Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    27/04/2015    4 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XVIII


Elsa non sapeva cosa fosse il freddo. A dire la verità, aveva sempre cercato di immaginare quella sensazione ma, quando era piccola, non se ne preoccupava più di tanto. Eppure, mentre era rannicchiata a terra sotto la finestra del piccolo appartamento in cui viveva, le sembrò di capire perfettamente cosa si provasse: delle affilate lame invisibili le trapassavano il cuore, facendolo a pezzi e lasciando nel suo corpo un senso di vuoto e gelo che le impediva muoversi, che le impediva di respirare.

Da quando era tornata lì, non si era più mossa: la schiena era poggiata al muro, con le braccia abbracciava le gambe che erano piegate e la sua testa era china verso il basso, gli occhi chiusi. Il suo corpo era scosso dai singhiozzi e le mani erano strette a pugno, le nocche bianche per lo sforzo; non aveva alzato lo sguardo da quando aveva iniziato a piangere, perché sapeva che cosa avrebbe trovato.

Ghiaccio.

Ancora una volta nella sua breve vita, era circondata dal simbolo della forza, ma che allo stesso tempo era sinonimo di tutte le sofferenze che aveva dovuto patire. Era come se fosse tornata nel suo castello sulla montagna del Nord: in fuga, sola, vittima dei pregiudizi. Quella volta però non si sentiva libera, ma oppressa, e sua sorella Anna non avrebbe bussato alla porta per farle cambiare idea.

Si sentiva così in colpa, così arrabbiata con se stessa per aver creduto di poter avere una vita normale. Purtroppo la realtà si era presentata prepotentemente davanti a lei, come uno schiaffo in pieno viso: per quanto si sforzasse, per quanto provasse a fingere che tutto andasse bene, Elsa sapeva di non appartenere a quel mondo, a quella vita. L'apparente facilità con la quale si era inserita in una routine che credeva potesse appartenerle era, chiaramente, un'illusione, una bugia che aveva continuato a ripetersi per fuggire l'inevitabile: la perdita del controllo.

Quando, poche settimane prima, era stata catapultata in quella piccola città nel New Jersey, si era ripromessa di rimanere alla larga da chiunque in quello che era convinta fosse un vero e proprio inferno; ma vedendosi circondata da persone normali, gentili, identiche a quelle che popolavano il suo regno, aveva cominciato a lasciarsi andare, a permettersi di reagire alle difficoltà semplicemente vivendo. Più e più volte aveva permesso alla giovane Jane di aiutarla e in sua presenza si era sempre sentita capita e, soprattutto, normale, perché lei sapeva chi era davvero e non le importava. Aveva permesso a se stessa di abbassare le proprie difese intorno alle persone che la circondavano e proprio ciò le aveva portato l'ultima cosa che avrebbe mai immaginato di trovare nella sua vita: l'amore.

E quel sentimento poteva essere identificato con un volto, un nome.

Christian.

I singhiozzi che scuotevano Elsa divennero ancora più forti appena la sua mente si soffermò sul ricordo di quegli occhi color nocciola che la guardavano come se al mondo non ci fosse nulla di più prezioso, sul ricordo di quel sorriso timido che si formava sul suo volto appena la vedeva, sul ricordo delle sue labbra che la baciavano con sicurezza e affetto, sul ricordo di come il suo cuore impazziva nel petto appena si trovava in presenza di quel bellissimo ragazzo che l'aveva conquistata con la sua confidenza, gentilezza e sì, anche con una cioccolata calda versata accidentalmente sul maglione.

Purtroppo tutti i bellissimi, seppur pochi, momenti trascorsi insieme dovettero far spazio alle conseguenze di ciò che era successo la sera prima, quando Christian l'aveva vista involontariamente usare i suoi poteri e l'aveva fissata con uno sguardo spaventato, incredulo, uno sguardo che finalmente aveva aperto gli occhi della povera ragazza nel peggior modo possibile.

Lì, in quella stanza che conteneva il più gelido degli inverni, Elsa non aveva idea di come affrontare le conseguenze delle sue azioni, se non fuggendo, come ad Arendelle; si sentiva persa nel tumulto di emozioni che la perseguitavano dalla sera prima.

Victoria ha ragione.


Sono un mostro.


Proprio quando la regina credeva che la situazione in cui si trovava non potesse peggiorare, udì bussare alla porta che si trovava dall'altra parte dell'appartamento. Per un attimo pensò che si trattasse di Jane, ma si rese subito conto che i colpi erano stati troppo forti, e la conferma giunse pochi istanti dopo, quando si sentì chiamare da quella voce che credeva non avrebbe udito mai più.

<< Elsa! >>

La giovane alzò di colpo la testa e i suoi occhi blu si posarono sulla porta, la cui serratura era bloccata dal ghiaccio.

<< Elsa! Fammi entrare. >> disse ancora Christian, bussando nuovamente, anche se con meno forza. << Per favore. >>

La regina sentì le proprie guance bagnarsi con altre lacrime e il cuore spezzarsi nell'udire quel lieve tono di supplica nella voce dell'uomo di cui si era innamorata, ma l'amore che provava per lui era esattamente il motivo per cui non poteva metterlo in pericolo. Almeno, non più di quanto di quanto avesse già fatto.

<< Va' via Christian. >> rispose allora con debolezza.

Parlare le sembrava così faticoso...

<< Non mi muovo da qui finché non mi lascerai entrare. >>

Elsa si rese conto che Christian non avrebbe mai ceduto, perché troppo testardo, proprio come la sua Anna, e quel comportamento la spronò a reagire e a parlare con più determinazione.

<< Non capisci che voglio proteggerti? Perché dovete tutti starmi vicino quando è chiaro che vi metto in pericolo? Prima mia sorella e adesso tu... Lasciatemi in pace, non ho bisogno di nessuno! >>

Sentì Christian sospirare pesantemente e una parte di lei sperò che se ne andasse, che la lasciasse sola, come lo era stata per tutta la vita; ma un'altra parte, quella che la incitava a buttarsi a capofitto in quel nuovo sentimento che si era impossessato del suo cuore, continuò a sperare che non rinunciasse a lei.

<< Ho i miei dubbi al riguardo. >> gli sentì dire prima di vedere la porta venire spalancata con una spallata.

Subito l'aria fredda investì Christian, che di riflesso si strinse ancora di più la sciarpa intorno al collo e socchiuse gli occhi per il fastidio provocato dal gelo; appena i loro occhi si incontrarono, Elsa si alzò di scatto in piedi, pur senza muovere un passo dal suo rifugio sotto la finestra dai vetri ghiacciati.

Continuò a fissare Christian, che lentamente si stava avvicinando, provocando nella ragazza una tensione quasi automatica, un'abitudine vera e propria, che la portò a stringere i pugni e a portarseli al petto.

<< Non capisci che sono qui per aiutarti? >> chiese il ragazzo con voce sorprendentemente ferma, nonostante il suo corpo tremasse per il freddo.

Elsa scosse la testa e abbassò lo sguardo mentre piangeva sommessamente, incapace ormai di sostenere la vista di quegli occhi colmi di preoccupazione.

<< I-Io ti ho m-mentito per tutto questo tempo. >> rispose con aria colpevole, << Non merito il tuo aiuto e-ed è pericoloso p-per te essere qui. Ho quasi ucciso A-Anna, non voglio che succeda anche c-con te. >>

<< Be', è un peccato che la pensi così, perché non c'è altro posto in cui vorrei trovarmi in questo momento se non qui dentro, con te. >>

Christian, dopo aver pronunciato quelle parole così cariche di significato, si avvicinò e subito il corpo di Elsa si tese ulteriormente, portando il ghiaccio che ricopriva l'appartamento a inspessirsi ancora di più.

<< Non si abbandonano le persone che si amano. >>

Gli occhi della ragazza saettarono verso quelli del giovane, che le regalò un sorriso dolcissimo.

<< Tu non sei sola e non lo sarai mai. >>

Anna le aveva ripetuto quelle stesse parole più e più volte ma sentirle dire in quel momento, da un uomo che non era tenuto a starle accanto e che, forse, si era innamorato di lei per quella che era davvero, senza sapere nulla del suo triste e doloroso passato, le fece provare una sensazione strana, nuova, una sensazione che stava cominciando a scaldarle il cuore.

Christian allungò le mani per prendere quelle di Elsa ma lei scosse energicamente la testa e di riflesso si appoggiò ancora di più contro il ghiaccio dietro di lei.

<< N-No, ti prego... >> sussurrò con gli occhi sbarrati, impauriti.

<< Tu non mi farai del male. >> disse a sua volta Christian con decisione nel momento esatto in cui le loro mani entrarono in contatto. Le portò alle labbra e posò un bacio delicato su ognuna, senza mai distogliere lo sguardo da Elsa, che lo guardava con fiato sospeso.

<< Non mi farai del male. >> ripeté il ragazzo con un filo di voce prima di azzerare la poca distanza che era rimasta tra loro.

Nessuno dei due si mosse.

Il tempo parve essersi fermato.

E proprio in quell'istante, minuto, ora in cui rimasero immobili, Elsa cessò di combattere. Si arrese ancora una volta al suo cuore nonostante tutte le paure che la perseguitavano da una vita.

No, non avrebbe mai potuto fargli del male.

La ragazza portò le braccia intorno al suo collo e alzò di più la testa per poter rispondere al bacio, gesto che portò Christian a cingerle fianchi e spalle per stringerla a sé.

Le loro labbra si muovevano con delicatezza ma al tempo stesso passione, desiderose di esprimere sollievo, perdono, fiducia e, soprattutto, amore.

Quando si separarono per riprendere fiato, entrambi si sorrisero e Christian iniziò a baciare ripetutamente le guance della ragazza che teneva fra le braccia, volendo cancellare ogni traccia di lacrime e tristezza dal suo volto; Elsa, colpita dalla sua dolcezza, poggiò la testa contro il suo petto e lo abbracciò forte, venendo subito ricambiata.

<< Mi dispiace tanto. Ci sono tante cose che non sai, devo spiegarti... >> cominciò lei ma venne interrotta da Christian.

<< Non devi scusarti. >>

L'allontanò leggermente da sé per poterla guardare negli occhi e le sorrise mentre le accarezzava una guancia.

<< Te l'ho già detto, ricordi? Qualunque cosa accada, l'affronteremo insieme. >>

Elsa sentì arrivare nuove lacrime e prima che potessero effettivamente scendere, prese il volto del suo uomo tra le mani e lo baciò con fervore, esplorando la sua bocca con la lingua, che subito entrò in contatto con l'altra, provocando un lieve gemito a entrambi.

La passione e il desiderio che provavano l'uno per l'altra cominciò ad affiorare, ad impossessarsi dei loro corpi, e nel giro di pochi attimi la schiena di Elsa fu contro la parete più vicina, le sue gambe strette intorno ai fianchi di Christian, che la teneva sollevata contro il muro senza il minimo sforzo.

Elsa non si era mai sentita così viva, così libera di abbandonarsi agli impulsi carnali del suo corpo; nella sua vita nessuno era mai riuscito a farla sentire così amata e desiderata allo stesso tempo.

La bocca del ragazzo scese a baciarle il collo e la regina istintivamente chiuse gli occhi e tirò indietro la testa, gemendo sommessamente.

<< Mi vuoi? >> chiese lui con voce roca contro la sua pelle, premendo i fianchi contro di lei, per poi alzare lo sguardo e incontrare gli occhi di Elsa, diventati più scuri per il desiderio.

<< Sì. >> rispose senza fiato. << Ora. >>

Poggiandola a terra, Christian riuscì a sfilarle la maglia a maniche corte che indossava e la lanciò in un punto imprecisato dell'appartamento, subito seguita dal cappotto e dalla sciarpa di lui. Quando però Elsa afferrò il bordo del suo maglione e iniziò ad alzarlo per liberarsene, Christian la fermò, sorridendole.

<< Il fatto che tu abbia questi poteri è fantastico, e mi piace, ma non è che potresti... ? >> e si guardò intorno per indicare che l'abitazione era ancora completamente congelata.

Elsa scoppiò a ridere e si rimproverò per non aver pensato che lui non era immune alle temperature rigide; con un gesto della mano, tutto il ghiaccio cominciò a sgretolarsi e ad evaporare, portando la temperatura della stanza a un livello accettabile.

Una volta terminato, Christian venne scosso da un brivido per via cambiamento termico, e così permise alla bionda di sfilargli il maglione.

Elsa non aveva mai visto un uomo a petto nudo e subito, con una curiosità e una confidenza che sorpresero anche lei, andò a percorrere con la punta delle dita le linee dei muscoli scolpiti che aveva davanti; le sue mani erano ancora fredde, come sempre, anche se non come pochi minuti prima, e provocarono altri brividi al giovane, soprattutto quando cominciarono a scendere fino a fermarsi al bordo dei jeans.

La ragazza arrossì di colpo ma si fece coraggio, e il suo sguardo era divertito quando si posò di nuovo sul volto di Christian.

<< Dovrai abituarti al freddo. >> mormorò con una sensualità che non credeva le appartenesse.

Lui sorrise e la baciò velocemente sulle labbra mentre le cingeva i fianchi con le mani e la premeva contro il suo corpo, facendole sentire così quanto la desiderava.

<< Credo proprio di poterlo fare. E ora, mia regina... >> e la prese di nuovo in braccio, portandola sul letto e sdraiandosi poi su di lei.

<< Dove eravamo rimasti? >>






Incredibile, sono tornata! In questo mese è successo DI TUTTO. Esami, problemi in famiglia, dannato blocco dello scrittore... Caos più totale! Ma eccomi qua con quello che penso sia uno dei capitoli più importanti di tutta la storia, una specie di plot twist, se vogliamo. Ora più che mai è importante che mi facciate sapere cosa ne pensate, sia per quanto riguarda il capitolo ovviamente sia per spazzare via gli ultimi rimasugli di blocco ^^

Un bacione e grazie :D

Sara



  
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