Giochi di Ruolo > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Fireslot    06/06/2015    2 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Bang!_%28gioco_di_carte%29]
Seguito della Prima Stagione: Willy indaga ancora sul losco Lucky Duke, dopo essere stato coinvolto in travagliate peripezie a suon di pallottole! Riuscirà a scoprire qualcosa? Il suo viaggio sarà un buco nell'acqua? E chi è il misterioso cecchino in nero? Carlson gli da ancora la caccia? Dove sono tutti gli altri personaggi, tra buoni e cattivi?
Ogni carta verrà scoperta in "Bang! - L'avventura di Willy the Kid"
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5: Sotto tiro, Pedro Ramiréz
 
Lo stato d’animo di Willy era scosso dai pensieri che ronzavano sotto il cappello, così come il suo corpo si lasciava sballottare dal trotto di Branco, diretto a Temple.
Da un lato era cosciente che la parte difficile del suo viaggio iniziava da lì: non bastava soltanto accertarsi che Lucky Duke fosse un criminale, ma avrebbe dovuto anche raccogliere prove schiaccianti dei suoi reati, un’impresa che lo avrebbe costretto a masticare polverone per chissà quanto tempo. Dall’altro, ben sapeva che in quelle terre la legislazione non portava quasi mai a conclusioni definitive: per un governatore così ricco da comprarsi l’ingresso nella politica non sarebbe stato difficile corrompere un giudice. Nel selvaggio West la vera legge era dettata da una voce sola: quella delle pistole.
Proprio per questa ragione Willy si sentiva combattuto: avrebbe potuto rimetterci la pellaccia e questo lo spaventava, ma al tempo stesso tutto ciò infiammava il suo spirito guerriero.
Si destò dalle sue riflessioni quando, ormai prossimo al “Doolan’s Ranch”, udì distintamente il tuonare di un fucile provenire dall’abitazione della matrigna. Pizzicò la coscia dello stallone e bruciò rapidamente metri di strada, finché non varcò il bianco recinto della fattoria. Discese precipitosamente dalla sella e incrociò tre mandriani del posto che andavano in direzione opposta alla sua. Agguantò il fucile, pronto a unirsi a loro, ma Rose lo richiamò a gran voce dal tetto della casa.
«Mamma, che sta succedendo?» chiese il pistolero allarmato.
«Entra in casa.» disse lei, stringendo tra le dita un enorme fucile lungo quasi un metro.
Madre e figlio s’incontrarono nel salotto, dove Willy domandò sbrigativo: «Perché hai tirato fuori il Long Rifle* di Simon?»
«Non pensare che non lo faccia spesso: è da quando fu eletto sceriffo Brennan che dormo con questo in braccio. Come pensi che teniamo alla larga i banditi?» bofonchiò la madre, con una tranquillità sbalorditiva per essere la proprietaria di un ranch in stato d’allarme.
«Non sono preoccupato per te, ma per chi arriva sotto tiro. A chi stavi sparando poco fa?»
Esibendo un sorriso d’apprezzamento per il complimento, Rose spiegò: «E’ da ieri che qualcuno gironzola dalle parti del ranch. I miei uomini hanno scovato un curiosone che ci ha proprio cinto d’assedio: ho provato dozzine di volte a spaventarlo con il fucile di Simon, ma, quando i miei uomini lo raggiungono, lui scompare.»
«Se vuoi, posso prenderlo io.»
«Ah, non serve, stavolta mi sono assicurata che non andasse da nessuna parte: l’ho beccato dritto al cuore.»
Willy scosse la testa, ringraziando il cielo di non essere nella situazione del malcapitato oltre il cortile. Parlando del diavolo, proprio in quel momento apparvero sulla porta i cowboy della signora, che trascinarono un cadavere dentro casa.
«Eccolo qui, madame.» spiegò un mandriano, «Lo abbiamo trovato stecchito dietro la vecchia quercia. E’ un greaser* senza sangue: non ha nemmeno una macchia sui vestiti, eppure è morto di colpo come un opossum.»
«E’ proprio come un opossum:» intervenne Willy, chinandosi sul cadavere, «finge di essere morto ma è vivo e vegeto.»
«E tu come lo sai?» chiese Rose incuriosita.
«Perché conosco lui e tutti i suoi trucchi. Non è vero, Pedro?»
Sotto gli occhi increduli dei presenti, il presunto defunto sollevò appena la testa ed esibì un sorrisone.
«Señor Willy! Che bello rivederla!» squittì il pacioccone, rialzandosi su un fianco.
«Santo cielo, come fa a essere ancora vivo?» chiese allibita la donna, «L’ho colpito in pieno petto, l’ho visto schizzare da terra.»
Senza aggiungere una parola, Willy sollevò il poncho dell’intruso e mostrò a tutti il segreto della sua immortalità: appesa al collo con una robusta corda, una spessa lastra di metallo proteggeva la voluminosa pancia del messicano dai proiettili.*
Kid chiese ai mandriani (ancora stralunati di fronte a quel bizzarro spettacolo) di lasciare soli lui, l’intruso e sua madre, la quale si affrettò a porgere le sue scuse per aver tentato di accoppare il garzone.
«No es un problema, señora Doolan. Anch’io avrei tentato di accopparmi, se mi fossi visto gironzolare nella mia proprietà.» squittì Pedro.
Kid sospirò e passò alle presentazioni: «Mamma, questo è Pedro Ramiréz, il tuttofare di Sid. Forse non ti ricordi di lui, tende a passare sempre inosservato. Pedro, per quale ragione stavi derubando mia madre?»
«Derubando?» rispose con fare ingenuo il garzone.
«Andiamo, Pedro, lo so benissimo che stavi arraffando qualcosa, per questo la gente ti spara!»
«Io non stavo rubando, señor! Ero solo andato ad abbeverarmi quando un proiettile mi ha scavato il sombrero.»
«Balle!» intervenne Rose, «Eri entrato nel mio pollaio e, nel tentativo di dartela a gambe, hai pure fatto cadere le uova che avevi sgraffignato.»
Willy annuì, conoscendo i peccati dell’avido garzone, ma prese le sue difese: «Non fargliene una colpa, mamma. Sid lo nutre a pane e acqua, per lui le uova sono come un dessert.»
Schioccando la lingua con disappunto, Rose dichiarò concluso il battibecco, sedendosi su una poltrona. Finalmente Willy poté interrogare Pedro come si deve: «Ti ha mandato Sid, non è vero? Ha scoperto qualcosa?»
Invece di rispondere alla domanda, il messicano rimase immobile a fissare con un sorrisetto beota il pistolero, che emise un grugnito spazientito prima di rivolgersi nuovamente alla madre: «Potresti preparare qualcosa da mangiare a Pedro?»
«Starai scherzando? Ha tentato di rubare nella mia proprietà! Perché dovrei pure offrigli la cena?»
«Perché è della scuola di Sid Ketchum: non dà niente in cambio di niente. Quando fa questa faccia da scemo, è perché ha fame e non parlerà finché non avrà messo giù un boccone. E fidati, non apre la bocca nemmeno con una pistola alla testa.»
La signora Doolan si alzò dalla sedia e si avvicinò alla cucina, lamentandosi indispettita delle conoscenze del figlioccio. Senza interrompere la tiritera, riscaldò una padella in cui ruppe (ironicamente) due uova che servì al panciuto intruso. Pedro si avventò come un coyote affamato che si ciba di una carogna.
Tra i rumori delle mascelle ruminanti, Willy riuscì finalmente a farlo parlare: «Ora potresti dirmi perché Sid ti ha mandato?»
Il garzone buttò giù un bolo e spiegò: «Il padrone ha fatto le ricerche che lei ha chiesto, señor. Dice di aver trovato l’uomo che sta cercando. Si è assicurato anche che lavora al soldo del governatore.»
«Aspettate, di chi sta parlando?» s’intromise Rose.
«Del sicario in nero, il tale che ha accoppato Regret e Brennan. Ha un mirino con sé, così ho chiesto a Sid di risalire all’acquirente per scoprirne il nome.» le rammentò Willy.
«Il padrone ha fatto molto più di questo: ha scoperto anche dove è situato uno dei traffici di schiavi.»
«Lasciami indovinare: in Kansas?»
Pedro sgranò gli occhi e, prim’ancora che potesse fare domande, Willy gli disse: «Ho incontrato Black Jack proprio l’altro giorno. Hai perso la scommessa, Ramiréz.»
Il messicano abbassò gli occhi socchiusi dallo sconforto, come se gli avessero comunicato la dipartita di un suo caro parente. Poi si schiaffò in bocca un’altra forchettata e proseguì: «Il posto è a qualche miglio a ovest di Goodland, una vecchia miniera esaurita e abbandonata. Il terreno lo possiede Duke ma non c’è nessuna attività dichiarata. Il padrone vuole che io l’accompagni.»
Rose domandò al garzone: «Com’è che Sid sa così tante cose?»
Kid e Pedro si lanciarono uno sguardo d’intesa e insieme risposero: «Ha le sue fonti.»
Avendo capito che era inutile fare domande, la signora annuì e si aggiustò sulla sedia.
Willy riprese il discorso: «Se ti ha ordinato di starmi dietro, significa solo due cose: o avete scommesso sulla presenza del traffico di schiavi…»
«Eres correcto*!»
«… oppure teme per la mia incolumità.»
«Eres correcto de nuevo.»
«Devo supporre, dunque, che il nome trovato tra gli acquirenti sia quello di un individuo davvero pericoloso.»
«Il padrone mi ha detto di riferirle queste esatte parole: “Se finora te la sei cavata, è perché non l’hanno pagato per ucciderti.”»
«Quindi Sid vorrebbe farmi desistere?»
«Eres correcto.»
«Ma sapendo che io non rinuncio mai ad una preda, ti ha detto di starmi alle calcagna e proteggermi.»
Infilandosi in bocca l’ultimo boccone delle uova al tegamino, Pedro mugugnò un sì.
«Non mi piace questa storia, non mi piace per niente.» sussurrò la madre, incapace di reprimere la sua preoccupazione crescente.
«Neanche a me.» le rispose Kid, «Perché le persone che Sid teme di più le posso contare sulle dita e spero che il primo della lista non sia lo stesso di cui stiamo parlando.»
«Invece è proprio lui.» rispose Pedro, con la calma di un uomo che sta semplicemente mangiando.
«Dio Santo, Kid, di chi state parlando?»
Mentre il pistolero rimase a labbra serrate, il messicano non ebbe remore nel dire ad alta voce: «Douglas Mortifer*.»
Rose non poté fare a meno di notare il volto del figlioccio sbiancato di colpo, come se quel nome e quel cognome fossero le parole magiche di un diabolico sortilegio.
«Willy, che cos’hai? Ti senti bene?» gli chiese Rose apprensiva.
«No, mamma, non sto bene. Non ho intenzione di desistere, non arrivato a questo punto. Ma ho paura che questo sarà un ostacolo troppo grosso, perfino per me.»
«Non capisco, è soltanto un uomo, no? Chi è Douglas Mortifer?»
«Il più letale e strapagato sicario del West, forse il migliore al mondo. Un uomo che ti colpisce sempre, anche se hai schivato un colpo due volte. Uno che potrebbe facilmente spodestare messer Satanasso. In giro ha molti nomi, ma si evita di pronunciare quello che tutti conoscono: Slab The Killer.»
 
 
*Note:
  • I fucili Kentucky, anche noti come “Long Rifle”, erano i più comuni fucili da caccia usati agli albori del West. Prendono il loro nome dallo Stato in cui furono creati. La loro peculiarità era, appunto, di avere canne molto lunghe, che arrivavano anche oltre il metro e mezzo, in grado di uccidere prede difficili da grande distanza.
  • Il termine “Greaser” è un dispregiativo coniato dagli americani per indicare i messicani. In inglese vuol dire “unto”, tutt’oggi si usa per indicare i greaser degli anni cinquanta, ossia ragazzi che ungevano i propri capelli con la brillantina (Sì, proprio quelli del film “Grease”).
  • Le frasi in spagnolo di Pedro significano: No es un problema, non c’è problema; Eres correcto, hai ragione, Eres correcto de nuevo, hai ragione di nuovo.
  • La lastra di metallo è una doppia citazione: fa riferimento sia all’epica scena finale del film Per un pugno di dollari sia alla carta “Placca di ferro”, una carta verde dell’espansione “Dodge City” che vale come Mancato! (anche la carta è ispirata al film).
 
L’ultima nota me la voglio godere, perciò la butterò nell’angolo dell’autore. Bang! celebra i personaggi dell’epico racconto Western Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo con due personaggi (Nell’edizione base): Pedro Ramiréz, che corrisponde a Tuco Ramìrez (notate la differenza dell’accento) e il temutissimo Slab The Killer, omaggio a Sentenza, il cattivo interpretato magistralmente da Lee Van Cleef.
Ora trovare un nome a Slab si è rivelata un’impresa: non sapevo se usare la carta dell’attore (che nell’espansione “Wild West Show” si chiama, appunto, Lee Van Kliff) oppure riadattare a modo mio il nome del personaggio che lo stesso attore interpreta ne Per qualche dollaro in più, ossia il colonnello Douglas Mortimer. Per rimanere fedele al lavoro compiuto finora avrei dovuto scegliere L.V. Kliff, ma forse Douglas Mortimer è più… come dire… Mortifero, mi spiego? Ecco perché l’ho chiamato Douglas Mortifer. Ditemi la vostra, se avete apprezzato questo mio rimaneggiamento e se, naturalmente, il capitolo vi è piaciuto.
L’autore che vi consiglio stavolta è  engichan296, scoperta alla ricerca di una nuova storia da seguire. Ha uno stile narrativo e descrittivo davvero sorprendente, che vi offrirà un’immedesimazione istantanea. Consiglio a tutti di leggere il suo racconto “Il Gioco di Dio, La Morte Rossa”: intrigante, ben scritto e capace di farvi rinunciare a ore di studio per leggervelo in santa pace (Non scherzo T_T).
E, come sempre, grazie a tutti voi, silenziosi lettori e caparbi commentatori.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Fireslot