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Autore: Veni Vidi Jackie    18/05/2015    2 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho una strana sensazione nel corpo. Ho la forte di paura di essere abbandonato da Matilde. Mille volte mi sono ripetuto in mente “presto arriverà un giorno in cui un vostro litigio sarà l'ultimo, perchè non potrete andare avanti così”, ma non pensavo che tra noi sarebbe finita per via di un altro ragazzo. Invece sembra proprio così.

Lei e Frank sono sempre più uniti, mentre io vengo relegato in secondo piano. Per la prima volta da mesi, in ventiquattro ore Matilde non mi chiama una sola volta. Per me è un grandissimo segnale d'allarme: tutto sta crollando. L'edificio costruito da me e lei insieme sta venendo giù. Siamo ancora molto uniti, ma percepisco che le cose stanno cambiando.

Mi sono iscritto ad un torneo di tennis a Pisa: Tom è venuto a vedermi. “Sei in gran forma, questo è il tuo momento” non fa che ripetermi. In effetti è vero: se si eccettuano le ultime giornate sto giocando davvero bene.

Quando oggi scendo in campo, però, sto pensando a tutto meno che al tennis. Il mio avversario, un signore di circa 45 anni, mi si presenta. Io gli stringo la mano e gli rivolgo un sorriso triste. Quando stiamo palleggiando vedo che è venuta pure Sarah a vedermi, la fidanzata di Tom. Questo non fa che peggiorare la situazione. Sembra che tutti si stiano adoperando per farmi sentire peggio. In più Sarah ha una folta chioma bionda che mi impedisce di concentrarmi al meglio sul mio match.

Inizio la partita e dopo pochi minuti sto già perdendo 4-1. Tom mi guarda sconvolto, ma io non ci faccio caso. Io non devo essere qui, non ce la faccio più. Non posso andare avanti così, devo trovare una soluzione.

Al cambio di campo, mentre passo accanto al mio avversario, il prodigio avviene di nuovo: il viso del mio avversario è diventato quello di Matilde. Mi blocco e la guardo.

- Perchè mi hai tradito? Dimmi che non mi abbandonerai, ti prego. Dimmi che mi sto sbagliando – le dico.

- E' stato bello conoscerti, Jack. Adesso non ho più bisogno di te – mi risponde fredda. Io esplodo. Quella frase la ritengo la più offensiva che mi abbia mai detto. Non ha bisogno di me? Quindi è sempre stata una questione di bisogno, non di piacere! Mi ha sempre tenuto con sé solo perchè le facevo comodo, non perchè veramente mi voleva bene! Vado con arroganza verso di lei e, senza preoccuparmi che sia una ragazza, le sferro un pugno al viso.

Non mi basta: prendo la racchetta e la colpisco più volte, facendola cadere a terra. Infierisco ancora su di lei e intanto piango, perchè non avrei mai voluto farlo. Tom corre in campo a soccorrerla, mentre io cerco ancora di colpirlo. Io vedo Matilde, non il mio avversario.

- Fermati! Stop! - mi urla Tom. Adesso anche il giudice arbitro accorre in campo, squalificandomi. Ci vogliono quattro persone per fermarmi: mi tolgono la racchetta di mano e mi legano con una corda ad un palo. Però ho fortuna: il palo si trova proprio davanti ad un campo, quindi mi posso godere una partita. Muovo la testa a destra e sinistra seguendo la palla, per di più stanno giocando due giovani ragazze, quindi mi sto anche rifacendo gli occhi. Intanto sento Tom, Sarah e alcuni membri del circolo che chiacchierano dietro di me sottovoce: so di essere l'argomento della loro discussione.

E' adesso che mi succede una cosa strana: non ricordo più perchè mi trovo legato ad un palo. Cosa ci faccio qui? Io dovrei giocare la mia partita!

- Tom! Tom! - chiamo, mentre lui accorre veloce. -Tom, slegami! Qualcuno mi ha legato! Che succede? - Lui corruga la faccia.

- Jack, hai quasi ucciso il tuo avversario...-

Cosa ho fatto? Ma cosa si inventa? Forse Tom sta dando i numeri. No, no. E' uno scherzo, ovvio. Però non capisco perchè si metta a scherzare proprio ora.

- Senti, non ho voglia di scherzare. Liberarmi, ho una partita da giocare – gli dico. Lui scuote la testa: temo che dovrò rimanere fermo qui per un po'. Perchè hanno voglia di scherzare? Questa volta Tom me la paga! Inizio a ridere: è senza dubbio uno scherzo! Ah, il buon vecchio Tom! Che burlone!

- Questa me la paghi, Tom! Fidati che me la paghi! - gli urlo ridendo. Non lo riesco a vedere, ma lo sento ancora chiacchierare con altri uomini. Continuo a seguire la partita davanti a me: sembra che la ragazzina bionda stia dando una lezione di tennis a quella mora, perchè la sta distruggendo. Vorrei battere le mani per esultare ad ogni suo punto, ma non posso perchè le ho legate.

Poi mi passa davanti una barella con un uomo sanguinante sopra: accidenti, ma cosa ha fatto? Noto che è vestito da tennis...ma come può farsi così male a giocare? Quando cadi ti sbucci al massimo un ginocchio, ti storgi una caviglia, ma non ti puoi procurare così tanto male. Poverino, mi dispiace per lui.

- Amico, cosa ti è successo? - gli chiedo. Lui alza con fatica la testa, mi guarda e scoppia a insultarmi in ogni modo possibile. Si agita tantissimo, al punto che i due uomini che sostengono la barella fanno fatica a non lasciarlo cadere. L'uomo mi sputa, mi offende e fa per scendere, ma i due uomini lo bloccano e lo sedano. Ma cosa potrà mai avere contro di me? Ah, forse ora capisco. Deve essersi fatto talmente male che ce l'ha a morte con tutti. Mi dispiace veramente per lui.

- Hey, mi dispiace! Spero tu ti rimetta! – gli grido, mentre i due uomini lo conducono via. Non ne sono sicuro, ma mi sembra che dalla barella l'uomo sanguinante mi stia mostrando il dito medio. Poverino, deve proprio stare male. Fa molta rabbia doversi ritirare da una partita perchè ti infortuni: immagino che gli sia appena successo proprio questo.

Riporto la mia attenzione sulla partita davanti a me, mentre Tom e Sarah sbucano da un punto imprecisato da dietro.

- Ora ti riportiamo a casa. Okay, Jack? A c-a-s-a, d'accordo? Ti riportiamo a c-a-s-a – dice Sara. Ma cosa fa? Mi prende in giro? Perchè scandisce così le parole? Mi pensa stupido? Tom mi libera e mi accompagna in un auto, dove trovo suo padre. Ci salutiamo. In macchina nessuno parla e c'è un'aria strana: riesco a vedere che tutti e tre mi stanno guardando, scrutando nello specchietto retrovisore o in quelli laterali.

- Ragazzi, state bene? Mi sembrate strani – chiedo, tentando di rompere quell'atmosfera di tensione. Tutti si guardano negli occhi ma nessuno mi risponde. Insomma, ma cosa ho fatto? Mi hanno portato via dal circolo senza farmi giocare la mia partita, mi hanno legato ad un palo e ora si rifiutano di dare spiegazioni? Dopo qualche secondo è Tom a farsi coraggio, si schiarisce la voce ed inizia a parlare:

- Non ricordi proprio nulla di oggi? Della tua partita? Di ciò...che hai fatto? -

- Ricordo che stavo perdendo e poi mi avete legato a quel palo! Ma cosa vi salta in mente? -

Tom guarda preoccupato negli occhi di Sarah, che ricambia il suo sguardo.

- Jack, al cambio di campo hai aggredito il tuo avversario...non facevi che ripetere il nome di Matilde e lanciare offese...lo hai quasi mandato all'altro mondo – spiega Tom. Non so se mettermi a ridere o arrabbiarmi per questo stupido scherzo. Decido di prenderla col ridere. Di nuovo tutti si guardano in faccia, insicuri sul da farsi. Che sia tutto vero? No...perchè lo avrei fatto? Assolutamente impossibile.

- Ragazzi, spiegatemi a modo cosa è successo – dico. Loro mi raccontano di nuovo tutto e dalla loro espressione mi rendo conto che sono sinceri, non stanno mentendo. Sul serio ho aggredito il mio avversario credendo che fosse Matilde? Io non toccherei mai Matilde, perchè allora l'ho fatto? E poi: perchè non mi ricordo più nulla?

- Sicuro di stare bene, Jack? Vuoi che ti aiutiamo...che ti stiamo accanto? - mi chiede Sarah, in un modo che mi sembra si stia rivolgendo ad una persona in fin di vita.

- Ti ringrazio ma sto benissimo – gli rispondo. Sono irritato: ora mi credono pazzo. Non lo sono, sono solo stanco. Deve essere così: questione di stanchezza, nient'altro. Matilde frequenta un altro? Okay, nessun problema. Posso convivere con questa cosa, l'episodio di oggi non ha nulla a che fare con questo. E' così per forza. Tranquillo, Jack. Tu non sei pazzo, sei solo stanco. Andrà tutto bene, tutto si risolverà. Tu non ti preoccupare. Pensano che tu stia diventando matto, che roba! Non li stare a sentire, si sbagliano. E' tutto a posto, rilassati.

Ci fermiamo ad un semaforo rosso ed un anziano signore si avvicina alla nostra auto con una bottiglia d'acqua in mano ed una spazzola. Ci chiede in modo gentile se può pulirci il parabrezza, il padre di Tom scuote la testa. Io guardo con attenzione l'anziano signore, poi gli sorrido e lo saluto con la mano. Incredibile, quasi non la riconoscevo!

- Ciao, Matilde! -

  
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