Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Gemad    18/06/2015    3 recensioni
"La luce dei raggi solari attraversa pigramente la finestra della camera di un giovane addormentato. Quando si fosse svegliato, da lì a poco, avrebbe realizzato che quel giorno era una data speciale, quella della partenza per Hogwarts."
Provate a pensare ai figli di Harry Potter e dei suoi amici, anzi, ai figli dei loro figli. Ci siete? Bene, ora aggiungete un pericolo incombente, un pericolo che per Harry e i suoi amici è impossibile affrontare. L'unica soluzione possibile per loro è comunicare con i pronipoti, sempre che riescano a trovare un modo per mettersi in contatto con loro.
Genere: Avventura, Azione, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2

La luce dei raggi solari mattutini attraversarono pigramente la finestra della camera di Jackson. Il ragazzo aprì gli occhi e comprese che quello non era un giorno qualunque: era il giorno della partenza per Hogwarts. Era già elettrizzato all’idea di rivedere tutti i suoi amici più cari. Si alzò dal comodo letto, che dovrà lasciare per diversi mesi, per poi dirigersi alla finestra ed ammirare il panorama del primo di Settembre: il sole regnava nel cielo azzurro, senza che alcuna nuvola potesse contraddirlo, favorendo il riscaldamento. Guardò la sveglia e vide che era in perfetto orario.
Si vestì con un paio di jeans ed una maglietta a maniche corte nera per poi avviarsi al piano di sotto per far colazione. Trovò i suoi genitori e sua sorellina già in piedi ad attenderlo.
–Pensavo di essere il primo!- disse sorpreso Jackson.
–Bè tutti noi abbiamo un lavoro Jackson!- rispose la madre.
–Come credevi che fossi alla sua età Meredith? Non facevi altro che lamentarti con tutti solo per il fatto che anticipavano ogni tua mossa!- rispose in sua difesa suo padre.
–Tu stai zitto! E pensa a mandare giù quel caffè!- gli ordinò la mamma. L’uomo di casa sorrise, facendo l’occhiolino a suo figlio che rispose ridendo.
La famiglia si era ripresa piuttosto bene dal funerale del nonno, pensò Jackson dove incominciarono a sfrecciargli nella mente i freschi ricordi di quel triste evento: l’attesa era enorme ed il numero di persone arrivate per salutare per l’ultima volta Harry Potter arrivava quasi a diecimila. Lo stupore dei familiari era indescrivibile. C’erano tutti: persone care, amici, amiche, ex colleghi di lavoro, ex compagni di scuola, insieme a persone che nemmeno Harry conosceva, ma che volevano comunque rendere omaggio al salvatore del Mondo Magico.
Tra tutte le cariche più importanti al Mondo presenti, si poté notare la presenza del Ministro della Magia, del Preside di Hogwarts, di Durmstrang e di tante altre scuole di Magia e Stregoneria del Mondo, senza contare qualche studente e dirigente scolastico. Se si sommano a tutte le persone elencate il numero dei giornalisti e paparazzi presenti, il numero poteva tranquillamente superare i diecimila.
Jackson pensava che il nonno avrebbe apprezzato l’affetto dimostrato da tutta quella gente, e che poteva essere orgoglioso di sé stesso. –Jackson?- lo richiamò alla realtà sua madre.
–C-cosa?- chiese il ragazzo cascato dalle nuvole.
–Stavamo dicendo che quest’anno io e tuo padre ci aspettiamo dei miglioramenti nella pagella, soprattutto in Incantesimi e condotta!-.
–Ma mamma…- tentò di protestare lui, ma venne subito interrotto dalla donna.
–No, adesso stammi a sentire tu Jackson Potter! Se non metti la testa a posto, almeno con il comportamento, saranno guai seri! Mi sorprende che tu sia riuscito ad ottenere un Accettabile nel G.U.F.O. di Incantesimi!-.
–Tu sai perfettamente come la penso riguardo al professor Richardson e come il professor Richardson la pensi su di me- replicò Jackson.
–Ok Jack, stai tranquillo- intervenne in maniera piuttosto sciolta il padre –Ci siamo esercitati molto quest’estate, quindi vedrai che riuscirai a raccogliere i frutti dall’albero piantato- disse sorridente con una metafora.
Il padre di Jackson, quando voleva, riusciva sempre a togliere la tensione tra due persone, riusciva a far tranquillizzare tutti con molta velocità e scioltezza. –D’accordo- rispose Jackson.
–Hai preparato tutto?- continuò la madre anche lei tranquillizzata.
–Sì-.
–Ottimo, i Weasley saranno qui a momenti-.
–Non venite nemmeno quest’anno?- chiese stizzito Jackson.
–Tesoro sai perfettamente che tuo padre deve essere in Ufficio per le otto in punto e non può permettersi un ritardo in vista della prossima promozione e io devo accompagnare tua sorella alla Scuola Pubblica-.
–Ma io voglio andare a Hogwarts!- disse Daphne mettendosi in mezzo nel discorso.
–Ti ho già detto che l’anno prossimo sarai pronta! Adesso vai a prepararti la borsa piccola peste e tieni sotto controllo i tuoi poteri!-.
–Uff- sbuffò lei. –E saluta tuo fratello- aggiunse il padre.
–Ciao Jack, divertiti- disse lei abbracciandolo e dandogli un bacetto veloce sulla guancia.
–E fai da brava- disse Jackson prima che sua sorellina sparì dietro l’angolo.
I minuti passarono fino a quando la macchina del signor Hugo non arrivò. –Ecco la macchina, mi raccomando!- disse la madre dopo averlo abbracciato.
–Tranquilla, sa badare a sé stesso- aggiunse il padre che alzò la mano come un vecchio amico per salutarlo.
–Già, un adulto simile ad un bambino! Vai!- terminò la madre. Jackson impugnò la valigia, tenne ben saldo alla mano la gabbia della sua tartaruga ed uscì dalla porta, lasciandosi alle spalle la casa in cui aveva sempre vissuto; gli provocava sempre una certa emozione lasciare quella casa da lui tanto amata, ma Hogwarts chiamava, un’altra casa chiamava.
–Buongiorno Jackson- lo salutò felice e leggermente assonnato Hugo Weasley.
–Buongiorno anche a lei signor Weasley- rispose cordialmente il ragazzo.
-Lascia a me i bagagli, entra in macchina-. Il giovane non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver aperto la portiera, salì sulla piccola macchina nella quale era stato applicato un incantesimo di espansione per poter far accomodare le altre persone.
–Ciao- salutò Jackson.
–Ci conosciamo da non so quanto e dici solo ciao?!- chiese ironico Jonathan.
Subito risero insieme. Era inutile, pensò Jackson: con Jonathan non si poteva mai restare seri. Dopo essersi scambiati il loro tipico “cinque”, Jackson salutò anche la madre del suo migliore amico e le sue quattro sorelle di cui, però, nessuna delle quattro frequentava Hogwarts, siccome le prime due avevano già terminato i loro studi mentre l’ultima femmina della famiglia, aveva appena tre anni. Sarebbe stato bello avere una famiglia numerosa, pensò Jackson che rifletteva su quanto scompiglio ci dovrebbe essere la mattina presto; e poi, erano sempre stati presenti per l’ultimo saluto prima che il treno partisse.
–Non vedo l’ora di essere sul treno- gli disse Jonathan.
–A chi lo dici- gli rispose Jackson mentre viaggiavano lungo l’autostrada.
Anche lui voleva rivedere i suoi amici, anche se gli aveva già incontrati in occasione del funerale di suo nonno, ma preferiva rincontrarli in un periodo di serenità e felicità piuttosto che malore e tristezza. Il viaggio fu piuttosto piacevole, soprattutto grazie al fatto che rimase a parlare per la maggior parte del tempo assieme al suo migliore amico sui piani da attuare ad Hogwarts in ambito scolastico e sportivo.
–Ti ho detto di no- ripeté Jackson.
–Perché no?- chiese perplesso Jonathan insistente.
–Perché non mi va, il Quidditch non fa per me-.
–Ma senti le parole che escono dalla tua bocca? Il Quidditch è per chiunque!-.
–Non penso che sia piacevole volare a quasi cinquanta metri, se non cento, metri di altezza-.
–Andiamo amico! Ricordo la prima volta che hai cavalcato una scopa e te la sei cavata benissimo! E poi ti sto solo chiedendo di iscriverti ai provini, quindi non è sicuro nemmeno il fatto che li passerai-.
–Sai perfettamente quanto James insista sul fatto che io entri a far parte della squadra, chissà quanto insisterà adesso che è il Capitano! E secondo te non tenterà di “boicottare” il mio provino per farmi entrare nella squadra?-.
–Fai come vuoi, ma aspettati di tutto da James, quel ragazzo non molla nemmeno di un centimetro- lo avvertì l’amico.
James Felton era uno dei tre ragazzi che condividevano la stanza del Dormitorio di Grifondoro con Jonathan e Jackson. Era un ragazzo che amava molto la competizione, soprattutto nel Quidditch. Da quando aveva impugnato una scopa, il suo istinto da giocatore da Quidditch era nato dentro di lui, come una nuova stella dopo un Big-Bang. Era riuscito ad entrare in squadra al secondo anno, diventando il più giovane giocatore di Quidditch dell’ultima Generazione, nel ruolo di Battitore, riuscendo a lasciare sbalordito il capitano di Grifondoro dell’epoca che non ci pensò due volte a farlo gareggiare con giocatori più grandi e grossi di lui.
Nel corso degli anni aveva cercato di convincere i suoi compagni di stanza a giocare o, almeno, di provare a giocare, riuscendo a convincere un altro compagno di stanza: Eddie Nadarevic. Lui era riuscito ad entrare al quarto anno, dopo essere stato scartato per tre volte consecutive: aveva dimostrato che non arrendersi mai era la scelta migliore e che, con un duro allenamento, tutto poteva cambiare. Si è contraddistinto nel ruolo di Cacciatore, segnando ben venti reti in una sola partita, contro i Corvonero, per un totale di cento punti conquistati. Tutti rimasero abbastanza stupiti dei risultati ottenuti dal ragazzo mezzo Inglese grazie alla madre e mezzo Bosniaco grazie al padre.
Jonathan, invece, non ha dovuto farsi convincere per entrare in squadra: lui il Quidditch ce l’ha nel sangue. Ha sempre amato questo sport, sin da quando era bambino ed è cresciuto guardando le partite dei Falmouth Falcons, conosciuti per il la loro aggressività, che insegnò all’amico a come sapersi difendere in campo e a farsi valere e rispettare, ma anche nella vita. Mentre Gary Fletcher, l’ultimo ragazzo che componeva il quintetto, era un ragazzo che non aveva mai adorato la sport, tranne gli scacchi.
È un ragazzo abbastanza intelligente che ottiene degli ottimi voti a scuola e che faceva da buon tutor per compagni e compagne della sua Casata, soprattutto per Jackson, Jonathan, Eddie e James, che odiavano stare con un libro in mano. Jackson pensava a come sarebbe stata la sua vita se anche lui avesse provato a diventare un giocatore dello sport più famoso nell’intero Mondo Magico; sinceramente, non ci pensò molto. Preferiva andarsene in giro con amici e amiche per i corridoi di Hogwarts e farsi qualche bevuta di vino sottratto alle cucine del Castello. Quella, secondo il ragazzo, era “la bella vita”: un paio di amici ed un buon bicchiere di vino tra le mani… nient’altro.
Dopo un paio d’ore, la famiglia Weasley e Jackson arrivarono alla stazione di King’s Cross e, dopo aver varcato il passaggio tra il binario nove e dieci, sbucarono dentro quella che era veramente la stazione che gli avrebbero condotti ad Hogwarts. Il maestoso binario 9 ¾ mostrava il suo rosso fiammeggiante ed il fumo che ne usciva da esso, facendo capire che era pronto a partire.
–Andiamo, cerchiamoci uno scompartimento prima che vengano tutti occupati- disse Jonathan dopo aver salutato i suoi familiari. I due salirono velocemente e, dopo circa due vagoni, trovarono un posto vuoto e adatto a loro.
Dopo pochi secondi, giunsero i loro compagni di stanza e subito ci fu un clima di festa, amicizia ed allegria; il treno, intanto, era già partito lasciandosi alle spalle Londra ed intravedendo le basse e verdi colline della campagna Inglese.
–Allora?- chiese Eddie eccitato.
–Allora cosa?- chiese Jackson ironicamente.
–Lo sai no? Dovremo inaugurare l’anno?-.
-Penso che il nostro amico abbia ragione- intervenne Jonathan.
–Ma siamo appena entrati- disse sconsolato Jackson.
–Lo facciamo da sempre e ti vuoi tirare indietro pure quest’anno?- chiese in tono di sfida James. Jackson guardò i tre amici, per poi posare lo sguardo su Gary.
–Non guardare me- disse lui che aveva il naso chino su un libro di un certo Viktor Erofeev.
–Facciamolo- disse Jackson ponendo la bacchetta nello zaino da viaggio.



Angolo dell'autore: Spero sinceramente che abbiate apprezzato il fatto che l'amicizia tra i Potter ed i Weasley sia ancora forte e duratura e poi spero che riusciate ad accontentarvi della descizione iniziale di questo quintetto, ma state certi che già dal capitolo successivo avrete qualche informazione in più. Mentre, per gli intenti segreti dei ragazzi narrati a fine capitolo, non vi anticiperò nulla. Leggete e vedrete!
Buona lettura a tutti e mi raccomando fatemi sapere i vostri pareri con le recensioni!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gemad