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Autore: alicecascato    15/06/2015    0 recensioni
Chissà se il loro piano si stava svolgendo correttamente?
Capita spesso che si progetti qualcosa a lungo, che si imparino a memoria anche i passaggi più superficiali, e che poi, quando finalmente tutto comincia, si perda il controllo, e così si va avanti dimenticando ogni cosa, si va avanti e si prega che il nostro inconscio ricordi, si va avanti accompagnati da quell’insaziabile senso di caduta libera che solo l’ignoto sa dare, ma si va avanti.
Melissa si aggrappava ad ogni conferma pur di non sentirsi così cieca, mentre Caroline era troppo convinta del proprio successo per poter fare qualcosa che non fosse precipitare.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger | Coppie: Draco/Harry, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Draco la aspettava davanti alla Gringott, aveva metà volto seppellito sotto ad una voluminosa sciarpa grigia e i capelli biondi erano nascosti da un berretto nero.
Quando vide Melissa in lontananza sollevò il mento e sorrise tanto da sentire le labbra secche strapparsi.
Lei sventolò una mano e velocizzò il passo.
Improvvisamente furono a pochi centimetri l’uno dall’altro, Draco riconobbe l’odore del profumo che le aveva comprato e Melissa notò che la sciarpa che aveva visto in lontananza era proprio quella che gli aveva regalato.
Melissa prese l’iniziativa e abbracciò debolmente Draco.
Quando si allontanarono ci fu un altro silenzio, così imbarazzante da impedire ai due di guardarsi negli occhi.
-Uhm, andiamo a prendere qualcosa da mangiare?- Propose Draco debolmente, aveva le guance scarlatte.
-Certo.- Rispose Melissa con un sorriso.
Si sedettero su una panchina in legno, in una via secondaria.
Draco aveva preso un gelato al mirtillo e cioccolato sebbene fosse Gennaio, Melissa un frullato alla vaniglia e miele.
Nessuno dei due parlò per molto tempo, fino a che Melissa non si decise.
-Sei interessato a qualcun altro?-
Draco si voltò e strabuzzò gli occhi grigi.
-C-c-cosa… No io… Voglio dire, no, certo che no. E tu?-
Melissa tentò di nascondere un sorriso compiaciuto alla visione della reazione di Draco.
-Può darsi, ma non è importante. Tu mi piaci tanto.- 
Poi strinse la mano libera del ragazzo nella sua.
 
 
Il pomeriggio passò piano, a Melissa piaceva stare con Draco, sebbene fosse incredibilmente difficile.
Quando fu il momento di salutarsi si ritrovarono di nuovo così vicini da sentire l’uno l’odore dell’altro.
-Beh, ci vediamo.- Disse Draco con un filo di voce, aveva le mani nelle tasche dei pantaloni e lo sguardo piantato a terra.
Melissa si mosse lentamente verso di lui, così lentamente da far si che non se ne accorgesse, fin che le labbra della ragazza non furono sulle sue.
Fu veloce e privo di passione, ma fu abbastanza. Melissa decise per entrambi, sigillando con quel bacio una promessa, eccolo il loro destino, servito su un piatto d’argento.
 
 
Le vacanze di Natale finirono ancora prima che smettesse di nevicare.
Melissa si ritrovò in un’aula circolare insieme ad altri ragazzi, la professoressa McGranitt li aveva chiamati in quanto Prefetti o Rappresentanti degli studenti, per parlar loro di qualcosa da lei ritenuto molto importante.
La donna avanzò fino al centro della stanza, aveva i capelli raccolti, come sempre, le rughe agli angoli della bocca e degli occhi erano esasperate dal sorriso largo che stava esibendo.
-Cari ragazzi, per prima cosa, vi auguro un ben tornati. Ma vi ho chiamati qui per un motivo ben preciso, quest’anno nella nostra scuola, come accade ogni cinque anni, avremo la fortuna di organizzare un ballo supplementare, quello degli Ex-Studenti!-
Batté le mani eccitata e rimase per qualche secondo con le dita intrecciate vicino al viso e con un sorriso soddisfatto sul volto anziano.
-Chiedo il vostro aiuto nell’organizzazione e nella diffusione della notizia.-
Parlò a lungo e Melissa scrisse ogni cosa per passare il tempo,  non poté fare a meno di pensare che non era con Draco che voleva andare al ballo, ma tentò di allontanare questo pensiero il più possibile.
 
 
Se c’era un cosa che Melissa detestava era il Quidditch, eppure era obbligata ad assistere ad ogni partita dato che sia Caroline che Draco giocavano nella squadra dei Serpeverde.
 
Gennaio era persino più freddo di Dicembre ma le divise da Quidditch erano le stesse che si usavano a Settembre, Caroline sentì le dita dei piedi congelarsi, salì sulla scopa, chiuse gli occhi, si diede una leggera spinta con i piedi e volò.
 
Hermione e Melissa erano sedute nelle ultime file, così che potessero parlare con tranquillità, lontane dagli urli della folla.
I capelli ricci di Hermione erano ordinati, si era truccata gli occhi e aveva coperto le imperfezioni del suo viso.
Da quando aveva conosciuto Melissa aveva cominciato a curare il suo aspetto in maniera impressionante rispetto a prima.
Tutto questo rendeva Melissa incredibilmente fiera e allo stesso tempo la faceva sentire spaventosamente simile a Caroline, stava facendo esattamente quello che Carol aveva fatto a lei, forse non erano poi così diverse, magari Melissa non era tanto migliore di lei.
-Come ti senti quando prendo un voto più alto del tuo? Quando un ragazzo guarda prima me e poi te? Cosa provi quando sono io la migliore?- Chiese Melissa senza guardarla.
-È strano, sono e sono sempre stata incredibilmente competitiva, ma non sono mai arrabbiata con te, magari sono un po’ invidiosa a volte, ma sono sempre felice per te, so che conta più per te che per me.-
-Non voglio manipolarti, so che a volte lo faccio e mi dispiace. Ho fatto sì che cose che io ritenevo importanti lo diventassero anche per te, ma non voglio creare un mostro, tu vai bene così.-
-Oh non preoccuparti, non lo diventerò, ma non capisco, aiutami. Credi che rimarrei folgorata se mi avvicinassi troppo alla tua luce? Credi di essere eccessivamente luminosa per me? Qual è il tuo problema?- Hermione non riuscì a trattenere il nervosismo nelle sue parole.
Solo in quel momento Melissa si rese conto di come doveva apparire quella frase da fuori, lei lo stava dicendo per alleggerire il peso che portava sul petto, ma l’aveva lanciato proprio contro Hermione.
-No, non intendevo questo, il punto è che è successo lo stesso a me e-
-E chi ti dice che io sia come te? – La interruppe Hermione con un tono che non le aveva mai rivolto, a Melissa sembrò di ritrovarsi ancora una volta davanti la ragazzina che le rubava le risposte.
Gli occhi scuri come spilli, fermi, senza tradire nemmeno un po’ di esitazione.
Prese la borsa che aveva posato sulla panchina e se ne andò a passo deciso.
Melissa rimase seduta da sola, senza sentire il frastuono della partita, con le orecchie che le fischiavano e il vuoto che le si diramava dento.
Aveva lasciato che Hermione se ne andasse perché non le importava, o almeno così credeva.
L’aveva lasciata andare come non avrebbe mai fatto Caroline, e questo un po’ la consolava, forse non si assomigliavano poi così tanto.
Pensò a lungo a cosa avrebbe dovuto fare e dopo varie riflessioni troncate a metà, capì che Hermione sarebbe tornata.
Hermione tornò da Melissa quella sera stessa,  come aveva previsto, non le chiese scusa, la guardò con consapevolezza e  non ne parlò mai più.
 
 
 
Era la sera del ballo, il tempo era passato così velocemente, Melissa lo odiò, lo odiò al punto da piangere di nascosto, stretta nel suo vestito elegante, si mise una mano davanti alla bocca per non urlare, pianse per minuti interi fin che qualcuno non bussò alla porta del bagno.
-Arrivo!- Urlò tentando disperatamente di controllare la voce.
Si truccò in fretta e uscì da lì, senza preoccuparsi minimamente dei suoi occhi lucidi.
Trovò Caroline seduta sul suo letto, impegnata a pettinarsi i capelli lisci.
-Sei pronta?- Le chiese con un sorriso.
-Certo.- Mentì Melissa.
Camminarono fino alla Sala Ricevimenti l’una accanto all’altra.
Caroline indossava un vestito verde come gli alberi della Foresta Proibita, i capelli biondi erano ordinatamente posati sulla spalla sinistra.
Melissa aveva scelto l’argento, freddo quasi quanto lei, il vestito le stringeva la vita e i fianchi, per poi aprirsi sempre di più.
Vide Draco in lontananza ed odiò anche lui, perché non lo desiderava,  cercava la felicità ovunque eppure non riusciva mai a trovarla.
-Ciao.- Disse lui con il solito imbarazzo.
Lei sorrise nervosamente e non rispose.
 La musica cominciò e i due ballarono soltanto per pochi minuti.
Si sedettero in due sedie uno accanto all’altra senza dire nulla.
-Vado a prendere qualcosa da mangiare.- Disse Draco dopo un po’.
Melissa rimase ad aspettare, non si era mai sentita così sola e triste e non ne conosceva nemmeno il motivo.
-Guarda chi si rivede.-
Melissa sentì una voce alle sue spalle e trasalì.
Un ragazzo dai capelli rossi lunghi fino alle spalle, gli occhi azzurri e il viso spigoloso la stava fissando con un sorriso sulle labbra sottili.
Era Bill.
-Dio, non ti facevo un tipo da Ballo degli Ex-Studenti.-  Rispose lei cercando di mostrarsi rilassata.
-Mi piace sorprendere.-
Melissa inarcò le sopracciglia e sorrise.
-Ti va di ballare?- Le chiese strizzando un occhio.
Melissa senza pensarci nemmeno per un secondo gli strinse la mano dalle dita affusolate.
Ballarono in modo scomposto a causa del loro continuo parlare.
-Ma non ti fanno male i piedi con quei tacchi?- Chiese lui disinvolto come sempre.
-Molto male! Ma noi donne sappiamo sopportare.- Rispose Melissa con un’ironia mai riservata a Draco.
-Non potrei mai reggere il pensiero di essere la causa della vostra sofferenza, mia signora.- Disse Bill smettendo di ballare.
Poi le prese la mano e la portò un po’ fuori dalla folla.
Quando arrivarono vicino alla porta che si affacciava sul giardino Bill indugiò per un secondo, ma appena vide la decisione negli occhi di Melissa proseguì.
Il freddo improvviso lasciò Melissa senza fiato, ma non si era mai sentita meglio.
Melissa condusse Bill in un angolo riparato dal vento, si fermò solo quando sentì le spalle nude contro la pietra.
Bill era così vicino a lei da riuscire a sentire il suo respiro.
Melissa guardò Bill dritto negli occhi e rise, lui fece lo stesso appena cominciò lei, risero per quello che a Melissa sembrò un tempo infinito, quando terminarono le voci dei due echeggiarono per un po’, fin che il silenzio non fece sentire di nuovo freddo a Melissa, un freddo che durò appena un secondo, perché subito dopo le labbra della ragazza erano incastrate tra quelle di Bill. Fu la prima volta, la prima volta in cui Melissa avesse mai baciato un ragazzo, la prima volta in cui valesse davvero.
Quando si staccarono sorrisero di nuovo e Melissa si sentì così felice, non c’era freddo o vuoto, ma il mare, pieno e forte.
-Non mi sono mai sentita così.- Sussurrò la ragazza osservando il fumo che usciva dalle sue labbra per il freddo.
-Così come?- Chiese lui con un tono provocatorio carico di dolcezza.
Melissa si sentì avvampare, Bill la faceva sentire giovane, quasi come se avesse davvero soltanto quindici anni, e gli sorrise maliziosamente, come una quindicenne, non si curò dei suoi capelli o del suo vestito, non si chiese nemmeno se il mascara le fosse colato, lo fece e basta.
-Così felice.-
Lui la baciò ancora, più in fretta, ma con cura.
Melissa lo abbracciò, lo fece come mai aveva fatto con nessuno, gli abbracci non erano per le persone come lei, quelli erano per le persone felici.
Sentì il suo odore, sentì le sue mani sulla schiena, sentì il suo collo freddo.
-Vorrei solo che questo non finisse.- Disse piano, rischiando di apparire infantile.
-Non finirà.-
Melissa tentò disperatamente di credere alle sue parole, ma il pensiero di lei ad Hogwarts e lui chi sa dove le attorcigliava lo stomaco.
 
Bill rimase soltanto una notte, ma fu abbastanza.
Né lei né probabilmente lui furono mai in grado di capire cosa li facesse sentire il bisogno l’uno dell’altra costantemente.
E fu solo questo sentimento, questo desiderio, che permise  o costrinse loro a non lasciarsi perdere, sebbene Bill lavorasse in Egitto, sebbene tra loro ci fossero quasi nove anni di differenza, sebbene le loro famiglie fossero così diverse.
Si scrivevano lettere continuamente, Melissa non si era mai sentita così vicina a nessuno, nemmeno a Caroline.
Neanche un persona sapeva di loro se non Caroline.
 
-Possiamo parlare?- Chiese Draco, la luce del sole faceva brillare i suoi capelli al punto da sembrare bianchi.
-Certo.- Rispose Melissa senza scomporsi.
Era una giornata di Aprile come tante altre, la primavere si era sostituita all’inverno con qualche difficoltà, i fiori crescevano debolmente, ognuno ad un’ incredibile distanza dall’altro.
-Lo so.- Disse, aveva la voce tremante e non faceva che addentarsi il labbro inferiore, ormai rosso scarlatto.
-Che cosa?-
Lui sospirò.
-Lo so, lo vedo, non ti piaccio, ma allora perché? Davvero non capisco, a quale scopo?-
Melissa avrebbe voluto scomparire, gli occhi grigi di Draco erano così carichi di dolore e lei sentiva che la colpa era, almeno in parte, sua.
-Mi dispiace così tanto. Tu sei importante per me e credevo di provare qualcosa ma…-
-Non ce l’ho con te, io non mi sono opposto perché mi piacevi e mi piaci troppo. Ma non voglio farti questo.-
La verità era che Melissa non aveva mai respinto Draco perché le era utile, avere un ragazzo la rendeva più completa o almeno così credeva.
-Meriti di meglio. Lo so che è una frase fatta, ma ti voglio troppo bene per lasciare che questo continui. Meriti una persona che ti ami davvero, Draco. Magari crescendo cambierò idea, ma non puoi aspettarmi.-
Draco si lasciò cadere su una panchina di cemento.
-Ti ho vista, la sera del Ballo degli Ex-Studenti, mentre ballavi con quel ragazzo, eri così felice e  non lo so perché non ho rotto con te il mattino seguente, ma da allora non ho fatto che sentirmi un impostore, ogni secondo che passavo al tuo fianco era una bugia.-
-Perché? Perché ti sei lasciato prendere in giro da me?-
-Melissa, tu tiri fuori la parte migliore di me! Quella che con tutti gli altri sopprimo! Sono arrogante e altezzoso con chiunque mi stia intorno se non con te!  Mi sentivo bene solo quando stavamo insieme, come potevo lasciarti?- Draco alzò la voce, ma non c’era rabbia, solo frustrazione.
-Io non ti voglio perdere Draco, sei il mio migliore amico.- Melissa avrebbe voluto piangere, ma sapeva di non poterlo fare e perciò si sentì morire, come sempre, ma resistette.
Draco si addentò il labbro ancora più forte, sentì il sapore del sangue riempirgli la bocca e aspettò che gli graffiasse l’esofago con il suo gusto metallico.
-Non succederà, non riuscirò mai ad allontanarmi da te.-
Draco si alzò, aveva il viso pallido come sempre, gli occhi irrimediabilmente freddi si erano tinti delle lacrime che stava trattenendo.
-Beh, io ora vado.- Disse il ragazzo, infilandosi le mani nelle tasche del giubbotto e seppellendo il viso sotto la sciarpa che gli aveva regalato proprio Melissa.
Melissa rimase in piedi ad osservare quei pochi fiori, si sentì sconfitta e sola per la prima volta dopo tanto tempo.
Non conosceva la natura di quel sentimento, non amava Draco, eppure non riusciva a sentirsi libera.
 
 
Per Melissa non fu dura abituarsi a non stringere più la mano di Draco o a fingere di aver voglia di baciarlo.
Fu piuttosto difficile rispondere a le centinaia di domande che continuavano a rivolgerle le sue compagne, tutte tranne Caroline.
Caroline scelse il silenzio per comunicare a Melissa la sua disapprovazione, ma quest’ultima non fu particolarmente toccata dal suo giudizio, forse per la prima volta.
Quel mattino un gufo dalle piume grigie planò sul tavolo di Melissa rischiando di rovesciarle addosso tutto il succo d’arancia, nel becco stringeva una busta, lei riconobbe il mittente prima ancora di afferrarla, soltanto Bill utilizzava buste di quella particolare tonalità di azzurro.
Melissa la strinse con le dita sottili per poi infilarla velocemente nella sua borsa. Si preparò all’interrogatorio da parte delle ragazze sedute accanto a lei che avrebbe subito nel giro di pochi secondi.
Ashley, una ragazzina dai capelli biondi e crespi legati in due codini, aprì le danze:
-Chi te la manda?- Terminò la frase con un sorriso malizioso che Melissa declinò semplicemente sollevando entrambe le sopracciglia.
Melissa si concesse una manciata di secondi per riflettere e per apparire più rilassata di quanto realmente fosse.
-Mio padre.- Rispose poi con fermezza.
-Ovviamente.-  Fece Sara con sarcasmo,  aveva il viso ambrato e i denti da coniglio, dopo quella affermazione guardava Melissa con aria di sfida.
-Te la farei leggere, se solo tu ne avessi il diritto, peccato che no, non ce l’hai.- Melissa replicò con tono talmente glaciale da farle abbassare la testa e nascondersi dietro ai lunghi capelli castani.
Appena finì la colazione Melissa si precipitò nel bagno del suo dormitorio, chiuse a chiave la porta e aprì la busta con mani tremanti.
Ciao Mel,
Come stai? Spero tu stia bene, volevo dirti che quest’estate tornerò in Inghilterra e starò lì per un po’, non vedo l’ora di rivederti, di parlare con te e sentirti ridere, sai, non mi importa affatto di quello che diranno, io desidero stare con te come non ho mai fatto prima.
So che sarà difficile perché tu sei soltanto al quarto anno e io lavoro dall’altra parte del mondo, ma sto davvero considerando di trasferirmi alla Gringott di Londra, alla mia famiglia non farà male un po’ di aiuto.
Vorrei che quello che c’è tra noi non fosse un segreto perché, vedi, io odio i segreti.

Mi dispiace che tra te e Caroline le cose stiano andando così male, ma credo che forse dovresti cogliere questa opportunità per considerare nuove amicizie, magari è arrivato il momento di allontanarvi un po’.
Ora devo andare, spero mi scriverai presto.
Tuo, Bill.
Finito di leggere Melissa si strinse la lettera al petto e pianse per minuti interi senza realmente conoscerne la ragione, era così felice, desiderava soltanto che il tempo passasse in fretta, che quel mese e mezzo volasse, perché non poteva più aspettare.
Salve! 
So di essere tremendamente lenta, ma voglio davvero continuare questa storia ed ho un nuovo capitolo quasi pronto, quindi c'è ancora speranza.
Scusate per l'attesa. Ma ora che è finita la scuola avrò mooolto più tempo. Quindi, niente, spero vi piaccia.
Ali
  
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