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Autore: CrazyFantasyWriter    30/04/2015    3 recensioni
La guerra di Hogwarts è finita, Voldemort è stato sconfitto.
Harry decide di spezzare la bacchetta di Sanbuco, non fa per lui, non la vuole.
Un nuovo futuro aspetta il trio e l'intero mondo magico.
E se i ragazzi decidessero di tornare al castello per studiare un ultimo anno insieme?
Nuovi professori, nuove magie, gli amici di sempre, il coraggio di sempre.
Coppie degli scritti originali e caratteri non stravolti. E' un vero e proprio continuo secondo ciò che ha lasciato detto la Rowling, a parte per il fatto che i ragazzi tornano ad Hogwarts.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Capitolo 2- Ritorno alla Tana

Harry occupò il comodo baldacchino di Neville quella notte, ma dormì poco, non perché avesse fatto degli incubi, ma perché sapeva che aveva ancora una marea di cose da fare.

Inforcò gli occhiali e vide che anche Ron era andato a letto, cercò di fare piano, ma l'amico si svegliò ugualmente.

“Dormito bene?” chiese il rosso stiracchiandosi.

“Sì, grazie” mentì, “Tu?”

Ron alzò le spalle, come per dire “così così”

“Ho pensato a Hermione” disse poi arrossendo violentemente.

“Ottimo” rispose Harry per troncare il discorso sul nascere. Gli era bastato vederli pomiciare davanti a lui durante la battaglia, non aveva bisogno di altri particolari sul loro avvicinamento.

“Te e Ginny?” chiese Ron.

“Tutto a posto. Devo ancora raccontarle un po' di cose, ma... Ci sarà tempo”

“Adesso scendiamo, ci sarà da lavorare oggi!”

I due scesero e trovarono Hermione, Ginny, Dean, Neville, che aveva ancora la spada di Grifondoro; Luna e Seamus, tutti riuniti in quello che doveva essere il tavolo dei Grifondoro.

“Tutto a posto Harry?” chiese Luna vedendo arrivare i due amici.

Harry rispose con un cenno del capo.

“La McGrannitt è venuta a chiederci di darle una mano per sistemare la scuola”

“Non ci vorrà molto tempo, con tutti i genitori e le persone venute a combattere” disse Harry sedendosi affianco a Ginny.

“Già, solo noi della famiglia siamo una decina” intervenne Ron dall'altra parte del tavolo.

“No, Ron.” parlò Ginny, “Sono tornati tutti a casa, papà domani doveva tornare al lavoro, la stessa cosa vale per Charlie che deve partire per la Romania e Bill stasera ha il turno alla Gringott”

“Che peccato... Mi sarebbe piaciuto passare un po' di tempo con loro, erano mesi che non ci vedevamo” sospirò Ron triste, “Potevano almeno avvisare anche me”

“Li vedremo presto per... Fred, lo sai, no?” disse Ginny.

Harry deglutì. Era tutto grandioso, Voldemort era stato sconfitto e l'intero mondo era libero, ma centinaia di persone erano morte e questo non si poteva dimenticare.

Uscirono in religioso silenzio e cominciarono ad aggiustare il grosso ponte in pietra. Hermione pronunciava l'incantesimo da fare e gli altri la imitavano.

Le ore passarono e i ragazzi tornarono dentro che era ormai pomeriggio inoltrato.

Harry si sentiva completamente svuotato, forse era per la fame o forse per il fatto che la dura realtà avesse completamente cancellato il sollievo che aveva provato vedendo Tom Riddle morire. Aveva un solo pensiero: seppellire i defunti. Non potevano rimanere lì, non gli importava che non avrebbero avuto un funerale rispettabile o che i loro cari avrebbero voluto averli nel cimitero del loro paese, li avrebbe seppelliti affianco alla tomba di Silente, lì, nel parco attorno al castello.

 

“Spero ci sia il pollo!” esclamò Dean varcando la soglia della Sala Grande.

“Io... devo fare una cosa” Harry colse l'occasione al volo e fece per allontanarsi.

Gli altri si voltarono verso di lui.

“Vengo anch'io” si offrì Ginny.

“No” rispose categoricamente il Prescelto.

“Non sono una bambina” si impuntò la rossa.

Harry vide Ron voltarsi dall'altra parte, infastidito.

“Non centra l'età” spiegò, “E' una cosa che devo fare da solo”

“Dovevi anche scappare da solo, eppure ti sei portato dietro quei due” protestò ancora la ragazza indicando Ron ed Hermione.

Harry non poté più dire no, perciò si diresse con la fidanzata verso l'ufficio della preside.

“Cosa vuoi fare?” chiese Ginny cercando di tenere il passo.

“Non è una cosa che ti piacerà” rispose Harry pacato.

“A maggior ragione dovresti parlarmene”

Harry si fermò e guardò la rossa negli occhi.

“Ascoltami un secondo” cominciò, “Non voglio farti stare peggio di quanto sei stata in questi mesi”

Ginny alzò gli occhi al cielo.

“Per le mutande di Merlino!” esclamò arrabbiata, “Io lo voglio sapere lo stesso!”

“Resta fuori” disse solo il ragazzo ed entrò nell'ufficio della McGrannitt.

“Buongiorno Potter” lo salutò la preside con un sorriso, era alla scrivania e stava sistemando dei rotoli di pergamena.

L'ufficio era quasi tornato in perfetto ordine, come se una giornata fosse bastata a sistemare tutto e sembrava che quell'ordine potesse influenzare anche l'animo di chi stava nella stanza, infatti Harry sentì una sensazione di sollievo pervaderlo.

“Professoressa ci ho pensato molto e... ho deciso che è meglio seppellire i defunti qui, vicino alla tomba del professor Silente”

La preside non parve stupita.

“Non è una buona idea” disse semplicemente senza scostare lo sguardo dai rotoli.

“Non possiamo lasciarli nell'infermeria per sempre!” esclamò Harry sentendo quel velo di serenità che lo aveva pervaso per quale istante scivolare via come se nulla fosse.

“Non staranno qui per sempre” spiegò la McGrannitt, “I Canon porteranno via il figlio questa sera, lo stesso vale per molti altri. I Weasley invece verranno dopodomani”

“E nel frattempo? Dovremmo lasciare i corpi in una stanza?” chiese Harry alzando un po' il tono.

La preside alzò finalmente lo sguardo.

“Siediti” ordinò.

Harry si sedette di fronte a lei.

“Non vedo quale sia il problema, senza contare che mi sembra che tu abbia fatto abbastanza per oggi”

“Ho solo fatto il mio dovere” disse il Prescelto a denti stretti.

“Ti sottovaluti decisamente, Potter”

“Ma la questione non è questa” riprese il ragazzo, “Voglio seppellire i corpi, almeno quelli di Fred, Lupin e Tonks”

“NO!” gridò una voce conosciuta.

Sia Harry che la McGrannitt si voltarono.

Ginny, che evidentemente aveva origliato tutto il discorso, era sulla porta, con il viso quasi del colore dei suoi capelli.

“Non ne hai alcun diritto. Mia madre non te lo perdonerebbe mai e nemmeno George”

“Non possono più aspettare, Ginny. Se sono morti è colpa mia, darli una sepoltura decente è il minimo che posso fare per...”

“Basta” intervenne la McGrannitt duramente, “Il discorso è chiuso, porterò io stessa i defunti in un posto più sicuro, dove tu non possa trovarli”
Harry spostò lo sguardo incredulo da Ginny alla preside. Come potevano fargli una cosa del genere, non capivano come si sentiva. Non lo avrebbero mai capito.

“Fuori” disse la preside, riacquistando un po' di calma.

I due ragazzi obbedirono e uscirono nei corridoi.

“Sei un idiota” sentenziò Ginny non appena il gargoyle ebbe richiuso il passaggio alle loro spalle.

Harry non le rispose, era troppo arrabbiato.

“N-non capisci proprio, vero?” chiese la ragazza sull'orlo della disperazione.

“Siete voi che non capite. Sono io la causa di tutto questo! Sono io che ho dovuto combattere per anni, sono io che sono stato cercato da Lord Voldemort, sono io che ho visto uccidere decine di persone...”

“Mio fratello è morto” disse Ginny in un sussurro, “Potresti avere un minimo di tatto in più e smetterla di fare l'eroe che si sottovaluta”

Harry la fissò negli occhi color nocciola, la rossa aveva tremendamente ragione. Chi era lui per prendere le redini di tutto, chi?

Si avvicinò cauto a lei e le diede una mano.

Ginny lasciò sfuggire una lacrima.

“Perdonami” disse Harry con la gola secca. Si sentiva uno schifo, come aveva potuto comportarsi in quel modo...

La ragazza appoggiò il capo contro il petto di lui e pianse silenziosamente.

Harry non disse niente e la lasciò piangere. Prima o poi anche quel dolore sarebbe stato solo più un brutto ricordo.

Il mattino dopo Harry partì con Ginny, Ron ed Hermione. Presero tutti e quattro la Metropolvere e raggiunsero la Tana.

La signora Weasley li accolse tutti con un abbraccio e un sorriso, ma si vedeva dagli occhi che aveva appena smesso di piangere.

“Grazie Harry caro, speravo che venissi” disse stringendo a sé il ragazzo.

Lui rispose all'abbraccio cercando di confortarla.

“Porta pure le tue cose di sopra, il tuo baule è ancora nella stanza di Ron”

Harry si stupì, non avrebbe mai immaginato che gli avessero conservato il baule che aveva abbandonato l'estate prima.

“Grazie” disse semplicemente, poi salì di sopra, seguendo gli altri ragazzi.

Entrò nella camera di Ron, era come se la ricordava, non era affatto cambiata.

“C'è ancora un po' di puzza del Demone” brontolò Ron andandosi a sedere con Hermione sul letto.

Ginny si fermò sulla porta.

“Harry, se vuoi puoi portare il baule in camera mia, così mi aiutai a mettere un po' in ordine, sai ultimamente l'ho usata più del solito”

Harry si voltò e vide che Ron stava accarezzando i capelli ad Hermione, era meglio lasciarli un po' soli.

“Ehm... ok” disse, poi prese il baule e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Andarono fino alla camera della rossa.

Harry appoggiò il baule dietro la porta e Ginny fece scattare la serratura con un colpo di bacchetta. Il Prescelto sospirò, non aveva voglia di raccontare tutto a Ginny, non era ancora il momento, forse il giorno dopo, in seguito al funerale di Fred ci avrebbe pensato.

“Hai visto anche tu come si comporta mia madre, vero?”

Harry annuì, sollevato per il fatto che non dovesse raccontare degli Horcrux.

“Harry credo che la nostra famiglia non potrà mai più essere felice”

Quelle parole colpirono il ragazzo come una secchiata di acqua gelida.

Deglutì.

“Dovete provare a dimenticare, dobbiamo provare a dimenticare” disse avvicinandosi a Ginny e mettendole le mani sulle spalle.

“Non te ne andrai via, vero?” chiese all'improvviso.

Harry la guardò negli occhi nocciola, non ci aveva ancora pensato. Non aveva mai pensato al suo futuro dopo la caduta di Voldemort, dove sarebbe andato a vivere? A Grimmauld Place? Nella casa linda dei Dursley? No, lì di certo no, aveva vissuto troppo male in quella casa.

“Non lo so. Non voglio vivere qui a spese della tua famiglia” rispose.

“Ma non puoi nemmeno andartene via e vivere a Grimmauld Place, ci sono stati dei Mangiamorte là dentro, avranno di sicuro messo tutto a soqquadro. E poi sarai solo e...”

Harry sapeva dove la fidanzata voleva andare a parare.

“Ginny, devi ancora studiare un altro anno, ci penseremo quando tu avrai finito gli studi”

La ragazza incrociò le braccia al petto, arrabbiata.

“Non è questo il punto”

“E allora qual'è?” chiese Harry allontanandosi da lei.

“Ma... Perché non puoi rimanere qui? Proprio non ti capisco, potresti aiutare papà con il giardino e non vivresti a spese nostre”

“Perché...” no, non poteva dirglielo, soffriva già per la perdita del fratello, non poteva addossarle anche il suo dolore.

Lei lo guardò interrogativa.

Harry abbassò lo sguardo e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Andò in giardino, aveva bisogno di pensare.

Quella famiglia aveva già sofferto troppo per causa sua e non poteva sopportare di vedere ancora la signora Weasley in quello stato, Ginny aveva ragione, non sarebbero più stati felici. Era troppo duro vedere che gli altri gli sbattevano il proprio dolore in faccia, non poteva tollerarlo, non sapendo che se lui si fosse concesso prima a Lord Voldemort probabilmente un sacco di vite sarebbero state salvate.

“Non avresti salvato nessuno” disse una voce alle sue spalle.

Harry si voltò, era Hermione.

“Come...”
“Ho studiato un po' di Occlumanzia durante i nostri soggiorni nella tenda. Sai, non leggevo solo le Fiabe di Beda il Bardo” spiegò lei avvicinandosi a lui.

Il ragazzo cominciò a osservare un piccolo gnomo in mezzo alla siepe, imbarazzato.

“Io resto, sarebbe solo peggio se tornassi a casa mia. Dovresti fare lo stesso”

“Si, ma... Io non posso... Ginny è stata posseduta dal diario di Tom Riddle, il signor Wealsey è stato attaccato dal serpente di Voldemort, Bill è stato assalito da un lupo mannaro, George ha perso un orecchio e Fred è morto... E' un peso troppo grande per me”

“E' solo perché sei un codardo”

“Non sono un codardo!”

“Allora affronta il presente e smettila di piangerti addosso”

“Io non...” lo sguardo indulgente di Hermione lo fece zittire.

 

Passarono la giornata a riordinare le camere e Harry e Ginny non ebbero molto tempo di incrociarsi. Il loro primo incontro fu la mattina dopo, nella cucina della Tana.

“Cos'è quello?” chiese Ron indicando una macchiolina nera oltre la finestra.

Il puntolino divenne sempre più grande fino a quando un gufo non abbandonò le lettere vicino alla porta.

“Vado io” disse Ron, poco dopo tornò con quattro lettere dalle decorazioni verdi.

“Arrivano da Hogwarts!” esclamò, poi distribuì le lettere.

Harry la aprì in fretta, certo che fosse un invito al funerale di Piton che sarebbe stato seppellito vicino alla tomba bianca di Silente, ma fortunatamente la lettere riguardava ben altro.

 

Caro Signor Potter,

 

in quanto alla sua assenza al corrente anno scolastico la scuola è ben lieta di ospitarlo dal settembre prossimo per recuperare l'anno perso. Le ricordo che l'iscrizione al corso per Auror tenuto al Ministero necessita obbligatoriamente di tutti e sette gli anni di studio. Nel caso volesse riprendere l'apprendimento frequenterà la scuola con i i ragazzi di un anno più piccoli di lei e la lettera con il materiale da acquistare le verrà recapitata come di consueto a fine agosto.

 

Con la speranza che stia bene,

 

la preside, Minerva McGrannitt.

 

“Io non ci vado” disse Ron, “Dovrei perdere un anno della mia vita a Hogwarts mentre tutti quelli della mia età lavorano? E poi dovrei frequentare le lezioni con Ginny

“Ti faccio così schifo fratellino?” sbottò la diretta interessata.

“E' una buona occasione” disse Arthur.

“Io ci vado” intervenne Hermione, “Nel mondo babbano non saprei cosa fare e in quello magico senza aver completato gli anni di studio non potrò entrare al Ministero.”

“Io...” Harry non sapeva cosa fare, la proposta lo allettava parecchio e nel caso fosse tornato al castello non avrebbe nemmeno vissuto a spese dei Weasley, “Si, voglio diventare un Auror e con un anno mancante non mi faranno nemmeno partecipare ai corsi”

“Questo è lo spirito giusto!” esclamò la signora Weasley, sembrava davvero contenta, “Allora, Ronald?”

“Mmm... Non vedo altra scelta” disse alzando le spalle.

***

L'allegria della mattina fu portata via nel giro di poche ore e dopo pranzo cominciarono ad arrivare tutti i parenti per il funerale di Fred.

La famiglia si spostò sul retro del giardino. Una buca era già stata preparata, probabilmente, da George.

Il gruppo arrivò fino al tumulo di terriccio accatastato affianco alla buca, solo allora Harry notò l'uomo del Ministero che aveva celebrato il funerale di Silente, se ne stava lì, con la sua bacchetta impugnata in mano, senza provare un briciolo del dolore che ciascuno degli altri presenti sentiva in quel momento.

L'uomo levò la bacchetta e una bara in legno raffinato apparve dal nulla e si andò a inserire perfettamente nella buca creata nel terreno.

Harry sentì dei singhiozzi, si voltò e vide la signora Weasley piangere coprendosi il viso con un fazzoletto, poi il marito le cinse le spalle e lei sembrò tranquillizzarsi. Lo sguardo del ragazzo cadde su Ginny, non aveva versato una lacrima, mentre Hermione e Fleur entrambe accanto a lei avevano gli occhi lucidi, nonostante ciò ritenne che anche Ginny stesse male, così le si avvicinò e la strinse in vita con un braccio. Quel gesto bastò.

“Qualcuno di voi vuole dire qualcosa?” chiese il celebrante.

Nessuno rispose.

Harry sapeva che come lui tutti gli altri avevano qualcosa da dire, ma nessuno aveva il coraggio di farsi avanti. Avrebbe voluto dire che gli dispiaceva, che sarebbe stato sempre in debito con lui perché infondo se Voldemort era stato sconfitto era anche grazie a tutte le vittime della guerra; si sarebbe voluto scusare con George, che da allora non sarebbe più stato lo stesso George scherzoso di una volta e infine avrebbe voluto ricoprire lui la tomba con la terra, l'avrebbe voluto fare a mano, proprio come aveva scavato la tomba per Dobby. Eppure aveva la lingua annodata e i muscoli contratti, riusciva solo a sentire il calore del corpo di Ginny e qualche singhiozzo.

Il dipendente del Ministero alzò la bacchetta e con un gesto fluido sollevò il tumulo di terra andando a coprire la tomba di Fred.

Harry strinse Ginny più forte, cercando di bloccare quelle lacrime che probabilmente sarebbero cadute.

L'uomo del Ministero sorrise, cosa avesse poi da ridere proprio in quel momento Harry proprio non lo capiva.

Gli sguardi di tutti erano tristi, i loro occhi erano inondati di lacrime e Harry dovette lottare con tutte le sue forze perché non gli rigassero il viso.

“Adesso può andare, grazie” disse il signor Weasley con una voce roca e debole che Harry non gli aveva mai sentito, “Al resto pensiamo noi”

Poi l'uomo fece un cenno del capo e si diresse dall'altra parte del giardino sparendo dalla vista di tutti.

Arthur sussurrò qualcosa a Molly e poi tutti e due tornarono indietro, probabilmente rientrarono in casa, la stessa cosa fecero tutti gli altri, Rimasero solo più Harry e Ginny, ancora abbracciati e Fred, sempre in piedi e immobile, come se fissare la tomba del gemello lo aiutasse a stare meglio.

“Vi lascio soli” disse Harry in un bisbiglio appena percettibile.

“No” rispose Ginny, “resta, ti prego”

Harry annuì e si avvicinò piano a George, non disse niente, non ce n'era bisogno, George sapeva già tutto quello che Harry avrebbe voluto dire.

Ginny abbracciò il fratello da dietro e lui parve ridestarsi, si voltò verso di lei e rispose al suo abbraccio.

Harry si accovacciò a terra e fece apparire dal nulla una pietra grossa e piatta, poi con un colpo di bacchetta incise la scritta: Fred Weasley, un ragazzo che ha perso la vita nella battaglia contro Voldemort, un ragazzo che nessuno potrà mai dimenticare.

“Grazie” disse George mentre Harry si alzava e si toglieva un po' di terra dai pantaloni, la sua voce parve stranamente naturale.

Per la prima volta dalla battaglia di Hogwarts Harry lo guardò negli occhi, non erano affatto lucidi e non aveva nemmeno le guance arrossate: non aveva versato una lacrima. George era un ragazzo forte, molto più forte di quello che Harry credeva.

“Ho dovuto farlo, glielo dovevo” disse Harry e purtroppo la sua voce non parve naturale come quella di George.

“Vi lascio al vostro discorso fra uomini” disse Ginny, poi accennò un sorriso e fece una cosa che Harry non le aveva mai visto fare, diede un bacio sulla guancia al fratello.

Quando Ginny fu a debita distanza Harry chiese:

“Cosa le sta succedendo?”

George scrollò le spalle e si sedette sull'erba a gambe incrociate, davanti alla tomba del gemello, Harry lo imitò.

Il Prescelto guardò il tumulo di terra fresca, se solo pensava che lì sotto c'era l'esatta copia della persona seduta accanto a lui...

“Non è colpa tua” disse George come se avesse intuito quello a cui Harry stava pensando.

“Non posso non pensarlo”

“Lo so, ma potresti almeno provare a non pensarlo in continuazione, so come ti senti”

Era vero, George era affianco a Fred quando era morto, non poteva non credersi responsabile anche in minima parte, Harry non aveva mai pensato a questo.

“Mi spiace” disse Harry, non riuscì a trattenersi, scusarsi era il minimo che poteva fare.

“Dovrei ringraziarti invece, ho perso Fred, è vero, ma l'avrei perso ugualmente se tu non avessi sconfitto Voldemort. Lui è morto per far vivere meglio tutti noi, non dobbiamo essere tristi”

“Non ti manca?” non appena quelle parole gli affiorarono dalle labbra si diede dell'idiota.

“Certo” sorrise George, “Ma la vita continua, no? Non posso fermarmi e pensare al passato, se no sarebbe come se fossi morto anche io. Devo pensare al futuro adesso e Fred sarà sempre con me, ne sono certo.”





Note:
Ciao a tutti! Rieccomi! Ce l'ho fatta a pubblicare oggi e sono davvero contenta che il primo capitolo vi sia piaciuto :)
I capitoli saranno tutti più o meno di cinque pagine poi potrà capitare che sfori di una pagina in eccesso o in difetto, ma a grandi linee la dimensione è questa di questo capitolo.
Spero di non avervi annoiati o altro
Fatemi sapere come vi sembra questo secondo capitolo c:

A presto
  
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