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Autore: penelope90    03/01/2009    2 recensioni
"Posso fare una telefonata? Hei! Hei parlo con te!" Niente la guardia non lo filava di striscio e anzi se ne stava andando nella direzione opposta, sicuramente non era la giornata giusta per Chester, era stato sfrattato,piantato dalla ragazza ed era finito in galera per colpa di una scazzottata al bar "che giornata fortunata" disse sbuffando. Il tipo mise in moto l'auto e poi si girò verso di me "comunque mi chiamo Mike" "Chester" risposi stringendogli la mano.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Posso fare una telefonata? Hei! Hei parlo con te!"

Niente la guardia non lo filava di striscio e anzi se ne stava andando nella direzione opposta, sicuramente non era la giornata giusta per Chester, era stato sfrattato,piantato dalla ragazza ed era finito in galera per colpa di una scazzottata al bar "che giornata fortunata" disse sbuffando.

Erano ormai passate alcune ore quando finalmente una guardia si presentò davanti a lui

"Senti ragazzo, visto che si avvicina il natale abbiamo deciso di darti una seconda possibilità, ti facciamo uscire senza pagare la cauzione, ma solo per questa volta chiaro?"

Una qualsiasi persona sarebbe saltata in braccio alla guardia ringraziandola, ma non Chester, era il peggior periodo della sua vita, ce la aveva con tutti e specialmente non era in vena di sdolcinerie.

"Grazie" fu l'unica cosa che disse, la guardia lo accompagnò in un piccolo ufficio che puzzava terribilmente di fumo, ecco cosa ci voleva una bella sigaretta.

Passarono i minuti e la voglia di fumare e di potersi sgranchire le gambe era sempre piu' ma la guardia sembrava essersi persa, lo aveva abbandonato in quell'ufficio ed era sparito chissà dove.

Poi finalmente la vide arrivare "Pensavo si fosse.." si bloccò quando vide un ragazzo asiatico dietro di lui e la guardia che gli porgeva una montagna di documenti "Hei amico" disse rivolgendosi al ragazzo "Rispetta la fila cazzo, ci stò marcendo in questa galera!!"

l'altro alzò lo sguardo "Sei tu il galeotto, io sono qua per lavoro"

Ecco la cosa che piu' al mondo infastidiva Chester, quando qualcuno gli rispondo in modo strafottente..cavolo per quello c'era gia' lui!

"Stai calmo ragazzo, basta che firmi qua e te ne puoi andare" disse la guardia porgendogli un documento.

Quando lasciò l'ufficio stava imprecando sotto voce per la sua vita di merda e per il destino che gli remava sempre contro.

cazzo pensai quando mi trovavo nel cortile davanti alla questura, non ho neanche una cazzo di macchina, diedi un calcio ad una lattina e mi misi bene lo zainetto in spalla, dovevo avere qualche soldo per un motel sicuramente, ma se non mi do una mossa finirò sotto un ponte, e l'idea di tornare a casa dei miei non mi alletta.

"heii!"

Sentii chiamare "hai bisogno di un passaggio?"

Quando si voltò riconobbe subito il ragazzo asiatico che lo aveva per cosi' dire superato in questura.

"cosa sei una specie di assistente sociale?" chiesi, ma pensai che avrei comunque potuto approfittarne, analizzai velocemente  la situazione e a piedi non sarei arrivato molto lontano.

"puoi stare tranquillo non voglio cercarti una famiglia adottiva" disse sorridendo

"lo accetto solo perche.."

"perche?"

"dove sei diretto?" chiesi cercando di sviare la conversazione

"a 50 km da qui, devo vedere degli amici perche facciamo un concerto"gli spiegai mentre caricavo alcune casse di birra nel porta bagagli.

"Cazzo sei ben fornito..sei un musicista?" chiesi prendendo una boccata dalla sigaretta

"diciamo di si, allora dove ti porto?"

Rimasi un attimo basito

"non hai una meta giusto?"

 lo guardai fisso per un attimo e poi scacciai fuori il fumo dai polmoni, quel tipo doveva avere una spiccata dote nel capire le persone.

"Sai cosa ti dico?"

"Sentiamo" dissi abbasandomi gli occhiali da sole che avevo appena indossato.

"siamo ospiti della citta' dove suoniamo, se ti spacci per uno del nostro gruppo avrai cena e letto gratis, almeno per questo week end"

"Cosi' mi piaci" risposi tuonante e dandogli una pacca sulla spalla.

Salimmo entrambi in auto, almeno per un paio di giorni non avrei dovuto spendere quei pochi dollari che avevo, poi avrei trovato un modo per tirare avanti.

Il tipo mise in moto l'auto e poi si girò verso di me "comunque mi chiamo Mike"

"Chester" risposi stringendogli la mano.

  
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