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Autore: fonzie19    05/05/2015    1 recensioni
Ross O'Ryan è una ragazza di diciassette anni di Belfast, Irlanda del Nord, nel 1978. Stanca della scuola, della famiglia che, sulle orme di suo padre, vorrebbe che diventasse avvocato e dei suoi amici, che lei stessa definisce "chiusi di mente", con i risparmi di una vita prende il fatidico volo per l'Inghilterra, per andare ad abitare dal fratello di suo padre, il cui indirizzo è stato ritagliato da una lettera trovata in un cassetto. L'unica cosa che, forse, sarebbe stato meglio sapere è che quella lettera era stata scritta da suo padre dieci anni prima e che gli inquilini della casa che era stata di Eric O'Ryan ora sono i Taylor, famiglia dal rampollo originale, vivace e con sogni grandiosi in testa...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Durante il volo, Ross venne assalita dai dubbi.
Pensò che forse, alla fine, le sarebbe mancata sua madre, suo padre e perfino i dispetti di sua sorella. E se suo zio non avesse voluto riconoscerla? E se fosse diventato moralista come suo padre? E se l'avesse rispedita a casa?
Temendo di aver perso l'indirizzo, frugò nelle tasche del suo cappotto di camoscio e tirò fuori un foglietto di carta frettolosamente strappato, che indicava una casa nel quartiere periferico di Hollywood, a Birmingham. Sperò solo che la casa non fosse troppo in periferia e che non fosse troppo piccola; dormire sul divano non le sarebbe dispiaciuto, ma se suo zio avesse avuto una fidanzata come diavolo avrebbe fatto? Divenne rossa al solo pensiero di vedere signore più o meno dell'età di sua madre girare mezzo nude per casa. 
Certo, era scontato che prima o poi si sarebbe trovata un suo appartamento, avrebbe ovviamente mollato la scuola e si sarebbe cercata un lavoro per potersi permettere i famosi concerti e...
Signore e signori, vi preghiamo cortesemente di allacciare le vostre cinture di sicurezza; saremmo a Londra tra circa dieci minuti.
Ross sorrise nervosamente alla hostess e fece come le era stato detto, poi per qualche secondo dimenticò i problemi “futuri” per concentrarsi su quello più vicino: sopravvivere all'atterraggio.

Birmingham e Londra distavano circa un'ora e Ross fece appena in tempo a prendere l'ultimo pullman per la città; durante il viaggio la sua ansia si acuì e quando giunse a Birmingham era quasi sul punto di vomitare. 
Scese dal pullman che era pallidissima e si riappropriò della sua valigia, rendendosi conto in quel momento che avrebbe dovuto attraversare la città quasi buia con quel peso morto in mano.
Sì, perché nella sua fredda di andarsene di casa, aveva preso il volo delle cinque di sera, era arrivata a Londra che erano quasi le sette e giungeva a Birmingham che erano le otto e mezza.
La città brulicava di gente, non sembrava poi così diversa da Belfast; chiese a diverse persone indicazioni per Hollywood e per la via che stava cercando, finché non giunse a un edificio di mattoni. Controllò due volte il numero civico e la via per essere sicura di non sbagliare e si strinse nel suo cappotto: la notte non era poi così fredda, ma stava iniziando a gocciolare.
Spinta da un coraggio che non sapeva di avere e da una decisione che le segnò il viso, suonò il campanello.
Risuonarono varie voci all'interno dell'abitazione, e poi si aprì la porta d'ingresso.
Se ad aprire la porta fosse stato un robot, Ross non si sarebbe sorpresa di più di quel che vide; all'inizio pensò di aver sbagliato casa. Ma no, impossibile, aveva controllato tre volte l'indirizzo!
Era preparata al fatto che ad aprire potesse essere un uomo di mezza età, un vecchio, una signora o perfino una ragazza sulla ventina; ma ad aprire era stato un ragazzo sulla ventina, al che Ross prima pensò che potesse essere suo cugino, poi addirittura il compagno di suo zio, e poi il ragazzo parlò.
Buonasera signorina – le disse con un sorrisetto – cercava?
Buonasera, il signor O'Ryan vive qui?
Il ragazzo rimase perplesso per qualche terribile secondo, e la ragazza pensò di aver sbagliato indirizzo, ma ciò che disse dopo fu anche peggio.
Il signor O'Ryan? Viveva qui una decina d'anni fa, che io sappia... ma che stupido – disse mentre sul suo viso si apriva un altro sorrisetto- io le parlo dalla porta e lei è fuori sotto questa pioggia! Perché non si accomoda un secondo, mentre io vado a chiede a mia madre del signor.. O'Ryan?
Esattamente, O'Ryan – disse Ross con una certa enfasi mentre entrava.
L'ingresso era piccolo, con un appendiabiti dietro al portone sul quale erano appesi giubbotti in jeans e in pelle che dovevano appartenere al ragazzo e un parka scamosciato della madre. Le pareti erano state imbiancate da poco e in fondo si notava una scala, mentre ai lati del corridoio si aprivano diverse porte. In una di esse era scomparso un ragazzo sulla ventina, alto, dai capelli scuri e un po' lunghi sugli occhi, dal naso delicato e gli occhi castani che l'aveva fatta entrare. 
Ross dovette attendere solo pochi secondi e una donna di mezza età dall'aria bonaria ma severa, con un grembiule da cucina legato sui fianchi, si affacciò da una porta sulla destra.
Buonasera – salutò Ross cortesemente
Buonasera, signorina - rispose la donna in maniera gentile – mi ha detto mio figlio Nigel che lei cercava del signor O'Ryan...
Sì – specificò la ragazza – sarebbe mio zio.
La signora la guardò per qualche istante, poi disse: - Io sono Agnes Taylor – aggiunse porgendole la mano – prego, mi segua nel salotto, cara, la lascio un attimo sola con il mio figliolo, sa, deve arrivare mio marito e vorrei che al suo arrivo la cena fosse pronta... gradisce il pollo?
Sì – fece la ragazza un po' confusa.
Benissimo, allora ne aggiungerò un'altra coscia per lei.
Ma no – fece Ross imbarazzata – non si disturbi...
Ma la padrona di casa era tornata in cucina lasciandola sola, come annunciato, con Nigel, come lo aveva chiamato sua madre.
Dunque... ehm... Nigel, vivi qui? - disse passando dal lei al tu.
John – la corresse studiandola – il nome Nigel non mi è mai piaciuto granché... e sì, vivo qui. Tu, invece da dove arrivi?
La domanda era una pura formalità dato che dall'accento e dai capelli dal colore fiammeggiante Nigel, o meglio, John, aveva già capito la provenienza della ragazza. Gli sembrò comunque doveroso farle alcune domande sulla sua vita, nonostante da una rapida occhiata avesse già capito metà della sua storia.
Aveva circa diciassette anni, era di media statura, dai capelli rossi e gli occhi grigi. Il viso era tipicamente scandinavo, con zigomi alti, occhi piccoli e labbra ben disegnate. I tratti non erano particolarmente delicati, e indicavano una grande forza di volontà.
“A giudicare dalla valigia e dal fatto che il nuovo indirizzo di suo zio le sia sconosciuto, dev'essere scappata di casa”.
E, come già sappiamo, non sbagliava di molto.
Belfast, Irlanda del Nord – gli disse lei guardandolo in modo aperto e diretto, confermando le sue supposizioni.
Tendendogli la mano, gli disse ancora: - Rossana O'Ryan, ma ti prego – disse con una certa enfasi – chiamami Ross.
Ross... dovremmo avere all'incirca la stessa età...
Credo di... sì – rispose lei scrutandolo con nuova attenzione – devi avere, quanti anni.. venti? Diciannove?
Diciotto – rispose John, lusingato che gli avessero dato due anni in più del dovuto.
Anch'io diciotto! - disse lei sorridendo per la prima volta da quand'era entrata in casa – be'... - soggiunse correggendosi con un'aria vagamente imbarazzata – non ancora compiuti...
John aprì la bocca per dire qualcosa, ma in quell'istante si sentì rumore di chiavistello, al che il ragazzo le si avvicinò e le disse un po' agitato:- Odora la giacca un attimo.
Lei lo guardò come se fosse pazzo.
Ti prego! - disse lui con voce preoccupata – dimmi se puzzo di fumo!
Ah – rispose lei sollevata, si alzò dalla poltrona e poggiò la faccia sulla sua giacca, inspirando profondamente – no, non mi...
Nigel! - interruppe una voce di uomo – che fai, ti dai da fare con le ragazze?
Nigel, o meglio, John, abituato com'era a quelle battutine, rispose impassibile:- Stavo aiutando la nostra ospite – la quale era diventata di un colore imprecisato tra il rosso dei suoi capelli e il viola – ad alzarsi, quando...
Jack! - fece la voce della donna che aveva accolto Ross in casa – non mettere in imbarazzo la nostra ospite!
Chiedo umilmente perdono – disse l'uomo con un sorriso pacato, porgendo la mano alla ragazza – Jack Taylor, padre di questo scapestrato- disse sorridendo al figlio – e marito della donna meravigliosa che ci sta preparando la cena.
Jack...- fece Agnes Taylor avvicinandosi per ricevere un bacio dal marito. 
Poi, messa un po' in imbarazzo dalla manifestazione di affetto davanti a un'ospite, annunciò che la cena era servita e pregò il figlio di guidare...
Scusi signorina, come ha detto che si chiama?
Ross, che in realtà aveva detto il suo nome soltanto a John, si affrettò a rispondere:- Rossana.
… Rossana nella piccola sala da pranzo adiacente alla cucina.
  
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