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Autore: Restart    26/06/2015    1 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zayn POV

La mia mano trema troppo pericolosamente. La carta della rivista è troppo delicata per poter sopportare la mia rabbia.

Credevo di avere autocontrollo.

Credevo di poter provare solo pena per quell’essere inutile.

Credevo di non potermi realmente innamorare di quell’essere inutile.

Ma credo di dover rivedere le mie priorità. Ellen. Il suo nome rimbomba nella mia mente continuamente. Ellen. Solo un mese fa le avevo chiesto di sposarmi. Dopo tutto questo tempo.

Forse è questo il problema “tutto questo tempo”. In questo tempo in cui l’ho annoiata, evidentemente. E lei è andata da quell’ammasso di merda che è Harry Styles. Non è la prima volta che succede. Stronzo. E’ andato con tre mie ex. Sapevo che prima o poi la mia amicizia con lui mi avrebbe rovinato del tutto.

Flashback

“Harry, Louise, cosa state facendo?” la mia voce tremante, quell’immagine così chiara di due persone così all’apparenza oscure. Corro, come non ho mai fatto in vita mia. Poi qualcosa, anzi qualcuno blocca la mia strada. Uno, due, tre, dieci lividi sovrastano la mia faccia. Il mio aggressore colpisce con una violenza innata.

“Codardo” sussurra una voce, che fino a quel momento credevo pura, cristallina.

E se ne vanno. Provo a tirarmi su, appoggiandomi al muretto. Le mie braccia sono troppo deboli, le mie gambe collassano al peso del mio corpo senza anima. Cado, un rumore sordo si sente nel vicinato. Ma la mia testa non tocca il marciapiede bollente. Una mano, seppur delicata, la sorregge.

“Non ti preoccupare, ti porto in ospedale. Ci sono io qui con te” quella voce. Quella voce di cui mi sono innamorato.

Mi risveglio sotto delle coperte appiccicose, sudate, tra l’odore del disinfettante. Mi passo la lingua sulle labbra secche. Provo ad aprire delicatamente gli occhi e finalmente la vedo. I capelli castani che le ricadono scomposti sulle spalle abbandonate. Le mani strette in un pugno intorno alla mia. Un pugno di speranza. Noto che ha il trucco leggermente colato, ma è un particolare minuscolo in confronto alla sua bellezza. La gambe sono accartocciate vicino al petto. Dorme come una creatura irreale. Sbadiglia leggermente e apre gli occhi mostrando quel colore pieno di speranza.

Sorride, sorride con le labbra, con gli occhi.

“Ti sei svegliato” sussurra leggermente. Guarda un attimo le nostre mani intrecciate e fa per ritirarle, quasi impaurita.

“Oh, non lo fare, ti prego. Comunque io sono Zayn, grazie per avermi salvato” le sorrido e lei annuisce.

“Io sono Ellen” la sua voce è pulita. E’ meravigliosa la sua voce. Abbassa di nuovo lo sguardo, silenziosa. Noto il suo sorriso attraverso capelli lisci.

“Oh, Zayn, ti sei svegliato. Devo chiamare il primario” la specializzanda, della mia età, più o menocon la coda di cavallo. Potrebbe sembrare bella, ma non è niente in confronto a Ellen.

“Emily presentami il caso” dice il primario alla specializzanda dai capelli rossi.

Salgo le scale come un fulmine. La mia casa non è mai stata così silenziosa. Eppure Mark mi sta chiamando da fondo le scale.

“Sir, la prego scenda” dice con voce pacata.

“Mark, sono stati qui? Quando ero in tour, loro sono stai qui, non è vero?” sbraito.

“Sir non lo so. Io ero in vacanza negli Stati Uniti dalla mia famiglia; chieda alle domestiche” risponde ancora una volta tranquillo.

“SAMANTHA, SOPHIE! VENITE QUI, IMMEDIATAMENTE!” sono fuori di me. La testa mi gira vorticosamente. Scendo le scale e le vedo avvicinarsi.

“Sono stati qui, non è vero?” chiedo con una calma impaziente.

“Sir, sono stati qui. Ma la signora ci aveva fatto promettere di non dire niente, sennò ci avrebbe licenziate” è Sophie, la francese a parlare.

“Me lo dovevate comunque dire” il mio tono sta ritornando rabbioso. “Siete licenziate da me”. E le invito ad uscire. Mark sta osservando la scena con gli occhi sgranati in uno sguardo troppo teso.

“Tu Mark no, sarai il mio braccio destro” E mi dirigo nella mia sala musica. Chiudo la porta a chiave. Prendo il pennarello dalla mia tasca e inizio a disegnare la parete avorio.

Ho bisogno della mia arte pazza per sollevarmi momentaneamente da questa pazzia.

   
 
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