

“Mi dispiace, ma adesso ti punirò” cominciò a trotterellare verso il fiume.

“Alfred cosa vuoi fare?”

“Ahahah mi vendicherò”

“Cos..” non riuscii a completare la mia domanda, che l'idiota dagli occhi azzurri mi buttò, letteralmente, in acqua.

L'acqua era fredda, eppure mi sentivo così bene li.

Ritornai in superficie, pronto per insultare il ragazzo, ma quando mi voltai vidi la figura di Alfred che si buttava in acqua.

“Tuffo a bombaaaaa” urlò, buttandosi, e provocando un'onda molto simile ad uno tsunami.

Il bestione mi cadde addosso, facendomi quasi annegare.

E' possibile per un figlio di Poseidone morire annegato?

Sinceramente, non lo sapevo.

Per la seconda volta ritornai in superficie.

“Tu sei un idiota di dimensioni colossali. Ma sei sicuro di essere figlio del re degli dei? Sei sicuro di non essere il figlio del dio della stupidità?”

“Sicurissimo” sorrise il ragazzo, allungando un braccio verso di me, ed afferrandomi la mano, trascinandomi dalla sua parte.

“Allora figlio di Poseidone accetti?”

Eravamo mano nella mano.

Avevo sicuramente le guance rosse e il cuore che batteva all'impazzata.

“Lo faccio solo per gli altri..non per te”

La sua risata squarciò il silenzio della notte.

“Va bene così”

I raggi lunari ci accarezzavano, mentre in lontananza si vedeva il fuoco accesso della mensa.

“Pace?” Alfred aveva allungato l'altra mano verso di me, aveva chiuso il palmo lasciando “libero” solo il mignolo, che io strinsi a mia volta con il mignolo.

“Pace” come due bambini eravamo li a fare mignolino.

“Sarà meglio tornare alla mensa” disse il ragazzo alzandosi, senza mai mollare la mia mano.

“Ok” dissi, alzandomi a mia volta.

“Alfred” chiamai.

L'altro si voltò verso di me.

“Perchè sei così gentile con me?” lui mi fissò a lungo, mentre le guance si tingevano di una tenera tonalità di rosa.

“Perchè sono un eroe, è mio dovere aiutare le persone” disse, ma avevo la sensazione che mentisse, e che quella fosse una bugia.

“Ho la strana sensazione di averti già visto da qualche altra parte” dissi

In effetti era vero, ogni volta che ero con Alfred, avevo la sensazione di conoscerlo.

No, questa non è una frase romantica.

Veramente, mi sembrava di aver visto il ragazzo, quando era ancora piccolo, eppure non riuscivo a ricordare.

“Sarà la tua immaginazione” disse girandosi “Forza, Arthur, andiamo”.

Camminammo in silenzio, lungo il bosco, fino ad arrivare alla mensa.

La maggior parte dei semidei era andata a dormire, solo Chirone e quel ragazzo, che si chiamava Kiku, erano presenti.

Ci avvicinammo a loro, mentre il calore del fuoco asciugava i nostri vestiti.

“Siete tornati finalmente” disse il sorvegliante, analizzandoci entrambi. “Ebbene?”

“Accetto” dissi in un soffio, sentendo tutta la stanchezza, che si era accumulata durante la giornata, premere sulle mie palpebre.

“Che bella notizia!” disse Chirone sorridendo “Arthur questo è Kiku, figlio di Atene, dea della saggezza e dell'astuzia militare” il ragazzo si inchinò, leggermente.

“Piacere di conoscerla Arthur-san”

“P-piacere” balbettai, inchinandomi con il busto.

“Sono veramente felice di condividere questa esperienza con voi due” disse il moro, chiudendo gli occhi

“Kiku è il migliore stratega del campo” a parlare era stato il figlio di Zeus

“Grazie Alfred-san, sentire dei complimenti da te mi rende molto felice” disse sorridendo.

“Suvvia!! Kiku sei mitico!!” disse il ragazzo, mettendo un braccio intorno alle spalle dell'altro.

Non capii perché, ma mi sentii, improvvisamente, spaesato.

Cos'era tutta questa confidenza fra quei due?

No, non ero geloso, la mia era semplice curiosità.

Hai capito lettore, IO NON SONO GELOSO.

“Immagino sarai stanco” mi disse Chirone

“Già” dissi con la gola secca, mentre i mie occhi erano ancora concentrati su quei due.

“La tua casa è quella lì” disse indicando un tempio di marmo bianco, con sopra il simbolo del tridente, simbolo di Poseidone.

“Ah grazie”

“Se vuoi ti accompagno?” mi disse Alfred con il braccio, ancora disgustosamente, intorno alle spalle del moro.

“No, non ti preoccupare ci vado da solo” dissi, andandomene via.

Mentre camminavo, respiravo rumorosamente, mentre il mio cuore martellava nel petto e in bocca avevo un gusto acido, a causa della crescente nausea che mi assaliva.

Quell'odioso di Alfred.

Era veramente stupido.

Perchè dico questo?

Semplice, perchè è VERO.

Mi ritrovai davanti alla mia nuova abitazione.

Il portone era di marmo, con il buio non riuscivo a distinguere il colore, passai una mano lungo tutta la decorazione in rilievo.

Spinsi leggermente la porta, che si aprì emettendo un suono inquietante.

La stanza era al buio, ma i deboli raggi della luna che filtravano da tutte le aperture, riuscivano ad illuminare l'arredamento.

Sulle pareti erano raffigurati alcune figure marine, mentre l'arredamento era povero, ma non per questo di cattivo gusto.

A troneggiare nella stanza era il grande letto ad acqua.

Che ironia.

Il materasso era tondo ed era rivestito di un semplice lenzuolo azzurro.

Azzurro come gli occhi di quel pirla.

Buttai il lenzuolo per terra, guardandolo con odio, ripensando alla scena di prima.

Era normale che Alfred avesse degli amici, si insomma era un ragazzo fantastico.

Bello, simpatico ed infinitamente dolce…le figlie di Afrodite dicono molte cose.

E se Kiku non fosse stato solo un semplice amico?

Perchè il mio cuore batteva così a quel pensiero?

Mi accasciai sul letto, che mi inghiottì tanto era morbido.

Sospirai forte, mentre continuavo a girarmi nel letto, per cercare di dormire.

Mi ci vollero un paio di minuti e poi caddi in coma.

Cominciai a sognare l'incidente di mia madre, ma questa volta era tutto diverso.

Vidi un bambino biondo, incredibilmente, simile ad Alfred, che mi sorrideva.

Mi guardai le mani e vidi che anch'io ero un bambino.

Mia madre era accanto a me, e mi accarezzava i capelli, mentre mi sussurrava all'orecchio qualcosa, che non riuscii a capire.

“Vuoi giocare?” mi disse il bambino, io annuii alla sua richiesta, ed insieme andammo sul ponte principale.

Come ogni moccioso petulante, io e il mini Alfred cominciammo a giocare.

Passarono delle ore, quando all'improvviso qualcuno afferrò il bambino biondo, puntandogli una lama al collo.

La figura nera, continuava a ridere mentre il bambino piangeva.

Mi guardai intorno, e all'improvviso sentii una forza premere sul mio stomaco, abbassai lo sguardo e vidi due occhi dorati.

Mi svegli di soprassalto, con ancora quegli occhi dorati fissi su di me.

Avevo il fiatone e il sudore, che mi scendeva lungo la fronte.

Che cosa voleva dire?

Perchè nel mio sogno era presente Alfred?

Di chi erano quegli occhi dorati?

La testa mi pulsava in maniera incredibile, mi voltai per guardare fuori da un'apertura.

Era l'alba, il Sole stava sorgendo, il cielo era tinto di un accesso arancione e rosa, mentre le leggiadre nuvole cominciavano a prendere consistenza e volume.

Adesso che la luce arrivava all'interno della stanza, potei osservare le raffigurazioni sulle parti.

Tritoni, sirene, cavallucci marini e altre strane creature erano state dipinte, mentre tutto il soffitto era ricoperto di conchiglie di tutte le forme e colori.

Accanto ad una finestra si trovava una piccola scrivania di mogano, dove vi era appoggiato un bigliettino.

 

“Iniziano i giochi”

 

Chi aveva lasciato li quel bigliettino?

Che cosa voleva dire?

Mi voltai per guardarmi intorno, ma il mio sguardo venne catturato da due pozze azzurre, che mi guardavano.

Erano gli occhi di Alfred.

 

 

 

 

 

Angolo dell'autrice:

Eccomi qui, con il nuovo capitolo.

Spero vi piaccia, perché, sinceramente, non mi entusiasma molto.

Volevo ringraziare tutti coloro che hanno inserito la storia fra le preferite/ seguite/ ricordate.

Un bacione a tutti quelli che seguono, con pazienza, la mia storia.

Infiniti bacini

Tay66 ^-^       

  
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