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Autore: ParisRiver    26/06/2015    0 recensioni
Federica, una ragazza italiana che viene convinta a fare un viaggio a Los Angeles, ne ha passate di cotte e di crude nella sua vita ma incontrerà un uomo che le cambierà radicalmente la vita.
Entrambi hanno paura di amare, troveranno quel poco di forza in più per fidarsi l'uno dell'altra?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salgo al piano di sopra da Giulia, sta messa proprio male poverina. Le misuro la febbre; 39,2.
Scendo al piano di sotto per prepararle un thè caldo visto che non ha voglia di mangiare, così faccio bollire l’acqua, metto l’infuso, aggiungo limone e zucchero e glielo porto.
“Oh, grazie” dice quasi senza voce.
“Prego, ma hai anche mal di gola?”
“Soprattutto mal di gola” dice chiudendo gli occhi e portando la testa indietro contro il cuscino.
“Adesso riposati, io chiamo Elisa e vedo dov’è finita.”
“Era andata a cercare un suo zio che si è trasferito qui.”
“E perché ancora non è tornata? Ha chiamato?”
“No, è sparita da stamattina, ora lasciami riposare un po’, ti prego.”
“Sì, scusami.”
Torno giu e provo a chiamare quella pazzoide di Elisa, è sparita senza avvisare, il cellulare è staccato, chissà si sarà cacciata. Mi sdraio sul divano e accendo la TV per distrarmi e far passare un po’ il tempo, dopo circa un’ora sento il mio telefono squillare; è Elisa.
“Dove cazzo sei, deficiente” rispondo senza nemmeno salutarla, mi ha fatta preoccupare non poco.
“Stai calma, scema, sono andata a cercare mio zio dato che abita in queste zone e l’ho trovato, sono rimasta con lui per un’oretta poi mentre stavo tornando a casa ho incontrato un ragazzo troppo figo, aveva la maglia degli Iron Maiden, non potevo non parlarci” ride, mi aggiungo anche io, “sì, insomma abbiamo parlato qualche minuto e mi ha invitato a prendere un caffè al bar e, ovviamente, ho accettato. Il problema è che non ho visto l’ora perché mi si è scaricato il telefono.”
“Sì ma prendi fiato e respira” dico ironicamente, ha detto tutto in dieci secondi, “comunque mi sfugge un particolare; se avevi il telefono scarico come hai fatto a chiamarmi ora?”
“Ehm…eheheh, mi ha invitata a casa sua dopo essere stati al bar con la scusa di ricaricare il telefono.”
“Oh, Signore…dimmi che non l’hai fatto, ti prego” dico speranzosa, stiamo scherzando?
“Oh sento, è figo, ascolta tutti i gruppi che ascolto io, non me lo potevo far scappare se permetti.”
“Cioè, tu sei andata a casa di uno sconosciuto lasciando la nostra amica malata a casa da sola senza avvertire? Quando sono tornata dal supermercato e non ti ho trovata mi è preso un colpo e ho provato a chiamarti visto che siamo in una città a noi sconosciuta e piena di bastardi pervertiti, basta vedere cos’è successo a me ieri” ops…
“Che ti è successo?” chiede preoccupata.
“Niente, niente. Come non detto.”
“No, ora me lo dici” chiede insistente, non sopporto quando fa così.
“Quando torni a casa te lo spiego” tronco il discorso, non mi piace quando le persone mi costringono a raccontare cose private.
“Mh…va bene, tanto sto per tornare, dammi una mezz’oretta”
“Va bene, a tra poco. Ciao.”
“Ciao.”
Visto che ho ancora un po’ di tempo per me e Giulia dorme, decido di farmi una doccia rilassante. Dopo essermi asciugata del tutto mi vesto; metto dei leggins neri da casa e una canotta dei Thirty seconds to Mars che mi sta talmente gigante che la uso come pigiama.
Mi butto sul divano quando entra Elisa, “hey.”
“Hey.”
“Che hai?” chiedo sembra frustrata.
“Niente, voglio solo riposare, sono stanchissima.”
“Lo credo bene, sono le 13:00, sei uscita stamattina presto.”
“Già. Giulia come sta?”
“39,2 prima, ora sta riposando, speriamo che si sia abbassata poverina.”
“Penso di sì, per me è stata una freddura.”
“Una freddura il 15 Giugno con 39,2? Non credo” dico.
“Hai ragione, sarà influenza.”
“Dai, facciamoci il pranzo” cerco di cambiare discorso, non voglio pensarci, sta veramente male e mi dispiace.
“Sì, va bene.”
Metto a cuocere gli spaghetti e preparo un sugo veloce, nel frattempo sgranocchiamo delle patatine beviamo una birra. Quando è pronto il tutto mangiamo e dopo di che mettiamo tutto nel lavandino e andiamo a rilassarci sul divano con un film.
 
Verso le 19:00 il film finisce, Elisa si mette in cucina a preparare la cena mentre io salgo in bagno, entro e vedo Giulia seduta a terra vicino la tazza, fa paura, è più pallida di prima ed ha tutte chiazze viola in viso.
“Giù, ma che fai?” dico con occhi spalancati.
“Ho rimesso, mi sa che ho preso il virus intestinale.”
“Credo proprio di sì. Come mai sei piena di chiazze viola in faccia?”
“Per via dello sforzo, mi sono scoppiati i capillari. Mi succede sempre.”
“Dai vieni che ti do una mano ad alzarti.”
“Grazie.”
“Vuoi che ti porti in camera o vuoi venire giù con noi a fare due chiacchiere?”
“No no, in camera, ho bisogno di riposare e stare comoda nel letto.”
“Va bene, vuoi che saliamo su? Così ti facciamo compagnia.”
“Se vi va sì.”
“Allora ceniamo e saliamo, tu intanto riposa.”
“Ok, a tra poco.”
Scendo di sotto e aiuto Elisa a preparare la cena, mangiamo e saliamo da Giulia; chiacchieriamo un po’ e ridiamo di qualsiasi cosa ci giri per la testa fin quando Elisa non decide di fare l’impicciona: “ma che dovevi dirmi poi?”
“Di che parli?” ho capito, ma cerco di deviare, non voglio parlarne.
“Prima al telefono mi avevi detto che quando sarei tornata a casa mi avresti detto cosa ti è successo ieri sera.”
Merda, troppo specifica, non posso deviare, però è pur vero che vorrei condividere con loro il fatto di aver incontrato Shannon.
“Beh…stanotte quando sono arrivata all’aereoporto ho preso il taxi perché voi non siete venute ma l’autista si è fermato appena arrivato davanti al viale perché il suo turno era finito e mi ha lasciata a piedi, così ho cominciato a camminare, ad un certo punto un maniaco mi bloccata e portata in un vicolo buio, stava per violentarmi quando un altro uomo lo ha pestato di botte, dopo un po’ mi sono accorta che quel uomo era…Shannon Leto!”
“Cosa?! Shannon ti ha violentata?” dice Giulia.
“No, scema! Shannon mi ha salvata!”
“Che cazzo hai detto?!” dicono in coro.
“Sì, stava portando l’antibiotico a Jared perché è malato.”
“Frena un attimo, cì” dice Giulia, “se Shannon passava nel viale, in questo viale…vuol dire che Jared abita qui vicino.”
“Esatto” dico sorridendo, “Jared abita al 3848.”
Le vedo spalancare gli occhi, “proprio nella villa qui davanti!” spalancano anche la bocca.
“Scherzi?” dice Elisa.
“No, sono serissima.”
“Oh, cazzo!” dice Giulia, sempre molto delicata, “quando mi rimetto dobbiamo andarci.”
“Ovvio!” dice Elisa.
“A dirla tutta l’ho incontrato anche stamattina al supermercato, sono scivolata sul succo e lui mi ha presa in tempo prima che cadessi, solo che non riuscivo a camminare per via di una distorsione e mi ha portata in ospedale…in braccio.”
“Woho!” dice Elisa, sempre la solita.
“Eh dai! Non è successo niente, scema!”
Continuiamo a ridere e scherzare finchè non ci addormentiamo tutte nel letto di Giulia.

  
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