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Autore: TsubamePhoenix    25/06/2015    4 recensioni
Una ragazza spaurita, che non ricorda nulla del suo passato, prende in mano la sua vita e cerca di ricominciare. Ma la notte nel suo cuore si annidano le ombre di un qualcosa più grande di lei, che tanto teme. Riuscirà a sopravvivere a se stessa?
Un ragazzo, spensierato e felice. Un ragazzo che nasconde un enorme segreto dietro un sorriso dai mille significati. Un amore non corrisposto, l'ingresso di un tunnel e la luce. Una luce che lo porterà in salvo. Una luce a cui affiderà la chiave del suo cuore. Riuscirà a non precipitare nel vuoto del suo dolore ?
Due ragazzi, le cui vite si incrociano per caso. Le cui vite si annodano, per non sciogliersi più. Due ragazzi dal passato segnato. Due ragazzi che, insieme, cercheranno di lottare, ma la quiete dopo la tempesta esisterà anche per loro ?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
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I Grow Fonder Every Day
 
 




Quando Fred aveva visto quell'uomo ubriaco fradicio tener bloccata una ragazza contro il muro non ci aveva più visto dalla rabbia. Nessun essere umano può permettersi di molestare una donna, ubriaco o meno. È una cosa sudicia e deplorevole.
 
Bestemmiò tra i denti e si avvicinò a quel maniaco, pronto per dargli una lezione. Alzò il pugno, deciso a colpire, forte... e la ragazza, tenuta ferma dall'uomo, si voltò verso di lui. Non si accorse di Fred, strinse gli occhi. Lacrime di rabbia già rigavano le sue guance diafane. Il volto della sua Mione.
 
La rabbia si incanalò in ogni vena e in ogni muscolo del rosso, che colpì. Più forte di quanto non avesse mai colpito prima d'ora. E colpì ancora. E ancora. Finchè quel bastardo non cadde, esanime, sul pavimento. Solo allora si voltò verso Hermione, che piangendo, gli getto le braccia al collo e svenne.
 
Fred la prese in braccio e senza tante cerimonie uscì da quella discoteca, nel freddo della notte.
 
Arrivò alla macchina velocemente, aprì la portiera e adagiò dolcemente la riccia sul sedile del passeggero. "Torniamo a casa..." sussurrò, più a se stesso che a lei.

 
 
 
§
 
 
 

Hermione aprì gli occhi. Ci mise qualche secondo a realizzare tre cose fondamentali :
 
Uno, era notte fonda ;
 
Due, era a letto e un lenzuolo leggero la avvolgeva, tenendola al caldo ;
 
Tre, aveva indosso solo le mutandine e il reggiseno.
 
Cercò di collegare le tre cose, ma in quel momento il vuoto regnava sovrano nel suo cervello.
Si tirò a sedere e adattò la vista al buio, seguendo i contorni delle ombre studiò l'intera camera : cuscini buttati malamente per terra e al fondo del letto, il lenzuolo stropicciato che la copriva fino alla vita, i suo vestiti sulla sedia nell'angolo della stanza, la porta socchiusa, la finestra leggermente aperta con le tende che svolazzavano lievi mosse dalla fresca brezza notturna... e... e poi... ma porc ... Hermione spalancò gli occhi, e portò il lenzuolo alle spalle, per coprirsi completamente.
 
Fred era seduto sulla poltrona di fianco al letto, i gomiti appoggiati alle ginocchia. La fissava. Alla reazione di Hermione sorrise appena, ma tornò serio in un men che non si dica.
 
"Fred... che ci fai qui? Perchè mi fissi?"
 
"Ti ricordi quello che è successo?"  
 
"Cosa devo... aspetta..." Hermione studiò il profilo del ragazzo, la camicia, i jeans... gli occhi rossi... per il fumo. Discoteca. Musica alta. Mojito... Ethan. "Tu mi hai salvata. Da quell'uomo. L'hai preso a pugni. Mi hai salvata."
 
"Bè... tecnicamente ho solo evitato che ti molestasse davanti a centinaia di persone..."
 
Hermione agguantò un cuscino dal fondo del letto e lo lanciò dritto in faccia a Fred, che lo bloccò all'ultimo e scoppiò a ridere, seguito dalla ragazza.
 
"Grazie, davvero." Disse Hermione con tono serio, dopo essersi calmata e aver smesso di ridere. Il silenzio calò nella stanza. Fred sorrise, annuì, ma immediatamente un ombra di preoccupazione oscurò il suo viso.
 
"Stai bene?"
 
"Sì Fred, sto bene." Rispose Mione, leggermente interdetta. Fred se ne accorse, ma preferì non insistere. Non era il momento adatto per scavare nell'anima di Hermione. Aveva bisogno di riposare.
 
"Riposa." Sussurrò lui, e si alzò. Era già sulla porta quando Hermione lo chiamò.
 
"Fred, aspetta. Perchè sono in intimo?"
 
"Eri svenuta. Il tuo vestito era macchiato di alcool, ho pensato di togliertelo prima di metterti a letto."
 
Hermione arrossì fino alla punta del naso. Poi rise, imbarazzata. "Uhm, ok. Grazie ancora e ... Fred ? Potresti... ecco... fermarti a dormire qui con me? Ho paura degli incubi e... " Fred non ebbe bisogno di ascoltare altro. Si voltò e si avvicinò al lato vuoto del letto.
 
"Ti dispiace se mi tolgo... ?"
 
"No, no figurati." Rispose veloce Mione. L'imbarazzo era palpabile, ma ormai aveva chiesto a Fred di restare. Non avrebbe cambiato idea. Si coricò nuovamente e si girò verso il muro. Sentì Fred spogliarsi, poi il tonfo dei jeans e della camicia buttati sulla poltrona e infine il frusciare del lenzuolo.
 
"Mione."
 
"Sì Fred?"
 
"Vieni qua." Non era una domanda.
 
Cazzo, pensò Hermione agitata. Si girò e si accoccolò al ragazzo. Appoggiò la testa sul suo torace e gli accarezzò la tartaruga scolpita. Fred la strinse di più a se, la baciò sulla testa, sui morbidi capelli ondulati, e si addormentò. Felice davvero, per la prima volta.
 
Hermione restò sveglia a lungo, ascoltava i respiri regolari di Fred e accarezzava il suo busto muscoloso. E mentre studiava ogni linea, ogni centimetro di pelle del suo torace, vi trovò una cicatrice. Lunga e spessa. Dall'ombelico saliva fino a metà cassa toracica, a sinistra.
 
Cosa hai combinato Fred? Come te la sei fatta? Mi hai tolto anche la canotta semitrasparente , hai visto le mie cicatrici? E se le hai viste... cosa hai pensato?
 
Hermione, qualche giorno prima era in giro per negozi. Aveva visto in una vetrina quel bellissimo vestito nero, quello che aveva indossato per andare in discoteca, ma non poteva comperarlo. La scollatura, profonda, sulla schiena avrebbe lasciato visibili tutte le sue cicatrici. Sarebbe stato umiliante.
 
Poi aveva trovato quella canotta... era di un materiale particolare, lo stesso colore della pelle e abbastanza trasparente. Una volta indossata sembrava quasi di non averla. Oltretutto era molto attillata e serviva anche da reggiseno. La scollatura non c'era, il girocollo era classico, come quello di una qualsiasi T-Shirt.
 
La comprò. Poi tornò nel negozio del vestito e se lo provò, indossando sotto quella canotta miracolosa. Spariva completamente sotto il vestito, e con lei sparivano anche le cicatrici. Si sfiorò la schiena, la sensazione era la stessa di sfiorar pelle nuda. Pazzesco, aveva pensato. L'unico problema era il girocollo, ma Hermione pensò che con un foulard, una sciarpa o una collana un po' spessa si sarebbe nascosto alla grande.
 
E così comprò anche il vestito.
 
Ora... Fred l'aveva spogliata mentre era svenuta... E aveva indosso solo le mutandine e un reggiseno quindi... Per forza di cose le aveva tolto anche la canotta.
 
Spero che non abbia visto le mie cicatrici... ancora non ricordo come me le sono procurate, sarebbe imbarazzante spiegarglielo.. e... Oddio. Sotto la canotta non portavo alcun reggiseno! Oh mio Dio... vuol dire che Fred mi ha visto il seno nudo e ... e ha cercato un reggiseno nel cassetto e me lo ha messo... oh santissimo...
 
Hermione era ancora più imbarazzata. Ma si decise a non pensarci più di tanto. E si addormentò. Abbracciata al suo Fred, sorridendo.
 
 
 
§
 
 

 
Il mattino seguente Hermione si svegliò sorprendendo un Fred già ben sveglio con lo sguardo fisso sul suo volto ed un sorriso angelico ad incurvargli le labbra.
 
"Sei così bella mentre dormi... sembri un angelo."
 
"Non ti stanchi mai di prendermi in giro e dir sciocchezze?"
 
"Ma non ti sto prendendo in giro! - rise Fred, poi tornò serio ed incatenò i suoi occhi di cielo a quelli ambrati di lei - Sei davvero bella, Mione."
 
Hermione arrossì, forse per la centesima volta dalla sera prima. Poi allungò una mano e sfiorò il torace di Fred, seguendo con l'indice il profilo della lunga cicatrice trovata durante la notte.
 
"Come...?"
 
Fred si scurì in volto. Si alzò e diede le spalle al letto, appoggiandosi alla finestra si sporse a guardar fuori. La città si stava lentamente svegliando. Poi chiuse gli occhi. Per secondi che parvero interminabili si sentì solo il ritmico pulsare dei cuori dei due.
Hermione era preoccupata, convinta di aver detto qualcosa di sbagliato malediceva mentalmente la sua curiosità. Poi Fred iniziò a raccontare ...
 
"Di George sai già tutto. Qualche tempo dopo il suo funerale, il dolore provocato dalla sua perdita era ancora troppo forte per me. Deciso a farla finita sono scappato di casa, una notte, e sono andato alla cascata dove il mio Georgie aveva perso la vita. Sono salito su quello scoglio, e dopo aver pianto per ore, mi sono buttato giù. Il mattino dopo, i miei genitori mi hanno trovato svenuto sulla riva del lago, vivo, con uno squarcio insanguinato sul torace e diversi altri lividi e graffi sul volto e sulle braccia. Hanno chiamato l'ambulanza. Appena arrivato in ospedale sono caduto in coma. Trauma cranico, hanno detto. Mi hanno ricucito e chiuso nel reparto di terapia intensiva. Ne sono uscito due settimane dopo, con questa cicatrice come ricordo e un fortissimo mal di testa. Quando i miei genitori mi hanno chiesto cosa ricordassi di quelle due settimane, gli ho risposto che non ricordavo assolutamente nulla. Buio, vuoto e dolore. Null'altro. Ma a te voglio dire la verità." Fred si voltò e guardò in faccia Hermione, lo sguardo duro ma addolorato, dalle sue pupille nere come il nulla Hermione riusciva a scorgere il suo cuore spezzato e rattoppato alla bell'e meglio.
 
"Durante quelle due settimane ho sentito costantemente la voce di George. All'inizio mi ha parlato della morte, del fatto che è morto sul colpo, senza provar dolore. Poi ha cercato di convincermi che non è stata colpa mia se è caduto, e infine ha continuato a spronarmi fino all'ultimo. Mi urlava che non dovevo mollare, che mamma, papà, Ginny e Ron avevano ancora bisogno di me. E così mi sono svegliato. Sono uscito dal coma perchè George mi ha aiutato a trovar l'uscita." Finalmente le lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi di Fred che, persa ogni forza, si accasciò sulla poltrona. Hermione si alzò e si gettò tra le sua braccia. Sedendosi sulle sue gambe lo strinse forte a sè. Lo cullò e gli accarezzò la testa per un lasso di tempo indefinito. "Sfogati" gli sussurrava all'orecchio mentre lo cullava e "Mi dispiace così tanto, Fred...".
 
Piansero a lungo. Insieme. Poi Fred si riprese e guardò Hermione. "Grazie. Grazie davvero Mione. Senza di te non so come farei." La studiò, memorizzò ogni centimetro i quel corpo snello e sinuoso. Le accarezzo i fianchi, poi le gambe. Fino a trovare la cicatrice sulla coscia. Non ha ancora visto quelle sulla schiena, grazie a Dio. Pensò Mione.
 
"Non so come me la sono procurata... io... non ricordo ancora." Finse. Fred annuì. Si alzò, disse che andava a preparare la colazione ed uscì dalla camera.
 
 
Non sono ancora pronta a parlare con qualcuno di Rod. Prima... prima voglio esser sicura di ricordare tutto.

 
                                     
 
 
 
 
 
 Angolo Autrice : 
Buon giorno! 
Eccoci con un nuovo capitolo!!! o faticato molto a scriverlo e... sinceramente non sono molto convinta e contenta del risultato ma... non potevo aspettare oltre. 
Spero che vi piaccia lo stesso! 

Il titolo è un verso di "One and Only", Adele. Si riferisce all'affetto che lega Fred ed Hermione, e che cresce sempre di più, giorno dopo giorno. 
Affetto che ha permesso a Fred di aprirsi con lei soltanto e di raccontarle il suo segreto più intimo : la voce del fratello durante il coma. 

Vorrei ringraziare tutte le persone che seguono questa storia, coloro che la leggono e soprattutto, quelli che la recensiscono! 

Infatti un ringraziamento speciale va a :

Trislot ;

LadySissi ; 

fred_mione98 ; 

mary_09 .

GRAZIE !!! 

Con affetto, 
C.
 
 
 
                   
  
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