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Autore: Zola_Vi    10/06/2015    2 recensioni
“So perché hai paura di parlarmi. O guardarmi. O toccarmi.”
Aggrottò le sopracciglia, forse infastidita. 
“Il tuo cuore sa benissimo che torneresti da me, se solo tu lo facessi.” 
“Io ascolto la mia testa, Harry. Il mio cuore non c’é più, ormai.” 
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“Ti detesto.” 
Lui rise. 
“Davvero, Harry.” 
I suoi occhi brillavano di una luce strana, che ultimamente non aveva visto. 
Mi soffermai ad osservarli. 
Era da tempo che non lo facevo, che non lo guardavo attentamente. 
“Ti sei incantata?” 
Scrollai la testa, alzandogli ben in vista il mio dito medio sulla faccia, con un sorrisetto beffardo disegnato sul viso. 
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Corrugò la fronte e con passi impercettibili cercò di tornare indietro verso la porta, poiché io mi mossi verso di lei, intrepidamente e senza ripensamenti. 
Toccò la maniglia, ma non riuscì a girarla: avevo chiuso a chiave. 
Spalle contro il muro, alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi. 
Il suo flebile respiro, adesso scostante, arrivò al mio petto. 
Mi avvicinai al suo orecchio, abbassandomi di qualche centimetro. 
“Devi fare solo ciò che ti dirò.” 
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Voleva la guerra? 
“E guerra sia.” pensai. 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 15 

 

“Potresti cercare di capirmi, ogni tanto.”

“Capire cosa, eh?” 

“Che ti amo.”

Aggrottai le sopracciglia, ascoltando quelle parole. 

Non cercai nemmeno di protestare. 

Poi continuò. 

“E che dici un’ enormità di cazzate! Non fa bene a nessuno questa storia, ne tantomeno noi staremo meglio separati.”

“… sai che é così, Ploon” continuò, abbassando il tono di voce e ammorbidendolo. 

“Mi manchi” poi aggiunse. 

Sospirai, continuando a guardarlo severamente. 

“Perché? Perché ti manco? Tutto ciò che ti davo io potrebbe dartelo chiunque.”

Sorrise, abbassando il viso per un attimo verso il terreno. 

“Perché penso sempre alla tua risata, perché sorrido solo al pensiero della tua voce, perché mi diverti, perché sei dolce, perché sei la persona più buona che esista, sempre pronta a porre al primo posto gli altri piuttosto che se stessa, perché sei un vulcano in piena eruzione, perché non stai un attimo ferma e zitta, perché mi metti sempre il buon umore e riesci a trovare le parole giuste per descrivere qualsiasi mia emozione, perché sei forte, perché sei sensibile e non riesci a mentire, perché non sopporto quando vuoi avere ragione, perché sei testarda, perché sei orgogliosa e a volte insopportabile, perché sento che hai bisogno di essere protetta, perché ogni volta che fisso i tuoi occhi impazzisco! Non posso fare a meno di amarti, Ploon… Non posso proprio…- 

Stetti zitta, incapace di aggiungere altro. 

Cosa potevo rispondere, d’altronde, a parole bellissime come queste?

Lentamente, cercò di avvicinarsi al mio corpo. 

E io mi costrinsi a dire qualcosa per fermarlo. 

“Puoi sopravvivere senza tutto questo, Harry” tagliai corto. 

Assunse, a quel punto, un’ espressione contrariata, corrugando la fronte. 

“Sei ancora più testarda di quanto già tu non fossi” grugnì. 

Mi offesi e la presi, giustamente, sul personale. 

“Da che pulpito” controbattei. 

Ci guardammo con occhi sfidanti, e riuscii forse anche ad incenerirlo con lo sguardo. 

Sembravamo due bambini che litigavano per la vittoria e il proprio orgoglio. 

“Hai finito?”

“Di fare cosa?”

“Di contraddirmi?”

Sbuffai, e abbassai il capo. 

Nonostante tutto, quando discutevo con lui il mio petto si rimpiccioliva e percepivo crampi dappertutto. 

“Dici di amarmi…” bisbigliai. 

Lui addolcì il volto, immediatamente. 

“Ma ti fideresti di me se fosse davvero come dici tu.” 

Silenzio. 

Il suo viso mutò completamente. 

Impenetrabile e serio, adesso mi guardava con ancora più attenzione e severità, come per memorizzare ogni singola parte del mio corpo. 

Gli avevo ripetuto mille volte quella frase, eppure continuava a non voler capire. 

A non voler ascoltare. 

Forse sentiva di aver sbagliato, in fondo. 

O forse era davvero troppo cocciuto. 

“Davvero dubiti del mio amore per te, Ploon? Dopo tutto ciò che abbiamo passato?”

Non risposi a questa frase. 

Mi sentii stupida. 

“Pensavo la stessa cosa di mia madre… sai?”

Non disse nulla e io continuai dopo un po’.

“Ne avevamo passate tante insieme, ma comunque lei mi ha lasciata.” 

Lo dissi con freddezza, come se non mi importasse. 

“Ploon.” 

Iniziò così il suo discorso. Con il mio nome. 

Quel nome che pronunciava sempre quando eravamo ancora bambini. 

E sentii già un groppo in gola pronto a scoppiare vorticosamente. 

“Lascia che io mi prenda cura di te, ti prego.” 

Fu la prima volta, dopo un anno e qualche mese, che sentire quella frase non mi infastidì. 

Ma mi rassicurò. 

Avevo bisogno di lui, lo percepivo. 

Lo guardai. 

I suoi morbidi e neri ricci gli cadevano sul viso disordinatamente, comprandogli leggermente il naso. 

Sembrava così sicuro di quello che diceva, che quasi cedetti alla sua proposta. 

Volevo cullarmi tra le sue braccia, sentire il profumo della sua pelle senza domandarmi se fosse giusto o sbagliato, dopo tanto tempo.

Ma pensai, di nuovo, non potessi mai più concedermelo. 

Sospirai e deglutii, per placare l’ansia creatasi. 

“Dovresti tornare a casa, Harry. Hai la febbre.”

Scrollò le spalle. 

“Davvero. Potresti cadere a terra da un momento all’altro, come prima.”

Sorrise, dolcemente. 

“Ci tieni a me.” 

Abbassai il viso sul suo petto, per non doverlo guardare negli occhi. 

“Certo che ci tengo.” sussurrai. 

E lui capì dal mio labiale le parole. 

“Ploon.” 

“Si?” alleggerii il tono della voce, facendolo tornare normale per rendere la conversazione meno seria. 

“Fuggi via con me.”

Alzai un sopracciglio, sconcertata e quasi divertita all’improvviso da quella affermazione. 

“Eh?”

Rovinai lo strano momento tranquillo e dolce creatosi. 

“Come gli vengono certe idee?” mi chiedevo.

"È ciò che ti ho proposto un anno fa, ma non mi avevi dato una risposta.”

Lo guardai come si guardano i pazzi e gli dissi: "La mia risposta è no.” 

Mi stava odiando e lo capii dalla sua faccia scocciata. 

Forse si sentii preso in giro.

"Senza offesa, ma a volte mi chiedo se tu sia ubriaco oppure no." 

"Forse sarebbe meglio che lo fossi" aggiunse, a bassa voce .

"Torna da Arya e smettila di flirtare con me.” 

Decisi di prendere questa storia e la sua proposta con leggerezza, per non rendere tutto ancora più drammatico e pessimista. 

Alzò gli occhi al cielo e io mi resi conto di dover smetter di scherzare con i suoi sentimenti. 

Tornai seria e raggiunsi il suo corpo.

"Facciamo un patto?" 

La domanda mi uscì spontanea e lui sbarrò gli occhi, curioso.

"Cerchiamo di non litigare più, d'accordo? Proviamo ad essere... buoni amici, per ora.” 

Corrugò la fronte, ma alla fine pensai di averlo sorpreso e convinto allo stesso tempo.

Mi prese la mano.

"Va bene" 

La strinse e cercò di sorridermi come se fosse contento della proposta. 

Sogghignai tra me e me: in realtà fece schifo quella soluzione. 

Ma fu già meglio di niente, no?

 

“Dovresti rasarti i capelli a zero.”

Corrugai la fronte, presa alla sprovvista da quella proposta insolita. 

“Puoi ripetere?” 

Louis rise e, sdraiato sul letto, decise poco dopo di sedersi a gambe incrociate, con i piedi sul copriletto, proprio di fronte a me. 

Mi lanciò una patatina e, prima di parlare, aspettò di sentire lo sgranocchiare dei miei denti a contatto con il cibo. 

“Sola da una parte, intendo. Sarebbe figo.” 

Cercai di visualizzarmi con la fantasia senza alcun capello nel lato destro della testa. 

Sorrisi, compiaciuta. 

“L’idea é carina, ma a me starebbe male quel taglio.” 

Corrugò la fronte. 

“Perché?”

“Sta bene alle more, non alle bionde.”

Sbarrò gli occhi, prima tacendo, poi ridendo. 

“E chi ha deciso questa stronzata?” 

“Io.” dissi fiera, facendogli la linguaccia. 

Alzò le mani come simbolo di rassegna e cambiò argomento. 

“Manchi tantissimo a Phoebe, al telefono mi chiede sempre di te, sai?”

“Davvero?”

Annuì, sorridendomi come un bambino. 

“Sarebbe dolce poterle rivedere, entrambe le gemelle, dico.” 

“Organizzerò qualcosa.”

“Bravo.”

Gli diedi una amichevole pacca sulla spalla e, questa volta, mi coricai io a peso morto sul letto. 

Sentii una mano pizzicarmi il braccio, poco dopo. 

“Sei molesto, lo sai?”

“E anche molto curioso.” aggiunse da solo. 

Accigliai lo sguardo, non capendo quella affermazione fino in fondo. 

Dove voleva arrivare?

“Cos’é successo oggi con Harry?” mi fece un occhiolino, con una faccia stupida stampata sul volto. 

“Nulla che possa interessare anche te.” 

Non smise di molestarmi fino a quando non detti segno di vita e incominciai a parlare di nuovo. 

“Siamo amici, adesso.” 

Lasciò la presa sul mio corpo. 

Evidentemente era sorpreso. 

“Sembri una nonnetta in cerca di gossip.” sbuffai, sghignazzando. 

Lasciò cadere la propria testa accanto alla mia, con gli occhi rivolti al soffitto. 

“Abbiamo fatto una specie di patto.” affermai convinta. 

Emise un ghigno e io mi voltai verso di lui, pronta a tirargli un pugno per ogni evenienza. 

“Le persone normali diventano amiche semplicemente perché lo vogliono, non perché fanno un patto.” 

In effetti, aveva ragione. 

Ma noi, in fondo, io ed Harry, non eravamo persone del tutto sane mentalmente. 

Imitai la sua voce e gli feci il verso: mi diede un pizzicotto e scoppiammo a ridere insieme. 

“Louis…” 

Mi presi alcuni secondi per capire se fosse il caso, o no, di fargli quella domanda. 

“Dimmi.” 

“Secondo te sono noiosa?” 

Fece una faccia strana, che mi intimorì per un certo attimo. 

Forse la sua risposta sarebbe stata un ‘si’. 

“Perché questa domanda?” sorrise. 

“In realtà, perché ho paura di questa cosa.”

“Di essere noiosa?”

“Si.” 

Ok, ero strana. 

Ma, in fondo, penso che tutti abbiano questo timore, no?

“Stai scherzando, vero?”

Scossi il capo, alla ricerca dei suoi occhi per una risposta. 

“Nell’ultimo periodo nessuno ride in mia presenza.”

Sghignazzò. 

“A parte te.” 

“Beh, ci credo, Ploon. Uccidi con lo sguardo qualsiasi persona ti passi accanto.” 

Chiusi gli occhi, ripensandoci. 

Non aveva tutti i torti. 

“Ma, in ogni caso, non sarai mai noiosa. Non corri nessun rischio.” 

“E perché?” 

Sorrise, dandomi un semplice bacio sulla guancia, teneramente. 

“Perché sei Ploon Sloan, nessuno ti batte per pazzia.” 

Riuscì a contagiarmi, come al solito, con la sua allegria. 

“Dici così perché ti ricordi com’ero un tempo.” 

“Sei rimasta ancora quella ragazza, e lo sai anche tu.” 

Aveva ragione. 

Dovevo solo… sciogliermi ancora un po’. 

“Non ti sei stufato di ascoltarmi mentre mi lagno?”

“In realtà non lo fai mai. Sono io che ti faccio parlare, altrimenti resteresti in silenzio e ti terresti tutto dentro.” 

Mi fece un occhiolino e io seppi che aveva perfettamente ragione. 

“Quindi non vale come lamento.” 

Me ne compiacqui, di questa verità. 

Sentirmi una persona querula mi avrebbe buttata ancora più giù. 

“Grazie.” 

 

Quella sera, andando a dormire, appena tornata dal bagno dopo essermi fatta la doccia, trovai una piccola lettera sopra il mio letto azzurro. 

Sobbalzai, leggermente. 

E, per un attimo, pensai al peggio. 

L’ultima volta che avevo letto una cosa del genere… non era finita bene. 

Cautamente, presi quell’oggetto tra le mani come se dovesse bruciare da un momento all’altro. 

Quando vidi la scritta ‘ornitorinco’, però, mi tranquillizzai, sorridendo immediatamente. 

Louis. 

Era sua. 

Velocemente, così, decisi di aprirla. 

E, riconoscendo la sua orribile calligrafia, mi persi tra le parole. 

 

*Lettera.* 

 

“Mi chiedi di dirti come sei, eh? Beh, intanto inizio con il dirti che sei una rompi palle assurda… e questo esclude già automaticamente la noia, quindi tranquilla. E poi sei una ragazza molto complessata, é vero, che di tutto ne fa una tragedia. Una ragazza d’oro che pur di aiutare qualcuno sta male lei. Hai quello spirito di allegria che fai alla fine sempre ridere. Credo che tu sia la ragazza più solare e più allegra. Anche quando sei triste, riesci a non farlo vedere alla gente perché sai, che se tu sei giù, molta gente non avrebbe quel sorriso stampato in faccia. Chi non ti conosce direbbe che sei una di quelle persone che non sta mai male, che ha un motivo per scherzare anche sulla cosa più seria, direbbe anche che un po’ invidierebbe la tua forza di volontà e quell’ espressione sempre positiva e forte. É bello questo, ma infondo sei anche sensibile: ci rimani male per una frase, una parola o semplicemente uno sguardo diverso. Molte volte ci pensi a questo, anche tutto il giorno, magari ti chiudi in camera tua, con la musica a tutto volume, a pensare, a viaggiare, a cercare un motivo, un semplice motivo del comportamento che ha avuto quella persona nei tuoi confronti; ma non ti piace essere compatita, e quindi stai in silenzio, non a molti dici di stare male... neanche alla persona per cui stai così. Mi piace di te il tuo ottimismo, sei una persona che vede sempre “il bicchiere mezzo pieno”, quel tipo di persona che se ti dice che “passerà” puoi stare certo che per davvero “passerà”. Un’ amica che veramente tutti vorrebbero, ci si può fidare di te, sei una ragazza meravigliosa, credimi. Fai la dura con le persone, piuttosto che dirgli un “ti voglio bene” le prenderesti a schiaffi, piuttosto che ricevere un abbraccio manderesti tutti a fanculo, ma non perché non ti piace tutto questo, ma perché non sei fatta per parole dolci o gesti teneri, anche se, infondo impazzisci se una persona te li fa e provi una sensazione che nessuno può capire. Direi che sei fantastica, stupenda, meravigliosa... ed é davvero il minimo, sei molto più di quelle tre parole. E sai benissimo anche tu, che se anche quella persona che ho appena descritto, in questo momento si vede raramente, é ancora lì che aspetta il momento giusto per uscire.”

 

*FineLettera.*

 

Lasciai cadere, subito dopo averlo letto, quel pezzo di carta a terra. 

E corsi, uscendo da camera mia, verso il ragazzo che l’aveva scritta. 

Aprii la porta della sua stanza, sebbene sapessi ci fossero anche altre persone pronte per andare a dormire, e gli saltai al collo. 

Lo strinsi forte, come fa un bambino con la propria mamma. 

Rimase senza parole, poiché non disse nulla. 

Forse sorrise, e basta. 

Gli diedi un semplice bacio sulla guancia. 

E sussurrai al suo orecchio: “Sei il migliore.” 

Lo sentii ridere. E io risi con lui. 


CIAO RAGAZZI E RAGAZZE. 
Come state? Ormai l'estate é incominciata *-*
Quanta gioia adesso é nell'aria AHAH. 
Il mio computer ha ancora dei problemi e devo aspettare o di ripararlo o di cambiarlo completamente.. quindi abbiate pazienza con me, scusate!! D:
Harry e Ploon amici eh. Uhmm. 
Cosa ne pensate?
Ce la faranno? O Harry continuerà, sebbene sia già fidanzato, a provarci con la sua bionda?! BAH, CHI VIVRÀ VEDRÀ ;) 
Detto questo, mi auguro di sentirvi nelle recensioni <3 
E buona fortuna a tutti coloro che devono affrontare esami! 
Un bacio a tutti, 
-Zola. 


 
   
 
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