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Autore: __Lunatica    16/05/2015    2 recensioni
Nella vita ci sono sempre delle scelte da fare, non sempre si può scegliere la strada più semplice, ma sicuramente Ester scelse la strada più pericolosa. Ester è una ragazza come tante, ma è anche una grande amica del magico trio e di tutta la famiglia Weasley. Cosa può arrivare a fare una ragazza di appena sedici anni per tenere al sicuro le persone che ama? Cosa perderà a causa delle sue scelte? Chi le rimarrà accanto? Quali amicizie finiranno e quali inizieranno quasi per caso?
Questa storia si svolge durante il sesto anno del trio, che è anche il sesto anno di Ester e in parte seguirà gli avvenimenti della storia originale mentre alcuni dettagli saranno aggiunti o cambiati.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, personaggio, Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ester: Tell You the Truth'
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I promise you


-Sbrigati Ester o faremo tardi come al solito- 
Sbuffai rumorosamete all'ennesimo rimprovero di mio padre, come se fosse colpa mia il ritardo, se mia madre mi avesse svegliato all'ora prevista allora non starei ancora facendo le valigie e sarei già pronta per partire. Non era di certo colpa mia se quel dannatissimo baule non voleva saperne di chiudersi e io ero stufa di saltarci sopra. 
-Ester- mi chiamò di nuovo mio padre, stavo per rispondere, e non mi maniera del tutto educata, quando mia madre entrò in camera e vedendomi saltellare sul baule iniziò a ridere. Ma grazie madre, ti diverte così tanto vedermi in difficoltà? 
-Bambina mia, ti sei portata tutta casa dietro? Scendi che ci penso io- disse e una volta scesa dal baule le bastò agitare mollemente la bacchetta per farlo chiudere di scatto. Dannatissima legge che mi vietava, ancora per poco, di fare magie fuori dai confini di Hogwarts io ti odio profondamente.
-Grazie mamma- le dissi e fece levitare il baule per portarlo giù in salotto inseme a le valige sue e di mio padre. 
-Finalmente- esultò lui -Possiamo andare ora?- chiese esasperato come se fosse lui il cretino che ha passato la passata mezz'ora a saltare sul suo baule come un babbuino in preda ad una crisi epilettica e poi quando sia io che mia madre annuimmo ci smaterializzammo proprio davanti la Tana. 
All'improvviso sentii l'ansia salire e il cuore iniziare a battermi più forte, possibile che mi facesse più paura affrontare i miei amici piuttosto che il Signore Oscuro? Si, era possibilissimo considerato che gli amici in questione erano i miei amici pazzi e facilmente irritabili. 
L'ultima volta che li avevo visti eravamo appena scesi dal treno e ci stavamo salutando sul binario nove e trequarti, avevo promesso di scrivere loro numerose lettere e che li sarei andata a trovare il prima possibile. Invece ero scomparsa nel nulla, senza vederli e senza farmi sentire neanche con una misera lettera di due misere righe tanto per confermare che stessi bene, ma non era stata colpa mia, ero stata occupata per tutta l'estate tra l'allenamento fisico con Malocchio, le lezioni di Occlumazia e legilimanzia con Piton, le lezioni di memitizzazione con Tonks e le lezioni di Difesa contro le Arti Oscure con Remus.
Era stata un'estate tutt'altro che rilassante e piacevole per me, eppure ora ero lì, davanti alla loro porta e cercavo di ricordare i numerosi discorsi patetici che mi ero preparata negli ultimi giorni senza ricordare neanche una di quelle frasi patetiche che dovevo dire per chiedere umilmente perdono per la mia assenza. 
Iniziai seriamente a meditare una fuga dell'ultimo momento, dopotutto rifuggiardi in Burundi con una falsa identità non mi sembrava un'idea da scartare il quel momento, magari mi sarei trovata bene a vivere tra gente semi nuda e a famigliarizzare con varie specie di animali pericolose.
Quando mio padre bussò mi distrasse dai miei pensieri e vennero ad aprire immediatamente la porta. Due teste rosse appartenenti a due persone praticamente identiche urlarono a squarciagola annunciando il nostro arrivo e vennero ad abbracciarmi calorosamente prima di rifilarmi un bel pungno sulla spalla destra, uno ciascuno. 
Mi lamentai appena e loro mi guardarono in cagnesco, io sorrisi innocentemente assumendo la mia famossisima espressione da cucciolo maltrattato ingrandendo i miei occhioni verde smeraldo e sporgendo appena il labbro inferiore cercando di farli calmare, senza, ovviamente, ottenere alcun successo. 
-Per le mutande di Merlino che fine avevi fatto?- chiese urlando George. 
Io cercai, con uno sguardo supplichevole, l'aiuto di mio padre che da bravo codardo senza boccini entrò in casa alzando le spalle, questa gliela avrei fatta pagare sicuramente. Mia madre mi guardò incoraggiante e poi seguì mio padre. 
Tornai a guardare i gemelli che attendevano ancora una mia risposta e quando mi decisi a rispodere Fred, sorprendendomi, mi soffocò con un abbraccio dicendo -Ok, ti perdoniamo, ma ci hai fatto spaventare a morte, pensavamo che ti fosse successo qualcosa di grave, non farlo mai più, intesi?- 
-Scusatemi ragazzi io...- 
-Ester- fui interrotta da un grido che mi fece gelare letteralmente il sangue. Harry Potter in persona, quello che per me era diventato ormai come un fratello, si stava dirigendo verso di me con uno sguardo da omicida pazzo e scatenato. Io mi nascosi dietro i gemelli che si misero a ridere di gusto vedendo il mi sguardo terrorizzato. 
-Harry, calmati, posso spiegarti tutto ok- iniziai -Ehi stai calmo, abbassa quella bacchetta dai, lo sai meglio di me che non puoi fare incantesimi- aggiunsi quando tirò fuori la bacchetta e iniziò a guardarmi con uno sguardo degno della pazza e scatenata Bellatrix Lestrange 
I gemelli, coloro che mi avrebbero dovuto difendere dalla sua ira, coloro che conoscevo da quando avevo il pannolino, si spostarono facendomi trovare faccia a faccia con il nemico che sembrava intensionato ad affatturarmi. 
-Brutta troll di montagna che non sei altro...- iniziò il moro
-Ehi vacci piano con gli insulti signorino- lo bacchettai io, commettendo un grossissimo errore dato che i suoi occhi parvero infiammarsi per la rabbia.
Fortunatamente a salvarmi da quella situazione arrivò Hermione che si buttò letteralmente sopra di me abbracciandomi fino a non farmi più respirare per un paio di minuti mentre iniziava a parlare a rafica rimproverandomi e minacciandomi di una morte lenta e dolorosa per la mia assenza che, sue testuali parole, l'avevano terrorizzata più di Lord Voldemort in persona. Poi si staccò e venni travolta dalla, ormai non tanto piccola, Ginny che, come i gemelli, mi diede un pugno sul braccio per poi abbracciarmi calorosamente. 
-Avete finito di picchiarmi- mi lamentai borbottando quando anche Ron provo a darmi uno schiaffetto sulla spalla, con scarso successo, dato che riuscii a schivarlo. 
-Guarda George, Ronnino non riesce neanche a picchiare una femminuccia- disse ridendo Fred
-A chi hai dato della femminuccia, Weasley?- chiesi guardandolo con uno sguardo da omicida 
-Non a te mio piccolo maschiaccio- disse lui fingendosi terrorizzato e alzando le mani al cielo prima di scoppiare a ridere seguito da me e da tutti gli altri. 
Mi guardai intorno e mi resi conto di quanto mi fosse mancato stare e ridere con loro, ma mi resi conto che mancava all'appello una persona. Harry infatti era rientrato in casa. Mi rabbuiai appena ed Hermione lo notò immediatamente.
-Stai tranquilla ok? E' solo un po' arrabbiato, gli passerà subito, ti vuole troppo bene per tenerti il muso ancora a lungo.- mi sussurrò all'orecchio e io sorrisi appena. 
Entrammo in casa ridendo ancora, mentre Ron, offeso ci guardava torvo. Salutai il signor Weasley e rassicurai la signora Weasley sulla mia salute dato che, a parer suo, ero dimagrita troppo nel corso dell'estate. Avrei sfidato Merlino in persona ad allenarsi con quel pazzo di Malocchio senza perdere almeno un decina di chili. Non che la cosa mi dispiacesse, ma sarebbe staro anormale se non fosse successo.
Dopo aver sistemato il mio baule nella stanza che avrei condiviso con Ginny ed Hermione decisi di raggiungere la stanza di Ron dove, ne ero certa, avrei trovato Harry.
Come previsto lo trovai seduto sul suo letto con uno sguardo perso nel vuoto fisso davanti a lui. Quando mi vide non disse niente e si girò dall'altra parte. Alzai gli occhi al cielo e mi sedetti accanto a lui. Perchè doveva rendere tutto così complicato? Non poteva darmi un pugno sulla spalla e poi abbracciarmi come avevano fatto tutti gli altri? Ovviamente no, lui era il Prescelto dopotutto. Si, il prescelto ad essere un musone rompi pluffe del secolo. 
-Harry...- iniziai ma lui mi interruppe subito
-Dove sei stata tutta l'estate?- 
Sospirai, avevo preparato il discorso giorni prima, sapevo come giustificare la mia assenza ed il mio silenzio ma metire a lui non era facile. Noi ci capivamo anche solo con uno sguardo e sapevo bene che se volevo mantenere la mia copertura avrei dovuto recitare meglio di qualsiasi altra attrice.
-Appena sono tornata a casa abbiamo ricevuto una lettera da una delle mie zie che diceva di essere gravemente malata- iniziai -Siamo dovuti partire immediatamente e non ho avuto il tempo di avvertire nessuno. Siamo arrivatì lì e le condizioni erano abbastanza gravi, lei non voleva andare in ospedale e abbiamo dovuto curarla noi, so che...-
-No Ester, tu non sai niente. Avevo bisogno di te più di qualunque altra persona, dopo che Sirius...- le parole gli rimasero in gola e vidi i suoi occhi diventare lucidi, sapevo cosa provava, avevamo entrambi perso una persona importante della nostra vita dato che Sirius, oltre ad essere il padrino di Harry, era un cugino di terzo grado di mia madre e anche la persona, l'unica persona, che le rimase accanto quando lei fu ripudiata dalla sua famiglia in quanto traditrice del suo sague. Inutile dire che Sirius mi era stato simpatico fin dalla prima parola che mi disse che non fu altro che 'Porco' seguito da 'Merlino sei uguale a tua madre' frase che mi riempì d'orgoglio ed autostima. 
 Sapevo che non avrei mai dovuto abbandonarlo così, non in quel momento, eppure avevo delle priorità da seguire e in quel momento avevo deciso di lasciarlo. 
Posai la mia mano sulla sua, stringendola delicatamente. Lui si voltò a guardarmi e lo vidi trattenere le sue lacrime mentre io trattenevo le mie. Lui aveva perso il suo patrigno e io avevo perso uno zio. Nessuno dei due era ancora riuscito a superare quel lutto e nessuno dei due sapeva se mai ci sarebbe riuscito completamente. Ma ora ero lì, lì per lui e per tutti loro e feci una promessa, una promessa che non ero sicura di poter mantenere ma che dovevo fare, per lui ma anche per me stessa, per darmi quel coraggio che dovevo avere per andare avanti -Non me ne andrò più più via, lo prometto. Mai più.-
E fu allora che le parole non avevano più senso, fu allora che lo abbracciai e lui abbracciò me ed in quell'abbraccio ci dicemmo tutto quello che non avremmo mai detto a parole, tutte le paure che avevamo, che condividevamo. 
Quando, dopo un tempo indefinito, sciogliemmo l'abbraccio, mi resi conto di aver pianto appena e lui mi asciugò le lacrime sorridendo appena. 
-Non lo fare mai più, intesi?- disse ed io annuii sicura. Se solo avesse saputo quanto in realtà stavo rischiando per salvare lui e tutte le persone che amavo probabilmente mi avrebbe affatturato all'istante. Silente mi aveva avvertito che sarebbe stato difficile, ma niente era più difficile che mentire a lui, niente mi faceva più paura di essere scoperta, non da Voldemort ma dai miei amici, e di non essere capita e rimanere sola. 

Era ormai notte fonda, i miei genitori mi avevano salutato ore prima promettendomi di tornare prima della mia partenza per Hogwarts per salutarmi. Mio padre mi aveva ripetuto, forse per la centesima volta, di stare attenta a cosa scrivevo nelle lettere e di non finire nei guai. Come se fosse facile. 
Avremmo dovuto dormire, eppure in quel momento mi trovavo in camera dei due gemelli più stupidi al mondo a parlare del loro negozio di scherzi e ad assaggiare alcune delle loro nuove creazioni. 
-Domani verrai a vedere il nostro negozio, dopotutto è anche grazie al tuo valoroso coraggio nell'assaggiare le nostre creazioni che abbiamo potuto aprirlo- iniziò George
-Sì- confermò Fred, -e godrai di una fornitura a vita di Tiri Vispi Weasley- 
-Che bello, posso usufruire dello sconto famiglia- li presi in giro 
-Nessuno sconto famiglia- mi corresse Fred -Tutti pagano nel nostro negozio, anche Ronnino il prefettino, ma tu no perchè lo decidiamo noi-
-Mi sento davvero onorata- dissi sorridendo 
-E fai bene. Però niente filtri d'amore per te, troppo pericoloso, non vogliamo trovarci rivolte di ragazzi infuriati- puntualizzò George.
Risi di gusto scuotendo la testa, parlava come se avessi una fila di ragazzi che mi vieniva dietro -Non ho intenzione di usare nessun filtro d'amore e non ho intenzione di mettermi con nessun ragazzo. Non voglio rovinarmi la vita così presto, sono troppo giovane per pensare a certe cose- o troppo impegnata ad avere a che fare con maghi oscuri e fare il doppio gioco, aggiunsi mentalmente. 
-Giusto George, lei non ha bisogno di filtri per far cadere ragazzi ai suoi piedi- disse Fred
-Ma non dire idiozie, scemo.- risi per la stupidaggine di Fred che invece mi guardava torvo. 
-Guarda che noi siamo seri, vero George?- ed il gemello annuì -Se qualcuno dovesse darti fastidio gli taglieremo i gioiellini- e scoppiammo a ridere tutti insieme. 
Ci zittimmo di colpo quando sentimmo dei passi per le scale. 
-E' Molly?- chiesi sussurrando. 
I due gemelli annuirono e poi senza aggiungere una singola parola si smaterializzarono e io mi infilai nel mio letto appena in tempo dato che due secondi dopo la signora Weasley entrò in camera a controllare che stessimo dormendo. La serata era finita, con lei in giro non potevamo rischiare di essere beccati, altrimenti ci avrebbe sgridati e affatturati tutti. 


Sentii qualcuno chiamare il mio nome, aprii gli occhi e guardai l'orologio, erano le cinque e mezza del mattino, il sole ancora non era sorto. Cercai di rigirarmi nel letto e rimettermi a dormire ma un fiotto d'acqua in faccia mi fece sobbalzare in piedi stupita. 
Davanti a me trovai Remus Lupin e Malocchio Moody guardarmi torvi.
-Hai cinque minuti per cambiarti signorina, oggi allenamento doppio- disse a bassa voce ma in tono autoritario Malocchio prima di uscire dalla stanza seguito da Remus. 
Cinque minuti dopo, puntuale come un orologio, mi ritrovavo in cucina. Appena Molly mi vide mi porse un toast per fare colazione ma lo rifiutai ringraziandola dicendole che avrei mangiato dopo essermi allenata ed uscii insieme a Moody e Remus. 
Ormai sapevo le procedure da seguire così appena fuori puntai la mia bacchetta contro Remus e chiesi -Cosa mi hai detto il primo giorno che abbiamo iniziato ad allenarci?- 
Remus mi sorrise dolcemente e con estrema calma dise -Sei pronta a passare un'estate da Inferno?- così passai a puntare la bacchetta contro Moody e -Dove ti ha nascosto l'impostore durante il mio quarto anno di scuola per prendere il tuo posto? 
Malocchio grugnì e disse -Nel mio baule-.
Poi entrambi mi puntarono la bacchetta contro -Da quando fai parte dell'ordine della Fenice?- 
Sorrisi e -Dallo scorso giugno-. 
E così iniziammo l'addestramento giornaliero, schiantesimi, corsa ad ostacoli, corsa, fatture e tutto ciò che secondo Malocchio sarebbe stato essenziale in caso di pericolo. Poi Remus controllò come me la cavavo con gli incantesimi non verbali e rimase colpito dai miglioramenti che ero riuscita ad ottenere grazie a tutti gli allenamenti dell'estate. 
Alla fine, ormai esausta e con il fiato corto Malocchio richiamò la mia attenzione. 
-Ester, subito qui- e mi misi davanti a lui -Alta la bacchetta- tuonò severo e senza preavviso, senza pronunciare neanche una formula cercò di penetrare nei miei pensieri. 
Mi ci volle un secondo per capire le sue intenzioni, riuscii a malapena a vedere il ricordo di me e i gemelli che scherzavamo e ridevamo ieri sera quando con una prontezza che neanche io mi aspettavo di avere lo respinsi e lo costrinsi a uscire fuori dalla mia testa. 
Remus mi guardò soddisfatto e tutto ciò che fu in grado di dire Malocchio fu -Bene, almeno quel Piton è riuscito a fare qualcosa di realmente utile oltre che pavoneggiarsi come un idiota- facendomi sorridere divertita. 



Angolo dell'autore-terrore

Salve gente, sono lieta di annunciarvi che, dato che poche ma buone persone hanno apprezzato il prologo di questa cosa partorita del mio cervello malato ho deciso di tormentarvi con il secondo capitolo. 
Lo so, è corto, almeno lo è per i miei standard, ma è solo l'inizio di un lungo e terribile viaggio. 
Dato che a me personalmente fa schifo vorrei sapere il vostro parere e capire come posso migliorare, le critiche, se costruttive, sono ampiamente accettate. 
Fatemi sapere che ne pensate, se vi piace o se vi fa schifo, se dovrei continuare oppure no o se, e in questo caso avreste pienamente il mio appoggio, dovrei affatturarmi da sola per impedirmi di scrivere altro. 
Baci, alla prossima settimana con il secondo capitolo. Si aggiornerò, spero, ogni sabato. 
Ambvra.
  
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