Laß mich träumen… zwei
“AAAAAAAAAAAAAAAH! CHE
BELLO!!!”
Dopo aver gettato la borsa
per terra, mi getto sul divano, per poi stiracchiarmi ed allungarmi per
afferrare il telecomando.
Un secondo dopo, Tom, si getta al mio fianco, sul divano. Subito allunga la
mano verso la mia, cercando di rubarmi il telecomando, ma io, salto in piedi,
il sorriso enorme sul viso.
“Eh, no, fratellone! Chi prende il telecomando per primo, ha il
potere!!!” esclamo, sollevando la mano verso il
soffitto, con l’impressione che, a breve, un raggio di sole lo colpirà in
pieno.
Un secondo.
Getto un’occhiata a Tom e poi mi mordo le labbra, per non scoppiare a ridere.
“Hai tutta l’aria di un
esaltato, Bill…” esclama lui, serio.
Un secondo.
Scoppiamo a ridere poi io,
torno a gettarmi sul divano.
“Cosa
guardiamo, allora?” domanda subito Tom,
continuando a sogghignare.
Io sposto
lo sguardo su di lui, poi sollevo il sopracciglio.
Un altro momento.
Tom mi sorride. “Hai
ragione…domanda stupida…”
Sorrido a mia volta.
Click.
“BILL!!!!”
Io, in piedi sul divano,
canto a squarciagola quando Tom, all’improvviso, inizia ad urlare dalla cucina. Smettendo di cantare, abbasso
un secondo il volume.
“Che c’è, Tom?!?” domando.
Niente, lui non risponde,
perciò ricomincio a fissare lo schermo e aumento di nuovo
il volume.
Troppo tardi per riuscire
a leggere il titolo della canzone e l’artista, inizio ad osservare il video,
con l’impressione di non averlo mai visto precedentemente.
Ambientato in una scuola,
che mi ricorda parecchio quella dove andavo con mio fratello, le scene sono in
bianco e nero.
Sento,
una voce femminile, cantare, in un modo abbastanza triste mentre, sullo
schermo, scorrono
le immagini.
Un ragazzo, che indossa
dei vestiti extra-large, dando le spalle alle telecamera, sta seduto contro il muro. Il suo volto, fuori dall’inquadratura, è fisso davanti a sé. Osserva, una
decina di quelli che devono essere i suoi compagni di scuola, che ridono.
Un secondo.
Abbassa il capo. I suoi
capelli scuri, scalati, gli sfiorano le spalle.
Un altro secondo.
Rialza il capo. Di fronte
a lui, non c’è più nessuno. E’ solo.
Riabbassa il capo, di
nuovo.
Io, gli occhi sgranati, mi
allontano il più possibile dallo schermo mentre, incapace di spostare lo
sguardo, allungo la mano destra verso il telecomando che ho abbandonato al mio
fianco.
L’ennesimo secondo.
Il ragazzo, sparisce dallo
schermo. Al suo posto, una ragazza, cammina per i corridoi della scuola. Mentre
canta, cammina, socchiudendo gli occhi, per poi riaprirli, fermarsi, ad
osservare fuori dalla finestra. All’improvviso, tace.
Ora è una voce maschile a
cantare.
Io, sgrano gli occhi.
Quella voce ha qualcosa di famigliare.
Un secondo.
Sullo schermo, appare Bushido, seduto per terra, la
schiena appoggiata contro il muro, canta.
Un altro secondo.
Lei ricomincia a
camminare, ora, mentre la sua voce si fonda a quella di Bushido,
tiene il viso rivolto davanti a sé, un’espressione decisa sul volto.
La telecamera la segue per
un po’, mentre cammina per la scuola poi, a poco a poco, scende, lungo la sua
gamba. Quando, finalmente si ferma, si vede solo la
scarpa da ginnastica.
Poi, di nuovo, il ragazzo
triste, appoggiato contro il muro.
Un secondo.
Alza lo sguardo verso la
telecamera.
Sgrano gli occhi.
Il ragazzo
è lei.
La telecamera si sposta di
nuovo.
La persona che camminava, Bushido.
Sbatto ancora le palpebre,
allibito. Mi alzo, in fretta, correndo allo schermo, per leggere il titolo
della canzone e il nome di “lei”.
Un attimo.
Baaam!
Uno strofinaccio mi
colpisce in pieno volto. Io, inconsciamente, sposto la testa alla mia sinistra.
Tom, dalla porta, mi fissa,
le braccia incrociate sul petto.
“Che diavolo ti prende?!?” domando, esterrefatto.
“Non sentivi che era
un’ora che ti chiamavo?!?” risponde lui, la voce un
po’ scocciata.
Io, sbuffo,
prima di riappoggiare lo sguardo sullo schermo. “Lei” sorride solo un
istante, poi il nulla.
Sbuffo ancora.
Persa. Ma
io non rinuncerò.