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Autore: Red The Redeemer    08/01/2009    1 recensioni
Un ragazzo dai poteri sovrannaturali viene scelto dai suoi simili per salvare il suo popolo da una minaccia..molto bello, pubblicato sul mio blog dove ha riscosso un modesto successo. Ve lo raccomando, anche se è ancora in fase di stesura.Lasciate una recensione, di modo che capisca se il capitolo va modificato, così grazie a voi Moon Eclipse migliorerà sempre più!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Correndo a quattro zampe nel sottobosco verso il paese Red rise di gusto.
Non aveva mai provato una sensazione simile, seppur una piccola parte di lui cominciava ad avere paura di quello che stava diventando il ragazzo.
Nessun umano, forse nel mondo, poteva muoversi a quattro zampe come un cane o un qualsiasi quadrupede ad una velocità maggiore di quella che normalmente avrebbe muovendosi su due gambe. Rise ancora.
Saltò per evitare un tronco in orizzontale e continuò la sua folle corsa, mentre si meravigliava mentre riusciva a sentire che i suoi cinque sensi cominciavano ad ampliarsi.
Cominciò a percepire una miriade di odori e profumi, centinaia di rumori intorno a sé, migliaia di pensieri lo travolsero mentre una strana metamorfosi lo stava lentamente trasformando in qualcosa di strano, di potente, di estremamente affascinante.
Red sentì che lentamente se ne stava andando anche la sua umanità.
Da un lato questo lo spaventava, dall’altro gli piaceva sentirsi elevato ad un livello superiore rispetto gli altri.
“Dio ti prego, fa che io non stia sognando” pensò felice.
Non sognava.
Arrivò sul culmine di una rupe e si fermò bruscamente rimirando il paesaggio che gli si offriva davanti: il paese che Wicked gli aveva indicato era brulicante di luci, mentre gli abitanti camminavano per le vie o restavano in casa.
Red si guardò, per capire se fra la folla sarebbe stato troppo appariscente.
- Hai fatto una buona scelta..sembra che questo paesino non sia poi tanto a corto di persone..come ti senti? – chiese tranquillamente Wicked che era ricomparso dalla boscaglia.
- Affamato – rispose secco Red mentre si strappava la camicia rotta di dosso restando a torso nudo.
Wicked rise. – Impari presto ,ragazzo… sarà divertente vedere quello che sai fare. Ora vai.-
E sparì.
“Devo farmi insegnare quel trucchetto, quando torno” pensò fra sé il giovane spiccando un balzo dalla lunghezza innaturale atterrando sul tetto di un edificio simile a un cubo,piuttosto spoglio.
Red ringhiò e si guardò attorno: vedeva solo una presa d’aria arrugginita a qualche metro da lui.
Si avvicinò e la colpì con forza facendola cadere a terra, al piano sottostante.
La seguì saltando giù nel buco scuro e d’istinto si guardò attorno nell’oscurità con i denti scoperti e i muscoli delle mani contratti.
Camminò verso la luce del viale cercando di capire dove si trovava.
Accese la luce cercando l’interruttore. Ammirò gli scaffali erano usciti dalle tenebre di poco prima, sorridendo a causa della sua fortuna.
Era in un negozio di vestiti.
Mentre girava per la stanza alla ricerca di qualcosa da mettersi, sentì qualcun altro entrare nella stanza, da una scalinata che stava dietro il bancone.
- Chi sei? – chiese una voce femminile.
- Non credo di saperlo nemmeno io – disse lui frugando.
- Oh – sussurrò lei, guardando il ragazzo dal torso nudo e i pantaloni neri.
Red estrasse dal mucchio di vestiti una camicia nera che cominciò diligentemente ad abbottonarsi.
- Da dove vieni? – chiese lei cauta.
- Dall’oscurità – rispose lui sperando di spaventarla e farla andare via.
- Non essere sciocco, tutti veniamo da qualche parte – rispose lei come se niente fosse.
Red si girò e rispose truce – Beh io no ok?! –
La ragazza indossava una camicia da notte sottile, molto intrigante, e guardava Red come se fosse stata una meraviglia del mondo.
Aveva dei lunghi capelli neri che le arrivavano alle anche e degli occhi scuri da cerbiatto.
Teneva la mano sottile sul corrimano di legno e a occhio e croce era una coetanea di Red.
Guardandola il ragazzo pensò che era una ragazza molto delicata, pronta a svanire se qualcuno l’avesse toccata.
“Affascinante” pensò fra sé il ragazzo. Tornò alla sua ricerca, però la curiosità lo spinse a sapere qualcosa di più su quella ragazza dall’apparenza così cristallina.
- Come ti chiami? – suonava più come un ordine che come una domanda.
- Naive..e tu? Come ti chiami? – disse lei con un sussurro.
- Mi chiamo Red. Abbiamo un nome strano sia io che tu. Solo che il tuo è più bello –
Naive arrossì – Grazie – sussurrò ancora – sono la figlia del padrone di questo negozio –
Red prese un cappello di pelle a bordo largo da una pila di cappelli di varie forme e dimensioni e lo provò.
- E perché non mi fermi allora? – domandò lui con tono interrogativo. – in fondo, starei rubando – concluse sorridendole.
- Perché mi sembra che tu abbia bisogno di aiuto. Mi sembri molto solo.. quasi come se avessi perso tutto – replicò lei visibilmente imbarazzata.
Red appoggiò il cappello sul bancone e scosse i lunghi capelli scuri. Guardò ancora Naive, che sempre con lo sguardo incollato a lui stava lentamente scendendo la scalinata.
- Dici? Sembro davvero uno che ha perso tutto? – si infilò un cappotto di pelle nera lungo fino ai piedi e si rimirò allo specchio pensando che il suo abbigliamento andava più che bene.
- Stai molto bene – disse Naive imbarazzata.
- Grazie, anche tu – rispose lui cordialmente.
Naive ridacchiò.
Red approfittò della presenza della ragazza e chiese : - Perchè c’è così tanta gente della nostra età per le strade? –
- C’è la serata giovanile – disse lei calma – una volta al mese, tutti i ragazzi del paese hanno la città per loro –
- E tu perché non vai? –
- I miei genitori non si fidano a lasciarmi andare –
- Oh…Naive, come si chiama questo paese? –
- Oh,beh, si chiama Moonville –
- E perché? –
- Beh, questo purtroppo non lo so.. perché sei qui? –
domandò lei arrossendo mentre si guardava i piedi sottili.
- Sto viaggiando e sono passato per di qua –
- Ah ,davvero? E dove vai di bello? –
- Verso il mio destino – rispose lui secco.
La fame tornò ad occupare la sua mente.
- Devo andare – disse lui di botto.
- Di già? – chiese lei speranzosa di strappargli qualche altro minuto. Red annuì.
- Allora, addio..- disse Naive con una nota di tristezza.
Red le si avvicinò, fino a che i loro visi non arrivarono a pochi centimetri.
Red sentiva il respiro della ragazza sul suo viso, simile ad una carezza del vento.
- Hai degli occhi bellissimi..- disse lei.
Lui non replicò. La bacio delicatamente sulle labbra, ed uscì nella notte lasciando Naive stordita dal bacio di quell’ombra scura che era ufficialmente rinata, a sua insaputa, in quel negozio.


  
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