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Autore: SirioR98    24/05/2015    1 recensioni
Qualcuno d’importante ha detto che non ha senso vivere la vita se non si ha modo di raccontarla. O forse non lo ha detto nessuno, e a dire il vero non è un gran che di aforismo. Però penso contenga un fondo di verità: se non la si organizza in maniera logica, la nostra esistenza è solo un susseguirsi di episodi più o meno casuali. O forse la casualità è un qualcosa che, in qualche modo, è già scritta da qualche parte e che demolisce la logica? O ancora, è forse meglio vivere la vita per quello che dà? E se... scusate, sto divagando. Ricominciamo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Diario di un giovane assassino
Capitolo 2
La strega sovrasta il Tank con un pugnale in mano, pronto a calare per porre fine alla sua vita.
Io, in mezzo alla battaglia, le osservo senza fiato. Dopo un attimo d’incertezza (un LUNGO attimo, quasi un’ora), scocco una freccia verso la strega. Non la colpisco manco di striscio. L’unica arma che mi rimane è un coltellino. Sfreccio in mezzo alla baraonda e le arrivo alle spalle, spiccando un balzo. Un colpo ben assestato le sarebbe fatale. La prendo nella schiena e cade a terra, morta. Faccio rialzare il Tank e la incito a scappare, quando una mano mi colpisce in faccia facendomi cadere e sbattere la testa, tramortendomi un attimo. Ok, non era morta quella strega. Vedo che è andata all’attacco di Aqua. Non riesco a vedere, giro la testa dall’altro lato... questa sì che è fortuna! Sono caduto accanto ad un corpo con una freccia nella schiena! Con difficoltà la estraggo dal cadavere e la incocco mentre mi siedo. Prendo la mira, faccio un respiro profondo e scocco...
 
“Benvenuti all’inferno.”
E l’avevo detto io! Mai parole furono più azzeccate!
Un draconico così non l’avevo mai visto. Alto, spalle larghe quanto un’armadio a due ante, bicipiti enormi, vestito da combattimento di cuoio (spero non umano), estremamente fiero. Continua a squadrarci dall’alto in basso con i suoi occhi da rettile mentre cammina avanti e indietro con falcate ampie.
“Io sono Alistair, il vostro Caronte  che vi traghetterà attraverso questo fiume di sangue e vi donerà le basi della lotta, ma ricordate questo: la lotta da sola, non serve. Bisogna prima pensare, poi agire! Senza una buona tattica, siete solo carne da macello. Potrei iniziare il discorso dicendo che andrà tutto bene, che uscirete da questo corso sani e salvi, ma…sono realista.”
Si ferma davanti Kyle guardandolo con sufficienza.
“Nessuno supererà questo corso indenne.”
Volta le spalle per continuare a camminare, ma nel frattempo, si rivolge al mezzo elfo.
“Soprattutto tu gracilino. Ritirati finché sei in tempo. Se continui, non potrai più smettere.”
Kyle fa una risata di scherno ruotando gli occhi.
“Coloro fra i pochi che riusciranno a superare il corso senza avere lesioni mortali, saranno solo quelli che dimostreranno di avere una forza e un intelligenza superiore alla media. Ne avranno bisogno durante l’esame finale. Bene! Adesso, in coppie e scannatevi.”
Ci guardiamo con fare interrogativo.
“Mi avete sentito? Combattete... ORA!!”
L’urlo finale ci persuade a scegliere un avversario. Io arrivo tardi e trovo solo un draconico rotondetto... che assomiglia molto vagamente all’istruttore... sarà impressione mia: i draconici sono tutti uguali.
Mi offre la mano da stringere.
“Ehilà! Sono Bakax, come la va? “
Stringo la mano e con un sorriso dico: “Ehi! Sono Gregory e oggi ti farò il culo!”
Fa una risata nervosa.
“Eheheheh... eh?”
Tempo tre secondi e lo atterro.
“Piano piano! Quanta fretta! Ricominciamo...”
Ricominciamo e... come prima lo atterro.
“La luce mi ha accecato, riproviamo”
Guardo in cielo, solo nuvole.
“Certo, c’è un sole che spacca le pietre...”
Lo aiuto ad alzarsi e... lo atterro di nuovo.
“Non vale! Mi stavo aggiustando le scarpe!”
Guardo le sue zampe.
“Ma tu non hai scarpe...”
“Infatti!”
E mi atterra. Mi siedo e mi pulisco il viso con la manica.
“Ti piace giocare sporco, eh? Va bene, giochiamo!”
Inizio a prenderlo a pugni, lui fa lo stesso. Non si capisce più nulla. Ci rotoliamo nel fango cercando di colpirci. E’ sopra di me e sta per colpirmi al viso, quando viene preso per un braccio da Alistair.
“Che stai facendo?”
Alza lo sguardo verso di lui.
“Gli do un pugno.”
“Perché? Qual è la tua tattica?”
“Picchiarlo selvaggiamente finché non implorerà pietà.”
“Due cose: uno, questa non è una tattica. Due, guarda in basso.”
Uscito il mio fedele coltellino, glielo punto contro.
“L’avversario potrebbe essere armato, ma qui questo rischio non si corre.”
Prende il mio coltellino.
“Qui non si usano armi.”
Lo butta via.
“Bene, ricominciate.”
“Il coltellino...”
Detto questo, Bakax mi salta al collo.
Lottiamo fino a quando restiamo senza fiato.
“Pausa?”
Mi chiede con il fiatone.
“Pausa.”
Ci sediamo l’uno affianco all’altro. Mi indica un punto.
“Guarda lì! Quel piccoletto non ha speranze!”
Giro lo sguardo e vedo Kyle, ritto di fronte ad un Tank venti volte più grande di lui.
“Quello se lo mangia!”
Il Tank attacca... e Kyle lo evita. L’armadio perde l’equilibrio e cade. Il ragazzo lo osserva mentre si rialza. Ho paura per lui, non vorrei guardare (mai fare arrabbiare un tank), ma la curiosità è più forte, in più vorrei vederlo soffrire quello stronzetto. ‘Fagli male, ma non tanto.’ Dice una vocina dentro di me. Il tank si prepara a dargli un pugno, ma prontamente, Kyle gli afferra il polso con la mano sinistra e lo fa cadere spingendolo dalle spalle e mettendo un piede dietro la sua gamba. Si mette su di lui bloccandolo a terra e mettendo un braccio sulla gola per strozzarlo. Poi gli dà una gomitata alla tempia e il tank, dallo stupore o a causa del colpo, perde i sensi. In tutto questo, che è durato meno di cinque secondi, io e Bakax lo guardiamo basiti.
“Dimmi che non ho visto quello che ho visto...”
“Porco troll...”
Kyle alza la testa di scatto e ci guarda faceno un sorrisino a mezza bocca.
“Incredibile, eh?”
Ci giriamo e saltiamo tutti in aria. Alistair è dietro di noi che si tiene il cuore.
“Chi vi ha detto di fermarvi? Continuate! Imparate qualcosa da lui, non avrà tutta questa forza, ma usa la testa!”
Detto questo sbatte le nostre teste l’una contro l’altra.
“Voglio sangue!”
E se ne va. Io mi massaggio la testa e mi giro verso Bakax.
“Una volta ce l’avevo la testa...”
“Lo so, mio padre fa sempre così...”
“Già...”
Mi massaggio la testa, ma mi blocco di scatto e mi giro verso di lui.
“Aspetta... cosa?”
“Sì, è mio padre!”
“Sei suo figlio!”
“Già!”
E si mette a ridere. Che ride??
“Che ridi?! Un momento…”
Alzo il dito e il mio viso si illumina come se avessi fatto la scoperta più eccezionale del secolo.
“Ora ho capito” Dico puntandogli contro il dito. “Partecipi a questo corso perché sei raccomandato!”
“Ehi!! A chi hai dato del raccomandato?!” E mi risalta addosso.
 
Finito l’addestramento, io e Bakax zoppichiamo fino in camera con i mezzi elfi che ci trotterellano accanto.
“La prossima volta ti annodo la coda…” Dico a Bakax, il quale non mi degna della minima attenzione. Ha l’aria sognante, con un sorriso ebete stampato sul volto. Gli schiocco le dita le dita davanti gli occhi per cercare una reazione da parte sua che finalmente arriva.
“Si può sapere che ti è successo, a parte essere caduto dal lettino da piccolo, intendo…”
“Ho visto il paradiso…”
“Cosa?”
“Quel tank contro cui ho lottato alla fine…”
“Intendi quello che ti ha martoriato?”
“Esatto! È bellissima…”
“Solo se ti piace il tipo supercorazzato, iperpompato e immensamente spaventoso!”
L’amore è cieco, ma Bakax ha perso tutti i sensi!
Apro la porta della mia camera e mi blocco con ancora la mano sulla maniglia.
Un tizio un po’ troppo pomposo, fin troppo elegante per i miei gusti, con una spada che gli spunta da dietro una spalla, si gira verso di noi e si inchina.
“Buondì messere. Sono Chan Fri Zi, da Atlas, una terra nel lontano oriente. È un piacere fare la vostra conoscenza!”
Rimango interdetto. Ok, estremamente pomposo!
“Ehm… ciao?”
Spunta Kyle da sotto il mio braccio.
“Ah! Dev’essere lo studente dell’Erasmus!”
“Era… era-che? Si mangia?”
Sbuffa.
“Non pensi ad altro!”
“Ma ho fame…”
“Ora che mi sovviene, avverto un certo languore anche io. Il viaggio è stato lungo e la mia pazienza è stata provata da tutti gli impedimenti affrontati lungo il percorso.”
Analizzo il suo discorso parola per parola.
“In poche parole… hai fame e sei stanco, giusto?”
“Esattamente, mio carissimo amico.” E mi mette una mano sulla spalla. Gliela levo con due dita, non si sa mai che malattia potrebbe avere questo… coso.
“Ah ah… non mi toccare, non abbiamo tutta questa confidenza!”
Kyle si schiarisce la voce.
“Ma se appena conosciuti mi stavi saltando addoss… Ahi!”
Gli do una pedata sullo stinco.
“Zitto…” Gli sibilo contro.
“Va bene! Andiamo a mettere qualcosa sotto i denti!”
E così ci avviamo tutti verso la mensa.
Bakax è seduto al tavolo, ma quando mi vede entrare si fionda verso di me e mi prende per le spalle.
“Basta, ho deciso. Mi dichiaro...”
“…colpevole di idiozia?”
Mi dà un ceffone sulla nuca.
“Che ca-“
“Sono serio! Adesso vado da lei e le prometto eterno amore!”
“E che ne sai tu dell’amore? L’hai conosciuta un’ora fa!”
“Perché, tu che ne sai?”
Serro la mascella e deglutisco.
Kyle mi rivolge uno sguardo interrogativo.
“Ah… spostati!”
Spingo il draconico in malo modo e giro sui miei passi.
“Non ho più fame, me ne torno in camera”
E me ne vado.
“Ma cos’ha?”
Kyle si stringe nelle spalle.
“E che ne posso sapere io…” dice imbronciato, tornando in corridoio.
In camera, apro uno di quei finestroni e mi siedo sul cornicione esterno alla struttura. Incrocio le mani e ci appoggio la bocca, i ricordi mi investono come le onde sulle scogliere di Moher.
“Disturbo?”
Mi giro e mi viene un coccolone. Kyle, appoggiato al davanzale del finestrone mi guarda con fare apprensivo. Si issa ed esce fuori, calandosi accanto a me e sedendosi mentre mette le gambe ciondoloni. Poi guarda di sotto e rabbrividisce.
“Che fa, hai paura delle altezze?”
Si volta di scatto verso di me.
“Chi? Io? Completamente… è solo che c’è una brezza così…” e nel mentre si ritira verso il muro.
“Hai paura delle altezze.”
Arrossisce.
“Non è vero… ok, forse un pochino… ma solo a volte!”
“Certo, come ti pare.”
Stiamo in silenzio per qualche minuto. Poi mi chiede: “Cos’era?”
“Cos’era cosa?”
“Lo sai.”
“No che non lo so.”
Sbuffa spazientito.
“Hai trattato male quel draconico.”
“Ora non ne ho il diritto?”
Si gira guardandosi i piedi.
“È che non mi pareva giusto… tutto qui…” ha l’aria da cane bastonato.
“Dai, non fare così, mi fai sembrare il cattivo della situazione!”
“È solo che… non lo so, penso ci sia rimasto male…”
“Da quando ti interessa delle persone?”
Sbuffa di nuovo, stavolta soffiando via una ciocca di capelli.
“Non sono mica uno stronzo!”
“Beh...”
“Zitto! Fammi finire. Perché l’hai trattato così?”
Ci penso su un attimo.
“Non mi va di parlarne…”
Mi guarda sempre con quella sua aria docile, quasi con gli occhi da cucciolo.
Cerco di distogliere lo sguardo, ma quando mi volto è ancora là che mi fissa, sta volta i suoi occhi sembrano più grandi.
Provo  a resistere, alla fine gli devo mettere una mano sulla faccia per non vedere più quella sua espressione.
“Va bene, hai vinto! Gli chiederò scusa!”
Lo sento sorridere sotto la mia mano. Me la sposta.
“Allora… andiamo?”
Rientriamo nella stanza.
“Ma adesso glielo devo chiedere?”
Mi restituisce la pedata sullo stinco.
“Ahi! Va bene… ci vado.”
Andiamo tutti e due da Bakax.
“Ehi amico… “
Si gira verso di me.
“Scus…”
Kyle mi fa segno con la testa di andare avanti. Faccio un respiro profondo.
“…scusami.”
“Di cosa?”
Mi gratto il collo.
“Per prima… insomma, ci sei rimasto male…”
Scoppia a ridere.
“Sentimentale!”
“Cosa? Non ci sei rimasto male?!”
“No! Ahahahahah!”
Ridacchio minacciosamente mentre mi giro verso Kyle.
Cerco nella stanza Kyra per vedere se sia presente e, in tal caso, se ci stia guardando. Non la vedo da nessuna parte, perfetto! Ho il via libera per ascoltare quella mia vocina interiore che mi suggerisce di picchiarlo a morte.
“Kyle, vieni con me in corridoio un secondo…”
“Grazie, ma rifiuto l’offerta e vado ava…” Lo prendo per il collo. “A-andiamo”.
Nel corridoio, camminiamo finché non trovo uno sgabuzzino libero. Lo spingo dentro e mi richiudo la porta alle spalle.
“Ehm… che vuoi fare?”
“Nulla, solo romperti il culo.”
“Aspetta… cosa?!”
Lo prendo per la maglietta e me lo avvicino per dargli un pugno, ma mi spinge via con tutta la sua forza.
“Toglimi le mani di dosso, maniaco!” Mi urla contro. Apre la porta e corre fuori. E chi mi ritrovo davanti? Esattamente! Kyra…
“Che sta succedendo qui?”
“Niente!”
Kyle torna indietro e mi dà uno schiaffo.
“Non ti avvicinare a me!”
E se ne va. Kyra mi prende per un braccio, mi fa girare e… mi dà uno schiaffo.
“Che hai fatto a mio fratello?!”
“Niente, lo giuro!”
“Tu menti! Gli stavi per…”
“Gli stava per…cosa?”
È Yesmallion, che troneggia su di noi.
“Ah! Questi ragazzi… che devo fare con voi? Bene! In punizione!”
“Per cosa?!” Chiediamo all’unisono io e Kyra.
“Così, ne ho voglia. Andate nelle cucine a dare una mano!”
Così dice e ci lascia.
“Vecchio bastardo!” sbotta Kyra.
“Per una volta sono d’accordo con te!”
Sospira. “E va bene, andiamo.”
Cosa può succedere di peggio?
  
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