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Autore: Fireslot    12/05/2015    2 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Bang!_%28gioco_di_carte%29]
Seguito della Prima Stagione: Willy indaga ancora sul losco Lucky Duke, dopo essere stato coinvolto in travagliate peripezie a suon di pallottole! Riuscirà a scoprire qualcosa? Il suo viaggio sarà un buco nell'acqua? E chi è il misterioso cecchino in nero? Carlson gli da ancora la caccia? Dove sono tutti gli altri personaggi, tra buoni e cattivi?
Ogni carta verrà scoperta in "Bang! - L'avventura di Willy the Kid"
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: Confrontando cicatrici di guerra
 
Una delle cose più importanti che Sid Ketchum aveva imparato nell’esercito era che non esisteva coltre migliore di un luogo affollato per nascondere una conversazione privata. Il suo saloon era un trionfo di canti, sbevazzamenti e sguaiate risate, il tutto accompagnato dal suono frenetico di un pianoforte: il clima ideale per passare riservatissime informazioni all’avido garzone messicano.
Pedro discese le scale con riservatezza e con il volto abbassato dalla preoccupazione: il suo capo l’aveva chiamato con urgenza e ben sapeva che, se qualcosa impensieriva il barista, l’aria avrebbe presto puzzato di cimitero^.
«Stammi bene a sentire, Pedro:» ordinò il padrone, «sella Elsa e raggiungi Kid il prima possibile. Galoppa verso sud, lo troverai ad Austin.»
«Se davvero è così urgente, padrone, perché sellare la mula? Non posso andarci a cavallo?»
«Quante volte dovrò ripeterti questa tiritera? Sei un messicano dal lato sbagliato del Rio Bravo*, a cavallo daresti nell’occhio. Devi riportare a Willy queste esatte parole.»
Sussurrando all’orecchio a sventola del pacioccone, Sid svelò ogni segreto appreso in quella settimana di indagini. Accettando la sfida lanciata dal suo pupillo, aveva messo a disposizione le sue doti di investigatore per scoprire chi potesse aver acquistato un mirino per scagliare calibro 45 con grande precisione. Ketchum avrebbe potuto contare sulle dita tutti gli empori in grado di procurare una merce così rara: con le rapidissime diligenze Wells Fargo, spedire e ricevere missive da ciascuno di loro non si era dimostrata un’impresa difficoltosa. Con le liste degli acquirenti alla mano, l’investigatore aveva passato al vaglio tutti i clienti ormai dotati dello strumento di precisione. Gli era bastato trovare un nome per andare a colpo sicuro, ma avrebbe preferito non leggerlo affatto: se un uomo come quello fosse stato davvero in possesso di un aggeggio tanto pericoloso, perfino Kid si sarebbe trovato in grave pericolo. Non potendo raggiungerlo in nessun modo, Sid decise di risparmiare tempo inviando il suo compagno fidato, sperando che Willy non si fosse già cacciato in un guaio troppo grosso.
Una volta ricevute le istruzioni, Pedro si preparò per il viaggio e, con la sella in spalla, salutò il suo padrone e si diresse alla soglia del saloon. Non fece in tempo ad aprire le antine che si scontrò contro la mole di un omone dalla peluria brizzolata. Rispose a uno sguardo cagnesco con un cenno della testa e delle scuse frettolose, per poi lasciarsi alle spalle il locale.
Il nuovo ospite tintinnò gli speroni fino al bancone, dove poggiò i gomiti e ordinò con tono militare: «Una birra, di quelle che riportano in vita i morti.»
Approfittando della necessità di doversi girare per prendere un boccale, Ketchum lasciò scivolare un’imprecazione tra i denti: l’uomo seduto di fronte a lui era l’ex comandante dei Ranger e tenente colonnello degli unionisti* Kit Carlson^. Ricordando i pessimi trascorsi tra quel piedipiatti e il suo pupillo, dedusse che Carlson fosse sulle tracce di Kid, perciò al barista toccò guadagnare tempo.
Posando la pinta schiumante, esibì un largo sorriso sornione, esclamando: «Il mondo è davvero piccolo, tenente colonnello!»
Il Ranger lo squadrò perplesso e rispose atone: «Ci conosciamo, forse?»
«Non ci siamo mai incontrati faccia a faccia, ma nella mia divisione lei era una leggenda. Sono il caporale Sid Ketchum, unità spionistica.»
«Ha ragione nel dire che non ci siamo mai incontrati, una faccia come la sua non si scorda facilmente.» borbottò Carlson, con l’aria di chi volesse star solo con i propri pensieri.
Sid rispose all’insulto con una risata forzata. Detergendosi i baffi dalla schiuma, Carlson bofonchiò sospettoso, «Come mai ha abbandonato le armi, caporale?»
La speranza di scazzottare un disertore si dissolse quando Sid sollevò il bastone da passeggio in segno di resa.
«Una ferita mi ha reciso un tendine del ginocchio.» spiegò, «Non posso più piegarlo e non occorrono uomini zoppi all’esercito.»
«Immagino avrai avuto una medaglia al valore. Come mai non l’hai appuntata?»
«Ho pensato fosse più saggio impegnarla, spillata al petto non sarebbe servita granché.»
Prim’ancora che Kit potesse controbattere severamente con un passo del suo personale codice d’onore, Ketchum lo bloccò: «Entrai volontario nell’esercito per ammonticchiare un gruzzolo per la vecchiaia, invece ho guadagnato una ferita indelebile. Per lo meno, con quei trenta etti d’oro, mi sono permesso questo piccolo angolo di paradiso.»
Voltandosi per ammirare il “Ketchum’s Saloon”, Carlson constatò: «In effetti devo farle i miei complimenti, caporale: è uno dei più bei saloon in cui abbia mai messo piede.»
«La ringrazio, signore. La birra è omaggio della casa.»
Kit alzò la pinta in segno di gratitudine e, ingollato un altro po’ d’orzata, domandò al barista se si volesse unire a lui in un brindisi, per onorare le giacche blu.
«Ne sarei tentato, signore, ma qualcuno deve tenere d’occhio questi ragazzacci.» si scusò Sid, indicando i chiassosi clienti, «I prezzi delle ristrutturazioni sono schizzati e i bambini non possono essere lasciati senza la supervisione di un adulto.»
«Peccato, caporale.»
Anche se non l’avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, Carlson stava trovando piacevole quella conversazione. Sid Ketchum si era dimostrato il volpone che era: rievocando vecchie storie di guerra, avrebbe tenuto il Ranger inchiodato al saloon per settimane.
«Quanti anni ha speso sotto l’esercito?», domandò spontaneamente l’ex ufficiale.
Concedendosi il tempo necessario per contarli, il barista rispose scuotendo la testa: «Ho iniziato a diciotto anni e la signora che ha reciso il legamento crociato* mi ha colpito all’età di ventotto. Iniziai nel corpo di fanteria, ma mostrai al mio capitano che il mio cervello era un’arma ben più letale del fucile, così mi spostarono di reparto. E lei, signore?»
Carlson sbuffò vigorosamente: «Rivangare il passato mi fa sentire una mummia. Cominciai a sedici anni e non ho mai smesso di servire l’Unione. Arrivato a venticinque, ero già primo capitano di brigata: decisi che, oltre a servire gli Stati Uniti, avrei dovuto impegnare le mie doti di soldato per portare l’ordine tra i cittadini. L’esercito non mi permise di confinarmi in una contea come sceriffo o Marshall, perciò mi arruolai nel corpo dei Texas Ranger. Loro sì che sono una forza dell’ordine: ogni pard* che mi è stato assegnato ne sapeva una di più del diavolo. Veri professionisti!»
«Non come i ragazzi che si uniscono alle giacche blu: un mucchio di tonti che spera di guadagnare onore e gloria con una Sharp*^ tra le dita.»
In segno di complicità, Carlson chinò la testa e vuotò il boccale. Posato sul bancone, continuò con gusto quella conversazione con l’ex commilitone: «In che battaglia ti hanno ferito il ginocchio?»
«Fu quando gli yankee scacciarono i Navajo dal Texas. Se non ricordo male, lei era al comando di quella retata.»
«Puoi dirlo forte, per quell’impresa mi fregiarono del titolo di tenente colonnello. Una notte di fuoco, la ricordo come fosse ieri.»
Sid decise di stuzzicare il suo ospite con una domanda di cui ben conosceva la risposta: «E lei? Ha riportato qualche ferita, quella notte?»
Come volevasi dimostrare, Carlson lanciò un’occhiata truce al barista, poi sollevò la manica destra della camicia fino al gomito: all’altezza dell’articolazione, troneggiava la punta di una cicatrice biancastra, sottile e acuminata come un aculeo.
«Questa che vedi» spiegò, «non è che l’estremità di una ferita che parte dalla spalla. Un piccolo bastardo del loro villaggio di cani rognosi mi sorprese alle spalle con un coltellaccio. E con bastardo intendo proprio un bambino bianco, non un Navajo: quei selvaggi rapivano i nostri figli per educarli alla loro primitiva civiltà.»
Con un’interpretazione degna dei migliori attori britannici, Sid simulò grande stupore: «Un bambino bianco? Incredibile… E lei come ha reagito all’agguato?»
«Quando qualcuno mi colpisce a tradimento e non mi uccide, sente sempre la stessa frase: “Vangelo secondo Kit Carlson: mai colpire alle spalle un Texas Ranger”. Gli ho sferrato un man rovescio e quel serpente è precipitato giù da una scarpata.»
«Roba da non credere.»
«Di incredibile c’è ben altro: dopo il mio congedo, venni a sapere che il coyote era sopravvissuto alla retata e che ancora oggi scorazza libero per le piste, così gli ho dato la caccia in lungo e in largo. Dopo interminabili ricerche scoprii finalmente come si chiama.»
Ancora una volta, Sid recitò magistralmente: «Qual è il suo nome?»
«Willy the Kid.»
«Lo stesso uomo che ha salvato il governatore?»
Carlson mugugnò infastidito: «Detesto quel velenoso burocrate! Mi ha messo i bastoni tra le ruote un sacco di volte. Anche quando ero sul punto di ingabbiare Kid una volta per tutte, quel pomposo politicante dei miei stivali si è messo in mezzo. Quanto mi piacerebbe sbarazzarmene.»
A sentire quanto disprezzo sputava il Ranger sul governatore, Sid si maledisse per non aver trattenuto Pedro abbastanza a lungo da riferire quell’informazione. Prima che potesse aprir bocca, Carlson lo freddò con una domanda: «Mi è giunta voce che Kid sia passato da queste parti. Voi ne sapete niente?»
Ketchum si concesse ancora una volta il piacere di infastidire il comandante: «Oh sì, signore. L’ho servito io stesso, proprio nello stesso punto in cui lei poggia i gomiti ora.»
Prevedibilmente, Kit scostò le braccia dal ripiano e chiese acremente: «Vi ha detto dov’era diretto?»
«No, signore, sfortunatamente si è seduto all’ora di punta, non ho potuto scambiarci una sola parola. Ma corre voce che fosse diretto a sud, verso Odessa. E’ stato qui una settimana fa, forse può ancora intercettarlo.»
Balzando dallo sgabello con tripudio, Kit ringraziò il barista: «Caporale, lei è un uomo in gamba! Mi sarebbe piaciuto incontrarla sotto le armi. Parto immediatamente.»
«Il suo destriero è un’Appaloosa* a macchie marroni?»
«Accidenti, è così! Come avete indovinato?»
«Perché è la cavalla più stanca legata al mio steccato.» spiegò Sid, indicando Bimba evidentemente sfiancata e assetata dal galoppo.
Carlson si lasciò sfuggire un’imprecazione ma il barman lo consolò: «Capisco che abbiate fretta, ma azzoppare la cavalla sarebbe un rischio alto. Date retta a me: prendetevi un giorno di tregua, così domani potrete ripartire in forma e rifornito. Posso darvi una camera a un prezzo ragionevole e la colazione ve la offro io, in memoria delle vecchie battaglie.»
Dopo un attimo di riflessione, Kit fu tentato dal diavolo e accettò l’ospitalità. Con la promessa di pagare un’altra birra al suo ritorno, portò la sua fidata Bimba alle scuderie per concederle di riprendere fiato, lasciando il barista da solo con la sua chiassosa clientela.
Sid Ketchum scoppiò in una sadica risata: «Non mi sorprende che fosse tenente colonnello: solo un idiota come lui può far carriera nell’esercito.»
 
*Note:
  • Il Rio Grande, anche detto Rio Bravo, è un fiume di 3000 km che taglia gli Stati Uniti dal Colorado al Texas, nel quale disegna precisamente il confine col Messico, nella cittadina di El Paso. E’ il terzo fiume più lungo degli U.S.A.
  • Gli Unionisti, o Yankees, sono i vincitori della guerra civile che vide stati del sud contro quelli del nord: diedero loro  i natali ai 50 Stati Uniti d’America. Erano chiamati “giacche blu” per il colore della loro divisa. Oggi il termine “yankee” è un sinonimo dispregiativo per appellare gli americani.
  • Va bene, sono stato impreciso nel testo, ma questa nota è molto noiosa. I legamenti crociati sono tendini cartilaginei che costituiscono l’articolazione del ginocchio. Sono due, anteriore e posteriore, e chi ha fatto sport a livello agonistico sa quanto facilmente si possano rompere. Anche se la nomenclatura di questi legamenti risale al 3000 a.C., Sid non è un medico e la sola cosa che gli importa è che ne ha perso uno!
  • Il termine “pard” è il diminutivo di “partner”, i Ranger lo usavano per indicare il loro compagno, appunto.
  • La carabina Sharp è un fucile ad avancarica che nel West era assegnato come dotazione nell’esercito. La nota di rimando alla prima stagione ^ richiama il “Capitolo 2: I disperati di Las Cruces”, dove troverete una dettagliata descrizione.
  • L’Appaloosa è una razza di cavallo tipica degli Stati Uniti, famosa per il suo manto maculato. Non è un cavallo dalle prestazioni da record tipiche dei Mustang, ma è elegante e facile da domare. Nell’edizione originale di Bang! la carta blu Mirino era chiamata Appaloosa e diminuiva la distanza degli altri giocatori di un punto.
 
^Rimandi alla prima stagione:
  1. Per conoscere meglio il duo Sid-Pedro, leggete il “Capitolo 8: Un’altra birra, Sid Ketchum”.
  2. La prima apparizione dell’epico Carlson la trovate nel “Capitolo 4: Sulle tracce di Willy the Kid”
  3. Come sopra, “Capitolo 3: I disperati di Las Cruces”
 
Questo capitolo è, molto banalmente, dedicato a Elly Priest: il ritorno del vecchio Carlson volevo renderlo un po’ più spassoso… e come fare, se non con un testa a testa con il mio favorito Ketchum?
Nella speranza che il capitolo vi sia piaciuto, ne approfitto per salutare e consigliare a tutti voi Sheep01 , i cui scritti sono ottimi per tutti gli amanti degli Avengers cinematografici e per chi, come me, adora più di tutti il semplice Occhio di Falco!
Grazie ancora a tutti voi, lettori silenziosi e implacabili lettori.
 
Howdy!
   
 
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