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Autore: Irian    15/06/2015    2 recensioni
Salve a tutti, ho scritto davvero poco in questa sezione,
ma oggi vi propongo un viaggio nella mia storia.
La mia storia parla di magia, di combattimento,
di amore, di tradimenti, di odio, di follia,
di atti spietati, di rispetto e libertà.
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.                                               Beatrice
Vi sono ragazzi ovunque: quelli che hanno già fatto il test sono ai piani superiori a dare un’occhiata a quella che forse sarà la loro nuova scuola,la maggior parte degli studenti sta ancora in quella che sembra una sala riunioni al piano terra. In quest’ultimo gruppo ci sono due ragazze: Beatrice e Arya che stanno parlando allegramente.
"Ah, quindi tu vieni dal famoso Nord, io dall’Europa" disse felicemente Beatrice
"Esatto, sai ho sempre voluto visitare l’ Europa…" ammise Arya osservando il cielo, che oggi era di un azzurro molto chiaro e senza l’ombra di una nuvola
"E pensare che la maggior parte di noi non entrerà neanche nella scuola e avrà fatto un viaggio a vuoto" rispose tristemente Beatrice, ad entrambe venne un brivido di freddo anche solo a pensare a quella frase
"Che fregatura" aggiunse Bea tra sé e sé.
La conversazione fu interrotta dalla voce di una donna che continuava a ripetere a gran voce:
"Beatrice Measteven"
"Eccomi, arrivo" le parole le uscirono da sole dalla bocca
"Buona fortuna" le augurò Arya
Ma lei era già troppo lontana per sentirla; stava seguendo la donna che si allontanava a lunghi passi.
Intanto Beatrice si guardava intorno…le pareti dei corridoi erano azzurre e il pavimento nero, c’erano anche molti mobili di cui Bea non riusciva a riconoscere il materiale.
A lei sembrava di camminare da ore, quando finalmente la donna si fermò di fronte ad una porta:
"Mi raccomando qualunque cosa farai, falla nel miglior modo possibile" la donna era possente e con una voce dura e profonda, ma secondo Beatrice non era così in realtà, sembrava una donna dolce e premurosa.
Però lei non riuscì a rispondere, era come se avesse una palla di cera in gola, non riusciva nemmeno a respirare: era una delle poche volte in cui era veramente impaurita.
La donna aprì la porta e Beatrice avanzò, si trovava in una stanza molto grande, c’erano armi di qualsiasi genere: strane bottiglie e scatole contenenti qualcosa di imprecisato, ma a lei con serviva nulla di tutto questo perché era quella che la maggior parte della gente chiama “maga”.
Nella parete opposta c’era un grande vetro dove dietro c’erano dieci persone che avrebbero deciso se lei era degna o no di far parte di questa scuola; tra queste dieci persone riusciva a riconoscere soltanto la donna che l’aveva accompagnata e il preside.
Beatrice si sedette sul pavimento, si levò lo zaino che aveva sulle spalle, e ne estrasse una pietra che aveva una forma molto regolare, come se fosse stata lavorata a mano e con molta cura: era una sfera di color rosso molto acceso e sulla superficie di essa c’erano quelle che possono sembrare scaglie.
"Io volevo avvertirvi che non ho mai provato la cosa che sto per fare ora, e non sono proprio sicura che funzionerà" avvertì Beatrice
"Prosegui" la incitò la donna
Bea posò la pietra sul pavimento e si sedette sulle ginocchia, appoggiò i polpastrelli sul pavimento, chiuse gli occhi e si concentrò; intanto le persone dietro al vetro si scambiavano occhiate curiose, poi però i loro occhi si spostarono contemporaneamente sul pavimento dove si trovavano le mani di Beatrice, al posto di esse però videro delle fiamme, delle fiamme si formavano dalle mani di Bea.
Dopo qualche secondo si sentì un leggero rumore come se qualcuno avesse bussato alla porta, Beatrice sollevò le mani dal pavimento e contemporaneamente le fiamme si arrestarono. Con le mani andò come a prendere la pietra ma non la tocco, sollevò leggermente le braccia e la pietra con esse, la pietra si stava muovendo e pian piano si formava una crepa sempre più grande, finché non si ruppe.
Non era di certo una pietra, ma un uovo, un uovo di drago; infatti al contrario di come molti pensano i draghi non sono né una leggenda né estinti, sono soltanto molto rari.
Beatrice infatti era molto fortunata e felice ad averne uno; nella sua vita ne aveva visto solo un altro, quello di suo padre, Drogo però era un drago abbastanza anziano e veramente enorme, una volta lo aveva pure cavalcato.
Era da un po’ di tempo che c’era molto silenzio nella sala, il silenzio venne interrotto dalla voce pesante del preside:
"Penso che quello che sto per dire valga per tutti" alcune persone annuirono con il capo "Ci hai sorpresi, non è concesso a tutti di assistere alla nascita di una creatura rara come un drago. Ti ringraziamo"
Beatrice si alzò, prese lo zaino, mise il drago sulla sua spalla e uscì dalla stanza; con non troppa difficoltà riuscì a tornare alla sala della riunioni dove c’erano ancora molti ragazzi che la osservavano, anzi, osservavano Drakarys; riuscì a riconoscere solo alcuni volti: un ragazzo che si chiama Edward, Andrea, uno che probabilmente si chiama Tobias, Wendy e Arya.
 
Angolo dell’autrice
Salve signori…allora io sono l’altra “autrice” se così mi posso definire.
Perché? Beh perché io non sono brava come Irian, sono solo l’assistente (da Irian: una fantastica assistente, fa un ottimo caffè).
 Quindi se vi piace la storia ma non vi piace come è scritta, non fucilatemi pleaseeee…
Spero che la storia vi piaccia…eh…buona lettura.
Manu
Ah ah stavo per dimenticare! Sia da parte mia che da parte di Irian c’è un ringraziamento speciale a dark_ashura che ha messo la nostra storia tra le preferite: grazie di cuore! ^-^
Quando abbiamo pubblicato il primo capitolo non pensavamo che sarebbe potuta piacere a qualcuno…quindi ancora grazie! Ci hai reso molto felici! :)
 
  
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