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Autore: xstarryskyx    10/06/2015    1 recensioni
"É come se il silenzio avesse un suono" mi disse.
Zayn era imprevedibile. Quando parlava riusciva sempre a trasmettermi qualcosa, qualcosa di vero.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Le 11:45 ed ero ancora sotto le coperte. L'ultima campanella sarebbe suonata alle 12.30 e Zayn sarebbe uscito. Avevo ancora del tempo.
Mi alzai dal letto e mi preparai per uscire.

"Ciao ma" salutai mia madre quando la raggiunsi in cucina.

"Hey, niente scuola oggi?" rispose senza girarsi.

Per lei non era un problema o almeno non più. Quest'anno stavo portando buoni voti e facevo meno assenze.

"No"

Posò un piatto in tavola, c'erano due uova saltate in padella, quello sarebbe stato il mio pranzo di oggi.

"Dai mangia un pò" disse.

Mi sedetti al tavolo e ingerii quel poco e niente, non mi piaceva mangiare e meno lo facevo più stavo meglio.

"Devo uscire" mi alzai mentre invece lei si stava per sedere.

"Vai da Colin?" mi guardò sorridendo.

Mi ricordai di quando lo portai a casa e si presentò alla famiglia, conquistò subito tutti. In fondo era il mio unico amico ai quei tempi.

"Mmh si, no. Devo fare delle commissioni"

"Quali commissioni?" e trovare una scusa era difficile, mentire a mia madre lo era.

"Faccio un giro" sbuffai "Ritorno per cena"

"D'accordo" il suo sguardo ne sapeva di amarezza.

Colin non era l'unico a preoccuparsi di me e del mio passato, lei fu la prima a farlo.

"Starò bene" le lasciai un bacio sulla fronte e uscii di casa.

Arrivai vicino alla scuola giusto in tempo alla campana. Mi nascosi dietro al parcheggio anche se la visuale non era delle migliori. La grossa porta venne aperta dai ragazzi e all'improvviso una marea di altri studenti uscirono dopo di essi. Un miscuglio di voci a riempire lo spazio attorno all'edificio.

"Che fai qui Stone?" Al mio fianco arrivò Paul, vecchia compagnia.

"Tu che fai?" parlai tenendo lo sguardo sulle persone a poca distanza da noi.

"Aspetto Valery"

"State insieme?" chiesi con calma.

Paul fu il mio ragazzo per tutto il primo anno, era nel gruppo con cui passavo il tempo. Al secondo avevo deciso di lasciarlo per avere più tempo per recuperare le materie, ero insufficiente in quasi la maggior parte dei corsi. Lui capì e restammo amici.

"Sì, da poco" mi guardò.

Era stata difficile per entrambi.

Poi lo sentii frugare nelle sue tasche, tirando fuori un pacco di sigarette.

"Vuoi?" me ne offrì una.

"No, grazie" sorrisi.

"Non fumi più?" domandò mentre ripose la sigaretta nel pacco e accese quella che teneva in bocca.

"Sto cercando di smettere"

"Ti da fastidio?" indicò la cosa.

Ma dall'uscita spuntò quel ciuffo nero corvino e mi affrettai "No, tranquillo devo andare. Ci si vede"

Mi spostai più a destra, camminai sempre lungo il parcheggio. Non potevo perderlo di vista.

"Stai attenta che devo uscire!" mi urlò una ragazza riccia alla guida.

Andai sul marciapiede e alzai la testa per controllare che non fosse sparito.
Non stava fumando ed era già uno strano segno. La gente intanto era diminuita, chi non aveva fretta di andarsene a casa?

Zayn proseguì nella via che di solito prendevo quando volevo allungare il tragitto.
Era solo e camminava tranquillamente.

Non avevo un piano se non quello di seguirlo. In realtà non avevo idea del perché lo stavo facendo.

Si fermò più avanti, di fronte a un condominio di sei piani. Era un piccolo palazzo di un marroncino-giallo, uguale agli altri due affianco.
Non avevo mai dato tanta importanza ad essi prima d'ora.

Il cellulare, che dimenticai di mettere in silenzioso, suonò all'improvviso. Per strada non c'era molta gente e rieccheggiò fin troppo. Colin mi stava chiamando.

Mi voltai di nuovo verso Zayn che si girò nella mia direzione. Fantastico.
Scattai all'indietro girandomi verso la parte opposta e risposi "Cosa vuoi?"

"Che stai facendo?"

"Niente" cercai di tenere un tono normale.

"Alza lo sguardo davanti a te" e riattaccò.

Feci come mi disse e lo trovai a pochi chilometri da me con un sorriso beffardo a ricoprirgli la faccia. Lo raggiunsi imbarazzata. Ero stata beccata.

"Che fai mi segui?" parlai mettendomi le mani sui fianchi.

"Ti ho vista quando sono uscito da scuola"

"E quindi? Te l'ho detto che bossavo" alzai le spalle.

"Appunto. Perché eri lì? Chi dovevi vedere?"

"Nessuno"

"E allora perché sei venuta? Pensavo volessi accompagnarmi a casa ma era troppo anormale, di solito sono io a farlo" sorrise alzando un sopracciglio.

"Non sapevo cosa fare. Ma dai ti accompagno, devo ricambiare il favore" sorrisi a mia volta.

"Che bugiarda" rise "chi seguivi, è?"

Presi un attimo di silenzio per pensare, avrei dovuto dirglielo? "Malik" guardai in basso. Sapevo sarebbe venuto a galla.

"Wow" parve sconcertato e si passò una mano dietro il collo "come mai?"

Alzai le spalle "È misterioso, tutto qua"

"È solo un tipo silenzioso" iniziò a camminare "ma che vuoi fare la stalker?"

"No! Sono solo curiosa" mi difesi.

"Sarà..." sospirò "e Paul?" cambiò discorso.

"Niente. Si è messo con Valery"

"Ah carina" annuí "come l'hai presa?"

"L'ho lasciato io ti ricordo" dissi puntandogli lo sguardo contro.

"Sì, ma eri costretta" si voltò un attimo per guardarmi.

"Sto bene" appoggiai una mano sulla sua spalla.

"Okay"

I miei capelli biondi balzavano a ritmo dei nostri passi. Mi sono sempre piaciuti cosí lunghi, donano un'aria selvaggia.
Ficcai le mani nelle tasche dei jeans un pò consumati e guardai il cielo.
In questi giorni era sempre grigio, ma si sa che a Londra è così.
Vivevamo nella parte vecchia, povera che non si trovava poi così distante da quella conosciuta.
Era così differente ma bella nel contempo. Trovavo qualcosa di unico e vero in queste strade.

"Vieni a casa?" chiese Colin dopo un pò.

"Sì"

La casa di Colin era messa meglio della mia. Era bianca e aveva un piccolo giardino sul retro. Mi piaceva stare lì.

"Non ci sono i miei" avvisò quando entrammo.

Posò il suo zaino a terra e si buttò sul divano chiudendo gli occhi.
Mi avvicinai accanto a lui che mise il suo braccio dietro le mie spalle.
Restai immobile a fissare il quadro davanti a me che ritraeva una donna. Mi concentrai sui colori neutri e i vari dettagli. Non ero un'appassionata di arte, non me lo potevo permettere ma mi piaceva rimanere ad osservare ogni particolare. Un libro, un fiore, un uomo che correva per prendere la metro.
Mi appoggiai alla spalla di Colin e chiusi gli occhi addormentandomi insieme a lui.

  
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